Fra le Regioni si allarga l’ipotesi di un green pass rafforzato
Un green pass rafforzato solo per i vaccinati nelle regioni che cambieranno colore, in modo che le restrizioni previste non gravino su chi ha fatto il vaccino: è la proposta su cui cercano di aggregare consenso i governatori che oggi si vedranno e porteranno la loro posizione all'attenzione del Governo alla Conferenza Stato-Regioni convocata dal Ministro Mariastella Gelmini. Palazzo Chigi continua a frenare sull'ipotesi di stretta, forte di dati ancora rassicuranti su terapie intensive e ricoveri ordinari, anche se i contagi hanno superato ieri quota diecimila, portandosi ai livelli di maggio. Oggi si riunirà il Consiglio dei ministri, ma per ora non sarebbe in programma l'ok al provvedimento, scritto dal ministero della Salute, sull'obbligo di terza dose per sanitari e personale delle Rsa. Intanto ieri medici e infermieri di pronto soccorso sono scesi in piazza a Roma chiedendo soluzioni a “carenze strutturali” che persistono mentre combattono ancora la pandemia. Per frenare l'ondata si confida nella campagna vaccinale: “Ogni persona in più che si vaccina è uno scudo più forte che abbiamo”, ha detto il Ministro della Salute Roberto Speranza.
Intanto il fronte dei governatori che vuole evitare strette a chi è immunizzato si allarga: il presidente della Conferenza delle Regioni Massimiliano Fedriga (Friuli Venezia Giulia), Giovanni Toti (Liguria), Luca Zaia (Veneto), Attilio Fontana (Lombardia), Roberto Occhiuto (Calabria), Vincenzo de Luca (Campania), Donato Toma (Molise), Nicola Zingaretti (Lazio). La soluzione più drastica per penalizzare i non vaccinati l'avanza De Luca: “Ci rimane solo il napalm o il lanciafiamme”; battute a parte, si cerca un punto di caduta che possa mettere d'accordo tutti, in modo da arrivare oggi pomeriggio al confronto col Governo con una posizione condivisa. Si lavora nella direzione di premiare chi è vaccinato, evitando di porre l'accento su penalizzazioni ai non immunizzati. Un'ipotesi potrebbe essere quella di consentire attività ricreative a chi è vaccinato se si verifica un cambio di colore della regione. Al momento Palazzo Chigi stoppa gli allarmismi in attesa che si riunisca il Cts a inizio dicembre ma ciò non frena il dibattito politico. Enrico Lettaha appoggiato la linea del rigore: "Se non si fa così fra qualche settimana torniamo in lockdown e poi sarà troppo tardi". Per il M5S “il tema del lockdown per i non vaccinati non è all'ordine del giorno” e di chiusure non vuol sentire parlare neanche il leader della Lega Matteo Salvini.
La Meloni toglie Berlusconi dalla corsa per il Colle innescando le ire di FI
Nel dibattito politico sul prossimo sul prossimo Presidente della Repubblica si aggiunge un nuovo tassello; la leader FdI Giorgia Meloni, presentando il libro di Bruno Vespa insieme a Enrico Letta, toglie dal tavolo il nome di Silvio Berlusconi: “In questo quadro la sua elezione non è una cosa facilissima per i numeri” e non solo. Per l'ex ministra è lo stesso ex Cav ad aver rinunciato a eventuali sogni di gloria: “Ho visto che Berlusconi ha risposto per primo all'appello del Pd” per aprire un tavolo sulla legge di bilancio e il Quirinale “e visto che sicuramente il Pd non lo vota al Quirinale, per me significa che Berlusconi sta facendo un passo indietro”, è il ragionamento. La stoccata non passa certo inosservata e l'uscita di Meloni non viene affatto apprezzata e viene bollata come “incomprensibile” dai vertici azzurri. Da Forza Italia, si affrettano a sottolineare che il partito ha dato la sua disponibilità a discutere con tutti i leader della maggioranza solo della legge di Bilancio e non altro. La posizione di FI è quella che sia prematuro discutere di Quirinale e che il centrodestra dovrà essere unito quando si voterà per il successore di Mattarella.
Il gioco di sponda di Berlusconi e Tajani alla proposta di Enrico Letta non era stato molto apprezzato da Fdi (e Lega). Ed è in questa direzione che vanno lette le parole di Meloni: FdI, scandisce lei, è “monogama” e al Governo ci va solo con il centrodestra. Altri alleati non hanno dimostrato lo stesso “credo” e questo avvicinarsi di FI ai dem (che si è spinto anche a quel “Draghi oltre il 2023” pronunciato da Berlusconi) hanno messo in allerta non solo chi siede all'opposizione ma anche Matteo Salvini. Anche perché, si mostra consapevole l'ex ministra della gioventù, se Draghi andasse al Quirinale sarebbe “scontato” il tentativo di fare un nuovo Governo, senza tornare al voto, sostenuto magari anche da FI. Dal canto suo il segretario Pd smentisce di aver avuto contatti con Berlusconi e si limita a dire che “il presidente della Repubblica sempre, ma in questo caso e in questa situazione storica ancora di più con la pandemia e il Pnrr, deve essere eletto con la più larga convergenza possibile”, senza andare ad un'elezione “voto su voto”. L'idea resta quella di trovare un “metodo di confronto adesso, partendo dalla legge di bilancio, da riapplicare in vista della partita Quirinale. Non è semplice, però”.
È tensione nel M5S su caso delle nomine Rai. Conte è nel mirino
Nel M5S arriva la stretta, stop alle dichiarazioni ai Tg, alle comparsate, alle partecipazioni nei talk show della Rai; via libera alla comunicazione sui canali del M5S, sui social ma anche, e soprattutto, sulle reti concorrenti: Mediaset e La7, tanto per cominciare. Ha quasi il sapore della “vendetta” lo stop deciso dal leader M5S Giuseppe Conte e dal suo comunicatore Rocco Casalino nei confronti della Tv di Stato, rea di aver gestito il manuale Cencelli delle nomine alle direzioni delle testate “dimenticandosi” della forza di maggioranza relativa in Parlamento. Uno “strappo” clamoroso, difficile da gestire per l'ex premier, ritornato nel mirino dei suoi avversari interni. I vertici del M5S mettono in campo questa strategia diversiva proprio per cercare di fronteggiare la débacle del Movimento nella partita Rai, ragionano diversi parlamentari pentastellati. Oltretutto, la discriminazione del Movimento dal giro delle nomine in tv rischia di aggiungere un nuovo capitolo allo scontento degli eletti per questa nuova fase dei 5 stelle, mettendo all'angolo Giuseppe Conte e facendo salire ancora di più le quotazioni del silenzioso Luigi Di Maio.
Proprio in previsione di prevedibili contestazioni, Conte ha scelto di prendere questa decisione sulla Rai in modo collegiale. Non a caso per la sua dichiarazione alla stampa si è presentato con i due capigruppo di Camera e Senato Davide Crippa e Mariolina Castellone, con il capo delegazione governativa Stefano Patuanelli, con la capogruppo in commissione Vigilanza Rai Sabrina Ricciardi e il vicepresidente Primo Di Nicola. La dimostrazione di compattezza cozza tuttavia con lo stupore della pattuglia 5 Stelle, già provata da quello che era stato ribattezzato come il “diktat” di Rocco Casalino sulle presenze in tv limitate ai soli nuovi vicepresidenti. L'umore all'interno della compagine parlamentare pentastellata continua ad essere tesissimo, anche in vista dell'elezione del capogruppo alla Camera per la quale Conte sembrava rassegnato a mandare avanti Davide Crippa per evitare spaccature e nuove tensioni in vista del voto per il Quirinale. Dalla corsa per la presidenza del direttivo sembrano aver fatto un passo indietro tutti i candidati di cui si era vociferato nelle scorse settimane, da Alfonso Bonafede a Lucia Azzolina a Vittoria Baldino; ma non pare voler fare un passo indietro Angelo Tofalo, vicino a Luigi Di Maio.
Letta propone di rendere permanente ed europeo il Next Generarion Eu
“La crisi di dieci anni fa ha portato a una risposta dell'Unione Europea. Una risposta estremamente debole dopo la quale è cresciuto il populismo e l'Unione Europea si è trovata al centro di una crisi politica. Oggi, dopo la pandemia o durante la pandemia, abbiamo avuto una reazione diversa dall'Unione Europea. Credo sia stato assolutamente positivo perché il Next Generarion Eu si concentra in investimenti a lungo termine, è quello di cui avevamo bisogno a livello europeo”. Lo ha detto il segretario nazionale del Pd, Enrico Letta, partecipando al Global Progressive Forum 2021 “The future of democracy” moderato da James Kanter.
“L'Italia, 18 mesi fa, era un Paese molto euroscettico. L'Unione Europea ha fatto esattamente il contrario di quanto fatto dieci anni fa. Solo 18 mesi fa gli italiani erano in gran parte euroscettici, oggi i cittadini italiani stanno reagendo nel miglior modo possibile e sono molto più vicini all'Unione Europea. Ora dobbiamo essere bravi e rapidi nello spendere questi fondi per le infrastrutture sostenibili, per la ricerca, per l'istruzione, per come sconfiggere le diseguaglianze”, ha spiegato Letta. “È quanto sta facendo il governo Draghi in Italia e il mio partito sostiene fortemente il Governo. Il Next Generation Eu è un'ottima idea ma sembra essere un piano una tantum per reagire alla pandemia. Credo che dopo il 2026 avremo bisogno di dare continuità e rendere permanente il Next generation Eu, naturalmente con equilibri diversi. Dobbiamo continuare con questi investimenti e trovare il modo di investire questi fondi, non a livello nazionale. Oggi abbiamo 27 piani nazionali, non basta: la concorrenza globale deve portarci ad avere investimenti europei, non solo nazionali, e gli investimenti europei sono investimenti transfrontalieri. Se non lo facciamo rischiamo una perdita di competitività in Europa”, ha concluso il segretario Pd.
Al Senato
Dopo che ieri sono stati approvati il ddl sull'esercizio della libertà sindacale del personale delle Forze armate e delle Forze di polizia a ordinamento militare e il decreto recante misure urgenti in materia di giustizia e di difesa nonché proroghe in tema di referendum, assegno temporaneo e IRAP, l’Assemblea del Senato tornerà a riunirsi alle 10.00 per l’esame del decreto per l'accesso alle attività culturali, sportive e ricreative, nonché per l'organizzazione di pubbliche amministrazioni e in materia di protezione dei dati personali.
Per quanto riguarda le Commissioni, la Finanze, con la Lavoro, riprenderà il dibattito su decreto fiscale e tutela del lavoro. Diverse Commissioni si confronteranno sul parere da inviare alla Bilancio sul bilancio di previsione 2022 e bilancio pluriennale 2022-2024.
L’Aula della Camera
Dopo che ieri ha approvato definitivamente il decreto, già approvato dal Senato, per assicurare lo svolgimento in sicurezza del lavoro pubblico e privato mediante l'estensione dell'ambito applicativo della certificazione verde COVID-19 e il rafforzamento del sistema di screening, l’Assemblea della Camera tornerà a riunirsi alle 9.45 per confrontarsi sulla pdl per compensazione dei crediti maturati dalle imprese nei confronti della PA, sulla proposta di legge delega per il sostegno e la valorizzazione della famiglia, sulla pdl sulla limitazione del mandato dei Sindaci e il controllo di gestione nei Comuni di minori dimensioni e sulla inconferibilità di incarichi negli Enti privati in controllo pubblico.
A seguire si confronterà sulla pdl per contrastare il finanziamento delle imprese produttrici di mine antipersona, di munizioni e submunizioni a grappolo, e sulla proposta d’istituzione di una Commissione parlamentare d’inchiesta sulle cause dello scoppio della pandemia di SARS-CoV-2 e sulla congruità delle misure adottate dagli Stati e dall'OMS per evitarne la propagazione nel mondo, e sulla mozione relativa alle iniziative in relazione al caso di lulian Assange. Infine alle 14.00 ascolterà l’informativa urgente del Governo sui criteri e sulle modalità di erogazione del reddito di cittadinanza e sui suoi esiti applicativi.
Le Commissioni della Camera
Per quanto riguarda le Commissioni, la Affari Costituzionali esaminerà il ddl per la regolazione dei rapporti tra lo Stato e l'Associazione Chiesa d'Inghilterra, la pdl per la prevenzione della radicalizzazione e dell'estremismo violento di matrice jihadista e la pdl sul divieto di propaganda elettorale nella rete internet nel giorno precedente e in quelli stabiliti per le elezioni. Con la Trasporti dibatterà sullo schema di decreto del Presidente del Consiglio dei ministri sull’organizzazione e funzionamento dell'Agenzia per la cybersicurezza nazionale. La Giustizia dibatterà sul ddl di delega per l'efficienza del processo civile, sulle pdl per l’accesso ai benefici penitenziari per i condannati per reati c.d. ostativi e, con la Affari Sociali, proseguirà le votazioni sulle pdl relative alla morte volontaria medicalmente assistita. La Cultura esaminerà la risoluzione per garantire il diritto all'istruzione degli alunni delle scuole delle piccole isole.
La Trasporti alle 8.30 ascolterà l'amministratore delegato di Ferrovie dello Stato Italiane Luigi Ferraris sulle attività del Gruppo. A seguire esaminerà la pdl sul volo da diporto o sportivo e lo schema di decreto ministeriale per l’approvazione del documento “Piano nazionale sicurezza stradale 2030” e la risoluzione per il mantenimento della proprietà italiana delle infrastrutture portuali nazionali, per la semplificazione delle zone economiche speciali (ZES) e delle zone logistiche speciali (ZLS) e per il completamento delle infrastrutture di collegamento nell'ambito della rete TEN-T. Infine discuterà le pdl sulla continuità territoriale con la Sardegna. La Affari Sociali esaminerà il ddl di delega in materia di disabilità. La Agricoltura svolgerà delle audizioni sulle pdl per il contrasto al bracconaggio ittico nelle acque interne e alcune sulla nuova norma tecnica slovena relativa alla produzione e commercializzazione di aceto balsamico. La Politiche dell’Ue discuterà la Legge europea 2019-2020.