Draghi apre il cantiere della legge di bilancio ma i partiti sono divisi
Si apre ufficialmente il cantiere sulla prossima legge di bilancio: Mario Draghi ha chiamato i Ministri a Palazzo Chigi per condividere l'impostazione della politica economica che il Governo si appresta a disegnare con la Nadef, che dovrebbe andare in Consiglio dei ministri domani, ma che inevitabilmente passerà anche per le scelte da fare sui temi che dividono la maggioranza, dal fisco alle pensioni. Alla vigilia di un voto per le amministrative delicato per gli equilibri politici dei prossimi mesi, i partiti fanno emergere la loro richiesta di essere ascoltati dal Governo sui grandi temi economici. Giuseppe Conte ha chiesto un coinvolgimento su quel patto socio-economico che Draghi ha proposto a imprese e sindacati, Enrico Letta ha presentato la proposta del salario minimo, ma sarà probabilmente il fisco il primo banco di prova per la maggioranza: Draghi potrebbe portare già domani in Cdm la delega fiscale, che tratteggerà le linee generali dell'intervento, ma la decisione sarà probabilmente presa dopo la cabina di regia che deve trovare l’intesa politica.
Anche sul resto le priorità restano molto distanti. Italia Viva vuole eliminare l'Irap almeno per le imprese individuali e i professionisti, il Pd preferirebbe dirottare quella cifra, magari adeguatamente rimpolpata, verso il taglio del cuneo fiscale, Leu chiede interventi più decisi sulla lotta all'evasione, la Lega difende a spada tratta la flat tax per gli autonomi e punta a ritocchi per non penalizzare troppo i contribuenti che superano di poco l'attuale limite dei 65mila euro per beneficiare del regime al 15%, Fi vuole il taglio dell'Irpef, dell'Irap e anche del cuneo fiscale, e il M5S chiede nel frattempo anche una rottamazione quater delle cartelle esattoriali. La cabina di regia, che dovrebbe riunirsi nel tardo pomeriggio di oggi, sarà il primo momento di confronto formale sul fisco e su tutte le altre scelte da fare in vista della legge di bilancio, di cui la Nota di aggiornamento al Def rappresenta la cornice. La spinta del Pil, che corre al 6% nel 2021, e le minori spese per gli aiuti Covid nel corso dell'anno aprono spazi di bilancio che fanno gola ai partiti. Ma il Ministro dell'Economia Daniele Franco ha più volte fatto capire di voler intervenire per ridurre il debito e il deficit.
Draghi trova l’intesa con i sindacati sulle politiche di sicurezza del lavoro
L’incontro tra Governo e Sindacati è durato poco più di un’ora ma alla fine “è stato un incontro molto utile per fissare un metodo di lavoro”, dice il premier Mario Draghi che parla di “intesa” sui temi affrontati. Sulla posizione i si trovano d'accordo anche le tre sigle confederali, anche se sul tavolo sono rimasti esclusi dal dibattito alcuni dossier molto caldi come salario minimo, fisco e il nodo di licenziamenti e delocalizzazioni. Il tema centrale è stata la sicurezza del lavoro; tre gli ambiti d’intervento immediato definiti: la creazione di una banca dati unica che incroci i dati a disposizione per rendere più efficaci i controlli e di fatto migliorare il sistema delle sanzioni; un rafforzamento delle attività di controllo, con l'accelerazione promessa dall'esecutivo sulle assunzioni di oltre duemila ispettori già annunciate e la razionalizzazione dell’assetto delle competenze in materia di ispezione; la revisione e il potenziamento del sistema della formazione dei dipendenti e degli imprenditori; infine la revisione e il potenziamento delle norme sanzionatorie da applicare a seguito delle ispezioni, con un intervento legislativo tramite decreto per disporre la sospensione di quei luoghi di lavoro dove si verificano irregolarità per consentire il ripristino delle condizioni di sicurezza.
“È stato un incontro particolarmente utile, proficuo e concreto, con alcuni interventi di medio periodo e alcuni di periodo immediato ma credo che sia importante l’oggetto di questa discussione ma anche il metodo” dice il ministro del Lavoro Andrea Orlando presente al tavolo insieme al titolare della Pa Renato Brunetta e il sottosegretario Roberto Garofoli. Governo e sindacati torneranno a riunirsi nei prossimi giorni e questo a significare che il metodo di dialogo è avviato anche se all'orizzonte ci sono questioni difficili da affrontare, come quella del salario minimo o dei licenziamenti, tema molto caldo visto che il 31 di ottobre scade il blocco dei licenziamenti per tessile, abbigliamento, commercio, turismo, servizi.
Le parole di Giorgetti su Draghi al Quirinale creano scompiglio nel PD
Mario Draghi al Quirinale e il ritorno al voto nel 2022 con il sì di Lega e Fdi, ma anche del Pd. È lo scenario su cui s’interrogano in queste ore i partiti della maggioranza, dopo che il ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti, capo delegazione della Lega al governo, ha definito “interesse del Paese” che l'attuale premier vada “subito” al Colle. Su questa ipotesi, come dice Giorgetti, pende un enorme macigno: andare alle elezioni anticipate rischierebbe di interrompere il lavoro sul Recovery plan e questo è il dubbio che frena al momento Enrico Letta. Ma nella maggioranza del Partito Democratico c’è qualcuno che si dice pronto ad andare a vedere le carte. Nulla finora è trapelato e nulla trapela da Palazzo Chigi: Draghi ha sempre rifiutato di toccare il tema, anche per una questione di rispetto verso Sergio Mattarella. Tra i partiti c’è chi sostiene che il premier conoscesse da tempo le idee del suo Ministro al riguardo e legge quello di Giorgetti come un tentativo di sondare il terreno, verificare i margini per l'elezione al Colle e il voto o, al contrario, per l'ipotesi di un governo “draghiano” che traghetti il Paese alle elezioni nel 2023. Dall'entourage di Giorgetti accolgono con “stupore” il clamore e le speculazioni sulle parole del Ministro, ma tutti i partiti pesano con attenzione il passaggio in cui dice che l'ipotesi, finora la preferita dal centrosinistra, di un bis di Mattarella sarebbe osteggiata non solo da Giorgia Meloni ma anche da Matteo Salvini.
C’è un altro aspetto, di cui tener conto: Draghi a Palazzo Chigi è al lavoro per mettere in sicurezza il Recovery plan e le riforme cruciali per ottenere i fondi europei e in Ue dovrà trattare il difficile tema del ritorno al patto di stabilità e della sua riforma. Come interrompere la sua esperienza? È quello che si chiede l'ala Pd che spinge perché Draghi arrivi al 2023 e oltre. Letta si tiene fedele alla moratoria che si è dato, perché non si parli di Colle fino a dopo le comunali e lo fa a maggior ragione nei giorni finali di una delicata campagna elettorale per le amministrative. Ma a corollario di questo discorso c’è chi, nella maggioranza Dem, osserva che certo, il discorso sarebbe diverso se Draghi accettasse di essere candidato alla successione a Sergio Mattarella. In quel caso il ritorno alle urne sarebbe uno scenario non poi così spaventoso se il voto delle comunali confermerà il trend positivo del Pd e le difficoltà del centrodestra. È uno scenario complicato, anche perché osteggiato dalle miriadi di parlamentari che con il taglio degli eletti resterebbero fuori dal Parlamento.
Al Senato
In vista delle elezioni ammnistrative che si terranno domenica 3 e lunedì 4 ottobre, nella giornata di oggi e per tutto il resto della settimana l’Assemblea del Senato non si riunirà. L’Aula di palazzo Madama riprenderà i lavori mercoledì 6 alle 9.30 con l’esame della nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2021 e di alcune ratifiche di accordi internazionali. Questa settimana anche le Commissioni non si riuniranno.
Alla Camera
Nella giornata di oggi e per tutto il resto di questa settimana anche l’Aula della Camera non si riunirà. L’Assemblea di Montecitorio riprenderà i propri lavori martedì 5 ottobre alle 10.00 con l’esame del decreto relativo alle modalità operative precauzionali e di sicurezza per la raccolta del voto nelle consultazioni elettorali dell'anno 2021 e delle mozioni per il rilancio di Alitalia e al mantenimento della continuità operativa e degli attuali livelli occupazionali della compagnia di bandiera.
Per quanto riguarda le Commissioni, la Giustizia svolgerà delle audizioni sullo schema di decreto legislativo per la lotta al riciclaggio mediante il diritto penale e alcune sullo schema di decreto legislativo sul rafforzamento di alcuni aspetti della presunzione d’innocenza e del diritto di presenziare al processo nei procedimenti penale. La Cultura, con la Trasporti, svolgerà alcune audizioni su alcuni Atti europei relativi ai diritti d’autore nell’abito della trasmissione via web. Tutte le altre Commissioni non si riuniranno.