Zelensky parla all’Italia. Draghi dà pieno sostegno all’Ucraina
Ieri nonostante i numerosi banchi vuoti e le polemiche, il Parlamento si è riunito a Montecitorio per l’intervento in videoconferenza del presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Al termine, gli applausi sono andati avanti per quasi un minuto e mezzo e la gran parte dei parlamentari si è alzato in piedi. Poi la replica del presidente del Consiglio Mario Draghi, franca e più volte applaudita.
“L'invasione russa sta distruggendo le famiglie, la guerra continua a devastare città ucraine, alcune sono completamente distrutte come Mariupol, che aveva mezzo milione di abitanti: è come Genova, immaginate Genova completamente bruciata”. Volodymyr Zelensky colpisce duro l'immaginario degli italiani con un parallelo geografico inaspettato che rende immediatamente percettibile la dimensione dell'attacco russo. Il presidente ucraino evoca la distruzione di Genova per responsabilizzare il Parlamento italiano con il quale si collega subito dopo una telefonata a papa Francesco, nuovamente invitato a visitare Kiev. Nel suo intervento il Presidente ucraino ha ricordato, come fa ormai quasi ogni giorno nei suoi video-collegamenti con l'Europa, quale sia uno dei “prezzi della guerra”: a oggi ben 117 bambini uccisi, senza considerare le migliaia di vittime tra civili e militari. “Con la pressione russa ci sono migliaia di feriti, centinaia di migliaia di vite distrutte, di case abbandonate, i morti nelle fosse comuni e nei parchi”. Non manca neanche l'ormai costante riferimento al nazismo putiniano: “A Kiev torturano, violentano, rapiscono bambini, distruggono e con i camion portano via i nostri beni. L'ultima volta in Europa è stato fatto dai nazisti”.
Parole interrotte da ben 10 applausi e precedute da quelle dei presidenti di Camera e Senato, Roberto Fico ed Elisabetta Casellati, che assicurano come l'Italia sarà al fianco dell'Ucraina. In Aula anche il premier Mario Draghi, che ha definito “eroica” la resistenza del popolo ucraino di fronte alla “ferocia del presidente Putin”. Zelensky prima ringrazia a più riprese l'Italia per l'accoglienza e l'aiuto ai profughi giunti nel nostro Paese e poi entra nel merito delle richieste di aiuto: cari italiani, “noi abbiamo bisogno di altre sanzioni, di altre pressioni” per fare in modo che la “barbarie” di Putin non entri nell'Unione europea. “Davanti all’inciviltà non ci giriamo dall'altra parte, siamo pronti a fare di più” anche con aiuti militari, garantisce immediatamente Mario Draghi: Roma, è l'assicurazione del presidente del Consiglio, “è a fianco dell'Ucraina e la vuole nell'Unione europea”.
350 assenti ma tanti applausi a Montecitorio per Zelensky e Draghi
Ma a far discutere sono stati gli assenti, alcuni già annunciati alla vigilia, fra i Cinque Stelle, gli ex M5S di Alternativa, Italexit e i leghisti, ma molti altri hanno marcato visita. Il numero esatto non è e non sarà agli atti, visto che la seduta non prevedeva una registrazione delle presenze ma, secondo le stime fatte da addetti ai lavori e segretari d'aula, sarebbero più di 350 gli assenti. Se l'emiciclo di Montecitorio era praticamente pieno, quasi vuote erano le tribune messe a disposizione per accogliere anche i senatori. Com’era immaginabile, le reazioni agli interventi di Zelensky e di Draghi non sono mancate: il segretario del Pd Enrico Lettadefinisce quello del presidente ucraino “un discorso di grandissima dignità. Pieno di speranza nonostante l'abisso in cui si trova l'Ucraina”. Il nodo delle armi, invece, lascia sulle spine il segretario leghista Matteo Salvini: “Quando si parla di armi fatico ad applaudire, quando si parla di pace sono felice”, commenta a caldo. A suo dire, insomma, “la risposta dell'Occidente non può esser quella delle armi e degli allargamenti”.
Dal canto suo, la presidente di FdI Giorgia Meloni segnala che “quello del presidente Zelensky al Parlamento italiano è l'intervento di un leader europeo, che parla al cuore e ai valori della nostra comune civiltà”. Matteo Renzi insiste perché “ci sia una persona in grado di mettere allo stesso tavolo Ucraina e Russia. Va benissimo anche Prodi ma Merkel secondo me è la più autorevole”. Secondo il leader del M5S Giuseppe Conte, Zelensky “ha offerto una testimonianza di grande sofferenza, con piena dignità”. La capogruppo al Senato di FI Anna Maria Bernini sottolinea che “la ferma posizione espressa da Draghi è stata quella di un Paese ancorato all'alleanza occidentale e impegnato a difendere, aiutando l'Ucraina, i nostri valori e la nostra libertà. Una linea coerente che ha il pieno sostegno di Forza Italia”. Infine, la leader di +Europa Emma Bonino sostiene che i parlamentari assenti “ne risponderanno ai loro elettori. E a chi invoca il diritto di parola anche a Putin rispondo che non siamo in campagna elettorale. In questo caso non vale la par condicio”.
Il Presidente Petrocelli contro il Governo sull’Ucraina. Conte: è fuori dal M5S
La giornata che ha visto l'intervento a Montecitorio del presidente ucraino Volodymyr Zelensky per il Movimento 5 Stelle si chiude con la probabile espulsione del senatore Vito Petrocelli. Il presidente della Commissione Esteri del Senato, in polemica con la politica della maggioranza sul conflitto in Ucraina, annuncia che “non voterà più la fiducia al Governo” e per il leader del M5S Giuseppe Conte è “fuori dal Movimento”. E dire che lo stesso Conte prova a tranquillizzare gli animi già dalla mattinata, quando filtrano i contenuti del Consiglio nazionale M5S, tenutosi lunedì sera, in cui l'ex premier annuncia ai vertici la posizione contraria all'aumento delle spese militari fino al 2% del Pil previsto da un ordine del giorno al Dl Ucraina approvato alla Camera. Secondo il leader del M5S bisogna invece concentrarsi su altre emergenze, come l'aumento del costo dei carburanti e delle bollette energetiche.
Non è sufficiente secondo il senatore pentastellato Vito Petrocelli che, terminata la seduta con Zelensky, su twitter non usa mezzi termini: “Fuori da questo governo interventista, che vuole fare dell'Italia un Paese co-belligerante”. Il ministro per i Rapporti con il Parlamento Federico D'Incà si affretta a derubricarle a “considerazioni personali” ma le altre forze politiche, soprattutto di maggioranza, invocano le dimissioni di Petrocelli. “I vertici del M5S si dissocino dalle gravissime parole”, perché “non possiamo tollerare oltre le prese di posizioni di esponenti filo Putin”: Italia Viva e Pd chiedono a gran voce le dimissioni immediate di Petrocelli dalla Presidenza della commissione Esteri del Senato. A fine giornata il destino del senatore sembra segnato e a ore sarà espulso dal M5S ma quello che sembra certo è che non si dimetterà dalla Presidenza della Commissione
La riforma dell’energia divide l’Europa. Tornano le divisioni tra Nord e Sud
Davanti al dilemma dell'indipendenza energetica dalla Russia, l'Europa va avanti unita sugli stoccaggi comuni e sugli acquisti congiunti di gas, gpl e idrogeno ma il progetto di riforma del mercato elettrico a tutto tondo lanciato dai Paesi del Mediterraneo rischia di tradursi in un nulla di fatto. Il tema sarà affrontato nel Consiglio Europeo di giovedì e venerdì a Bruxelles: la proposta di intervenire sul mercato elettrico dell'Ue con un tetto ai prezzi e il disaccoppiamento dei prezzi dell'energia e del gas lanciata venerdì scorso a Roma da Mario Draghi insieme ai premier di Spagna, Grecia e Portogallo e appoggiata anche da Belgio, continua a vedere l'opposizione del fronte del Nord, guidato dall’Olanda e dalla Germania, che restano contrarie a qualsiasi intervento sul mercato e chiedono invece di accelerare le misure di efficienza energetica e l'adozione delle rinnovabili.
Per aprire la strada al confronto, la Commissione europea presenterà oggi alcune opzioni, tra cui la realizzazione di una task force per gli acquisti comuni di gas, e l'annunciato regolamento sugli stoccaggi obbligatori del gas per gli Stati, con l'obiettivo vincolante di riempire i depositi al 90% entro il 1° novembre. Del resto, la priorità sul breve termine è di mettere in sicurezza le forniture per il prossimo inverno; su questo fronte l’Italia è già al lavoro, con il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani che ha annunciato alla Camera di aver conferito “ufficialmente l'incarico a Snam e l'indirizzo per la negoziazione e l'acquisto di una delle navi da rigassificazione e per il noleggio di una seconda unità”. Quello che è certo è che il Consiglio Europeo che si aprirà domani sarà determinante per capire quale sarà il futuro del dibattito sull’energia in Europa e che a oggi l’esito non è affatto scontato.
L’Aula del Senato
Dopo che ieri ha approvato il disegno di legge per la promozione e valorizzazione dello sport all’interno della Costituzione, l’Assemblea del Senato tornerà a riunirsi alle 10.00 per l’approvazione del ddl, approvato in sede redigente, sulla dichiarazione a monumento nazionale dell'Arco di Traiano di Benevento. Alle 15.30 ascolterà le comunicazioni del Presidente del Consiglio dei Ministri Mario Draghi in vista del Consiglio europeo del 24 e 25 marzo 2022.
Le Commissioni del Senato
Per quanto riguarda le Commissioni, la Affari Costituzionali si confronterà sul ddl relativo al mandato dei Sindaci, controllo di gestione e inconvertibilità degli incarichi, sul ddl sulle imprese sociali di comunità e sulla prima relazione sullo stato di attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), riferita all'anno 2021. Svolgerà, poi, delle audizioni sul disegno di legge sulla rappresentanza d’interessi. Alle 14.00 l’Esteri, con la Difesa e con le rispettive dell’altro ramo del Parlamento, ascolteranno l’Ambasciatore d'Italia in Ucraina Pier Francesco Zazo sugli sviluppi del conflitto russo-ucraino. La Commissione Bilancio dibatterà sul decreto legislativo recante attuazione della direttiva sui requisiti di accessibilità dei prodotti e dei servizi, alle 14.00, con la Lavori Pubblici e Politiche dell’UE, ascolterà il Ministro delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili Enrico Giovannini sulla prima relazione sullo stato di attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), riferita all'anno 2021.
La Finanze si confronterà sullo schema di decreto ministeriale per l'individuazione delle manifestazioni da abbinare alle lotterie nazionali da effettuare nell'anno 2022. La Istruzione esaminerà il ddl per l’iscrizione contemporanea a due corsi d’istruzione superiore, il ddl sulle attività di ricerca e reclutamento di ricercatori, il ddl sulle competenze non cognitive e il ddl per la promozione dei cammini come itinerari culturali. A seguire, proseguirà le audizioni sul ddl per l’insegnamento dell'educazione economica e finanziaria e sull'impatto della pandemia sugli studenti delle scuole secondarie. L’Agricoltura, con la Salute, sul disegno di legge sulla diffusione in Italia della peste suina africana. La Industria esaminerà la legge annuale per la concorrenza.
La Lavoro esaminerà il disegno di delega sulla famiglia e svolgerà diverse audizioni nell’ambito dell’indagine conoscitiva sui canali d’ingresso nel mondo del lavoro e sulla formazione professionale dei giovani (stage, tirocinio e apprendistato). La Territorioesaminerà il disegno di legge sulla rigenerazione urbana, il ddl per la riduzione dell'inquinamento da sostanze poli e perfluoroalchiliche (PFAS) e per il miglioramento della qualità delle acque destinate al consumo umano e la prima relazione sullo stato di attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), riferita all'anno 2021. La Politiche dell’Ue proseguirà il confronto sulla legge di delegazione europea 2021.
L’Aula della Camera
L’Assemblea della Camera tornerà a riunirsi alle 9.00 per le comunicazioni del Presidente del Consiglio dei ministri Mario Draghiin vista della riunione del Consiglio europeo del 24 e 25 marzo 2022. Alle 15.00, come di consueto, svolgerà il question time. E, dopo che ieri è stata posta la fiducia, alle 16.00 riprenderà l’esame del decreto sostegni ter prima votando la fiducia e poi a seguire gli ordini del giorno sino all’approvazione definitiva del provvedimento.
A seguire esaminerà le mozioni per il sostegno del settore della moda, le mozioni per il sostegno del comparto automobilistico, la pdl per la concessione dei benefici penitenziari nei confronti dei detenuti o internati che non collaborano con la giustizia, la pdl di revisione del modello di Forze armate interamente professionali, la pdl per la prevenzione dei fenomeni eversivi di radicalizzazione violenta, inclusi i fenomeni di radicalizzazione e di diffusione dell'estremismo violento di matrice jihadista e la proposta di legge costituzionale per il riconoscimento delle peculiarità delle Isole e il superamento degli svantaggi derivanti dall'insularità. Successivamente esaminerà la proposta di legge costituzionale per l'elezione diretta del Presidente della Repubblica, la proposta di legge sull’esercizio della libertà sindacale del personale delle Forze armate e delle Forze di polizia a ordinamento militare e la mozione sulla disciplina di bilancio e governance economica dell’Unione europea.
Le Commissioni della Camera
Per quanto riguarda le Commissioni, la Giustizia, con la Lavoro, svolgerà delle audizioni sulle condizioni di lavoro in cui si trova a operare il personale della polizia penitenziaria. La Ambiente con la Trasporti si confronterà sullo schema di decreto del Presidente del Consiglio dei ministri per l’individuazione di interventi diversi nei settori delle infrastrutture portuali, dei presìdi di pubblica sicurezza, delle infrastrutture idriche e delle infrastrutture stradali quali interventi infrastrutturali prioritari per la cui realizzazione o il cui completamento si rende necessaria la nomina di commissari straordinari. La Trasporti, con la Attività Produttive, svolgerà delle audizioni sullo schema di decreto legislativo sui requisiti di accessibilità dei prodotti e dei servizi. A seguire esaminerà lo schema di decreto del Presidente del Consiglio dei ministri sui lavori relativi alla linea C della metropolitana di Roma e alla rete tranviaria di Roma. La Affari Sociali svolgerà delle audizioni sulla pdl di delega al Governo per il riordino della disciplina degli Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico.