Sul Quirinale la Lega pensa a un piano B. Poi il chiarimento tra Salvini e Berlusconi

Tra mercoledì e giovedì il centrodestra tornerà a riunirsi a Villa Grande per quello che in molti pronosticano come il vertice decisivo della coalizione riguardo alla candidatura di Silvio Berlusconi alla presidenza della Repubblica. Ad andare in pressing è direttamente Matteo Salvini precisando di essere in attesa che il Cav “faccia i suoi incontri, e i “suoi conti” per verificare i numeri necessari per la salita al Colle. Il nodo sulla discesa in campo del leader di Forza Italia va sciolto quindi per tempo, cercando di non tirarlo fino a quando la partita entrerà nel vivo alla Camera. Non è detto però che il Cav, se dovesse accorgersi di non avere i numeri, si faccia subito da parte: un passo indietro, infatti, potrebbe anche arrivare un attimo prima dell’inizio del voto o magari in prossimità della quarta votazione. Lo scetticismo che si respira nella coalizione sulla reale consistenza del pacchetto a favore di Berlusconi è evidente: per il leader di Coraggio Italia Giovanni Toti, ad esempio, la candidatura del Cav “è assolutamente legittima ed è legittimo che il centrodestra possa candidare il suo fondatore, ma altra cosa è il tema della possibilità. Per il Quirinale bisogna avere anche i numeri per riuscirci”. Vittorio Sgarbi continua a tenerli sotto controllo, rivelando che da oggi ripartiranno le telefonate di Berlusconi per sondare il terreno tra i grandi elettori. 

Davanti ai cronisti Matteo Salvini ribadisce di essere al lavoro “per avere una scelta veloce e di alto livello”; “Non ho piani B, C e D” in alternativa a Berlusconi assicura, aggiungendo però che “la settimana prossima, quando si comincia a votare, la Lega come forza responsabile e di governo, adesso e nei prossimi anni, farà una proposta che penso potrà essere convincete, se non per tutti, per tanti”. Le parole rimbalzano e fanno scattare Forza Italia, anche se in serata va in scena una “lunga e cordiale telefonata” tra Berlusconi e Salvini dopo che fonti azzurre avevano espresso una posizione dal sapore di stop alle fughe in avanti del leghista.

L’impressione, tuttavia, è che Matteo Salvini si stia muovendo per recitare fino all’ultimo il ruolo di king maker, scenario indicato peraltro nella lettera di Denis Verdini. E a chi gli chiede il leader della Lega risponde: “Sto lavorando a 360 gradi. Se ho visto anche Riccardo Fraccaro? Sto incontrando e ascoltando tanta gente, poi i risultati li vedremo in Aula”. Il riferimento è all’incontro col deputato M5S che sarebbe andato in scena in un palazzo nei pressi del Senato che fino a poco tempo fa ospitava l’ufficio di Giulio Tremonti. “Ovviamente sentendo sulle mie spalle la responsabilità della coalizione di centrodestra dobbiamo scegliere un presidente della Repubblica per tutti, però gli italiani ci hanno dato in Parlamento la maggioranza relativa dei grandi elettori quindi è chiaro che abbiamo l'onore e l'onere di fare una proposta che sia condivisa”. Ma oltre al Quirinale Salvini ribadisce la necessità di un Governo politico “Ribadisco l'invito a tutti i leader di partito a metterci la faccia e a entrare in prima persona in campo. Su alcuni temi, come immigrazione e sicurezza, anche questo Governo ha ampi margini di miglioramento. Quindi penso che anche con Draghi premier, e spero che continui a esserlo perché sarebbe una garanzia per tutti, tutti i partiti debbano mettere le energie migliori”. 

Mercoledì ci sarà l’incontro Conte-Letta-Speranza. Ira del M5S su Bettini

Giuseppe ConteEnrico Letta e Roberto Speranza si vedranno domani mattina per concordare una linea comune sul Quirinale, in attesa che Silvio Berlusconi sciolga la riserva sulla sua corsa. Fra i giallorossi in molti sostengono che, prima che le votazioni entrino nel vivo, l'ex Cavaliere si sfili in un “ennesimo colpo di scena”. Dopo le parole di Salvini, per Enrico Letta il leader del Carroccio “fa a gara a chi è il king maker del centrodestra, ma a noi non interessa, noi parliamo con tutti. Bene se ci sarà un altro nome”, è la linea. Se invece il leader di FI dovesse restare sul tavolo fino al voto, Letta è pronto a mettere in campo una candidatura alternativa, da concordare insieme a Speranza e Conte. 

In realtà, però, con l'avvicinarsi della prima chiama per il successore di Sergio Mattarella, fissata per lunedì alle 15.00, gli animi tra gli alleati cominciano a scaldarsi. Nel M5S c’è tensione e a far discutere sono le parole di Goffredo Bettini al Corriere della Sera: il dirigente dem definisce Giuseppe Conte come “uomo leale, che apprezzo: ma più leader di governo, che capo di un partito”, e sottolinea che a suo modo di vedere si trova “in un momento di notevole difficoltà” nella sua nuova veste di presidente dei Cinque Stelle. Il leader non apprezza e anche ai piani alti del Movimento il malcontento è generalizzato: “Se l'unità d'intenti in vista del Quirinale è rappresentata da interviste e colloqui rilasciati alla stampa in cui si esprimono giudizi sul Movimento e il suo leader politico, cosa che non ci permettiamo di fare specialmente in questa fase, direi che la direzione di marcia della coalizione non è quella giusta”, tuona il capodelegazione al governo Stefano Patuanelli

È lo stesso Goffredo Bettini, allora, a correggere il tiro: “Il rapporto Pd-M5S è fondamentale per soluzione autorevole sulla Presidenza della Repubblica e il lavoro di Giuseppe Conte è prezioso per il Movimento e per la stabilità della democrazia italiana” precisa l'esponente dem “lo stimo umanamente e politicamente”. Al Nazareno, nonostante le scintille, mantengono la calma: “Bettini è un dirigente storico della sinistra che va rispettato, ma fa una partita sua. Letta non ha bisogno d’intermediari per parlare con Conte, cosa che avviene quotidianamente”, è la sintesi a fine giornata di chi ammette che “non è per forza un male che si superi l'equivoco di Bettini-Richelieu”. Visto anche, è la sottolineatura, che ormai la linea del segretario e quella dell'ex europarlamentare dem sono distanti, anche sull'immediato futuro di Mario Draghi.

Il Governo lavora a un decreto sulle bollette. No a ogni ipotesi di scostamento

Il governo lavora al decreto sulle bollette. Le misure anti-rincari dovrebbero esser presentante giovedì al prossimo Consiglio dei ministri. Intanto domani è in programma il tavolo sull'energia convocato dal ministero dello Sviluppo economico con le imprese: insieme con Giancarlo Giorgetti il confronto vedrà impegnate le imprese, con Confindustria, sull'impatto dei costi energetici sul sistema produttivo. L'accelerazione impressa al provvedimento viaggia sull'onda delle pressioni provenienti da più fronti: da un lato quello delle diverse forze politiche, con il leader della Lega Matteo Salvini in testa che parla di stangata da 30 miliardi, dall'altro quello delle aziende, rilanciate proprio in queste ore dalla stessa Confindustria che ritiene “a rischio il patrimonio industriale”, teme “per l'impatto sulla filiera produttiva” e chiede un tavolo interministeriale guidato dal Governo. A questo naturalmente si somma la preoccupazione, già presente, per l'affanno delle famiglie e delle fasce più deboli della società. Oltre agli interventi sulle bollette, è in dirittura d'arrivo anche un nuovo decreto Sostegni; non è escluso che possa diventare un unico provvedimento ma in ogni caso non si dovrebbe procedere con l'ipotesi di un nuovo scostamento di bilancio (come però avevano provato a proporre sia Pd che M5S, e da ultimo il Carroccio). 

Un pacchetto di misure per ammortizzare l'impennata dei prezzi dell'energia è stato già consegnato a Palazzo Chigi, una base di partenza con una decina di proposte, come per esempio il taglio dell'Iva, degli oneri di sistema, e la destinazione dei proventi derivanti dalle aste di CO2, che il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani ha recapitato al presidente del consiglio Mario Draghi ai primi di gennaio. Il documento, che potrebbe prevedere tra l'altro il più volte ipotizzato aumento di estrazione di gas nazionale e un contributo di solidarietà delle grandi società che operano nel settore energetico, è già stato oggetto di valutazioni tra tecnici e capi di gabinetto dei ministeri coinvolti (Transizione ecologica, Mef, MIse). Per il momento si sono messe in fila le questioni più urgenti, ponendo attenzione anche agli effetti che questi interventi potrebbero avere sulle società energetiche quotate in Borsa. 

L’Aula del Senato

L’Assemblea del Senato tornerà a riunirsi domani alle 16.30 per le comunicazioni del Presidente Elisabetta Casellati sul calendario dei lavori. 

Le Commissioni del Senato

Per quanto riguarda le Commissioni, la Affari Costituzionali esaminerà e svolgerà delle audizioni sul decreto per la proroga dello stato di emergenza e contenimento dell’epidemia Covid-19 e il decreto per il contenimento della diffusione dell'epidemia da COVID-19 e disposizioni in materia di sorveglianza sanitaria. Si confronterà sul disegno di legge sulla rigenerazione urbana. La Finanzeascolterà il dottor Carlo Comporti nell'ambito dell'esame della proposta di nomina a componente della CONSOB. La Istruzione si confronterà sull’affare assegnato sull’impatto cambiamenti climatici sui beni culturali e sul paesaggio, e sul ddl per la promozione dei cammini come itinerari culturali. 

La Lavori Pubblici ascolterà la Presidente Marinella Soldi e l’Amministratore delegato della Rai Carlo Fuortes sul ddl di riforma della Rai, si confronterà sulla delega al Governo in materia di contratti pubblici e sul Documento strategico della mobilità ferroviaria di passeggeri e merci. La Agricoltura, in sede redigente, esaminerà il ddl sui prodotti agroalimentari da filiera corta, il ddl in materia di tartufi, il ddl di disciplina del settore florovivaistico, il disegno di legge per la trasparenza delle pratiche commerciali della filiera agrumicola, il ddl relativo alle professioni di enologo ed enotecnico e il ddl per il riconoscimento dell’agricoltore come custode dell'ambiente e del territorio. 

La Industria, con la rispettiva della Camera, proseguirà l'audizione del Ministro della transizione ecologica Roberto Cingolani sui prezzi dell'energia e sulla sicurezza degli approvvigionamenti, anche in relazione alla strategia europea d'intervento e di sostegno. Domani la Salute ascolterà il Dott. Pierdavide Lecchini, direttore generale della Direzione Generale della sanità animale e dei farmaci veterinari del Ministero della salute, sui recenti casi di peste suina africana. La Territorio esaminerà il disegno di legge sull’estensione al settore agricolo e agroalimentare delle competenze della Commissione parlamentare d’inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali a esse correlati e il ddl sulla rigenerazione urbana.

L’Aula della Camera

Dopo che ieri il Governo ha posto la questione di fiducia, l’Assemblea della Camera voterà per l’approvazione definitiva del decreto sulle misure urgenti per il contenimento dell'epidemia da COVID-19 e per lo svolgimento in sicurezza delle attività economiche e sociali.

Le Commissioni della Camera

Per quanto riguarda le Commissioni, la Affari Costituzionali, con la Bilancio, concluderà le audizioni sul decreto mille proroghe. Nello specifico oggi alle 9.30 ascolterà i rappresentanti dell'Associazione pirotecnica italiana (Ass.P.I.), del Movimento spettacolo dal vivo, di Confcommercio, Confesercenti, Federalberghi e della Federazione italiana pubblici esercizi (FIPE) e il Commissario straordinario del Governo per la ricostruzione dal sisma 2016 Giovanni Legnini. La Giustizia svolgerà delle audizioni sulla pdl per la promozione e il sostegno delle attività teatrali negli Istituti penitenziari. La Ambiente svolgerà delle audizioni sulle risoluzioni per favorire le attività di manutenzione, ricostruzione e gestione dei ponti sul bacino del fiume Po e sulle principali arterie limitrofe. 

Alle 12.30, la Trasporti ascolterà il Ministro per l'innovazione tecnologica e la transizione digitale Vittorio Colao sull'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR). La Lavoro ascolterà i rappresentanti di CGIL, CISL, UIL e UGL, nell'ambito dell'esame delle proposte di legge per l'inserimento lavorativo delle donne vittime di violenza di genere. La Affari Sociali esaminerà il decreto per fronteggiare l'emergenza COVID-19, in particolare nei luoghi di lavoro, nelle scuole e negli istituti della formazione superiore e alle 20.00 ascolterà il Ministro della salute Roberto Speranza in merito al tema della riforma dell'assistenza sanitaria territoriale. 



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