Il Governo salva la raffineria siciliana Lukoil

Amministrazione fiduciaria temporanea per assicurare la continuità produttiva e la sicurezza degli approvvigionamenti: è questa la soluzione uscita dal Consiglio dei ministri per salvare la raffineria siciliana Isab-Lukoil di Priolo, ritenuta strategica e indispensabile per garantire all'Italia le forniture necessarie. La strategia per mettere in sicurezza il complesso di Priolo e scongiurarne la chiusura è stata messa definitivamente a punto nelle ultime ore ed è confluita nel decreto sulla tutela dell'interesse nazionale nei settori produttivi strategici approvato dal Governo. Con la richiesta di amministrazione temporanea arriverà anche la nomina di un Commissario che potrà essere incaricato per 12 mesi, prorogabili per altri 12. A esprimere soddisfazione è la premier Giorgia Meloni: “Una norma con la quale il Governo interviene, tra l'altro, per garantire la continuità del lavoro nella raffineria che impiega con l'indotto circa 10 mila persone. Scopo dell'intervento d'urgenza è tutelare al tempo stesso un nodo energetico strategico nazionale e i livelli occupazionali così significativi per la Sicilia e l'intera Nazione”. Tra le altre ipotesi circolate nei giorni scorsi c'era anche una possibile deroga temporanea sulle sanzioni al petrolio russo come hanno già ottenuto Bulgaria e Croazia. 

Intanto il Financial Times rilancia le voci sul fondo Usa d’investitori privati Crossbridge Energy Partners che avrebbe da tempo messo gli occhi sulla raffineria. La soluzione dell''amministrazione fiduciaria sotto l'egida dello Stato arriva sulla scia di quanto fatto dalla Germania lo scorso settembre per salvare la raffineria di Schwedt e le altre filiali tedesche del colosso russo Rosfnet. Durante l'amministrazione fiduciaria il ciclo produttivo dovrebbe essere assestato per raffinare altri tipi di greggio; Priolo, infatti, è stato concepito per raffinare essenzialmente il petrolio russo. Per dare un'idea di cosa sia per l'Italia il blocco di Priolo, basta fare un paragone con le filiali tedesche della Rosfnet che producono il 12% dei prodotti derivati dal petrolio usati in Germania: la raffineria siciliana, da sola, produce il 22% dei prodotti derivati dalla raffinazione (carburanti, gasolio, benzina) usati in Italia, senza contare che i posti di lavoro e nell’economia dell’indotto rappresentano il 53% del Pil della provincia di Siracusa. La proposta di mettere Isab-Lukoil sotto un'amministrazione fiduciaria era già sul tavolo del governo Draghi a settembre ma la questione è stata messa nelle mani del nuovo Governo.

Il Consiglio dei Ministri dà l’ok all’invio di armi a Kiev per tutto il 2023

Mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari saranno forniti all'Ucraina per combattere l'invasione russa anche in tutto il 2023. Dopo il via libera della Camera, il Consiglio dei ministri ha approvato il cosiddetto decreto Nato, per prorogare fino al 31 dicembre 2023 e “previo atto di indirizzo delle Camere”, il provvedimento già introdotto dopo l'inizio della guerra dal governo Draghi (e che era in scadenza a fine 2022). Questa volta la necessità manifestata da Kiev, con l'arrivo dell'inverno e l'intensificazione dei bombardamenti su siti strategici, è quella di avvalersi di sistemi missilistici di difesa aerea per proteggere le infrastrutture del Paese dagli attacchi russi che arrivano dal cielo. Per questo l'ipotesi più accreditata è quella dei sistemi Aspide, che in queste ore prevale sulla possibilità di fornire il sistema Samp/T, molto più avanzato ma anche più raro e per questo difficile da reperire. Comincia quindi a prendere forma il sesto pacchetto di aiuti, che sarà contenuto in un nuovo decreto. Il provvedimento, come ha più volte ribadito il ministro della Difesa Guido Crosetto, passerebbe in ogni caso per il Parlamento. 

Mosca intanto stigmatizza, attraverso il ministro degli Esteri, l'addestramento di soldati ucraini da parte dell'Alleanza atlantica, che secondo Lavrov avverrebbe nel “Regno Unito, Germania, Italia e altri Paesi della Nato”. La Difesa italiana ha però smentito precisando di “non aver compiuto alcun addestramento in Italia” in favore dei militari ucraini sul territorio nazionale e di aver inviato a oggi “solo quattro membri delle Forze armate in Germania nell'ambito del gruppo europeo addestramento”. Solo due settimane fa, infatti, il Consiglio Ue aveva lanciato la missione di assistenza militare dell'Unione Eumam per sostenere l’addestramento di un massimo di 15 mila membri delle forze armate ucraine. Aldilà della propaganda russa, ciò che però invece riguarda nel concreto l’Italia sono le ipotesi sull'invio di armi: con la fornitura dello Skyguard-Aspide l'Italia garantirebbe un'arma dall'elevata mobilità tattica, essendo un sistema missilistico terra-aria a corta portata contro la minaccia aerea condotta alle basse e bassissime quote. Potrebbe invece essere soltanto rinviata la fornitura a Kiev del sistema Samp/T

Gentiloni lancia un appello all’Italia sul Pnrr: se ci sono ritardi vanno affrontati

Il Pnrr è l'obiettivo prioritario per tutti i Governi europei e se in Italia ci sono ritardi vanno affrontati, perché non si può rischiare di mancare l'appuntamento con la rata di fine anno. Il Commissario europeo all'Economia Paolo Gentiloni torna a incoraggiare il Governo nelle ore in cui una missione di tecnici di Bruxelles sta facendo il punto sull'attuazione del cronoprogramma nei diversi ministeri. Sono diversi i dicasteri che hanno denunciato lentezze, anche a causa del caro-materiali: nelle ultime ore anche il vicepremier Matteo Salvini ha parlato di ritardi anche a causa dell'aumento dei prezzi, mentre il ministro dell'Ambiente Gilberto Pichetto Fratin aveva quantificato “un onere maggiore di 5 miliardi” solo sugli interventi del suo settore. L’aumento dei costi preoccupa anche il Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano convinto che serva una verifica su “cosa si possa stralciare o ridimensionare prima dell'avvio”. Gentiloni, parlando a un dibattito sulla recessione organizzato dal Messaggero, ha ricordato che il piano nazionale di rilancio è un'occasione imperdibile soprattutto per quei Paesi che non hanno spazio di bilancio sufficiente: “Noi abbiamo i nostri problemi strutturali e un alto debito”, che è “un limite alla possibilità di espansione e di sostegno alla nostra economia”, ma questi problemi “hanno un antidoto in questo mitico Pnrr”. 

L'Italia, con il rimbalzo post-pandemia, ha smesso di essere il fanalino di coda della Ue in fatto di crescita, ma ora, con la recessione alle porte, i rischi s’intensificano: “In che modo riusciremo a spendere quei quattrini sarà molto importante”, possiamo non essere mai più il fanalino di coda dell'Europa “a patto che il Pnrr venga usato fino in fondo”, ha spiegato. Gentiloni ha già incontrato a Bruxelles la premier Giorgia Meloni, il Ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti e quello delle Politiche europee Raffaele Fitto e aveva già ricordato loro l'importanza di rispettare i patti: “Penso che il Governo è impegnato a rispettare questi impegni” del Pnrr, ma “se ci sono ritardi vanno affrontati”; i “ritocchi” si possono fare, ma a condizione che si rispettino gli impegni. Del resto, centrare scadenze e obiettivi sono “il principale impegno di qualsiasi Paese Ue”, ha detto Gentiloni. Mentre la task force Ue verifica a Roma i progressi verso i 55 obiettivi da raggiungere entro fine anno per ottenere la terza rata da 19 miliardi, dai ministeri arriva l'elenco delle difficoltà: “Per quanto riguarda gli interventi ferroviari” nell'ambito del Pnrr “si registrano numerosi ritardi sull'attuale roadmap”, ha detto Salvini sottolineando, ad esempio, che “sull'Alta velocità Salerno-Reggio Calabria non è stato ancora definito con i territori il tracciato del percorso”. Comunque sia il Governo è al lavoro; la prossima settimana il Ministro Fitto dovrebbe fare un punto della situazione in Cdm.

È scontro totale tra Letta e Calenda sulla legge di bilancio

È scontro aperto tra Enrico Letta e Carlo Calenda. Dopo il faccia a faccia tra il leader del Terzo Polo e la premier Giorgia Meloni sulla legge di bilancio, Letta parte all'attacco: “Si sono già proposti per sostituire Forza Italia, loro che sono stati votati per stare all'opposizione e che invece sono già pronti a passare in maggioranza”. La replica di Calenda, nel rimarcare che la sua forza politica non sosterrà questo esecutivo, è durissima: quelle del segretario del Pd sono “fesserie di un uomo che non è più neanche capace di elaborare una strategia politica. L'opposizione, come si richiede in un grande Paese europeo, si fa proponendo e non solo inseguendo i 5S e urlando no a tutto”. Le scintille tra i due fanno seguito a un diverso approccio alla manovra maturato da giorni: il Pd, in polemica contro un documento definito iniquo e “un inno all'evasione fiscale”, ha annunciato prontamente la piazza per il 17 di dicembre, il Terzo Polo, invece, ha prima presentato la sua contromanovra e poi ottenuto un incontro con Meloni. “Prima di prendere appuntamento con Meloni”, racconta Calenda, “ho detto al Pd vogliamo cercare di andare insieme con una proposta comune? Letta non ha neanche risposto”. 

Il leader dem guarda avanti, al futuro dell'esecutivo e alla rifondazione del Pd: “Questo è un Governo che naviga a vista e che già sta lavorando per sostituire i suoi alleati, basti vedere l'incontro tra Giorgia Meloni e il Terzo Polo. Noi stiamo progettando un Partito Democratico europeista che sia in grado di fare opposizione dopo otto anni al governo”. Tra le misure proposte da Azione-Iv maggiormente gradite a Palazzo Chigi ci sarebbe Industria 4.0, che per Calenda si potrebbe finanziare con il Pnrr, e il pacchetto famiglia. Secondo il Terzo polo un pezzo rilevante di Industria 4.0 si dovrebbe inserire nel capitolo della transizione ecologica e digitale del piano di ripresa e resilienza. Se il suggerimento sarà accolto da Meloni, preoccupata di perdere i fondi del piano se non spesi, è, però, ancora tutto da vedere; comunque vada, la posizione di Calenda sta creando qualche malumore nella maggioranza, in primis dentro Forza Italia, dove i sospetti che il Terzo polo possa trasformarsi in una stampella per l'esecutivo in chiave anti-azzurri sono vivissimi. E le sferzate del leader di Azione non fanno che rinfocolare i mal di pancia: “Ci sono amministratori di Fi che stanno arrivando. Se sono validi li prendiamo”. Intanto, al Nazareno proseguono le consultazioni parallele sul documento di bilancio: Enrico Letta, dopo le associazioni del commercio e del terzo settore, ha incontrato il numero uno di Confindustria e i segretari di Cgil, Cisl e Uil



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