Al Senato 

Nella giornata di oggi l’aula del Senato non si riunirà. I lavori dell’assemblea di palazzo Madama riprenderanno direttamente martedì prossimo con l’esame del decreto per assicurare la continuità delle funzioni del Collegio del Garante per la protezione dei dati personali, del ddl per valorizzazione delle piccole produzioni agroalimentari di origine locale, del ddl sulle partecipazioni in società operanti nel settore lattiero-caseario, del disegno di legge per la sostituzione di automezzi e attrezzature alimentati con motori endotermici con automezzi e attrezzature a trazione elettrica negli aeroporti e del ddl in materia di sicurezza per gli esercenti le professioni sanitarie nell'esercizio delle loro funzioni.

Per quanto riguarda le Commissioni, la Giustizia, assieme a Finanze e Politiche dell’Unione Europea e in sede congiunta con le rispettive Commissioni della Camera, ascolterà i rappresentanti dell'Unità d’informazione finanziaria (UIF) della Banca d'Italia sullo schema di decreto per la prevenzione dell'uso del sistema finanziario a fini di riciclaggio o finanziamento del terrorismo. 

L’Aula della Camera 

L’Assemblea della Camera tornerà a riunirsi alle 11 per esaminare diverse ratifiche di trattati internazionali come quello sui protocolli sulla responsabilità civile nel campo dell'energia nucleare, sugli accordi ltalia-Belarus in materia di cooperazione scientifica, tecnologica e culturale, sugli accordi Italia-Repubblica di Corea in materia di cooperazione culturale, scientifica e tecnologica e sull’accordo Italia-Assemblea parlamentare dell'Unione per il Mediterraneo sui locali del Segretariato permanente situati in Italia.

Le Commissioni della Camera

La Commissione Affari costituzionali proseguirà il ciclo di audizioni nell’ambito dell’indagine conoscitiva sulle politiche d'immigrazione, diritto d'asilo e gestione dei flussi migratori, esaminerà il ddl di delega al Governo in materia di semplificazione e codificazione, la pdl per lo scioglimento dei Consigli degli enti locali conseguente a fenomeni d’infiltrazione e di condizionamento di tipo mafioso, e la proposta di legge per l’istituzione dell’Autorità garante per il contrasto delle discriminazioni. In sede riunita con la Giustizia, esaminerà lo schema di decreto legislativo sul Codice della giustizia contabile. La Bilancio esaminerà il rendiconto generale dell'Amministrazione dello Stato per l'esercizio finanziario 2018 e le disposizioni per l'assestamento del bilancio dello Stato per l'anno finanziario 2019. 

La Cultura proseguirà il dibattito sullo schema di decreto ministeriale per il riparto del Fondo ordinario per gli enti e le istituzioni di ricerca per l'anno 2019. La Trasporti ascolterà i rappresentanti dell'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) nell’ambito dell’indagine conoscitiva sulle nuove tecnologie delle telecomunicazioni, con particolare riguardo alla transizione verso il 5G e alla gestione dei big data. Alle 9 la Commissione Agricoltura ascolterà il Commissario straordinario del Consiglio per la ricerca in agricoltura e l'analisi dell'economia agraria (CREA) Gian Luca Calvi sull'operato e sulle prospettive della gestione commissariale dell'Ente. Infine la Politiche dell’UE proseguirà l’esame della Legge di delegazione europea 2018. 

Renzi esce ufficialmente dal Pd con 40 parlamentari

Nella concitazione della giornata che segna l'addio di Matteo Renzi al Partito Democratico per dar vita alla sua nuova casa politica, Italia Viva, per tutta la giornata si sono rincorse voci, tra conferme e smentite dei diretti interessati, sui nomi di coloro che comporranno il gruppo renziano alla Camera e la pattuglia al Senato. L'ex segretario Dem a Porta a Porta ha parlato di 40 parlamentari pronti a seguirlo, 25 deputati e 15 senatori. Tra i membri del neonato governo Giuseppe Conte II prenderanno parte al nuovo contenitore la ministra dell'Agricoltura Teresa Bellanova come capodelegazione e la titolare delle Pari Opportunità Elena Bonetti. Tra i sottosegretari, invece, Ivan Scalfarotto, che è agli Esteri. 

Rimangono nella compagine di Governo senza passare a Italia Viva diversi renziani della prima ora: il ministro Lorenzo Guerini, la viceministra dell'Istruzione Anna Ascani e le sottosegretarie Alessia Morani, Simona Malpezzi e Lorenza Bonaccorsi. Restano nel Pd anche componenti di primo piano della corrente renziana come il sindaco di Firenze Dario Nardella, successore dell'ex premier a Palazzo Vecchio, l'ex ministro Luca Lotti, il capogruppo al Senato Andrea Marcucci, il sindaco di Pesaro Matteo Ricci e la deputata Enza Bruna Bossio. Tra i deputati e i senatori che sembrano in procinto di abbandonare i Dem, fedelissimi come Maria Elena Boschi, Francesco Bonifazi, Gennaro Migliore, Luciano Nobili, Roberto Giachetti, Ettore Rosato e Davide Faraone; e poi Luigi Marattin, Lella Paita, Marco Di Maio, Michele Anzaldi, Eugenio Comincini, Tommaso Cerno, Ernesto Magorno, Laura Garavini e Leonardo Grimani. 

Pd prende atto della scissione. Il premier Conte si dice preoccupato

I vertici del Partito Democratico sono convinti che alla fine saranno di meno i parlamentari che andranno con Renzi, non 40, ovvero il numero dichiarato dal senatore di Firenze. Ma in ogni caso molti big del Pd non nascondono non solo l'amarezza per la decisione dell'ex premier di strappare ma anche la rabbia per come ha gestito la scissione. Un conto è avere un manipolo di senatori, un altro il tentativo di allargare ancora di più il fronte a Palazzo Madama dove i numeri sono ballerini. Del resto ogni scissione porta degli strascichi, ma il convincimento di diversi esponenti Pd è che Renzi a lungo andare voglia lanciare una sorta di Opa nei confronti del Partito democratico. Certo, alcuni renziani di stretta alternanza alla fine sono rimasti e sul territorio non ci sono fuoriuscite, tuttavia l'operazione Italia Viva rischia di creare fibrillazioni in tutto il campo del centro-sinistra. 

Nicola Zingaretti ha intenzione di allargare il campo, ha già sottolineato la strategia di riprendere il contatto con la gente per spiegare quale sarà la direzione del Pd. Renzi dal canto suo ha assicurato di voler sostenere convintamente il Governo e promette di condividere le linee programmatiche della legge di bilancio. Ma è chiaro che con la sua mossa si proporrà come interlocutore dell'esecutivo. Il premier Giuseppe Conte non ha ancora valutato quali saranno le conseguenze della separazione di Renzi dalla casa dem, ma fonti di Palazzo Chigi oggi hanno fatto filtrare la sua preoccupazione per l'evolversi della situazione. L’operazione di Renzi, secondo il premier, avrebbe avuto senso se fosse stata fatta prima della formazione dell'esecutivo giallo rosso. In questo modo, invece, Conte, non può che esprimere perplessità per una scissione che rischia di complicare la navigazione della maggioranza e dell'esecutivo. Il prossimo passo di Renzi sarà quello di presentare il progetto alla Leopolda che si terrà a Firenze tra il 18 e 20 ottobre.

Tensione in FI. La Carfagna ribadisce la lealtà a Berlusconi

La cena organizzata da Mara Carfagna al ristorante da Gina a Roma manda in fibrillazione Forza Italia e fa riemergere vecchi rancori mai sopiti. Tutto parte dall'allarme creato dallo strappo annunciato stamane da Matteo Renzi dal Pd. Tra gli azzurri torna ad aleggiare il fantasma del Nazareno bis, alimentato dal malessere verso il sovranismo della Lega di Matteo Salvini. Molti sono gli scontenti e non vogliono morire salviniani. E la cena della Carfagna per una serie di coincidenze cade proprio mentre il partito forzista è sempre più in ambasce per il futuro: c'è tanto malessere perché molti non intravedono una prospettiva e tanti sono stanchi di fare da spalla al leader del Carroccio. Quando trapela la notizia della cena la Carfagna finisce nel mirino e qualcuno racconta a Silvio Berlusconi che si tratta di una cena contro, con parlamentari pronti a salire sul carro renziano. C'è chi parla di un rientro a Roma del Cav per una riunione a palazzo Grazioli sulla legge elettorale, per mandare all'aria la cena. 

A questo punto, la vicepresidente della Camera è stata costretta a chiamare Silvio Berlusconi per chiarire che lei è sempre stata leale e continuerà a esserlo e non farà nessuna cena carbonara. Il Cav ascolta, dice di aver capito, ma per mettere a tacere ogni polemica ed evitare ulteriori liti che fanno solo male all'unità del partito le chiede di fare una nota di precisazione. La Carfagna avrebbe ribadito che mai avrebbe tramato qualcosa ai suoi danni, chiude la conversazione con Berlusconi e diffonde un comunicato dove spiega: '”Questa sera mi vedrò con un gruppo di colleghi a cena: sarà un'occasione amichevole e conviviale di cui in tanti sentivamo il bisogno. Non nasce una corrente, né un gruppo organizzato, né nulla che possa impensierire il coordinamento nazionale di Forza Italia”. Quello che è certo però è che la scissione guidata da Renzi mette in subbuglio l’intera FI e che, come sembra, alcuni parlamentari forzisti sarebbero già pronti a lasciare il partito per trasferirsi in Italia Viva.

 



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