Caos maggioranza, la Lega vota contro il green pass. Oggi parlerà Draghi

Durante la discussione degli emendamenti al decreto green pass in commissione Affari Sociali della Camera Lega, Fdi e gli ex M5S hanno votato, senza successo, a favore dell'abolizione del green pass scatenando la durissima reazione di Pd e M5S.  Il segretario dem Enrico Letta attacca a testa bassa il partito di Salvini: “È incompatibile con lo stare nella maggioranza di Governo. Chiedo su questo un chiarimento ufficiale e politico. Non è possibile che su un tema come questo ci sia stato in Cdm un atteggiamento e in Parlamento un altro. Qual è la Lega? Credo sia un gioco insopportabile”. La Lega replica altrettanto a muso duro parlando di un Pd fuori dal mondo e rincarando la dose proprio con il suo segretario Matteo Salvini, che avverte: “Se lo Stato impone il Green Pass per lavorare, viaggiare, studiare, fare sport, volontariato e cultura, deve anche garantire tamponi, rapidi e gratuiti, per tutti”. “Noi avevamo presentato” spiega il leghista Claudio Borghi “una serie di emendamenti migliorativi, che non sono stati accettati, il Governo chiedeva di ritirarli. Ne avevamo presentati tanti e a fronte di una chiusura totale li abbiamo votati”. 

Il braccio di ferro porta caos nella maggioranza proprio nel momento in cui Mario Draghi tenta di imprimere una nuova accelerazione per il rilancio del Paese, rilancio che non può prescindere dalla situazione epidemiologica e dal green pass. Oggi il premier parlerà in conferenza stampa al termine del Consiglio dei Ministri che varerà il decreto incendi e quello infrastrutture oltre a quello per l'accoglienza dei profughi afghani. Alla conferenza stampa Draghi sarà affiancato dai ministri Enrico Giovannini, Roberto Speranza e Patrizio Bianchi. Scuola, trasporti, sicurezza sanitaria: è da qui che riparte il governo in chiave anti-Covid. L'intervento di Draghi non si fermerà al dossier Covid ma illustrerà anche le priorità dell'azione di Governo per implementare il Pnrr e quindi rispettare gli impegni presi con Bruxelles. Sarà in questa occasione che sarà possibile capire come Draghi intenda cercare di riportare le tensioni politiche sotto il livello di guardia.  

Il Governo è al lavoro sulla riforma del fisco, ma i tempi si allungano

La riforma del fisco arriverà, sotto forma di legge delega, ma forse con tempi ancora un po' più lunghi rispetto al previsto: nonostante fosse attesa già a luglio, sarà presentata probabilmente entro settembre, ha assicurato la sottosegretaria all'Economia Maria Cecilia Guerra, anche se l'entrata nel vivo della campagna elettorale per le comunali potrebbe complicare ulteriormente la partita. Il lavoro tecnico sulla riforma, ha spiegato Guerra, è in stato avanzato, praticamente quasi pronto; le proposte ci sono e sono al vaglio del Governo, quello che manca è l'accordo politico. Anzi, il confronto sembra solo all'inizio, considerando anche l'intersecarsi del dossier con altri temi caldi: la revisione del reddito di cittadinanza, il post Quota 100, la riforma degli ammortizzatori e le delocalizzazioni. La delega, che rientra tra gli impegni presi dal governo ma non tra le riforme necessarie per ottenere gli stanziamenti del Recovery, sarà probabilmente solo una cornice per semplificare il sistema e rafforzare i controlli in funzione antievasione. Il Governo fornirà indirizzi e principi, a partire da due delle indicazioni fondamentali arrivate dalle Commissioni parlamentari, la revisione dell'Irap e del terzo scaglione Irpef; il quadro si riempirà poi man mano con i decreti attuativi affidati al Parlamento, sicuramente più di uno e di cui probabilmente “uno dedicato specificamente all'Irpef”, ha spiegato ancora Guerra. 

I fondi scarseggiano (si parla di non più di 2-3 miliardi attualmente a disposizione) e l'intenzione del Governo è quella di disegnare una riforma sostanzialmente a costo zero, senza pesare sul deficit e reperendo risorse all'interno dello stesso sistema: un vero e proprio rebus perché una modifica sensibile dell'Irpef necessita di coperture che viaggiano dai 10 miliardi in su, e lo stesso vale per l'Irap. Da destra a sinistra, i gruppi parlamentari concordano nell'eliminarla e anche il ministro dell'Economia Daniele Franco l'ha definita non più giustificata, necessariamente da semplificare. Il problema è come. Se si volesse spalmarla sulle addizionali Ires e Irpef, come da più parti proposto, a parità di gettito l'eliminazione comporterebbe un aumento dell'addizionale Ires di 7-8 punti, un'ipotesi a dir poco difficile da digerire. Il lavoro sarà comunque lungo: nella migliore delle ipotesi, considerando i tempi tecnici del Parlamento sui decreti delegati, i primi interventi non entreranno in vigore prima del 2023. Per questo, una delle ipotesi allo studio è quella di anticipare un primo anche parziale taglio del cuneo fiscale nella prossima manovra, in modo da farlo partire già dal prossimo anno.  

Nasce Partecipazione Attiva, partito degli ex M5S

I fuoriusciti del M5S si riorganizzano in un nuovo soggetto politico che a livello nazionale intende raccogliere l’eredità di quello che era stato il Movimento delle origini. Il nuovo partito si chiamerà Partecipazione Attiva ed ha già votato l'atto costitutivo del suo Statuto e il suo logo in un'assemblea che ha dato via al nuovo soggetto che verrà presentato domani. Nasce dall'iniziativa del gruppo “Parola agli Attivisti” con l'obiettivo di organizzare in un unico soggetto le varie iniziative sorte a livello territoriale negli ultimi mesi, e soprattutto a valle dell'iniziativa MovExit dello scorso 10 agosto quando, nella notte delle “stelle cadenti”, centinaia di attivisti e portavoce del Movimento hanno avviato la “dis-iscrizione” dal M5S. Sarà un nuovo movimento che parte dal territorio anche se a livello parlamentare il raccordo è con i deputati e senatori de L'Alternativa C’è, quelli che si sono radunati nella componente del Misto dopo essere stati espulsi dal M5S per non aver votato la fiducia al governo Draghi. 

A loro guarda con interesse Davide Casaleggio che tuttavia, per ora, resta alla finestra. “Nei mesi scorsi, abbiamo più volte tentato di essere una voce critica all'interno del M5S per sensibilizzare i vertici a dare più ascolto alla base, ma ogni azione è stata vana” dicono i nuovi associati in Partecipazione Attiva che considerano conclusa la loro storia in quel Movimento che “doveva rappresentare una rivoluzione culturale ed uno stravolgimento dei paradigmi della politica” e che invece “si è trasformato nel partito più centrista ed antidemocratico di tutto lo scenario italiano”. Partecipazione Attiva, che vede tra le sue fila la consigliera regionale ex M5s Francesca De Vito, vuole invece “proseguire sulle orme del progetto iniziale” e ripartire da zero in una nuova prospettiva politica, con orizzonte elettorale le prossime amministrative del marzo 2022. Le prossime settimane ci diranno se il nuovo partito riuscirà ad avere anche una dimensione parlamentare.

Al Senato

Nella giornata di oggi e per tutto l’arco di questa settimana l’Assemblea del Senato non si riunirà. I lavori dell’Aula di palazzo Madama riprenderanno martedì 7 settembre alle 12.00 con l’informativa del Ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale Luigi Di Maio e del Ministro della Difesa Lorenzo Guerini sugli sviluppi della situazione in Afghanistan. Per quanto riguarda le Commissioni, oggi non se ne riunirà nessuna.

Alla Camera

Nella giornata di oggi e per tutto l’arco di questa l’Aula della Camera non si riunirà. I lavori dell’Assemblea di palazzo Montecitorio riprenderanno lunedì 6 settembre alle 10.00 con la discussione del decreto sulle misure urgenti per fronteggiare l'emergenza epidemiologica da COVID-19 e per l'esercizio in sicurezza di attività sociali ed economiche, il cosiddetto decreto green pass. Per quanto riguarda le Commissioni, oggi alle 10.00 si riunirà solamente la Affari Sociali per proseguire l’esame degli emendamenti al decreto green pass. 

 



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