Oggi il Senato voterà le mozioni di sfiducia al Ministro Bonafede

Oggi è un giorno molto delicato per la maggioranza. La discussione sulle mozioni di sfiducia al Ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, presentate una dal centrodestra e l'altra da Emma Bonino, è destinata a infiammarsi ma non dovrebbe comportare rischi per la tenuta dell'esecutivo. Ieri la capogruppo di Iv Maria Elena Boschi ha incontrato a palazzo Chigi il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte; una trattativa è in corso. Il Premier già all'epoca della prima minaccia sulla mozione di sfiducia a Bonafede sottolineò che, qualora fosse stata presentata, l'avrebbe considerata come un atto politico e non ha cambiato posizione. Oggi da Graziano Delrio a Vito Crimi, dal ministro Francesco Boccia a tanti altri big della maggioranza, è arrivato un messaggio chiaro: votare la mozione di sfiducia significa sfiduciare il Governo. E sulla stessa lunghezza d'onda è anche il premier: votare a favore di un atto contro un ministro che per di più è anche capo delegazione del Movimento 5 stelle aprirebbe una crisi di governo. Il premier agli ambasciatori di Italia viva continua a ripetere ciò che ha confermato prima del via libera al decreto rilancio: piena disponibilità a discutere dei provvedimenti anche all'interno del decreto sulle semplificazioni, riconoscimento pieno dei contributi che arrivano da tutti i partiti ma è necessario restare nel perimetro della maggioranza. 

Insomma anche uscire dall'Aula, come spiegano pure da Pd, Leu e M5S, non sarebbe una mossa considerata neutrale. Matteo Renzi questa mattina riunirà i suoi poi ascolterà il Guardasigilli, ribadendo la sua linea garantista. Molti senatori vorrebbero convergere perlomeno sul documento a prima firma di Emma Bonino, ma il leader di Italia viva ha indossato in questi giorni i panni del pompiere: punterà alla discussione sul tema della riforma della prescrizione, potrebbe proporre un tavolo sulla giustizia ma allargherà anche il dibattito sulla ripartenza dell'Italia, sulla necessità di guardare oltre, di pensare al medio e lungo periodo. Qualora IV non partecipasse ai voti in Aula sulle mozioni l'asticella della maggioranza scenderebbe a 145 e soprattutto il documento a prima firma Bonino rischierebbe di passare con i voti dell'opposizione. Circolano voci sulla possibilità di un sottosegretario per Iv (le indiscrezioni, poi smentite, indicavano Gennaro Migliore) o di presidenze di Commissioni che potrebbero toccare Luigi Marattin e la Maria Elena Boschi, quest'ultima quotata anche per un dicastero di spesa, ma Renzi con i suoi ha sempre negato l'ipotesi rimpasto, punta invece sui temi, a cominciare dal piano sulle infrastrutture dove i contrasti sono soprattutto con la ministra Paola De Micheli. E lo stesso presidente del Consiglio non sarebbe intenzionato a ritoccare la squadra, per di più in questo momento nel quale occorre correre sui provvedimenti. Conte è per la linea del dialogo e della fiducia, e chiede tempo. 

In Europa è battaglia sul piano Merkel - Macron

Potrebbe essere una svolta per la solidarietà europea, ma anche restare un bel sogno nel cassetto. La proposta di Germania e Francia sul Recovery fund, 500 miliardi di euro da indirizzare verso i Paesi più colpiti dalla crisi, comincia il suo cammino controvento: la prima tappa è arrivare intatta al tavolo della Commissione ed essere inclusa nella proposta che Ursula von der Leyen svelerà il 27 maggio. E poi dovrà raggiungere il tavolo dei leader Ue verso metà giugno, senza perdere i suoi elementi di massima attrazione per i Paesi del Sud, come i trasferimenti a fondi perduto per l'intero ammontare. Percorso tutt'altro che facile, visto che i cinque Paesi “frugali” che si oppongono ad aumenti del bilancio comune hanno già annunciato battaglia. Dopo un Ecofin rimasto tiepido all'indomani della proposta che ha fatto cadere le resistenze di Berlino sulla condivisione dei debiti, il ministro francese dell'Economia Bruno Le Maire invita alla prudenza: “Saranno negoziati difficili, bisogna ancora conquistare la convinzione di altri Stati membri, in particolare quattro: Austria, Danimarca, Svezia e Paesi Bassi”. Un po' di tempo c’è fino al vertice di giugno, e già ieri il premier Giuseppe Conte ha sentito il presidente francese Emmanuel Macron e la cancelliera tedesca Angela Merkel per preparare il negoziato su una proposta “ambiziosa”. È vero che il fronte del Sud, soddisfatto della proposta, ha guadagnato dalla sua parte un pezzo grosso come la Germania. ma è altrettanto vero che il fronte dei frugali è più compatto che mai, proprio dopo la mossa franco-tedesca.

Per ora la nuova proposta, rivoluzionaria per un'Europa che non aveva mai esplicitamente previsto un'emissione di debiti comuni per finanziare in modo asimmetrico gli Stati, è finita sulla scrivania della presidente della Commissione Ursula von der Leyen, sulla carta l'unica incaricata dai leader di preparare una proposta sul piano di rilancio dell'economia che bilanci le diverse anime dell'Europa; difficilmente, quindi, la proposta del 27 maggio ricalcherà in tutto quella franco-tedesca. Il commissario all'Economia Paolo Gentiloni rassicura sulle cifre: “Francia e Germania hanno parlato di 500 miliardi di sovvenzioni; siccome il fondo sarà un mix tra sovvenzioni e crediti agevolati, prestiti di lunga durata, vedrete che alla fine non saremo molto lontani da quelle cifre di cui abbiamo parlato, intorno al migliaio di miliardi”. In attesa di vedere la base di partenza del negoziato, cioè la proposta della Commissione, l'Ue cerca di chiudere sugli altri strumenti: è definitivo il via libera a Sure, il meccanismo che aiuterà la cassa integrazione, mentre sulle garanzie Bei alle imprese ancora non si trova un accordo, che dovrebbe arrivare non oltre il primo giugno.

Il centrodestra unito manifesterà contro il Governo il 2 giugno

L'incontro è durato appena un'ora, anche perché alla fine serviva più che altro a dare il messaggio: dopo una rincorsa iniziale tra Matteo Salvini e Giorgia Meloni, il centrodestra ha deciso che il 2 giugno manifesterà unito. Ci sta anche Silvio Berlusconi che, collegato telefonicamente con il vertice convocato negli uffici del leader della Lega dove Forza Italia era rappresentata anche da Antonio Tajani e Licia Ronzulli, dà il suo assenso. Resta l'idea di fare una manifestazione diffusa in tutta Italia, senza simboli di partito. La scelta serve a non far mettere il cappello a nessuno, ma agevola anche l'organizzazione, visto che non sarà in alcun modo possibile fare la conta delle forze messe in campo. Giorgia Meloni assicura che agli aspetti organizzativi ci si sta “lavorando”, “in momenti come questi bisogna far fruttare la fantasia”. Per ora, appunto, l'importante era dare un messaggio di unità che allontanasse le tensioni, soprattutto quelle tra Matteo Salvini e la leader di Fdi, la cui competizione nei consensi si è fatta sempre più forte. “Stiamo lavorando unitariamente per trovarci in piazza in piena sicurezza, a distanza, rispettosi, per aiutare i troppi italiani che in questi mesi hanno dimostrato buonsenso e meritano fiducia. Senza bandiere di partito siamo pronti a tornare al fianco degli italiani che ci aspettano”, dice alla fine dell'incontro l'ex ministro dell'Interno. “Il 2 giugno, insieme, vogliamo dare voce al dissenso degli italiani, vogliamo dare voce a quell'Italia che non crede più nelle promesse di questo Governo”, spiega a sua volta Meloni, mentre Silvio Berlusconi assicura che l'unità della coalizione sarà dimostrata attraverso “una manifestazione composta e di forte valore simbolico, a fianco dell'Italia che vuole ripartire”. Prove tecniche di unità, dunque. 

Al Senato

L’assemblea del Senato tornerà a riunirsi alle 9.30 per l’esame delle mozioni di sfiducia individuale nei riguardi del Ministro della giustizia Alfonso Bonafede. Dalle 15.00 inizierà il confronto sul decreto sull'emergenza Covid-19 approvato la settimana scorsa dalla Camera. 

Per quanto riguarda le Commissioni, la Affari Costituzionali esaminerà il decreto sulle misure urgenti per fronteggiare l'emergenza epidemiologica da COVID-19. La Giustizia esaminerà il decreto legge sulla funzionalità dei sistemi d’intercettazioni di conversazioni e comunicazioni, ulteriori misure in materia di ordinamento penitenziario, nonché disposizioni integrative e di coordinamento in materia di giustizia civile, amministrativa e contabile, e misure urgenti per l'introduzione del sistema di allerta COVID-19. A seguire esaminerà il disegno di legge sulla diffamazione a mezzo stampa. La Finanze esaminerà i disegni di legge sul recupero dei crediti in sofferenza. La Commissione Istruzione proseguirà l’esame del decreto relativo alle misure urgenti sulla regolare conclusione e l'ordinato avvio dell'anno scolastico e sullo svolgimento degli esami di Stato. La Commissione Industria proseguirà il ciclo di audizioni sull’affare assegnato sulle iniziative di sostegno ai comparti dell'industria, del commercio e del turismo nell'ambito della congiuntura economica conseguente all'emergenza da COVID-19. La Salute svolgerà delle audizioni informali sul decreto relativo alle misure urgenti in materia di studi epidemiologici e statistiche sul SARS-COV-2. La Politiche dell’UE proseguirà l’esame della legge di delegazione europea. 

L’Aula della Camera

L’Assemblea della Camera tornerà a riunirsi a partire dalle 9.00 per l’esame disegno di legge relativo alla sicurezza per gli esercenti le professioni sanitarie e socio-sanitarie nell'esercizio delle loro funzioni, la proposta di ratifica dell’accordo Italia-Mozambico di cooperazione culturale, scientifica e tecnologica, dell’accordo UE-Confederazione svizzera sui programmi europei di navigazione satellitare, e dell’accordo Italia-Australia di cooperazione scientifica, tecnologica e innovazione. A seguire si confronterà su alcune proposte di legge di ratifica, tra cui l’Accordo UE-CEEA-Armenia, la Convenzione quadro del Consiglio d'Europa, la Convenzione dell'Organizzazione internazionale del lavoro e la Convenzione istitutiva dell'osservatorio Square Kilometre Array. Come di consueto mercoledì alle 15.00 svolgerà le interrogazioni a risposta immediata

Le commissioni della Camera

Per quanto riguarda le Commissioni, la Giustizia esaminerà lo schema di decreto legislativo relativo alla lotta contro la frode che lede gli interessi finanziari dell'Unione mediante il diritto penale e lo schema di decreto ministeriale per il conseguimento e il mantenimento del titolo di avvocato specialista. La Esteri proseguirà le audizioni sulle risoluzioni sul ruolo della cooperazione multilaterale nella risposta internazionale alla pandemia da Covid-19. La Finanze, assieme alla Attività Produttive, proseguirà le votazioni degli emendamenti al decreto liquidità. La Cultura si confronterà sulle risoluzioni per il sostegno dei settori della cultura, dello sport e dell'editoria a contrasto degli effetti dell'epidemia COVID 19. La Ambiente svolgerà delle audizioni nell'ambito dell'esame di diversi schemi di decreto legislativo come quello sul pacchetto economia circolare in materia di veicoli fuori uso, di pile e accumulatori, e quello sulle discariche di rifiuti e imballaggi. La Affari Sociali esaminerà la pdl per l’istituzione della Giornata nazionale in memoria delle vittime dell'epidemia e proseguirà il ciclo di audizioni sulle attività finalizzate al superamento dell'emergenza da Covid-19. 

 



Seguici sui Social


2

Nomos Centro Studi Parlamentari è una delle principali realtà italiane nel settore delle Relazioni IstituzionaliPublic Affairs, Lobbying e Monitoraggio Legislativo e Parlamentare 

Vuoi ricevere tutti i nostri aggiornamenti in tempo reale? Seguici sui nostri canali social