La maggioranza accelera sull’esame del premierato

La maggioranza accelera sulla riforma costituzionale. Martedì è prevista una riunione dell'ufficio di presidenza della Commissione Affari costituzionali del Senato che incardinerà il testo. Il relatore della riforma Casellati dovrebbe essere il presidente della Commissione Alberto Balboni. Il primo passo sarà quello di far partire un ciclo di audizioni, con l'obiettivo di restringere il campo e velocizzare il più possibile l'iter, mentre le opposizioni annunciano ostruzionismo. L'obiettivo della maggioranza e del Governo è quello di arrivare a una prima approvazione entro marzo, prima delle Europee. C’è ancora aperta la questione della cosiddetta “norma antiribaltone”: molti esponenti di FdI hanno espresso dubbi e potrebbero presentare emendamenti per modificare la misura secondo la quale “in caso di cessazione dalla carica del Presidente del Consiglio eletto, il Presidente della Repubblica può conferire l'incarico di formare il Governo al Presidente del Consiglio dimissionario o a un altro parlamentare che è stato candidato in collegamento al Presidente eletto, per attuare le dichiarazioni relative all'indirizzo politico e agli impegni programmatici su cui il Governo del Presidente eletto ha ottenuto la fiducia”. 

Possibile, però, che la norma cambi nel secondo passaggio parlamentare. Le opposizioni ribadiscono la propria contrarietà al contenuto del ddl: “Questa riforma è pericolosa, la contrasteremo con ogni strumento”, ha spiegato Elly Schlein, “Dietro lo slogan decidi tu c'è un gigantesco decido io per voi”, la tesi. “Il Pd per tanti anni ha governato pur perdendo le elezioni, per questo difende lo status quo”, la risposta del ministro Francesco Lollobrigida

Il Cdm approva un nuovo pacchetto sicurezza 

Un miliardo e mezzo di euro per i rinnovi contrattuali del personale in divisa e un pacchetto di norme che introduce nuovi reati e ne aggrava le pene per altri: si va dalle truffe agli anziani alle rivolte nei Cpr, dalle aggressioni alle forze dell'ordine ai blocchi stradali, dal borseggio all'ampliamento delle garanzie per l'intelligence in funzione antiterrorismo. Il giro di vite sulla sicurezza è contenuto in un disegno di legge approvato dal Cdm ieri pomeriggio, mentre in mattinata la premier ha ricevuto i sindacati di polizia e i Cocerinterforze per illustrare gli stanziamenti in bilancio. La Meloni si è detta “orgogliosa” delle misure approvate ed ha ringraziato i rappresentanti sindacali: “Senza sicurezza non c'è libertà, non c'è protezione sociale, non c'è crescita economica”. Tra norme più discusse c'è quella che rende non più obbligatorio, ma facoltativo il rinvio dell'esecuzione della pena per le donne condannate quando sono in stato di gravidanza o sono madri di figli fino a tre anni. La ratio, ha spiegato il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, è quella di intervenire sui casi delle “borseggiatrici” su mezzi pubblici o nelle stazioni, cioè, “il fenomeno dell'uso della condizione di maternità come esimente in caso di commissione di reato”. Si introduce poi una norma per punire chi induce all'accattonaggio un minore di 16 anni. 

Un nuovo reato punisce inoltre chi organizza o partecipa ad una rivolta in un carcere o in un centro di accoglienza. Altro reato introdotto: “Detenzione di materiale con finalità di terrorismo”. C'è quindi il contrasto alle occupazioni abusive con un nuovo delitto che punisce con la reclusione da 2 a 7 anni chi, con violenza o minaccia, occupa o detiene senza titolo un immobile altrui, o comunque impedisce il rientro nell'immobile del proprietario o di colui che lo deteneva. Stretta, inoltre, sulle truffe agli anziani. Gli agenti di sicurezza sono autorizzati a detenere un'arma da fuoco privata diversa da quella d'ordinanza. Altro fenomeno ricorrente che il Governo vuole colpire è quello di blocchi stradali pesanti, tipo quelli organizzati dagli attivisti di Extinction Rebellion; il provvedimento approvato stabilisce che questa fattispecie diventi reato nel momento in cui risulti “particolarmente offensiva e allarmante, sia per la presenza di più persone sia per il fatto che sia stata promossa e organizzata preventivamente”. Nel pacchetto trova posto anche un articolo che rafforza le prerogative dell'intelligence; in particolare, saranno coperti da garanzie funzionali gli infiltrati dell'intelligence (o loro fonti) al vertice di organizzazioni terroristiche. 

Lo sciopero sfida il Governo, Cgil e Uil pronte al ricorso

A poche ore dal via allo sciopero di Cgil e Uil e alla manifestazione a Roma contro la manovra, non si placano le polemiche. Dopo la precettazione per il settore dei trasporti firmata dal vicepremier e Ministro Matteo Salvini, i due leader sindacali Maurizio Landini Pierpaolo Bombardieri attaccano e fanno muro a difesa del diritto allo sciopero. Il governo assicura di non volerlo toccare: “È fondamentale e va assolutamente ribadito e confermato, nessuno l’ha messo in discussione”, rimarca la Ministra del Lavoro Marina Calderone. La linea è “condivisa” dal Governo, ribadisce Salvini sottolineando di aver “solo rispettato la legge” e garantito il diritto allo sciopero “ma senza bloccare tutto”. Non la vedono così Cgil e Uil, pronte a impugnare il provvedimento: “Stiamo lavorando per presentare il ricorso contro la precettazione. Lo sciopero scatterà per 8 ore o intero turno di lavoro a livello nazionale per il pubblico impiego, la scuola, la sanità e gli addetti di Poste italiane

Per il settore dei trasporti dai bus ai treni, escluso quello aereo per cui i voli sono regolari e i vigili del fuoco, lo sciopero è di 4 ore, dalle 9.00 alle 13.00. Incrociano le braccia per 8 ore anche le lavoratrici e i lavoratori delle regioni del Centro. Per le regioni del Nord sarà il 24 novembre e quelle del Sud il primo dicembre; Sicilia e Sardegna si fermeranno il 20 e il 27 novembre. Lo sciopero riguarda anche medici e infermieri sulla questione del taglio degli adeguamenti delle pensioni dei medici e di altri dipendenti pubblici, tema che resta aperto e su cui il Governo sta lavorando per una soluzione: il ministro della Salute, Orazio Schillaci, riferisce di aver incontrato il Ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti e di avere in programma di rivederlo insieme alla Ministra Marina Calderone perché “c'è la volontà di risolvere le criticità”. In piazza scendono anche gli studenti, che in parte confluiranno in piazza del Popolo dove si tiene la manifestazione di Cgil e Uil, sotto lo slogan “Adesso basta!”. 

Meloni è in missione in Croazia. Oggi avrà un bilaterale con Plenkovic

Un doppio appuntamento per parlare con altri leader europei dell’agenda strategica dell’Ue, delle priorità in particolare in campo economico e del tema dei migranti, ma anche dell’allargamento dell’Unione e dei temi legati ai Balcani occidentali. La premier Giorgia Meloni è arrivata a Zagabria con un’agenda fitta: prima la cena organizzata dal presidente del Consiglio Europeo Charles Michel alla quale hanno preso parte anche i rappresentanti di Croazia, Polonia, e Malta, oggi il bilaterale con il primo ministro croato Andrej Plenkovic. Le priorità italiane, che Meloni ha portato al tavolo tra i leader, riguardano autonomia strategica aperta, migrazioni e allargamento dell’Ue. Per l’Italia l’autonomia strategica aperta va costruita su due versanti complementari: quello interno e quello esterno. Sul fronte migranti, per il Governo italiano la prossima agenda strategica dovrà proseguire nel processo di attuazione dell’approccio multidimensionale concordato in occasione del Consiglio Europeo straordinario dello scorso febbraio. 

L’obiettivo resta quello di arrivare a una soluzione strutturale della questione, gestendo il fenomeno e non limitandosi a subirlo. In particolare, sul fronte della dimensione esterna, la priorità è dare rapida e completa attuazione al Memorandum d’intesa Ue-Tunisia e sostenere gli sforzi della Commissione nel replicare simili partenariati con altri Paesi africani come EgittoCosta d’Avorio,GuineaSenegalGambia e Mauritania. Per l’Italia è anche importante lavorare a soluzioni innovative come quella prevista dall’accordo Italia-Albania, un’iniziativa che sta suscitando molto interesse e che potrebbe diventare un modello per il futuro. Oggi ci sarà il bilaterale con il primo ministro croato Andrej Plenkovic: gli interessi strategici nazionali croati, in primis nei Balcani occidentali, spingono Zagabria a ricercare un partenariato strategico con Roma che trova una solida base nella cooperazione economica. Al centro di entrambi i tavoli anche l’allargamento Ue verso i Balcani occidentali.

Il divieto sulla carne coltivata è legge. Tensione davanti a Palazzo Chigi

L'Aula della Camera ha approvato definitivamente, con 159 voti favorevoli, 53 contrari e 34 astenuti, il disegno di legge contro la carne coltivata ma è scontro con le opposizioni, con tanto di rissa davanti a Palazzo Chigi tra il presidente di Coldiretti Ettore Prandini e il deputato di +Europa Benedetto Della Vedova. Tutto comincia quando Della Vedova, insieme con una delegazione di +Europa guidata dal segretario Ricardo Magi, va davanti a Palazzo Chigi con dei cartelli per protestare contro il provvedimento da loro definito “oscurantista”. Dall'altra parte di via del Corso c'è un drappello di allevatori e agricoltori di Coldiretti che manifesta a sostegno del Governo e del ddl. Il presidente della Confederazione Ettore Prandini, appena vede i deputati, corre verso Della Vedova e gli si avvicina gridando: “Delinquente e buffone!” cercando di strappargli il cartello dalle mani. Ad aiutarlo nell'impresa arrivano altri di Coldiretti che urlano verso il parlamentare: “Nun te vota neanche tua moglie! Buffone!”. 

Si arriva alle mani, ma alcuni presenti, tra cui agenti della Digos, riescono a separarli facendo tornare Prandini al di là della strada. Lui, ripreso dalle telecamere, sorride, mentre parte il coro di “Buffoni! Buffoni!” verso i deputati. Della Vedova e Magi ribattono: “Davvero una bella confederazione democratica quella di Coldiretti!”. Ma poi, rientrati alla Camera, si sfogano con i cronisti spiegando che l'aggressione subita, che vanno subito a denunciare ai carabinieri, “è un pessimo segnale”, “un fatto gravissimo”, “eversivo”. Prandini, forte del sostegno dei suoi e dei Ministri che lo abbracciano, annuncia di voler denunciare i parlamentari, che, a suo dire, l'avrebbero “provocato” e invita Della Vedova a chiedergli “scusa”. I deputati di +Europa incassano la solidarietà del presidente della Camera Lorenzo Fontana, della leader del Pd Elly Schlein il cui gruppo decide di astenersi, del M5S, di Avs e di IV

La Commissione va avanti con la procedura d'infrazione sui balneari

Sui balneari ancora non ci siamo e Bruxelles tira dritto sulla procedura d’infrazione. La Commissione Ue ha emesso il parere motivato contro l'Italia, il secondo passo nella procedura aperta nel dicembre 2020 con una lettera di messa in mora. Ora, se il Governo non fornirà risposte convincenti o non si adeguerà alla normativa europea entro due mesi, l'esecutivo Ue potrebbe decidere di deferire l'Italia alla Corte di giustizia europea che potrebbe portare a una sanzione pecuniaria. Il Governo sostiene che la direttiva Ue del 2006 sulla liberalizzazione dei servizi e delle concessioni balneari, la cosiddetta Bolkestein, non va applicata all'Italia in quanto il bene spiagge non è scarso, essendo il 67% della costa privo di strutture. I calcoli su cui si è basata la mappatura delle coste fornita dal Governo, tuttavia, non convincono la Commissione Ue, perchè escluderebbero aree di minore accessibilità per condizioni naturali, come quelle rocciose, e altre aree, come quelle militari, che potenzialmente potrebbero ospitare strutture turistico-ricettive. L'annosa questione mette ora il Governo alle strette. Il governo Meloni, che ha prorogato la messa a gara delle concessioni demaniali al dicembre 2024 nonostante la sentenza del Consiglio di Stato imponesse l'avvio dei bandi dal 1° gennaio 2024, si dice pronto “a dare risposte immediate alla Commissione Ue. Stiamo già lavorando da mesi nella direzione auspicata dalla Commissione”, ha affermato il ministro Matteo Salvini

Schlein dice no all’invito di FdI ad Atreju

Il faccia a faccia fra la premier Giorgia Meloni e la segretaria Pd Elly Schlein non s'ha da fare, almeno non su un palco, non alla festa di FdI. Le occasioni di confronto fra le due leader non mancheranno, ma saranno quelle canoniche, formali, in Parlamento. O magari una consultazione in qualche altro palazzo istituzionale, visto che sia Meloni sia Schlein hanno accolto l'appello di Paola Cortellesi a lavorare insieme contro la violenza di genere. Per adesso, però, il mezzo invito fatto alla segretaria Pd a partecipare alla manifestazione di Fdi è caduto nel vuoto. Qualche giorno fa c'era stata una chiacchiera informale fra Schlein e il responsabile organizzazione di FdI Giovanni Donzelli. Poi è arrivato il “no, grazie” della leader dem: “Con FdI ci confrontiamo e discutiamo in Parlamento, a partire dalla manovra di bilancio”, hanno fatto sapere dal Pd. “Fugge dal confronto”, è stata la replica. Insomma, l'incontro nemmeno nato è già finito. 

L'appuntamento sarebbe stato per metà dicembre, a Roma, alla manifestazione di FdI Atreju, un evento che, negli anni, ha sempre visto sfilare leader anche degli altri schieramenti. “Per gli inviti, anche solo per educazione, non passiamo dalla stampa” ha spiegato Donzelli,  “Ovviamente, anche in questo Atreju cercheremo sempre il confronto con chi la pensa diversamente da noi. Solo chi non si sente forte delle proprie idee fugge dal confronto”. Per adesso, pare che non ci siano stati contatti col M5S, ma anche in zona Giuseppe Conte sembra che non ci sia grande voglia di partecipare perché le energie del Movimento sono concentrate sulle battaglie contro la manovra. Il perché del “no” di Schlein l’ha spiegato l'eurodeputata Camilla Laureti, della segreteria Pd: “Esiste un luogo sovrano per il confronto, che fino a prova contraria è e resta il Parlamento. Altre strade, soprattutto in una fase politica così serrata, saprebbero di inciucio, di compromesso”. 



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