Oggi al Senato

L’Assemblea del Senato tornerà a riunirsi a partire dalle 9.30 per proseguire il confronto sul disegno di legge relativo al Codice Antimafia. A seguire, l’Aula di palazzo Madama esaminerà il disegno di legge per la celebrazione dei duemila anni dalla morte di Ovidio.

Per quanto riguarda i lavori delle Commissioni, la Giustizia proseguirà l’esame del ddl sul reato di diffamazione. La Commissione Bilancio proseguirà l’esame del decreto per la crescita economica nel Mezzogiorno. La Commissione Finanze si confronterà sul ddl sul diritto alla restituzione del credito depositato. La Commissione Sanità esaminerà il decreto vaccini; successivamente riprenderà il confronto sul ddl relativo alle disposizioni anticipate di trattamento.

Oggi alla Camera

Per quanto riguarda l’altro ramo del Parlamento, l’Assemblea della Camera tornerà a riunirsi a partire dalle 9.30 per proseguire il confronto sulla legge annuale sulla concorrenza. Nella seduta di ieri l’Aula ha terminato l’esame degli emendamenti senza apportare modifiche al testo. A partire dalle 9.30 sono previste le dichiarazioni di voto e il voto finale. Il provvedimento, viste le modifiche inserite in Commissione, dovrà tornare al Senato per il via libera definitivo.

A seguire saranno discusse la relazione sulle forme di raccordo tra lo Stato e le autonomie territoriali e sull'attuazione degli Statuti speciali approvata dalla Commissione parlamentare per le questioni regionali, le mozioni relative all'applicazione della cosiddetta direttiva Bolkestein, la proposta di legge sulle misure per la prevenzione della radicalizzazione e dell'estremismo violento di matrice jihadista e la pdl per il sostegno e la valorizzazione del festival Umbria Jazz.

Successivamente saranno discusse le mozioni sul funzionamento delle Province, la proposta di legge per l’ abolizione dei vitalizi e sulla nuova disciplina dei trattamenti pensionistici dei membri del Parlamento e dei consiglieri regionali, e la relazione della Commissione Politiche dell’UE sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea riferita all'anno 2017 e sul Programma di lavoro della Commissione per il 2017. Alle 14 il Parlamento è convocatoin seduta comune per l'elezione di un giudice della Corte costituzionale.

Quanto ai lavori delle Commissioni, la Affari costituzionali esaminerà la pdl per la modifica del Testo unico delle leggi sull'ordinamento degli Enti locali e la pdl per l’acquisto di veicoli di servizio elettrici da parte delle Pubbliche Amministrazioni. La Commissione Giustizia si confronterà sulla pdl per la tutela degli animali. La Commissione Finanze esaminerà il decreto per la liquidazione coatta amministrativa di Banca Popolare di Vicenza e di Veneto Banca e riprenderà l’esame dello schema di decreto legislativo relativo ai mercati degli strumenti finanziari. La Affari sociali proseguirà l’esame del ddl Lorenzin sulla sperimentazione clinica di medicinali, l'aggiornamento dei livelli essenziali di assistenza, il riordino delle professioni sanitarie e sulla dirigenza sanitaria del Ministero della salute.

Ieri pomeriggio si è riunita la Capigruppo per definire il calendario delle prossime settimane. Secondo quanto è stato deciso, il DL Banche venete approderà in Aula lunedì 10 luglio. Il Governo ha comunicato che nel provvedimento verrà inserito il decreto legge sulla parità di trattamento dei creditori in caso di ricapitalizzazione nel settore creditizio. La Legge europea 2017 verrà anch’essa esaminata dall’Aula a partire dal 10 luglio. La Pdl sui vitalizi dei parlamentari approderà in Aula tra martedì 11 e giovedì 13 luglio mentre il DL Vaccini verrà esaminato a partire da martedì 25 luglio; a seguire sarà discusso il decreto sul Mezzogiorno.

Tra legge elettorale e costruzione delle colazioni

Tutto rinviato: dopo essere stata considerata una priorità politica per qualche settimana, la riforma della legge elettorale viene congelata e così l'esame in Parlamento ripartirà solo a settembre. La decisione è stata ufficializzata nel corso della Conferenza dei capigruppo di Montecitorio ed è stata sostenuta dal Partito Democratico e da Alternativa popolare, mentre Forza Italia (insieme ai centristi Civici e innovatori) avrebbe preferito riavviare subito il confronto.

E contro i tempi lunghi si scaglia anche la Lega: Matteo Salvini ha definito la scelta scandalosa, sostenendo che a mancare sia la volontà politica. Ma, come sempre, sulla legge elettorale s'incrociano le sciabole non solo fra maggioranza e opposizione ma anche all'interno degli schieramenti: gli azzurri accusano Salvini di usare parole che non corrispondono ai fatti: nel corso della riunione, Forza Italia ha sostenuto le ragioni della riapertura della discussione a partire dal prossimo mese, insieme a Fratelli d'Italia e Mdp, senza trovare al proprio fianco gli uomini di Salvini.

I Democratici, da parte loro, non sembrano intenzionati ad aprire un'ennesima volta la questione della modifica della legge elettorale, convinti che proprio il dibattito troppo politico sia fra le cause della perdita di consensi. La verità, attaccano invece gli ex compagni di partito di Mdp, è che il “Pd vuole tenersi il Consultellum”, nonostante gli appelli del presidente della Repubblica e del Parlamento.

La controversia sul timing fa eco a quella sui modelli da mettere in campo: il centrodestra resta infatti diviso, con Silvio Berlusconi che non nasconde la sua predilezione per il proporzionale e Salvini che rilancia il modello delle Regioni. Nel centro sinistra la confusione è totale. Con il fallimento del patto a quattro un sistema simile a quello tedesco è oramai tramontato definitivamente; il dibattito è così ripartito dall’inizio e ogni forza politica è ritornata sulle sue posizioni originarie: un mix fra sistemi proporzionali,maggioritari, con collegi, liste bloccate e preferenze.

In casa del Partito Democratico la tensione è alle stelle. Anche ieri è proseguito il durissimo botta e risposta fra i renziani e le altre anime del partito. Il ministro Luca Lotti, fedelissimo del segretario, è stato tranchant rispetto alle richieste di confronto giunte da più parti e in particolare da Franceschini: “Credo che non ci sia molto da rispondere. Abbiamo votato, abbiamo fatto le nostre primarie: in due milioni hanno espresso il loro voto a Renzi, fine della discussione. No al logoramento interno”.

Da canto suo Dario Franceschini ha ribadito quanto affermato sui social: “Quando perdi vuol dire che si è rotto qualcosa con il tuo elettorato, e devi capire cosa. Devi ricucire. Nel Pd si deve aprire un confronto franco, senza ambiguità. La via da intraprendere non può essere che quella della ricomposizione del centrosinistra ”. Nel botta e risposta con il ministro dello Sport Franceschini ha ribadito in più occasioni che “la discussione è appena iniziata. Discutere apertamente del proprio futuro e di come andare alle prossime elezioni, se da soli o in coalizione, è una cosa normale, che non comporta la messa in discussione della leadership del segretario”.

Domani Matteo Renzi aprendo l'Assemblea dei circoli lancerà l'idea che il Pd deve ripartire non tanto dalla costruzione di un'alleanza con altri partiti, ma da un'Agenda riformista che ne crei una con la società, con al centro il lavoro e il futuro delle giovani generazioni e dell'Europa. A poche ore di distanza Pisapia a Roma ha organizzato una grande iniziativa dal titolo “nessuno escluso”, con la quale rilanciare e porre le basi per una riunificazione della sinistra. E' un progetto ambizioso e che difficilmente riuscirà a dirimere le fortissime tensioni fra i democratici e i fuoriusciti dei Mdp.

In casa del centro destra le cose vanno meglio sono in apparenza. Dopo il buon risultato delle amministrative la parola d’ordine è "coalizione e centro destra unito". Ma i problemi sullaleadership rimangono ancora sul tavolo. Berlusconi, nonostante le voci di un accordo segreto con Renzi, ha ribadito la linea dell’unità. Dal canto suoSalvini ha lanciato l’idea di organizzare a luglio un incontro nazionale aperto a tutti quelli che si ritengono parte del centrodestra per parlare di programmi.

Programmi a parte, il leader del Carroccio rimane affezionato all'idea di essere lui il prossimo candidato premier e che la strada per la nascita di un centro destra unito passi invidiabilmente dalle primarie. Di certo non fa gioco il rinvio della discussione sulla legge elettorale: non essendoci certezza sulle regole di voto tutte le strategie, dalle coalizioni alla corsa solitaria, sono percorribili e a oggi non prevedibili. Tale indefinitezza porta con sé una certa dose di diffidenza nei rapporti fra Lega Nord, Forza Italia e Fratelli d’Italia.

 



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