La Premier è pronta per il Consiglio Ue. Nervosismo alla Camera
La premier Giorgia Meloni si appresta a mettere sul tavolo della riunione del Consiglio europeo, che riguarderà soprattutto i temi dell'economia, le battaglie che sta portando avanti, dalla conferma di un sostegno senza se e senza ma all’Ucraina alla necessità che l'Europa si faccia carico del problema dell'immigrazione. L'obiettivo è far sì che le istituzioni comunitarie prendano un impegno concreto, con delle tempistiche certe, per evitare che il nostro Paese sia ancora una volta lasciato solo e diventi “il campo profughi d'Europa”. Prima di volare a Bruxelles ha sentito la presidente della Commissione von der Leyen ma anche il Cancelliere tedesco Olaf Scholz, il primo Ministro greco Kyriakos Mitsotakis e quello polacco Mateusz Morawiecki; la convinzione del Governo è che, anche grazie alla sponda dei Paesi che affacciano sul Mediterraneo, si possano ottenere dei risultati. La premier prima al Senato e poi alla Camera è tornata a ribadire la sua strategia. A palazzo Madama sono arrivati i distinguo del capogruppo della Lega Massimiliano Romeo, a Montecitorio non erano presenti i rappresentanti del Carroccio al governo, assenze rimarcate dall'opposizione e derubricate dal presidente dei deputati Riccardo Molinari che ha sottolineato che non c'è alcun problema politico. Matteo Salvini ha fatto sapere di non volere smarcamenti e lo stesso Silvio Berlusconi, parlando con i suoi, ha rimarcato quanto sia stata efficace la premier a palazzo Madama.
Restano i dubbi negli alleati di FdI, soprattutto in caso di un’escalation militare e qualora ci dovesse essere un nuovo invio di armi, anche se c'è piena sintonia con la Premier: “La maggioranza è compatta” dice il capogruppo di FdI a Montecitorio, Tommaso Foti. Meloni ha alzato il tiro nei confronti di chi, a suo dire, fa campagna elettorale sull'Ucraina: fermarsi? “Bisognerebbe dirlo a Putin. Non si può consentire l'invasione dell'Ucraina. Se noi ci fermiamo la consentiamo. Pensate che a qualcuno piace la guerra? La situazione è più complessa di quanto dice la propaganda”, ha detto rivolgendosi al M5S. La premier ha voluto ascoltare l'intervento di Giuseppe Conte prima di dirigersi al Quirinale per l'appuntamento che precede il Consiglio Ue.
Meloni ha attaccato anche sul fronte dell'immigrazione, rivolgendosi questa volta al Pd e a chi, a suo dire, racconta menzogne sulla tragedia di Cutro: “Si continua a dire che il Governo non avrebbe salvato queste persone perché non aveva la volontà” di farlo, “si continua a insinuare questo dubbio senza avere elementi, non si stabilisce a monte il colpevole. Ci sono stati riferimenti abbastanza avvilenti e molte falsità”, è l'accusa, “Si tratta di una calunnia”, di “una mancanza di rispetto” verso chi ogni giorno s’impegna per salvare persone in mare; “Noi stiamo facendo un enorme sforzo. Siamo il Governo che ha salvato più persone”, ha sottolineato Meloni, “stiamo lavorando per bloccare le partenze illegali, anche con una missione Ue, e allo stesso tempo puntiamo sull'immigrazione legale con il decreto flussi. Basta con il liberi tutti”. Barra dritta anche sul Mes (in Commissione Affari esteri è stato rinviato il voto sulla proposta di legge del Pd per ratificarlo): “Non è una Banca centrale”, è uno strumento che può servire se indirizzato alla politica industriale, “non è un totem”. Così come sulla direttiva Ue sulle auto green e sullo stop su diesel e benzina: “Siamo d'accordo sugli obiettivi che l'Europa si dà sulla transizione verde, quello su cui non siamo d'accordo è che l'Europa debba dirci anche quali devono essere le tecnologie” di cui servirsi, "il punto è non devastare il nostro sistema produttivo”.
Il Governo stringe sulle nomine anche se i nodi rimangono
Dietro le fibrillazioni della Lega non c'è solo la questione Ucraina ma anche il delicato risiko sulle nomine delle società partecipate, entrato nella fase delle decisioni. Al momento non ci sarebbe ancora un’intesa tra i partiti della maggioranza; il dossier è in mano a Giorgia Meloni e condiviso, con riunione periodiche, con Matteo Salvini, Giancarlo Giorgetti, Antonio Tajani e Gianni Letta. La Premier Meloni l'8 marzo ha annunciato come obiettivo una donna alla guida di una grande partecipata e vari profili sono in questi giorni al vaglio: uno è quello di Roberta Neri, nome che viene accostato a Enav, dove è già stata amministratore delegato nel 2015-2020. Gli assetti delle partecipate non quotate dovrebbero essere definiti dal 15 al 31 maggio ed entro la prima settimana di aprile si cerca di chiudere sulle cinque grandi partecipate quotate (Eni, Enel, Terna, Leonardo e Poste italiane). Sembra ci sia la convinzione generalizzata nel Governo che nessuno intende spostare Claudio Descalzi dalla poltrona di Ad di Eni; fonti di centrodestra raccontano invece di una certa tensione sulla conferma di Stefano Donnarumma come Ad di Terna: la Lega spinge in questa direzione, da FdI c'è più freddezza. Su queste partite i protagonisti tengono molte carte ancora coperte.
Da giorni circola il nome di Paolo Scaroni, accostato ora a Enel ora a Leonardo, ma le sue quotazioni non sarebbero altissime, a sentire diverse fonti di maggioranza. Per sostituire Alessandro Profumo nel ruolo di AD di Leonardo, sembrerebbe prendere forza una soluzione interna come quella di Lorenzo Mariani, AD della controllata Mbda Italia. Roberto Cingolani, dato in pole per mesi, è appena entrato nel board del Fondo per l'innovazione della Nato. Il nome di Elisabetta Belloni è circolato, oltre che per Mps, anche per la presidenza della partecipata specializzata in difesa, ma le ultime indiscrezioni sembrano andare nella direzione della conferma di Luciano Carta. Si parlerebbe sempre meno, invece, di un ruolo per l'ex AD di Terna Flavio Cattaneo. Tra le caselle da riempire anche quelle della Consob e della nuova direzione del Ministero dell'Economia che vigilerà sulle controllate del Tesoro. Intanto, da Consob si è dimesso il consigliere Paolo Ciocca che potrebbe ricoprire il ruolo di direttore del nuovo ufficio che si è creato in via XX Settembre. Sullo sfondo, anche la distribuzione delle presidenze delle commissioni bicamerali: nell'ultima riunione di maggioranza è stato delineato uno schema con 10 poltrone a FdI, 4 a Lega e a FI, e una a Noi moderati.
Schlein insiste: Boccia-Braga capigruppo ma è tensione con la minoranza
Elly Schlein sembra aver deciso che i capigruppo saranno Francesco Boccia al Senato e Chiara Braga alla Camera, ma la segretaria prima del voto vuole un incontro con i gruppi parlamentari; solo il giorno dopo, martedì, si dovrebbe poi votare per il rinnovo delle presidenze dei gruppi parlamentari. Le barricate della minoranza non sembrano avere effetto sulla leader Pd e l'ipotesi di una conta con Debora Serracchiani non spaventa, innanzitutto perché i suoi luogotenenti hanno lavorato a lungo in questi giorni in Parlamento e le hanno assicurato che non tutta l'area Bonaccini è pronta allo scontro. Il presidente Pd continuerà a insistere per avere almeno un presidente di gruppo, ma secondo quanto raccontano Schlein non intende cedere e la trattativa potrebbe al massimo riguardare qualche posto nella segreteria, compreso un vice-segretario. Certo, il clima non è sereno, quell'atmosfera da “gestione unitaria” che si respirava all'assemblea di dieci giorni fa sembra già svanita.
Ma tra i fedelissimi di Schlein si punta innanzitutto sulle divisioni della minoranza: “Alcuni di loro non andranno contro la scelta della segretaria” e in particolare si fanno i nomi dei parlamentari dell’area Letta, come Anna Ascani, Marco Meloni, Matteo Mauri, ma non solo. Di fronte ad un’indicazione precisa di Schlein chi si metterà davvero di traverso? è il ragionamento. Qualcuno che vorrebbe farlo c'è, parecchi spingono per contrapporre la Serracchiani alla Braga, nella minoranza l'insofferenza è molta ma in ogni caso alla fine si è scelto di temporeggiare, di arrivare appunto a lunedì per una riunione che sarebbe il primo incontro ufficiale tra la neo-segretaria e i gruppi parlamentari, un appuntamento sulla situazione politica, una riflessione sulla situazione e l'illustrazione delle linee guida della nuova segreteria. Solo il giorno dopo si andrà al voto e in molti sostengono che sarà il primo vero banco di prova della nuova segretaria.
Alla Camera
L’Assemblea della Camera dei deputati tornerà a riunirsi alle 9.30 per esaminare la proposta d’istituzione di una Commissione parlamentare d’inchiesta sulla scomparsa di Emanuela Orlandi e di Mirella Gregori e la proposta d’istituzione di una Commissione parlamentare d’inchiesta sulle condizioni di sicurezza e sullo stato di degrado delle città e delle loro periferie.
Per quanto riguarda le Commissioni, la Affari costituzionali esaminerà il decreto per la protezione temporanea per le persone provenienti dall'Ucraina e la pdl per l’inserimento in Costituzione dell’attività sportiva. Svolgerà diverse audizioni sulle pdl relative alla rappresentanza degli interessi. La Giustizia dibatterà sulle pdl per la tutela del rapporto tra detenute madri e figli minori, sulla pdl per l’istituzione del reato di surrogazione di maternità commesso all’estero da cittadino italiano e sulla pdl sull’inviolabilità del domicilio da occupazione arbitraria. La Esteri si confronterà sulla risoluzione relativa alla repressione in atto in Tunisia, la risoluzione sul riconoscimento di Gerusalemme come capitale d’Israele e alle 14.30, con la rispettiva del Senato, ascolterà il Ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale Antonio Tajani sugli esiti del Consiglio affari esteri dell'Unione europea del 20 marzo 2023.
La Bilancio ascolterà i rappresentanti del CNEL nell'ambito dell'indagine conoscitiva sugli effetti macroeconomici e di finanza pubblica derivanti dagli incentivi fiscali in materia edilizia. La Finanze esaminerà il decreto-legge sulla cessione dei crediti. La Cultura ascolterà il Presidente del CNEL Tiziano Treu nell'ambito dell'esame delle proposte di legge per l’introduzione dell'insegnamento del diritto del lavoro e della cultura della sicurezza nei luoghi di lavoro nelle scuole secondarie, e svolgerà delle audizioni sulla pdl per la prevenzione della dispersione scolastica mediante l'introduzione sperimentale delle competenze non cognitive nel metodo didattico. La Affari Sociali esaminerà e svolgerà delle audizioni per aggiornare gli standard per la distribuzione dei punti nascita. La Agricoltura esaminerà la pdl per la promozione e la valorizzazione delle attività del settore florovivaistico.
Al Senato
Dopo che ieri ha approvato il disegno di legge sull’equo compenso delle prestazioni professionali, l’Assemblea del Senato tornerà a riunirsi alle 10.00 per lo svolgimento delle interrogazioni e alle 15.00 per le interrogazioni a risposta immediata.
Per quanto riguarda le Commissioni, la Giustizia proseguirà le audizioni nell’ambito dell’indagine conoscitiva sul tema delle intercettazioni. La Esteri e Difesa ascolterà il Capo di Stato maggiore della Difesa amm. Giuseppe Cavo Dragone sulle linee programmatiche del suo mandato. La Bilancio potrebbe esaminare gli emendamenti segnalati al decreto Pnrr.