Sono partite le grandi manovre su Draghi, ma il nodo del Governo rimane
Si fanno ogni giorno più concrete le manovre di un fronte trasversale sull'ipotesi di Mario Draghi al Quirinale. Concrete, vuol dire che in diversi incontri riservati si ragiona del Governo che nascerebbe a valle dell'elezione alla presidenza della Repubblica dell'attuale premier: è questo il vero nodo da sciogliere se si vogliono rassicurare i franchi tiratori in agguato nei gruppi parlamentari (molti nel M5S) e convincere a virare su Draghi chi ancora si dimostra perplesso, primo tra tutti il leader della Lega Matteo Salvini, che vuol provare a giocare fino in fondo la sua partita e farsi kingmaker di un Presidente della Repubblica di centrodestra. Le incognite sono ancora tantissime, anche perché il nome di Silvio Berlusconi è in campo e i segnali da Arcore dicono che il Cavaliere non sembra aver fretta di ufficializzare la candidatura o il probabile passo indietro; in subordine al proprio nome il leader di Fi non sembra immaginare altri profili di centrodestra ma, secondo qualcuno, sarebbe molto poco convinto anche dell'ipotesi di farsi promotore della candidatura di Draghi al Colle. Anzi, secondo fonti azzurre il Cav potrebbe fare il nome di Sergio Mattarella, proporlo per il bis, per garantire la stabilità di Governo; in caso contrario si alzerebbero i rischi di uno scioglimento anticipato delle camere. Ma anche tra i consiglieri del Cavaliere, tra cui Gianni Letta, racconta più d'uno, c’è chi starebbe sondando con insistenza il nome di Draghi.
Potrebbero immaginarsi soluzioni di Governo con nomi solidi come quello di Paolo Gentiloni ma, per i leghisti, il premier deve restare dov’è. Certo, tra le fila del partito cresce la consapevolezza che l'elezione di un nome di centrodestra con una maggioranza più stretta di quella attuale farebbe saltare anche il Governo, e nel caso di un accordo su un nome largo per il Colle e di permanenza di Draghi a Chigi è assai improbabile che si accolga la richiesta di un rimpasto. In molti ragionano sulla nascita di un nuovo patto di maggioranza. Ecco perché chi lavora per Draghi al Quirinale ritiene ci sia margine per ragionare anche con Salvini sul nome del premier: il leader leghista, spiegano, potrebbe chiedere per sé o per un uomo di fiducia il Viminale, ma se appare improbabile che gli altri partiti accettino un nome come Salvini o Molteni, su un profilo come quello di Giancarlo Giorgetti potrebbero esserci maggiori margini; pochi scommettono che il leghista in ogni caso lasci il Governo per dare spazio a una maggioranza Ursula.
Pd, M5S e Leu ragionano sull’eventualità di Draghi al Colle
A sinistra intanto vengono annotate come positive le parole di Fdi, riunito da Giorgia Meloni, sulla possibilità di un'ampia convergenza per il Quirinale: è innanzitutto nel centrosinistra che il nome di Draghi cresce, a valle dell'incontro tra Enrico Letta, Giuseppe Conte e Roberto Speranza, tanto che c’è chi non esclude una mossa, una volta tolto dal campo il nome di Berlusconi, proprio per chiedere all'attuale premier la disponibilità a candidarsi. Ieri intanto Giuseppe Conte ha riunito la cabina di regia del Movimento 5 Stelle, con i vertici del movimento, dai Ministri Luigi Di Maio, Stefano Patuanelli, Fabiana Dadone ai capigruppo Davide Crippa della Camera e Maria Catellone del Senato; all'incontro era presente, ma non sarebbe la prima volta, anche il presidente della Camera Roberto Fico. Da quanto viene riferito la cabina di regia del M5S potrebbe riunirsi anche ogni giorno se servirà, da qui a lunedì sera quando ci sarà la prima votazione per l'elezione del Presidente della Repubblica. Al centro del lungo confronto tra i dirigenti pentastellati ci sarebbe stata anche l'ipotesi dell'elezione di Mario Draghi al Quirinale e le fibrillazioni tra le fila parlamentari M5S, per i timori della tenuta interna e di ripercussioni sul Governo e sulla durata della legislatura.
Bocche cucite a Palazzo Chigi in vista del voto per il Quirinale
Intanto a Palazzo Chigi si osserva un assoluto silenzio su ogni ipotesi di elezione di Mario Darghi al Colle. È difficile che il premier si presenti in conferenza stampa questa sera dopo il Cdm che varerà il decreto sostegni e bollette. Tra i suoi Ministri i ragionamenti corrono e si disegnano scenari sul Governo in caso di un suo trasloco al Colle: i più considerano probabile la permanenza di Daniele Franco al ministero dell'Economia, mentre ipotizzano l'uscita dei ministri tecnici per far spazio a politici. Ma il premier? È forse il nodo principale, perché, nonostante continuino a farsi nei capannelli parlamentari nomi come quello di Giancarlo Giorgetti o Dario Franceschini, è difficile trovare l'accordo per un politico nell'anno pre-elettorale e allora si citano Marta Cartabia o Vittorio Colao. Ma per il momento questi sono solo rumors; vero è comunque che Mario Draghi non potrà essere eletto Presidente della Repubblica senza che i partiti abbiano trovato un’intesa su di un nuovo Presidente del Consiglio.
Quasi risolto il nodo del voto dei positivi per il voto per il Quirinale
Il Parlamento spinge perché possano partecipare al voto del prossimo presidente della Repubblica tutti i 1.009 grandi elettori, positivi inclusi. A cinque giorni dalla prima convocazione in seduta comune, il pressing soprattutto del centrodestra porta all'approvazione alla Camera di due ordini del giorno al decreto super green pass, quasi all'unanimità, uno a firma Paolo Barelli, capogruppo di Forza Italia, e l'altro di Francesco Lollobrigida, presidente dei deputati di Fratelli d'Italia, che impegnano il Governo affinché anche i parlamentari positivi al Covid possano esprimersi sul futuro inquilino del Quirinale. Il presidente della Camera Roberto Fico, che ha convocato i grandi elettori per il 24 gennaio alle 15.00, ha ora un mandato forte per andare a interloquire con il Governo per risolvere la questione, rinfrancato anche dal fatto che sono in calo i deputati e senatori positivi: per ora sono circa 30 i contagiati, meno rispetto alla scorsa settimana.
E per oggi è stata convocata alle 10.30 una capigruppo di Montecitorio per trattare il tema. Il punto è che chi fra i grandi elettori è in quarantena e non è domiciliato a Roma, stando alle regole attuali, non potrebbe rientrare nella Capitale. I riflettori sono puntati sulla circolare del ministero della Salute del 13 gennaio che apre, sebbene indirettamente, alla possibilità: il centrodestra ha colto, quindi, la palla al balzo per chiedere una modifica a questa circolare. Ci si aspetta, quindi, o che venga ritoccato il documento in vigore o che venga stilata una circolare ad hoc, prendendo spunto da quanto fatto dalla ministra dell'Interno Luciana Lamorgese, durante il lockdown, tenendo conto del fatto che per i deputati e i senatori il Parlamento viene considerato come domicilio. A questo punto, dopo il via libera agli odg alla Camera, Fico ha il mandato quasi pieno del Parlamento per trattare con il Governo.
Il Governo è pronto a mettere 4 miliardi contro i rincari delle bollette
Il Governo è lavoro sul caro bollette. Ieri a Palazzo Chigi, con una riunione di due ore e mezza tra il premier Mario Draghi e i titolari dell'Economia Daniele Franco, dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti e della Transizione ecologica Roberto Cingolani, è stata trovata una quadra da portare in Consiglio dei Ministri per il varo di un nuovo decreto. In totale la cifra individuata sarebbe di 4 miliardi senza fare scostamenti del deficit. Non dovrebbe esserci nessun intervento sugli extra-profitti delle aziende energetiche, ipotesi rilanciata dalla viceministro dello Sviluppo Alessandra Todde (M5s). Sarà comunque l'avvio del percorso, tracciato dal ministro Cingolani già nei giorni scorsi, per arrivare ad un piano a lungo termine di tagli strutturali da almeno 10 miliardi l'anno. In serata le possibili misure sono ancora al vaglio dei tecnici; comunque sia, la partita non è solo tecnica ma anche politica, con la Lega che pressa il Governo: Matteo Salvini chiede interventi per 30 miliardi, ma il tema è caldo per tutti i partiti, tanto che prima del Cdm potrebbe esserci una cabina di regia con tutta la maggioranza.
Sul tavolo del Consiglio dei Ministri ci sarà anche il nuovo decreto ristori per le attività economiche penalizzate dalle restrizioni anti-Covid: “Ci auguriamo” dice per il settore il ministro del Turismo Massimo Garavaglia “una risposta abbastanza seria e completa a una serie di misure che abbiamo richiesto: la proroga della cig Covid, il credito d'imposta per la locazione degli immobili, l'esenzione del versamento della prima rata dell'Imu, la proroga delle misure di sostegno finanziario per le imprese, la decontribuzione per chi rientra dalla Cig e l'incremento del fondo che abbiamo a bilancio”.
Al Senato
Nella giornata di oggi e per tutto il resto della settimana l’Assemblea del Senato non si riunirà. Come noto la settimana prossima, a partire da lunedì 24 gennaio alle 15.00, la Camera dei deputati e il Senato sono convocati in seduta comune, con la partecipazione dei delegati regionali, per l’elezione del Presidente della Repubblica.
Per quanto riguarda le Commissioni, la Politiche dell’Ue ascolterà l'Ambasciatore di Francia Christian Masset sulle priorità della presidenza francese del Consiglio UE nel primo semestre 2022. Tutte le altre Commissioni non si riuniranno.
L’Aula della Camera
L’Assemblea della Camera tornerà a riunirsi alle 8.30 per il voto finale e la relativa approvazione definitiva del decreto sulle misure urgenti per il contenimento dell'epidemia da COVID-19 e per lo svolgimento in sicurezza delle attività economiche e sociali. A seguire voterà la questione pregiudiziale sul decreto per fronteggiare l’emergenza Covid-19, in particolare nei luoghi di lavoro, nelle scuole e negli istituti della formazione superiore.
Le Commissioni della Camera
Per quanto riguarda le Commissioni, la Affari Costituzionali proseguirà le audizioni sulle pdl sull’ordinamento e poteri della città di Roma, capitale della Repubblica. La Giustizia esaminerà la proposta di legge sui reati contro il patrimonio culturale. La Esteri ascolterà i rappresentanti dell'organizzazione The one campaign sulle prospettive di partenariato tra Africa ed Europa e sulle relazioni tra l'Unione europea e l'Unione Africana, anche in vista del vertice UE-UA del 16-17 febbraio 2022. Alle 11.00, la Bilancio ascolterà i rappresentanti dell'ANCI, dell'UPI e della Conferenza delle regioni e delle province autonome e il Ministro per gli affari regionali e le autonomie Mariastella Gelmini sulla Relazione sullo stato di attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) riferito all'anno 2021.
La Finanze esaminerà la legge delega per la riforma fiscale. La Cultura con la Trasporti, proseguirà le audizioni sulla pdl per la prevenzione e la repressione della diffusione illecita di contenuti tutelati dal diritto d'autore mediante le reti di comunicazione elettronica. La Ambiente svolgerà delle audizioni sulla pdl per il controllo delle emissioni di sostanze emananti odore. La Trasportiascolterà il presidente esecutivo dott. Alfredo Altavilla e l'amministratore delegato dott. Fabio Lazzerini di Italia Trasporto Aereo spa sul piano industriale e sulle prospettive della società; alle 15.00 ascolterà il Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili Enrico Giovannini sullo stato dei trasporti alla luce dell'emergenza sanitaria.