Mattarella compie 80 anni, poi il semestre bianco

Un anniversario personale, l'ottantesimo compleanno, e pochi giorni dopo l'inizio del semestre bianco. Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella oggi festeggerà 80 anni e si ritaglierà qualche ora di relax pranzando con la famiglia, i tre figli e consorti, i nipoti, un pranzo che come per molti italiani in questi tempi di pandemia sarà casalingo e senza amici. Ovviamente saranno molte le telefonate che giungeranno ai centralini del Quirinale e molte le testimonianze di tanti, semplici cittadini e personaggi famosi, che come e più degli anni scorsi vorranno far giungere i loro auguri al presidente anche via social. Il primo messaggio è stato un video, ideato dal comune di Firenze, in cui Roberto Mancini e Gianni Morandi, Stefano Accorsi e Paolo Fresu, Irene Grandi e Bebe Vio, Nicole Orlando e Fiona May, Piefrancesco Favino, Giorgio Panariello e molti altri fanno, ognuno a suo modo, gli auguri al Presidente. Ma fra soli dieci giorni ci sarà un'occasione, questa volta istituzionale, che segnerà un turning point del settennato: dal 3 agosto comincerà il semestre bianco durante il quale il Presidente non potrà sciogliere le Camere.

Così si aprirà un periodo complicato per la politica italiana, ma al Quirinale si ritiene che il senso di responsabilità dovrebbe prevalere e l’impossibilità stessa di andare al voto potrebbe addirittura consigliare di non portare le tensioni fino alle estreme conseguenze; comunque, restano intatti tutti gli altri poteri del Presidente, dalla moral suasion al potere di firma. Come promesso ai cittadini durante il discorso di fine anno, Mattarella proseguirà nell'impegno che si è dato per l'ultimo periodo della sua presidenza: “La ripartenza sarà al centro di quest'ultimo tratto del mio mandato. Sarà un anno di lavoro intenso. Abbiamo le risorse per farcela” disse la notte di Capodanno. Giovedì prossimo il Presidente parteciperà alla tradizionale cerimonia del Ventaglio e molti cercheranno di interpretare le sue parole per capire se il no alla rielezione resta granitico, come ritiene chi lo conosce. Certo i sondaggi continuano a vedere in Mattarella una figura molto amata, istituzionale ma vicina ai cittadini, e alcuni partiti sperano che il Presidente possa restare oltre gennaio permettendo così anche a Mario Draghi di restare a palazzo Chigi senza scossoni. Il modello “squadra che vince non si cambia” però non convince appieno tutte le forze politiche e il Presidente ha fatto sapere di considerare sette anni più che sufficienti, sia dal punto di vista personale che costituzionale. Ma la corsa al Quirinale è appena cominciata.

Il Cdm approva il decreto green pass. Appello di Draghi alla vaccinazione

“Invito tutti gli italiani a vaccinarsi e a farlo subito, devono proteggere sé stessi e le proprie famiglie. Il green pass non è un arbitrio ma una condizione per mantenere aperte le attività economiche”. Lo ha detto il presidente del Consiglio Mario Draghi nel corso della conferenza stampa assieme al ministro della Salute Roberto Speranza e alla Ministra della Giustizia Marta Cartabia al termine del Consiglio dei ministri che ha approvato il decreto per l'estensione del green pass ad alcune attività, tra le quali ristoranti al chiuso, palestre, piscine, teatri, cinema. “L'economia italiana va bene, si sta riprendendo e l'Italia cresce a un ritmo superiore agli altri Paesi europei. La variante delta è minacciosa perché si espande più rapidamente. Per l'Italia questo è un momento favorevole ma perché continui ad esserlo occorre agire sul fronte del Covid-19. I provvedimenti decisi oggi sono importanti perché introducono l'utilizzo della certificazione verde su base estensiva, ma dobbiamo ricordare che il merito del miglioramento è stato della campagna vaccinale. Due terzi degli over 12 ha ricevuto almeno una dose, oltre la metà degli italiani ha completato la vaccinazione: l'obiettivo che Figliuolo si diede di somministrare almeno 60 milioni di dosi entro il 20 luglio è stato superato”. 

Sul tema scuola e trasporti, non inclusi nel decreto, il premier ha sottolineato che “verranno affrontate molto rapidamente, credo la settimana prossima ma richiedono altre misure e provvedimenti specifici perché sono complessi. L'obiettivo è che tutti possano andare a scuola in presenza, tutto ciò che è necessario fare per questo obiettivo sarà fatto”. Sull'obbligo vaccinale sui luoghi di lavoro “ci stiamo pensando. È una questione complessa e da discutere anche con i sindacati”. Infine sulla decisione che terrà le discoteche ancora chiuse: “Ne abbiamo discusso in Cdm e c’è accordo pieno a risarcire le discoteche”. Roberto Speranza ha sottolineato il messaggio positivo che si vuole dare con questo nuovo provvedimento: “Vogliamo evitare che una crescita del contagio porti a nuove chiusure e lo strumento che abbiamo è quello della vaccinazione. Vaccinarsi, vaccinarsi, vaccinarsi. Il decreto che abbiamo approvato si può racchiudere intorno a tre questioni: la proroga dello stato di emergenza al 31 dicembre; il cambio dei parametri che consentono il cambio di colori alle Regioni: abbiamo deciso di considerare come parametro prevalente il tasso di ospedalizzazione, l'aspettativa è che ci potrà essere una maggiore circolazione virale ma senza ricadute sugli ospedali. Il terzo ambito è l'estensione del green pass”.

Draghi gela Salvini, è tensione sui vaccini

“L'appello a non vaccinarsi è un appello a morire, sostanzialmente. Non ti vaccini, ti ammali, muori. Oppure fai morire: non ti vaccini, ti ammali, contagi, qualcuno muore”. Sono raggelanti le parole del premier Mario Draghi. Una pietra tombale sulle “timidezze” di alcuni politici sulle vaccinazioni e soprattutto una bocciatura definitiva della posizione espressa da Matteo Salvini, che qualche giorno fa aveva detto che ai giovani vaccinarsi “non serve” e che dai 40 ai 59 si può decidere liberamente se farlo. Il leader della Lega risponde a stretto giro: “L'obiettivo di tutti, mio come di Draghi, è salvare vite, proteggere gli italiani. Comunità scientifiche e governi, come quelli di Germania e Gran Bretagna, che invitano alla prudenza sui vaccini per i minorenni, invitano forse a morire? Per fortuna no”, afferma, limitando le sue perplessità ai giovanissimi.  

Poi, dopo aver chiesto con i suoi ministri in Cdm di limitare il più possibile l'obbligo di Green pass, ripete più volte la parola “libertà”, come principio guida per gli italiani. Ma anche qui Draghi nella conferenza stampa che segue il Consiglio dei ministri ribatte alle perplessità leghiste con una posizione netta: “Senza vaccinazione si deve chiudere tutto di nuovo, il vaccino si sta diffondendo e con il vaccino abbiamo visto che le conseguenze, per quanto riguarda ricoverati e morti, sono molto meno serie”: insomma, Green pass o chiusure. Al termine della giornata c’è “sorpresa” per le parole di Mario Draghi, anche perché ieri pomeriggio c'era stata una lunga e cordiale telefonata tra Matteo Salvini e il presidente del Consiglio, telefonata nella quale il leader della Lega  aveva garantito massimo sostegno alle riforme, a partire da giustizia e fisco, e aveva ribadito alcune osservazioni costruttive a proposito di Green pass e piano vaccinale.

Sulla giustizia Draghi apre a modifiche tecniche, ma in Aula metterà la fiducia

Il Cdm ha approvato all’unanimità l'autorizzazione a porre la questione di fiducia sulla riforma del processo penale, che approderà in Aula alla Camera venerdì prossimo 30 luglio. Ess potrebbe prefigurare due scenari opposti: uno di rottura con il M5S o una sua parte, e uno di accordo politico raggiunto nel frattempo in Commissione. La fiducia inoltre rappresenta anche una risposta indiretta alle critiche del Csm e di alcuni Pm, come quelle di Nicola Gratteri. Comunque sia, Mario Draghi ha chiarito che le possibili modifiche non dovranno in alcun caso “stravolgere” il testo. Poi ha aggiunto, tanto per far capire con nettezza la posizione del Governo: “Nessuno vuole l'impunità”. A livello parlamentare la Conferenza dei capigruppo ha deciso di calendarizzare nuovamente la riforma in Aula per il 30 luglio. La Commissione a sua volta ha deciso di svolgere oggi una seduta puramente procedurale, dopo la quale deciderà il calendario per l'esame dei 1.631 sub emendamenti agli emendamenti del Governo (la riforma Cartabia ne conta 26). L'autorizzazione alla fiducia decisa dal Consiglio dei ministri significa però che il 30 in ogni caso si andrà in Aula, sia che in Commissione si raggiunga un’intesa con M5S, sia in caso contrario: nel primo si tratterebbe di una “fiducia tecnica” tesa semplicemente ad accorciare i tempi di esame dell'Aula e approvare in 48 ore la riforma, indispensabile per ottenere il Recovery Fund; nel secondo, quello della rottura, si porterebbe comunque il testo in Aula senza che la Commissione abbia concluso l'esame, e lì verrebbe presentato un maxiemendamento (con le proposte Cartabia) su cui porre la fiducia. 

Il governo vuole evitare quest’ultimo scenario così come il Pd che si troverebbe in difficoltà ad approvare una riforma della giustizia con Fi e Lega e senza M5S, con cui cerca di costruire una alleanza a livello politico. Intanto, la Ministra Cartabia ha fatto delle precisazioni di merito che fanno capire su quali punti si sta lavorando: ha osservato che quella in discussione “non è la riforma della sola prescrizione ma dell'intero processo penale” per ottenere “la ragionevole durata del processo”; inoltre ha aggiunto che “sono da prendere in seria considerazione le preoccupazioni” di chi vuole “evitare che in certe Corti di Appello” la mole pregressa di processi possa condurre a numerosi prescrizioni. Ciò significa che si sta lavorando al cosiddetto “atterraggio morbido” della riforma, a una norma transitoria tale che quando il nuovo processo andrà a regime le Corti di Appello abbiano smaltito l'arretrato grazie alle risorse di personale e di mezzi in loro favore. In tal senso Cartabia ha parlato più volte di “investimenti” che aiuteranno anche le prime fasi del processo. Comunque sia, a Palazzo Chigi si respira un clima positivo sull'accordo, e il fatto che la fiducia sia stata approvata anche dai ministri M5S, è un segnale verso l'intesa. 



Seguici sui Social


2

Nomos Centro Studi Parlamentari è una delle principali realtà italiane nel settore delle Relazioni IstituzionaliPublic Affairs, Lobbying e Monitoraggio Legislativo e Parlamentare 

Vuoi ricevere tutti i nostri aggiornamenti in tempo reale? Seguici sui nostri canali social