La Lega presenta una mozione di sfiducia al ministro Gualtieri
Un piano leghista per la ricostruzione: da qui tenta di ripartire Matteo Salvini che, intanto, ieri al Senato ha presentato la mozione di sfiducia individuale al Ministro dell'Economia Roberto Gualtieri, per le ambiguità a suo giudizio dimostrate dal Governo su Mes e altri strumenti che hanno portato a un esito “estremamente insoddisfacente” nella trattativa con gli altri Paesi dell'Unione europea. Con la Lega in calo nei sondaggi, il segretario leghista ha evocato la piazza, sostenendo che sono tante le richieste di manifestare che gli giungono negli ultimi giorni dai sostenitori. La piazza, il comizio mancano al capo della Lega, uno che ha costruito la sua fama a “colpi di selfie”, oltre che di post su Facebook. Ma non ci sarà alcuna manifestazione a breve, nessuna disobbedienza civile o forzatura del lockdown: “Ho criticato le manifestazioni del 25 aprile, mica voglio fare come loro”, ha detto Salvini ai suoi, garantendo che la Lega non promuoverà eventi pubblici fino a quando non sarà consentito per legge. Quindi, parola d'ordine, non piazza ma proposta. Ed è così che, dopo le conferenze stampa su turismo e disabili, la Lega organizzerà per il primo maggio un evento dedicato alla ricostruzione.
Al piano che Salvini intende presentare sta lavorando tutto il team economico del partito, guidato da Alberto Bagnai, di cui fanno parte gli ex sottosegretari Claudio Durigon, Massimo Garavaglia, Massimo Bitonci ed Edoardo Rixi. Ma alla conferenza stampa parteciperanno tutti i responsabili dei dipartimenti, e quindi, anche Giancarlo Giorgetti: la foto del primo maggio smentirà le ricostruzioni di stampa sulle divisioni interne emerse nei giorni scorsi, che nella Lega non vengono completamente negate ma ridimensionate al rango di diversità di vedute. Sono tre, infatti, i fronti caldi: Nord, Ue e Governo su cui Salvini sta giocando la sfida più difficile del suo partito in un momento drammatico per tutto il Paese, visto che il coronavirus ha attaccato al cuore del suo elettorato, il lombardo-veneto. I nomi che vengono citati come animatori della presunta area interna anti-salviniana sono quelli del vice segretario Giancarlo Giorgetti e del governatore veneto Luca Zaia, ma difficilmente si tratta di personaggi che possono dar vita a una corrente in Lega.
Varata la Fase 2 arrivano le proteste
Il via della fase 2 non è stato come quello, arrivato in un'Italia assediata dal virus, della fase 1. Un'ondata di proteste, polemiche, fughe in avanti ha segnato il day after del Dpcm che partirà il 4 maggio investendo il premier Giuseppe Conte e mettendo quasi a rischio l'applicazione di un piano omogeneo per il mese di maggio. E forse non è un caso che, con poco preavviso, Conte sceglie in serata di andare nel cuore della crisi Covid-19, la Lombardiagovernata da quell'Attilio Fontana con cui i rapporti sono stati perlomeno altalenanti. Nella Regione-traino dell'industria italiana, fortino della Lega che grida al riaprite tutto, Conte ribadisce la sua ratio della fase 2: “Non ci sono le condizioni per tornare alla normalità”. Il premier non lasciava Roma per visite ufficiali dal 27 febbraio e l’ha fatto in uno dei giorni più difficili dell'emergenza, per la tenuta del suo consenso. Milano, Bergamo, Brescia, poi, probabilmente, Codogno e Lodi: il premier vuole mettere la sia impronta sul dramma lombardo garantendo la presenza del Governo e ribadendo un messaggio che confligge, implicitamente, con quello di Attilio Fontana e di Luca Aia. Il governatore veneto, solo poche ore prima, ha messo in campo un'ordinanza infatti ben più “aperturista” del Dpcm, permettendo, ad esempio, lo spostamento nelle seconde case o nelle barche.
In questa sua controffensiva il premier può contare sul sostegno di Pd e M5S, molto meno di Iv. Il rischio cortocircuito, a maggio, non è escluso: non a caso, anche nel Pd c’è una certa fibrillazione, accompagnata dalla volontà di passare in prima linea. “C'è la necessità di dare un'anima politica a questa nuova fase”, sottolinea il Nazareno al termine della segreteria riunita da Nicola Zingaretti. Tradotto: c’è la necessità di politiche economiche che abbiano soluzioni inedite, politicamente ben riconoscibili, che, potrebbero essere segnate da unaforte presenza pubblica nella politica industriale. Dall'altra parte, nel M5S segnato dalle divisioni sul Mes, si cerca di ritrovare il bandolo della matassa su un tema bandiera: il reddito di emergenza. La linea dei vertici del Movimento è più che mai in assonanza con quella di Conte. Ma Alessandro Di Battista, in un lungo post, sembra quasi avvertire i suoi in un linguaggio tipicamente pentastellato: “La crisi del sistema liberista non farà altro che acuirne l’aggressività”.
In questo contesto Conte è chiamato ad una corsa a ostacoli. Già sul Dcpm non si escludono alcune modifiche, con nuovo decreto quindi, che chiariscano alcuni capitoli che, nelle prime ore, hanno generato confusione e che pongano fine alla polemica, che Conte avrebbe di certo voluto evitare, tra governo e Cei sulla proroga dello stop alle messe. Cavalcata prontamente dal centrodestra, il Pd si è affrettato a offrire una soluzione giuridica: un emendamento al decreto sulla crisi Covid che chiarisca un percorso normativo per la celebrazione delle messe. Dalla Lombardia Conte vuole ribadire un altro concetto che segnerà la sua fase 2: “Il Governo non cerca consenso, cerca di fare le cose giuste”. Anche per questo, è il monito del premier alle Regioni, “la ratio è un piano nazionale, se ognuno va per la sua strada è impossibile avere un piano” e anche Vittorio Colao, numero uno della task force per la fase 2, precisa che “bisogna ripartire ma in sicurezza e spiegando la necessità di raggiungere un’uniformità del contagio” sul territorio. Dal 4 maggio, aggiunge Colao, “le aperture coinvolgeranno 4,5 milioni di lavoratori”.
Renzi: l'ultimo dpcm di Conte è uno “scandalo costituzionale”
Secondo Matteo Renzi l'ultimo Dpcm sull'emergenza coronavirus, che sblocca dal 4 maggio la gran parte delle attività produttive, è “uno scandalo costituzionale”. Intervistato da Repubblica, l'ex premier e leader di Italia Vivia ha dichiarato: “La ripartenza è lenta. Non si rendono conto che in autunno ci sarà una carneficina di posti di lavoro. Ma in ogni caso il testo è un errore politico, economico e costituzionale. Politico perché delega al Comitato tecnico-scientifico una scelta che è politica: contemperare i rischi. Lo scienziato ti dice che c'è il coronavirus, il politico decide come affrontarlo. E se in Umbria o Alto Adige non ci sono contagi queste regioni non possono avere le stesse restrizioni della provincia di Piacenza”.
Renzi non intende comunque sfiduciare l'esecutivo: “Prima facciamo uscire di casa gli italiani, poi vediamo se uscire dalla maggioranza noi. C'è questo Governo, c'è questo premier e finché gli italiani sono chiusi in casa noi non apriremo alla verifica politica”. Secondo l'ex premier, Conte non avrebbe dovuto impiegare lo strumento del dpcm: “Sarebbe meno peggio un decreto legge: almeno ha garanzie, una discussione parlamentare, il dibattito pubblico, gli emendamenti. Se il dpcm fosse un decreto legge presenterei un emendamento e chiederei l'appoggio del Pd, che ha la stessa sensibilità sulla difesa dei diritti fondamentali. L'ho detto al capogruppo Graziano Delrio: io ho fatto la tesi su La Pira, tu sei dossettiano, come puoi accettare questa violenza da azzeccagarbugli sulla Costituzione più bella del mondo?”.
Al Senato
L’assemblea del Senato tornerà a riunirsi alle 15.00 per l’esame del Documento di economia e finanza 2020 (DEF) e della relativa relazione al Parlamento.
Per quanto riguarda le Commissioni, la Giustizia riprenderà il confronto con il disegno di legge sulla magistratura onoraria. La Bilancio esaminerà il Documento di economia e finanza 2020 (DEF) e la relativa relazione al Parlamento; sul medesimo argomento e con la Bilancio della Camera, dalle 9.15 ascolterà i rappresentanti di ANCI, UPI, Conferenza Regioni e Province autonome e CNEL. Alle 11.30 audirà Ministro dell'economia e delle finanze Roberto Gualtieri e successivamente i rappresentanti di ISTAT, CGIL, CISL, UIL e UGL, Confindustria, Rete Imprese Italia, Confapi, Alleanza Cooperative Italiane, Confagricoltura, CIA - Agricoltori italiani, Coldiretti e Copagri. La Finanze esaminerà lo schema di decreto ministeriale per l'individuazione delle manifestazioni da abbinare alle lotterie nazionali da effettuare nell'anno 2020 e lo schema di decreto legislativo relativo all’imposta sul valore aggiunto per le prestazioni di servizi e le vendite a distanza di beni.
La Commissione Istruzione si confronterà sul decreto per l'organizzazione e lo svolgimento dei Giochi olimpici e paralimpici invernali a Milano-Cortina nel 2026 e delle finali ATP Torino 2021-2025; su quest’ultimo decreto dalle 13.30 ascolterà gli operatori sportivi dell'associazionismo sportivo di base aderenti a Confesercenti, il Presidente del CONI Giovanni Malagò e l’Amministratore delegato del Comitato organizzativo di Milano-Cortina 2026. Infine la Politiche dell’Ue riprenderà il dibattito sulla Legge di delegazione europea 2019 e sulla relazione programmatica sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea per l'anno 2020; sul medesimo argomento ascolterà i rappresentanti di Confindustria RadioTV, RAI, Mediaset e Sky.
Alla Camera
Nella giornata di oggi l’Assemblea della Camera non si riunirà. Per quanto riguarda le Commissioni, la Affari Costituzionali alle 11.00 ascolterà la Ministra per la Pubblica amministrazione Fabiana Dadone sulle iniziative di competenza del suo dicastero adottate per fronteggiare l'emergenza epidemiologica da COVID-19. La Finanze, assieme alla Attività Produttive, proseguirà il ciclo di audizioni sul decreto liquidità. La Affari Sociali si confronterà sullo schema di decreto interministeriale concernente l'erogazione di misure a sostegno agli orfani di crimini domestici e di reati di genere e alle famiglie affidatarie.