C’è tensione per il voto sullo scostamento. Il Governo tratta con il centrodestra

Così non si va più avanti: il messaggio da giorni arriva da Iv e dal Pd che non a caso hanno cominciato a parlare apertamente delle necessità di ridefinire la compagine di governo. Certo, c’è l'emergenza coronavirus da affrontare (il vertice sulle misure da decidere in vista del Natale è stato rinviato a oggi) ma cresce l'insoddisfazione per l'impasse sui dossier sul tavolo, dal caso Calabria al Mes, per finire con il tema delle riforme istituzionali. L’altra sera durante una riunione di partito i capigruppo del Pd hanno ribadito che deve essere il premier Giuseppe Conte, garante dell'alleanza, a sbloccare la situazione. Le fibrillazioni nel fronte giallorosso sono all'ordine del giorno ma c’è da registrare un clima sempre più teso (il braccio di ferro sulle nomine e sulla decisione del premier di prorogare Vecchione a capo del Dis senza un confronto preventivo è solo un segnale del malessere dei gruppi Pd) alla vigilia della partita considerata più importante, ovvero quella sulla gestione dei fondi del Recovery plan. Al momento però i fari sono puntati soprattutto al Senato dove i numeri restano ballerini. E si prevedono dieci giorni sulle montagne russe per il Governo e la maggioranza. 

Oggi il primo appuntamento: i giallorossi hanno appositamente spinto per il voto sullo scostamento prima alla Camera e poi al Senato (senza l'ok del centrodestra la maggioranza prevede tra i 164 e i 168 voti); gli azzurri a Montecitorio hanno aperto in maniera più convinta all'ipotesi del sì mentre a palazzo Madama si registra ancora qualche mugugno. La partita è in mano ai tre leader del centrodestra che ieri si sono visti (Berlusconi in collegamento) per ribadire che ci sarà una risoluzione e una posizione comune. Al documento ci lavorano sei esperti della coalizione (anche i leghisti Borghi e Bagnai). Ufficialmente in base alla risposta del governo si deciderà il da farsi, ma Silvio Berlusconi ha già deciso di dare il via libera; nel pomeriggio Fdi e Lega ancora propendevano per l'astensione ma non si esclude che tutto il centrodestra viri sul sì: “Se mi metti le dita negli occhi ti voto contro, se mi accogli le proposte ti voto a favore”, ha detto Matteo Salvini. Sulla scelta del Cavaliere ha pesato anche la mano tesa del ministro dell'Economia Roberto Gualtieri, che ha considerato positive le proposte di FI, promettendo di “incrementare il sostegno a lavoratori autonomi, commercianti, artigiani, professionisti, attraverso l'ampliamento della moratoria fiscale, con il rinvio delle scadenze di fine anno che vada oltre i settori dei codici Ateco direttamente interessati dalle misure restrittive”. Non è escluso quindi che alla fine, di fronte alle aperture del Governo, sia tutto il centrodestra a convergere per il semaforo verde.

Inizia un periodo non facile per la maggioranza di Governo

Il confronto si gioca anche sul dl ristori quater: il tentativo è di far sì che si trasformi in un emendamento e che ci sia un unico provvedimento accomunando i precedenti decreti dell'esecutivo fornendo così una prova nero su bianco sulle richieste avanzate dai partiti del centrodestra. Ma ci sono diverse date da segnare per verificare la solidità della maggioranza: la Camera dopo la fiducia sul dl immigrazione da lunedì si occuperà della manovra che poi arriverà per il via libera finale il 22 dicembre a palazzo Madama; nel calendario spiccano poi le comunicazioni del presidente del Consiglio Giuseppe Conte il 9 dicembre in vista del Consiglio europeo; venerdì sarà il ministro dell'Economia Roberto Gualtieri a riferire sul fondo Salva-Stati; poi dopo la pausa di Natale il Governo varerà un quinto decreto ristori e chiederà un nuovo scostamento di bilancio

Al di là delle prove in Parlamento la maggioranza dovrà sciogliere in tempi brevi i nodi sul tavolo, dalla scelta del commissario della sanità in Calabria (c'e' l'ipotesi dell'attuale coordinatore del Comitato tecnico scientifico Miozzo) alla struttura della cabina di regia sul Recovery plan che il Pd vorrebbe in capo al Mef e non a palazzo Chigi. Cresce la fibrillazione anche nel Movimento 5 stelle: oggi i deputati che hanno votato per il no al referendum sono stati sospesi (tra i nomi quello di Lapia e Colletti) ma lo stesso provvedimento potrebbe colpire anche alcuni senatori che si sono mossi nella stessa direzione. 

Il Governo ridisegna collegi elettorali

Il Governo ha varato il decreto legislativo che ridisegna i collegi elettorali in caso di ritorno alle urne. Con l'ok del referendum sul taglio ai parlamentari e la successiva promulgazione della legge da parte del capo dello Stato Sergio Mattarella, l'esecutivo di Giuseppe Conte aveva tempo 60 giorni per rimettere a posto i collegi elettorali dopo la diminuzione di deputati e senatori da 945 a 600. In questo modo si rende applicabile il Rosatellum, in altre parole si potrebbe andare a votare non appena il decreto sarà convertito in legge. “Il Governo - ha annunciato il ministro per i rapporti col Parlamento Federico D'Incà - ha integralmente fatto propria la proposta della Commissione tecnica, senza esercitare alcuna forma di discrezionalità politica perché è necessario assicurare la massima neutralità nella delineazione territoriale dei collegi. La tempestiva adozione del decreto legislativo rappresenta un adempimento costituzionale necessario in attesa che sia approvata la nuova riforma elettorale all'esame delle Camere”. La questione squisitamente tecnica sconfina irrimediabilmente in quella politica: in realtà si potrebbe anche andare a votare anche ora con la legge elettorale attuale, ma è la volontà politica a mancare. Nessuno, né all'opposizione tantomeno in maggioranza, ha intenzione di affrontare una chiamata alle urne in piena pandemia, senza contare che per i partiti che sostengono il governo Conte 2 il patto di legislatura, con scadenza 2023, prevede di assolvere al compito più delicato: trovare il successore di Sergio Mattarella

Altro nodo è quello della legge elettorale in discussione alla Camera, dove si registra una pesante impasse. A corredo sembrano stagnare anche i correttivi costituzionali, necessari per il Pd, al taglia poltrone: la diminuzione dei rappresentanti regionali per l'elezione del presidente della Repubblica, il voto ai diciottenni e la modifica su base regionale s in Senato, tutte riforme che vedono al tavolo del confronto posizioni distanti e cui Italia Viva ha già annunciato di voler aggiungere la riforma del bicameralismo e quella del Titolo V. Il confronto dovrebbe riprendere la prossima settimana, con un altro incontro: o ci saranno passi avanti altrimenti saranno i leader a dover sbrogliare la matassa. Se dal Nazareno è stata ribadita la necessità di approvare il Brescellum prima dell'estate, il decreto collegi non arriverà in Parlamento prima del nuovo anno: con la manovra appena incardinata a Montecitorio, una serie di decreti legge in esame e da licenziare (pena la decadenza), la modifica dei collegi potrebbe approdare in una delle due Camere non prima di gennaio, quando si aprirà il semestre bianco di Mattarella

Al Senato

L’Assemblea del Senato tornerà a riunirsi 9.30 per la discussione delle interrogazioni a risposta immediata e la discussione della relazione sullo scostamento di bilancio.

Per quanto riguarda le Commissioni, la Affari Costituzionali svolgerà delle audizioni sul ddl costituzionale sulla clausola di supremazia e alcune sull’affare assegnato relativo alle modalità più efficaci per l'esercizio delle prerogative costituzionali del Parlamento nell'ambito di un'emergenza dichiarata. La Bilancio, in sede riunita con la Finanze, esaminerà il decreto per la tutela della salute e le misure di sostegno economico connesse all'emergenza COVID, il cosiddetto decreto ristoro. La Lavori Pubblici, con l’Industria, esaminerà lo schema di decreto del Presidente del Consiglio dei ministri recante regolamento per l'individuazione degli attivi di rilevanza strategica nei settori dell'energia, dei trasporti e delle comunicazioni. La Sanità si confronterà sull’affare assegnato sulle iniziative per favorire il ritorno alla normalità delle cure e il riconoscimento dei diritti dei malati oncologici.

Alla Camera

L’Aula della Camera tornerà a riunirsi alle 10.00 per la discussione della relazione sullo scostamento di bilancio.

Per quanto riguarda le Commissioni, la Affari Costituzionali esaminerà il decreto relativo alle disposizioni urgenti in materia d’immigrazione, protezione internazionale e complementare, nonché misure in materia di divieto di accesso agli esercizi pubblici e ai locali di pubblico trattenimento, di contrasto all'utilizzo distorto del web e di disciplina del Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale. La Giustizia discuterà sulla pdl di delega al Governo per la riforma dell'ordinamento giudiziario e per l'adeguamento dell'ordinamento giudiziario militare, nonché disposizioni in materia ordinamentale, organizzativa e disciplinare, di eleggibilità e ricollocamento in ruolo dei Magistrati e di costituzione e funzionamento del Consiglio superiore della magistratura, e sulla proposta di legge relativa all’accesso alla professione forense. A seguire esaminerà lo schema di decreto legislativo sul mandato d'arresto europeo e sulle procedure di consegna tra Stati membri, e lo schema di decreto legislativo sulla cooperazione rafforzata sull'istituzione della Procura europea (EPPO). 

La Esteri, assieme alla rispettiva del Senato, ascolterà il Ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale Luigi Di Maio sui profili di competenza contenuti nel disegno di legge recante il bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2021 e il bilancio pluriennale per il triennio 2021-2023. La Commissione Bilancio dalle 10.00 proseguirà il confronto sulla legge di bilancio. La Affari Sociali esaminerà il decreto-legge per il rilancio del servizio sanitario della regione Calabria e per il rinnovo degli organi elettivi delle regioni a statuto ordinario. La Agricoltura dibatterà sullo schema di decreto legislativo per la produzione e la commercializzazione dei materiali di moltiplicazione della vite. Infine la Politiche dell’Unione Europea esaminerà la Legge europea 2019-2020.



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