Oggi il Governo varerà il decreto taglia prezzi per famiglie e imprese

L'obiettivo fissato dal presidente del Consiglio Mario Draghi è chiaro: “Aiutare famiglie e imprese”. A questo servirà il decreto taglia prezzi che arriverà oggi in Consiglio dei ministri, a contrastare il caro bollette e tagliare i costi di diesel e benzina. Il premier invita alla calma, a non “lanciare allarmi” su rischi alimentari o energetici, ed è netto sullo scostamento di bilancio chiesto a gran voce da diverse forze politiche di maggioranza: “Non ci sarà uno scostamento”, dice al termine di una giornata segnata dal decreto sulle riaperture post emergenza Covid adottato in Cdm, “Vediamo un'Italia che continua a crescere ma c'è un rallentamento. Oggi nessuno in Europa vede la recessione, ma un rallentamento c'è e credo che i provvedimenti che adotteremo domani in Consiglio dei ministri siano sufficienti”, continua il premier, “Le insufficienze degli approvvigionamenti di alimentari e materie prime devono essere affrontate esattamente come stiamo affrontando le insufficienze in materia di gas. Quindi diversificazione più rapida possibile, intervento sui prezzi, cercare di aiutare famiglie e imprese”. 

Per questo si lavora su due fronti, uno nazionale e l'altro europeo. Sul primo versante, le risorse per calmierare le bollette e tagliare il prezzo di benzina e diesel di 15 centesimi al litro dovrebbero arrivare dall'extra gettito Iva e da possibili interventi sugli extraprofitti delle imprese di alcuni dei settori interessati; restano poi sul tavolo il fondo per il sostegno al fabbisogno energeticodelle attività produttive (circa 800 milioni di euro per il 2022) e uno di garanzia a sostegno delle imprese energivore d’interesse strategico nazionale. Sul versante comunitario, ieri Mario Draghi è tornato a sottolineare che “è necessario avere un tetto al prezzo del gas”, perché “in Europa è superiore a quello in tutte le altre parti del mondo”. Un ulteriore provvedimento di sostegno alle famiglie e al tessuto produttivo potrebbe arrivare dopo l'approvazione del Documento di economia e finanza: “Anticiperemo il Def prima della fine del mese e lì sarà l'occasione per analizzare la situazione economica”, annuncia il premier, che è invece categorico sullo scostamento di bilancio: “Domani non ci sarà uno scostamento” e “prima di chiederlo ci si deve chiedere se i provvedimenti del Governo sono adatti al raggiungimento degli obiettivi”. Dunque il presidente del Consiglio invita alla calma e a non farsi prendere dal panico perché attualmente non ci sono rischi alimentari ed energetici, derivanti dalla guerra in Ucraina: “I prezzi che sono cresciuti in questo modo vanno affrontati e il Governo lo farà con questi provvedimenti. Dobbiamo prepararci a questa evenienza, ma da qui a lanciare un allarme ancora ci corre”. 

Il Cdm vara il decreto riaperture post covid. Draghi: “Torniamo alla normalità”

Il Paese è pronto a tornare definitivamente alla normalità attraverso una serie di misure previste dalla road map tracciata dal nuovo decreto del Governo, con diverse tappe fino alla fine di questo 2022. Si entra dunque in un'altra fase, per lasciare alle spalle tutte le restrizioni dovute alla pandemia, con due obiettivi principali: “riaprire l'economia” e “limitare l'esperienza della didattica a distanza”, come spiega il premier Mario Draghi. Il decreto legge, approvato all’unanimità dal Cdm, traccia le linee per un graduale ritorno alla normalità; nell'arco dei prossimi tre mesi sono previsti i cambiamenti più significativi: dal 1° aprile l'Italia non sarà più in stato di emergenza Covid e di conseguenza decadono il Comitato tecnico scientifico e la struttura del Commissario straordinario Francesco Figliuolo; al loro posto dovrebbe essere creata un’unità operativa ad hoc (fino al 31 dicembre) per accompagnare il periodo transitorio e completare la campagna vaccinale. Anche il sistema dei colori viene definitivamente abrogato, ma il monitoraggio proseguirà. Termina l'obbligo di super green pass sui luoghi di lavoro per gli over 50 (la sospensione di coloro che ne saranno sprovvisti non scatterà più, ma resta la multa); a chi ha superato questa soglia d’età sui luoghi di lavoro sarà richiesto solo il pass base. Stop al certificato verde sui bus e in generale sui mezzi di trasporto pubblico locale, dove proseguirà l'obbligo di indossare le mascherine fino al 30 aprile. Non sarà più necessario avere almeno il green pass base per entrare negli uffici pubblici, nei negozi, nelle banche, alle poste o dal tabaccaio. Anche nei ristoranti all'aperto non sarà più prevista l'esibizione di alcun certificato. 

Dal primo aprile decade ovunque il limite alle capienze nelle strutture e dunque anche negli stadi sarà possibile occupare il 100% dei posti. Stop anche alle quarantene da contatto con un caso positivo al Covid, anche per i non vaccinati: dovrà restare in autoisolamento solo chi ha contratto il virus mentre chiunque abbia avuto un contatto dovrà applicare il regime dell'autosorveglianza indossando la mascherina Ffp2; non ci sarà più quindi distinzione tra vaccinati e non vaccinati. Dal 1° maggio termina l'obbligo del green pass quasi ovunque: fino al 30 aprile per alcune attività come mense, concorsi pubblici e colloqui in carcere, oltre ai trasporti a lunga percorrenza, sarà ancora obbligatorio in versione base; quello rafforzato resterà in vigore fino al 30 aprile per ristorazione al chiuso, centri benessere, sale gioco, discoteche, congressi ed eventi sportivi al chiuso. Sempre dal primo maggio via l'obbligo delle mascherine in tutti i luoghi al chiuso, anche a scuola. Dal 15 giugno decadono tutti gli obblighi vaccinali per personale scolastico, militari, agenti di polizia e soccorso pubblico, polizia locale, dipendenti dell'amministrazione penitenziaria e in generale lavoratori all'interno degli istituti penitenziari per adulti e minori, personale dell'Agenzia per la cybersicurezza nazionale; resterà in vigore oltre questa data soltanto l'obbligo del vaccino per il personale sanitario e Rsa. Dal 30 giugno terminano le modalità di smart workingnell'ambito privato così come sono al momento concepite; in particolare, fino alla fine del mese ci sarà la possibilità di ricorrere al cosiddetto lavoro agile nel settore privato senza l'accordo individuale tra datore e lavoratore. Viene prorogato anche lo svolgimento del lavoro agile per i lavoratori fragili. 

La Camera approva il dl Ucraina e Mattarella esprime vicinanza

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella interviene sul conflitto in Ucraina e ribadisce due punti fermi. Primo: l'obiettivo è “arginare” e “battere” la “guerra aperta dalla Federazione Russa al centro dell'Europa”; secondo: italiani ed europei sono chiamati alla “solidarietà e all'aiuto nei confronti delle popolazioni terribilmente colpite” e ad impegnarsi “perché si fermino i combattimenti, si ritirino le forze di occupazione e venga ripristinato il diritto internazionale”. Mentre l'invio delle armi in Ucraina accende qualche fuoco di polemica, il Capo dello Stato invita tutti a guardare più in là: bisogna “riflettere sull'importanza della libertà, della democrazia, sul valore dei diritti dell'uomo” dice celebrando i 161 anni dell’Unità nazionale

Intanto la Camera ha approvato il decreto Ucraina con 367 voti favorevoli, ma fra i 25 contrari e i 5 astenuti ci sono anche alcuni esponenti di maggioranza. Malgrado questo, col via libera, il Parlamento lancia un messaggio chiaro e lo ribadisce con un appuntamento significativo: martedì mattina il presidente dell'Ucraina Volodymyr Zelensky parlerà in videoconferenza con i deputati e i senatori italiani che saranno riuniti nelle tribune e nell'emiciclo di Montecitorio. Col leader ucraino interverrà anche il presidente del consiglio Mario Draghi, che ribadirà la vicinanza dell'Italia all'Ucraina, l'impegno all'accoglienza dei profughi e l'appoggio della resistenza alla Russia. L'incontro sarà introdotto dal presidente della Camera Roberto Fico e dalla presidente del Senato Elisabetta Alberti Casellati. Il decreto approvato dalla Camera contiene le prime mosse post avvio della guerra, come il via libera all'invio di armi per la resistenza degli ucraini contro la Russia. Proprio quello è il passaggio più combattuto: quattro deputati della maggioranza hanno votato contro, Matteo Dell'Osso e Veronica Giannone entrambi di FI e Gabriele Lorenzoni ed Enrica Segneri del M5S; cinque gli astenuti fra le forze che sostengono il governo: Nicola Grimaldi e Davide Serritella del M5S, Gianfranco Librandi di Iv, Stefano Fassina di Leu e il neo arrivato al Pd Erasmo Palazzotto. Fra i dem, anche Laura Boldrini, che ha votato sì, ha voluto marcare una distanza.

Letta rilancia: nuove regole europee e più tempo per il Pnrr

Più tempo per il Pnrr. A chiederlo è Enrico Letta preoccupato per le ricadute che la crisi in Ucraina potrebbe avere sulla messa a terra dei progetti del Next Generation Eu. “Lancio una proposta di buon senso, che a livello europeo è il momento di porre. Cioè spostare di un anno l'esercizio di bilancio europeo e nazionale del Pnrr, al 2027”. Passa anche da qui quel processo d'integrazione vera che il segretario dem spera possa scaturire dalla convergenza di più crisi: quella sanitaria con il Covid, quella militare e diplomatica in Ucraina, e la doppia crisi economica che esse si sono trascinate dietro. “Se dalla mattanza della Prima Guerra Mondiale nacque la Società delle Nazioni, se da quella della Seconda Guerra mondiale nacquero le Nazioni Unite, una nuova occasione può essere rappresentata anche dalla tragedia della guerra in Ucraina”. Da qui muove il segretario quando chiede una riforma dei trattati europei nel senso di un superamento dei meccanismi di veto e unanimità. È questo, per il segretario dem, il sentiero da imboccare per arrivare a una Europa più integrata e politica

Il segretario del Pd ne ha parlato anche nel corso dell'incontro avuto giovedì con i leader socialdemocratici europei proprio sul tema della crisi Ucraina: utilizzare l'occasione drammatica della guerra per una maggiore integrazione su difesa ed energia, riscrivendo i trattati. All'incontro, che si è svolto da remoto ed è stato coordinato dal Presidente Pse Sergei Stanishev, hanno partecipato anche il nuovo leader della Spd Lars Klingbeil e i Commissari europei Johansson, Gentiloni Schmit. Oggi, l'eurodeputata del Pd Pina Picierno è la prima a sottoscrivere la proposta del segretario: "La proposta di Enrico Letta di una Convenzione europea per la modifica dei Trattati è una sfida cui non possiamo sottrarci. Bisogna superare il diritto di veto e arrivare a un'Europa unita su energia e difesa”. Dunque, viene sottolineato dal Nazareno, quello che non si riuscì a fare nel 2004, quando si tentò di mettere a punto una Costituzione Europea, è possibile farlo oggi. 



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