Oggi a Bruxelles si apre il Consiglio europeo sull'Ucraina con Biden
I Capi di Stato e di governo dell'Ue s’incontrano al Consiglio europeo oggi e domani a Bruxelles, per la quarta volta nelle ultime cinque settimane. La riunione, a cui per l'Italia parteciperà il presidente del Consiglio Mario Draghi, sarà particolarmente importante perché sarà preceduta da un vertice della Nato e uno del G7, sempre a Bruxelles, e soprattutto perché prevede la partecipazione, domani pomeriggio, del presidente americano Joe Biden, che era già intervenuto, in videoconferenza e non di persona, a un vertice Ue nel marzo 2021 sulla pandemia. I leader dei Paesi Ue cominceranno ad arrivare al Consiglio europeo nel pomeriggio a partire dalle 14.30, mentre sarà ancora in corso o appena terminata, nel quartier generale della Nato, la riunione del G7. Biden dovrebbe arrivare attorno alle 16.00, e il suo intervento al Consiglio è previsto alle 16.30, con successivo dibattito in cui parleranno in particolare i leader dei Paesi assenti nei vertici precedenti perché non fanno parte né della Nato né del G7.
Il tema al centro del dibattito con Biden sarà naturalmente la risposta a Mosca e la riaffermazione dell'unità e della fermezza dell'Europa e dell'Occidente di fronte all'aggressione militare russa in Ucraina. Ma la discussione sarà aperta ed è molto probabile che si parli anche dei rapporti con la Cina, rimasta neutrale rispetto alla guerra di Putin, anche in vista del vertice bilaterale dell'Ue con Pechino previsto per il primo aprile. Il presidente Usa lascerà poi Bruxelles per recarsi in Polonia e non è prevista una conferenza stampa dopo il suo intervento. Attorno alle 19 dovrebbe collegarsi in video conferenza con i leader dell'Ue anche il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. In questa sessione, la discussione riguarderà proprio la situazione sul terreno in Ucraina, e l'afflusso senza precedenti di rifugiati ucraini verso gli Stati membri dell'Ue, cui sarà dedicato un Consiglio straordinario dei Ministri degli interni dell'Ue la settimana prossima.
Draghi parla alle Camere: l’Italia porterà le spese militari al 2% del Pil
Ieri, dopo il videocollegamento con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, Mario Draghi è tornato alla Camera e al Senato in vista dei vertici internazionali. Tra oggi e domani parteciperà al vertice Nato, al G7 e al Consiglio Ue. Roma resta saldamente al fianco degli alleati e della Nato, avanti, quindi, nella ricerca di dialogo e pace, ma avendo chiara le responsabilità delle forze in campo: metterle sullo stesso piano, dice chiaro Draghi replicando a deputati e senatori, significherebbe andare su un terreno che il premier giudica “scivoloso”. Punto sul quale si sofferma in più di un passaggio, concludendo “Volete scusare Putin, ma non ci sono scuse per chi aggredisce”; ecco, allora, che la risposta deve essere comune e in linea con i valori europei. Per questo Draghi non intende avallare passi indietro rispetto agli obiettivi: “I fondatori dell'Ue, tra cui De Gasperi, avevano come obiettivo la pace nel continente europeo, la pace. E proprio per questo avevano progettato la Comunità europea di difesa. Ed è proprio per questo che noi vogliamo creare una difesa europea. Ed è per questo che noi vogliamo adeguarci all'obiettivo del 2% che abbiamo promesso nella Nato”.
Draghi, poi, coinvolge nello “sforzo diplomatico” anche altri Paesi, a partire dalla Cina: “Dobbiamo ribadire la nostra aspettativa che Pechino si astenga da azioni di supporto a Mosca e partecipi attivamente e con autorevolezza allo sforzo di pace”. Camera e Senato approvano senza troppi intoppi le risoluzioni, a lungo negoziate, presentate dalla maggioranza ma le fibrillazioni interne ai partiti restano, tanto che a Montecitorio il M5S si fa notare per le numerose assenze in aula quando il presidente del Consiglio inizia a parlare. Draghi, però, non intende dare spazio a possibili spaccature: “Vorrei ringraziare tutti voi per il sostegno che state dando all'azione di Governo in vista del Consiglio europeo. È sempre importante sapere che ci si siede al tavolo avendo il Parlamento dietro e lo è ancora di più adesso, vista anche la coralità di questo sostegno”.
M5S e Lega non sono convinti sulle spese militari. Tensione nella maggioranza
Restano aperti i nodi nella maggioranza sulla presidenza della Commissione esteri e sull'aumento delle spese militari. Il pentastellato Vito Petrocelli ha ribadito di non aver alcuna intenzione di dimettersi, ma la sua posizione è indifendibile e i vertici del M5S stanno valutando la possibilità di espellerlo. Ma il vero nodo della giornata riguarda le spese militari al 2% del Pil. Il leader del M5S Giuseppe Conte è critico: “Con il caro energia come si fa ad aumentare la spesa sulle armi?”, il suo refrain. Ma pure tra i suoi fedelissimi ci s’interroga sul da farsi, perché mettersi di traverso a un impegno preso con la Nato provocherebbe scossoni nel Governo e pure nell'ex fronte rosso-giallo. Ci sono ancora diversi giorni per una convergenza ma intanto bisognerà trovare un accordo politico. La tensione nel M5S è palpabile, non è passato molto tempo dalle polemiche, accesissime, sugli F35.
Ora la linea dei pentastellati è che “L'Unione europea spende per la difesa congiuntamente 230 miliardi di dollari l'anno, quattro volte quello che spende la Russia. Ci sono enormi margini per l'ottimizzazione e l'efficientamento di queste risorse che sono già molto ingenti e più che sufficienti a garantire la difesa dell'Europa, che non aspira come gli Stati Uniti a fare il gendarme del mondo”. Ma non è solo il M5S ad alzare un muro, anche nella Lega il tema dell'aumento della spesa militare e dell'invio delle armi resta sensibile: “L'aumento deve essere contenuto e limitato nel tempo”, mette le mani avanti Matteo Salvini e chiede al presidente del Consiglio soprattutto di lavorare per una de-escalation del conflitto. Il capogruppo della Lega Massimiliano Romeo nella sua replica al Senato ha chiesto al Premier “di usare in alcune circostanze toni un po' più pacati, perché in qualche occasione sono stati percepiti toni un po' tropo belligeranti”. Una richiesta su cui il Presidente del Consiglio non ha ribattuto.
Slitta l’approdo in aula della riforma del Csm. Il Governo non esclude la fiducia
Il Governo non ha escluso il ricorso alla fiducia sulla riforma del Csm. Ieri c’è stato un incontro tra la maggioranza e l'esecutivo cui ha partecipato anche la ministra della giustizia Marta Cartabia. Il Governo ha sottolineato che la possibilità di blindare il provvedimento non è stata scartata dal primo momento, già in Consiglio dei ministri. Durante l'incontro c’è chi ha rimarcato come lo stesso premier Mario Draghi abbia ipotizzato di lasciare margini di dialogo alle forze politiche della maggioranza per modificare l'emendamento presentato dall'esecutivo. Il ricorso alla fiducia è l'ipotesi più probabile in campo anche per le differenti posizioni dei partiti che sostengono l'esecutivo.
Inoltre il Governo, sempre secondo fonti parlamentari, ha osservato che non si potrebbe virare sul sorteggio per quanto riguarda l’elezione dell'organo di autogoverno della magistratura: la tesi è che sarebbe anticostituzionale, così come violerebbe la Carta anche il ricorso alla responsabilità civile dei magistrati. Stesso discorso anche sull’eventualità di inserire nello stop alle porte girevoli tra toghe e politica anche i parlamentari e gli assessori regionali, battaglia portata avanti dal Movimento 5 Stelle che chiede un ritorno all'impianto Bonafede. La Commissione Giustizia intanto ha chiesto altre due settimane per esaminare il dossier e quindi la riforma del Csm approderà in Aula non più il 29 marzo ma l'11 aprile.
L’Aula del Senato
L’Assemblea del Senato tornerà a riunirsi alle 15.00 per lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.
Le Commissioni del Senato
Per quanto riguarda le Commissioni, la Affari Costituzionali svolgerà delle audizioni sul disegno di legge sulla rappresentanza d’interessi e alcune sul ddl per l’istituzione della Giornata nazionale in memoria degli immigrati vittime dell'odio razziale e dello sfruttamento sul lavoro. La Commissione Bilancio dibatterà sul decreto legislativo recante attuazione della direttiva sui requisiti di accessibilità dei prodotti e dei servizi. La Finanze dibatterà l’affare assegnato sulla valutazione degli aspetti tributari connessi alla determinazione dei prezzi dei carburanti, sullo schema di decreto legislativo relativo al regime generale delle accise per quanto riguarda gli sforzi di difesa nell’ambito dell’Unione e alle 16.00 ascolterà il Comandante Generale della Guardia di Finanza sull'attività svolta.
L’Agricoltura, con la Salute, dibatterà sul disegno di legge sulla diffusione in Italia della peste suina africana. La Industria esaminerà la legge annuale per la concorrenza. A seguire esaminerà il ddl sulla disciplina dell'attività di perito assicurativo, il ddl per la tutela e sviluppo artigianato artistico e il ddl sulla disciplina della professione di guida turistica. La Territorio esaminerà il disegno di legge sulla rigenerazione urbana, il ddl per la riduzione dell'inquinamento da sostanze poli e perfluoroalchiliche (PFAS) e per il miglioramento della qualità delle acque destinate al consumo umano e la prima relazione sullo stato di attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), riferita all'anno 2021.
L’Aula della Camera
Dopo che ieri è stata votata la fiducia, l’Assemblea della Camera tornerà a riunirsi alle 9.30 per l’approvazione definitiva del decreto sulle misure urgenti in materia di sostegno alle imprese e agli operatori economici, di lavoro, salute e servizi territoriali, connesse all'emergenza da Covid-19, nonché per il contenimento degli effetti degli aumenti dei prezzi nel settore elettrico, il cosiddetto decreto sostegni ter.
A seguire esaminerà le mozioni per il sostegno del settore della moda, le mozioni per il sostegno del comparto automobilistico, la pdl per la concessione dei benefici penitenziari nei confronti dei detenuti o internati che non collaborano con la giustizia, la pdl di revisione del modello di Forze armate interamente professionali, la pdl per la prevenzione dei fenomeni eversivi di radicalizzazione violenta, inclusi i fenomeni di radicalizzazione e di diffusione dell'estremismo violento di matrice jihadista e la proposta di legge costituzionale per il riconoscimento delle peculiarità delle Isole e il superamento degli svantaggi derivanti dall'insularità. Successivamente esaminerà la proposta di legge costituzionale per l'elezione diretta del Presidente della Repubblica, la proposta di legge sull’esercizio della libertà sindacale del personale delle Forze armate e delle Forze di polizia a ordinamento militare e la mozione sulla disciplina di bilancio e governance economica dell’Unione europea.
Le Commissioni della Camera
Per quanto riguarda le Commissioni, la Affari Costituzionali esaminerà la pdl sulla base territoriale per l'elezione del Senato e di riduzione del numero di delegati regionali per l'elezione del Presidente della Repubblica, la relazione sullo stato di attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), riferita all'anno 2021, la pdl per la riduzione del numero dei componenti di organi parlamentari bicamerali e la pdl per il computo dei votanti per la validità delle elezioni comunali e il numero delle sottoscrizioni per la presentazione dei candidati alle medesime elezioni. La Giustizia, con la Lavoro, discuterà sulla relazione sullo stato di attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), riferita all'anno 2021 e sulla pdl per la tutela del rapporto tra detenute madri e figli minori e sulla pdl relativa alla disciplina degli stupefacenti e sostanze psicotrope. La Esteri alle 8.30 ascolterà l’Ambasciatore d'Ucraina in Italia Yaroslav Melnyk sugli sviluppi del conflitto russo-ucraino.
La Lavoro esaminerà le pdl sull’obbligo contributivo dei liberi professionisti appartenenti a categorie dotate di una propria cassa di previdenza e ascolterà i rappresentanti di Assologistica e di Federdistribuzione nell'ambito della discussione delle risoluzioni sul lavoro nei settori della logistica e del trasporto su strada. La Agricoltura alle 14.00 ascolterà il Sottosegretario di Stato per gli Affari esteri e la cooperazione internazionale Manlio Di Stefano sul rilancio del Made in Italy con specifico riferimento ai prodotti agroalimentari.