Oggi al Senato
Nella giornata di oggi e per tutta la restante settimana l’Assemblea del Senato non si riunirà per consentire alla Commissione di Bilancio di proseguire l’esame degli emendamenti alla Legge di Bilancio 2018. Venerdì per i Gruppi parlamentari è scaduto il termine per la segnalazione degli emendamenti; nel complesso sono circa 730 (sulle 4mila presentate) le proposte di modifica alla manovra segnalate.
I senatori della Commissione torneranno nuovamente a riunirsi oggi alle 15 e dovrebbero iniziare a votare gli emendamenti. Sempre oggi potrebbero arrivare anche le proposte di modifica del Governo. Il provvedimento dovrebbe approvare in Aula lunedì 27 novembre alle 16.30, come stabilito dalla Capigruppo del Senato.
Per quanto riguarda i lavori delle Commissioni, la Giustizia esaminerà il ddl per l’introduzione del reato di propaganda del regime fascista e nazifascista, e lo schema di decreto legislativo sulla delicata questione dell’intercettazione di conversazioni o comunicazioni. La Commissione Industria domani ascolterà i vertici dell'azienda in merito alla vicenda Fincantieri - STX France. Infine la Commissione d'inchiesta sul femminicidio e la violenza di genere mercoledì alle 13 ascolterà il Ministro della Giustizia Andrea Orlando.
È on line #takethedate il motore di ricerca di eventi politico/economici che si svolgono in Italia https://t.co/TFkx0C4Ccm pic.twitter.com/J4eireL4LF
— Take The Date (@takethedate) 30 ottobre 2017
Oggi alla Camera
Per quanto riguarda l’altro ramo del Parlamento, l’Assemblea della Camera tornerà a riunirsi alle 11 per la discussione delle Interpellanze e interrogazioni. Dalle 15 esaminerà la proroga del termine per la conclusione dei lavori della Commissione parlamentare d'inchiesta sulle condizioni di sicurezza e sullo stato di degrado delle città e delle loro periferie; le mozioni sulle iniziative volte a superare le criticità della normativa in materia di prevenzione vaccinale; diverse leggi di ratifica di trattati internazionali tra cui: l’accordo Italia-Ecuador in materia di cooperazione nel campo della difesa, il memorandum d'intesa Italia-Perù per la cooperazione nel campo della sicurezza e difesa, l’accordo Italia-Macedonia in materia di cooperazione di polizia, l’accordo Italia-Mozambico sulla cooperazione nel settore della difesa e l’accordo Italia-Centro europeo per le previsioni meteorologiche a medio termine.
A seguire esaminerà la proposta di legge per la tutela dei lavoratori dipendenti in caso di licenziamento illegittimo e la pdl, già approvata dal Senato, per la celebrazione dei centocinquanta anni dalla morte di Gioachino Rossini.
Quanto ai lavori delle Commissioni, la Affari Costituzionali esaminerà la proposta di legge sul Testo unico delle leggi sull'ordinamento degli Enti locali. La Commissione Giustizia si confronterà sullo schema di decreto legislativo relativo alla disciplina del regime di procedibilità per taluni reati.
La Commissione Esteri audirà il Ministro Consigliere dell'Ambasciata del Canada Paul Gibbard nell’ambito dell’indagine conoscitiva sulla Strategia italiana per l'Artico. La Commissione Bilancio inizierà l’esame del decreto fiscale, approvato la settimana scorsa dal Senato.
La Commissione Finanze proseguirà il ciclo di audizioni nell’ambito dell’indagine conoscitiva sull’impatto della tecnologia finanziaria sul settore finanziario, creditizio e assicurativo. La Commissione Attività produttive esaminerà le risoluzioni sul rinvio del completamento della riforma delle tariffe elettriche. La Affari sociali proseguirà l’esame della proposta di legge quadro sui diritti di cittadinanza delle persone sorde, con disabilità uditiva in genere e sordocieche.
Alessandro Di Battista non si ricandiderà
All’interno del Movimento 5 Stelle la notizia del giorno è che Alessandro Di Battista ha annunciato, tramite un lungo video messaggio, la volontà di non ricandidarsi alle prossime elezioni politiche. Il suo non è un addio al Movimento ma una scelta dettata principalmente dalla nascita del figlio Andrea e dalla necessità per il leader pentastellato di “girare il mondo e scrivere”. La scelta non sembra essere derivata dai contrasti con Luigi Di Maio, scelto dal web come candidato premier e responsabile politico del Movimento. In molti però ritengono che la mossa di Di Battista punti direttamente ad aggirare la regola della non ricandidabilità per oltre due mandati, per essere in prima fila la prossima legislatura e per ambire a diventare il nuovo candidato alla Presidenza del Consiglio.
Una mossa interessante anche alla luce delle proiezioni elettorali, che attualmente ci dicono che alle prossime elezioni nessun partito o coalizione riuscirà a vincere e che il Governo potrà essere deciso solamente dopo l’esito del voto. Insomma, molto probabilmente, il prossimo esecutivo sarà il frutto di un accordo post elettorale anche se al momento non sembra affatto scontata l’ipotesi che si possa tornare a votare nuovamente se davvero nessuna forza politica avesse la forza di formare un nuovo Governo. In quel caso Di Maio non potrebbe ricandidarsi e l’unico leader del Movimento 5 Stelle che potrebbe farlo sarebbe appunto Alessandro Di Battista.
Grasso sarà il leader delle sinistre ma senza PD
A sinistra del Partito Democratico il Presidente del Senato Piero Grasso sembra aver deciso il proprio futuro. Una volta terminata la sessione di bilancio l’attuale seconda carica dello Stato scenderà in politica. E lo farà con il nuovo soggetto politico creato dai bersaniani di Mdp, da Sinistra Italiana e da Possibile di Civati. Il 3 dicembre il nuovo partito verrà fondato e Piero Grasso verrà proclamato leader politico e quindi, salvo non si trovi un’intesa con il Pd, anche prossimo candidato Premier.
L'ipotesi è sempre più concreta visto il fallimento di pontieri d’eccellenza come Romano Prodi e Dario Franceschini. I due leader nei giorni scorsi hanno incontrato il Presidente del Senato per tentare, ancora una volta, di ricomporre l’enorme frattura del centro sinistra, che provocherebbe, come già avvenuto nel recente passato (vedi elezioni del 2001), pesantissime ripercussioni elettorali. Sembra molto difficile che una sinistra divisa e non coalizzata possa riuscire a essere competitiva nei collegi uninominali dove il candidato più votato, anche con un solo voto in più, vince.