Da Bratislava Mattarella rilancia il rafforzamento dell’integrazione europea

 “L'esasperazione del nazionalismo è una illusione, un virus insidioso” che abbaglia ma non porta risultati perché la portata delle sfide da affrontare è globale e nessun Paese può affrontarle da solo”. Sergio Mattarella chiude con questa sintesi una tre giorni passata nell'Europa centro-orientale. Da Bratislava, capitale della Slovacchia, ultima tappa di una missione che l'ha portato anche a Varsavia e Cracovia, il presidente della Repubblica ha rafforzato le sue convinzioni europeiste: l'unica strada è proseguire nel cammino del rafforzamento dell'integrazione europea. “Abbiamo di fronte numerose sfide globali, e sono tutte sfide che richiedono grande collaborazione. Nessuno è in grado di rispondere da solo. Per questo l'esasperazione del nazionalismo è un virus insidioso che con l'illusione della sovranità azzera la capacità di dare risposte che richiedono un concorde impegno solidale di carattere sovranazionale”. 

Certo, la Slovacchia è certamente il Paese meno rigido tra quelli del gruppo di Visegrad (Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia e Ungheria) e la sintonia con la presidente Zuzana Caputova è stata semplice ed immediata. Infatti in questa visita tra Polonia e Slovacchia il capo dello Stato ha potuto registrare luci ed ombre racchiuse in una contraddizione contingente: con la guerra ucraina ai propri confini Varsavia e Bratislava hanno rafforzato il proprio atlantismo e sono state costrette a stemperare le posizioni nei confronti di Bruxelles avendo l'UE mostrato grande fermezza e compattezza contro la Russia di Putin. Il presidente Mattarella ha tranquillizzato i suoi interlocutori ribadendo l'aiuto italiano a Kiev. Lo ha fatto a Varsavia e lo ha ripetuto con chiarezza anche a Bratislava. La visita è stata comunque un successo, come ha confermato la presidente Caputova sottolineando come i rapporti bilaterali siano “eccellenti”. Molto si è parlato di energia e moltissimo di come incrementare le rinnovabili. A margine della visita del presidente, Eni e SPP, il più grande fornitore di energia della Slovacchia, hanno firmato un primo accordo per la cooperazione commerciale nei settori del gas e del GNL (metano). 

Dopo le polemiche la maggioranza approva il decreto Cutro

Il Senato ha approvato il decreto Cutro sull'immigrazione, che passa alla Camera, blindato, per la conversione definitiva in legge entro il 9 maggio. Il voto a Palazzo Madama ripropone la netta contrapposizione tra la maggioranza, secondo la quale il provvedimento frenerà nuovi arrivi di immigrati irregolari, e le opposizioni unite per le quali le nuove norme non faranno che aumentare gli irregolari presenti in Italia. A questa irriducibilità di posizioni si accompagna un complesso dibattito interno al centrodestra in cui la Lega rivendica il giro di vite sui permessi speciali, mentre FdI e Fi sottolineano l'unitarietà delle scelte della coalizione. Per il decreto hanno votato a favore 92 senatori del centrodestra, ai quali si sono contrapposti 65 voti contrari delle opposizioni (Pd, M5S, Azione-Iv e Avs) e del gruppo delle Autonomie.

Il provvedimento è complesso. Nei primi tre articoli definisce il decreto flussi per il prossimo triennio. Secondo il centrodestra questo capitolo è complementare alla parte penale del decreto che mira a perseguire gli scafisti. Chi, infatti, porta in modo irregolare i migranti verrà punito con pene dai 20 ai 30 anni se da ciò deriva la morte anche non voluta dei migranti, come è avvenuto a Cutro. Anche qui le opposizioni hanno criticato la formulazione troppo generica del nuovo reato. Ma lo scontro maggiore e anche i distinguo all'interno della maggioranza, si è registrato sulla stretta ai permessi speciali. Mercoledì è passato un emendamento unitario del centrodestra che introduce un ulteriore giro di vite, facendo proprie alcune richieste della Lega contenute in emendamenti poi ritirati. Certo, è saltata, dopo un duro braccio di ferro con FdI, la cancellazione dell'obbligo di rispettare la legislazione internazionale al momento delle espulsioni, come chiedeva il partito di Salvini. Ma quest'ultimo alla fine ha rivendicato per sé il successo scatenando ulteriori polemiche.

Con la soddisfazione del governo la Camera approva il decreto Pnrr 

Diventa legge il decreto Pnrr, il provvedimento che modifica la governance per l'attuazione del Piano e semplifica le procedure per la realizzazione dei relativi progetti. Con 171 voti favorevoli, 112 contrari e 14 astenuti, la Camera ha approvato definitivamente il decreto. Il governo, per bocca del ministro per gli Affari europei Raffaele Fitto, esprime “soddisfazione”, ma incassa le critiche delle opposizioni: non tanto nel merito quanto per la chiusura al dialogo denunciata da Elly Schlein e Giuseppe Conte, che si dicono “pronti a collaborare” pur evidenziando la mancanza di risposte da parte dell'esecutivo. “Esprimo soddisfazione” per “il lavoro svolto, anche con le opposizioni”, afferma Fitto, che ha riunito anche la cabina di regia sul Pnrr con le parti sociali, per affrontare in particolare il capitolo del Piano dedicato al RePowerEu insieme a 32 sigle da Confindustria all'Ance, dall'Abi a Confcommercio, passando per il mondo dell'agricoltura, delle cooperative e delle professioni fino a Cgil, Cisl, Uil e Ugl. 

“Stiamo lavorando intensamente per verificare gli interventi e gli eventuali correttivi sia sul capitolo del REPowerEU sia sull'intero Piano. Riteniamo doveroso farlo subito anche con il vostro coinvolgimento”, dice il ministro ai rappresentanti di imprese e sindacati, a cui chiede di fornire contributi utili alla discussione e assicura l'impegno per rispettare il termine fissato dalla Commissione Ue al 31 agosto: “Lavoriamo per poter raggiungere questo risultato il prima possibile”, garantisce Fitto, che la prossima settimana terrà un'informativa in Parlamento. Oggi, inoltre, il ministro terrà una serie di incontri con i ministri Salvini, Piantedosi, Valditara e Giorgetti sugli adempimenti previsti. Dal tavolo restano escluse le opposizioni, come le stesse lamentano in aula a Montecitorio dove la giornata si apre con la bocciatura degli ordini del giorno presentati da M5S e Avs contro il termovalorizzatore di Roma, che ricevono il voto contrario di tutti gli altri gruppi, anche quello del Pd annunciato da Elly Schlein. 

Sono finite le attese, il Governo vara il ddl concorrenza

Dalla promozione dei contatori intelligenti all'assegnazione delle concessioni degli ambulanti su aree pubbliche tramite procedure ad evidenza pubblica. Ma non solo. Vengono anche semplificate le procedure per le vendite promozionali. Sono queste alcune delle norme del ddl Concorrenza che sono state approvate, con procedura d'urgenza, dal Cdm, su proposta del Ministro delle imprese e del Made in Italy Adolfo Urso. Il testo interviene per modificare la disciplina relativa ai piani di sviluppo della rete di trasmissione dell'energia elettrica e le disposizioni sul trasporto e sull'efficienza della rete di distribuzione del gas, con l'individuazione nell'impresa maggiore di trasporto del gas (attualmente Snam) del soggetto tenuto alla trasmissione dei piani decennali di sviluppo della rete, e con la modifica della procedura per l'approvazione del piano decennale di sviluppo della rete elettrica (predisposto da Terna). Inoltre, si prevede la promozione dell'utilizzo dei cosiddetti contatori intelligenti ponendo anche obblighi in tal senso in capo alle imprese distributrici; i dati rilevati dai contatori di luce e gas potranno essere messi a disposizione, su richiesta dei clienti, di soggetti terzi per confrontare i prezzi. Si attribuisce ad Arera il potere di fissare i prezzi del teleriscaldamento. Si introduce la definizione di infrastruttura di cold ironing, quale insieme di strutture, opere e impianti realizzati sulla terraferma per l'erogazione di energia elettrica alle navi ormeggiate in porto e si chiarisce che il servizio è considerato di interesse economico generale. 

Nel provvedimento si stabilisce che l'assegnazione delle concessioni di posteggio per il commercio al dettaglio su aree pubbliche avvenga tramite procedure ad evidenza pubblica, ispirate a principi di par condicio e trasparenza, salvaguardando comunque gli interessi degli attuali concessionari e dei lavoratori da questi impiegati, valorizzando i requisiti dimensionali della categoria della microimpresa. Si fissa in 10 anni la durata massima della concessione. Sono semplificate le procedure per le vendite promozionali, consentendo l'invio di una comunicazione unica nel caso di esercizi ubicati in comuni diversi e tenendo a disposizione delle autorità di controllo la relativa documentazione, in forma cartacea o visionabile da web all'indirizzo internet indicato dall'esercente. Si amplia da 45 a 90 giorni il termine entro il quale l’Agcm deve comunicare, alle imprese interessate e al Ministero delle imprese e del Made in Italy, le proprie conclusioni di merito sulle operazioni di concentrazione di imprese (fusione, acquisizione di azioni, costituzione di new-co) soggette a comunicazione preventiva che ritiene suscettibili di essere vietate. Si individua l'Agcm quale autorità nazionale competente in materia di mercati equi e contendibili nel settore digitale, in relazione ai servizi di piattaforma di base (es. servizi di intermediazione online, motori di ricerca, social network). All'Autorità si attribuiscono i poteri di indagine previsti in materia di concorrenza e quelli sanzionatori.

La Corte Ue è chiara: sui balneari niente rinnovi automatici

Le concessioni balneari italiane non possono essere rinnovate automaticamente ma devono essere oggetto di una procedura di selezione imparziale e trasparente. Le autorità nazionali italiane sono tenute ad applicare le norme del diritto europeo disapplicando le disposizioni non conformi. La Corte di Giustizia Ue affronta il nodo delle concessioni dei balneari imponendo all'Italia di applicare la direttiva Bolkenstein. Il governo intanto approva il ddl sulla Concorrenza, che per due volte era approdato al Cdm. È uno degli adempimenti richiesti dal piano per il Pnrr. La maggioranza, nel confronto con le categorie, ha sciolto il nodo degli ambulanti, ma per un nodo che si scioglie ce ne è un altro che sembra arrivare al pettine. Sui balneari l'Ue ha già aperto una procedura di infrazione e, dopo la decisione della Corte Ue, il rischio che si arrivi a sanzioni in assenza di un adeguamento alle normative europee è altissimo. E l'Italia non sembra voler cedere. La portavoce della Commissione Europea prima afferma che nell'incontro con Thierry Breton la presidente Giorgia Meloni la settimana scorsa “ha assicurato che le autorità nazionali in Italia applicheranno molto rapidamente la legislazione europea”. 

E poi si vede costretta a correggere: “Non hanno parlato di balneari” e “nessuna delle due parti ha preso impegni”. L'Italia, che tre mesi ha fatto slittare con il Milleproroghe le concessioni al dicembre 2024, guarda però ad un dettaglio contenuto nella sentenza, che impone tra l'altro concessioni limitate nel tempo. Uno dei passaggi apre infatti alla possibilità, in caso di scarsità delle risorse naturali e delle concessioni disponibili, di combinare un approccio generale con un approccio caso per caso, basato su un'analisi del territorio costiero. Con dei paletti: le decisioni devono basarsi “su parametri obiettivi, non discriminatori, trasparenti e proporzionati”. È il passaggio che fa dire al ministro Matteo Salvini che la sentenza è un “grande successo dell'Italia”, spiegando che “la nuova mappatura delle spiagge sarà fatta dal Mit e come sempre verranno utilizzati criteri di buonsenso”. Il tema non è comunque entrato nel ddl Concorrenza. Qualcuno ipotizza possa arrivare un decreto, anche se non è escluso che prosegua il braccio di ferro con l'Ue.

Tutta la politica è contro la vignetta del Fatto sulla sorella della Meloni

 “Misogina”, “sessista”, “ripugnante”. Questa vignetta pubblicata dal Fatto Quotidiano contro il governo non è piaciuta a nessuno, nemmeno alle forze politiche di opposizione, che si sono dette contrarie a un tipo di satira irrispettosa e scadente nell'offesa. Sotto attacco nell'illustrazione di Mario Natangelo è Arianna Meloni, sorella della premier e moglie del ministro dell'agricoltura Francesco Lollobrigida. La donna viene rappresentata a letto con un uomo di colore che le chiede: “E se arriva tuo marito?”, mentre lei risponde: “Tranquillo, sta tutto il giorno fuori a combattere la sostituzione etnica”. Esplicito il riferimento alle parole pronunciate dal ministro, intervenuto sul tema natalità al congresso Cisal di martedì. Tra i primi a commentare la vignetta è stata la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, la quale ha criticato su Facebook le “allusioni indegne” fatte alla sorella, considerate “in sprezzo di qualsiasi rispetto verso una donna”. 

Unanime la solidarietà mostrata dagli esponenti di governo, così come quella giunta dai partiti di opposizione. È una vignetta “disgustosa e volgare” ha detto il capo di Noi Moderati, Maurizio LupiMatteo Renzi ha parlato di “aggressione mediatica” da parte del Fatto. Per Azione “si tratta di volgarità pura e semplice”, come ha affermato Carlo Calenda. Più neutro Giuseppe Conte per il quale “la satira rimane satira”. Assente nel coro dei commenti, fino alla tarda serata, è invece Elly Schlein, così come il capo della Lega Matteo Salvini. In entrambi i casi, comunque, ci sono state dichiarazioni da parte di altri membri dei partiti in questione. Per una volta, quindi, maggioranza e opposizione sembrano essersi trovate d'accordo. Nonostante tutti gli attacchi, però, resta impassibile il direttore Marco Travaglio, rifiutatosi di “spiegare le battute a chi non le capisce”. Mentre in un tweet del Quotidiano viene rivendicata la libertà di espressione e di satira, “ancora una volta attaccata dal potere”. 



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