Draghi è categorico: finisce il Governo se non passa la riforma del catasto
O passa la riforma del catasto o il Governo è arrivato al capolinea: Mario Draghi lo aveva detto alla sua maggioranza due settimane fa, “siamo qui per fare determinate cose, altrimenti non si va avanti”. E alla prima occasione utile è passato dalle parole ai fatti, mettendo i partiti che lo sostengono di fronte al bivio, soprattutto Lega e Fi, in bilico tra spaccare la maggioranza o spaccare il centrodestra. La scelta dell'esecutivo di andare all'affondo sulla delega fiscale sorprende un po' anche la maggioranza, e irrita l'ala più governista del centrodestra, perché il catasto è materia incandescente e si rischia davvero, mentre gli occhi del mondo sono puntati sulle bombe di Mosca su Kiev, che a Roma si consumi lo strappo. Per Palazzo Chigi il passaggio è dirimente: la mappatura del catasto “deve passare”, è il messaggio inviato alle forze politiche tramite la sottosegretaria al Mef Maria Cecilia Guerra: “Se l'articolo 6 non viene approvato si ritiene conclusa l'esperienza di governo" dice quindi in modo insolitamente ultimativo in Commissione Finanze la sottosegretaria di Leu, dopo che la richiesta avanzata la sera prima ai partiti di ritirare tutti gli emendamenti sul catasto è andata a vuoto.
In Commissione scoppia il caos. La Lega, resta ferma sullo stralcio, gli altri partiti del centrodestra lamentano una questione di metodo e leggono come un’ingerenza eccessiva la presenza del consigliere di Draghi Francesco Giavazzi alle riunioni tra maggioranza e Governo. M5S e Pd sposano la linea dell'esecutivo e invitano a trovare una soluzione, FI si è offerta di mediare e ha chiesto 24 ore di tempo: il voto viene rinviato. Ma la partita ora di fatto è tutta in mano a Matteo Salvini e al partito di Silvio Berlusconi, che sulle tasse sulla casa ha costruito per anni le sue campagne politiche. In attesa di sviluppi, anche Maurizio Lupitoglie la firma di Noi con l'Italia dall'emendamento soppressivo sottoscritto da tutto il centrodestra. Giorgia Meloni definisce intanto “gravissimo” che il Governo voglia fare votare il Parlamento “a scatola chiusa” e invita i colleghi del centrodestra in maggioranza a “riflettere”. Mentre la maggioranza è appesa a un filo alla Camera, a Palazzo Chigi si cerca di evitare una replica al Senato, quando si tratterà di affrontare la legge sulla concorrenza. Il sottosegretario Roberto Garofoli, con i ministri Giancarlo Giorgetti e Federico D'Incà, ha incontrato i capigruppo e condiviso la road map per portare a casa entro fine giugno il provvedimento, un metodo che sembra essere stato apprezzato da tutti i partiti, Lega compresa.
Dopo il no alla risoluzione sull’Ucraina ancora polemiche su Petrocelli
Congelare ogni tipo di missione in Russia, fermare la diplomazia a livello parlamentare bloccando ogni protocollo di cooperazione tra le rispettive Commissioni e Assemblee, far sì che il dialogo tra Italia e Russia avvenga solo a livello di Governo: sono queste alcune iniziative che saranno sul tavolo martedì in Commissione Esteri al Senato e che verranno proposte da chi ha portato avanti la risoluzione votata martedì dal Parlamento a supporto dell'azione dell'esecutivo nella crisi ucraina. Si tratta di strumenti di pressione anche nei confronti del presidente della Commissione Vito Petrocelli che martedì ha votato contro la risoluzione unitaria. Nelle scorse ore, riferiscono fonti parlamentari pentastellate, il capogruppo M5S al Senato Maria Domenica Castellone ha parlato con il presidente M5S Giuseppe Conte; il gruppo pentastellato a palazzo Madama resta fermo sulla linea che non è necessario alcun tipo di sanzione all'esponente del Movimento 5 stelle.
Ma saranno gli altri partiti della maggioranza a chiedere spiegazioni: “È imbarazzante portare la voce di una Commissione di cui non condividi la linea in contesti stranieri, ma non entro in casa dei 5 stelle ed è una questione che riguarda loro”, ha spiegato Matteo Salvini. Italia viva ha lanciato una petizione online. L'esponente M5S ad alcuni colleghi ha spiegato di non pensare alle dimissioni, di ipotizzare un passo indietro solo se sarà il Movimento 5 Stelle a chiederglielo: “Ci ho messo la faccia, sono convinto della necessità di un'azione diplomatica e non di guerra”, il ragionamento fatto dal presidente della Commissione Esteri di palazzo Madama.
Mosca invia un’email ai parlamentari delle Commissioni Difesa, sale tensione
I componenti della commissione Difesa di Camera e Senato hanno ricevuto un’email dell'ambasciatore russo in Italia con allegata la dichiarazione con cui, nei giorni scorsi, il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov ha fatto sapere all'Ue che le sanzioni “non resteranno senza risposta”. Duro il commento del ministro italiano della Difesa Lorenzo Guerini: “La modalità con cui è stata trasmessa al Parlamento italiano e alle altre istituzioni degli altri Paesi dà il senso dell'arroganza del regime russo”. L'ambasciata russa ha spiegato che si tratta di “normale prassi diplomatica”, perché “l'Ambasciatore deve inviare questi messaggi ai parlamentari per dovere d'ufficio” e infatti le due righe di accompagnamento non contengono “alcun messaggio minatorio all'Italia”.
Ma la tempistica non è passata inosservata: l’email è arrivata all'indomani del via libera trasversale del Parlamento italiano all'invio di aiuti militari all'Ucraina. E, tra l'altro, nel testo allegato il ministro russo avverte: “I cittadini e le strutture della Ue coinvolti nella fornitura di armi letali alle forze armate ucraine saranno ritenuti responsabili di qualsiasi conseguenza di tali azioni”. A rendere noto l'arrivo dell’email è stato l'esponente azzurro Gregorio Fontana: “Respingiamo con sdegno questa missiva che non è altro che un messaggio minatorio rivolto ai deputati del Parlamento italiano”. Nessun commento dagli esponenti delle altre forze politiche, probabilmente per un più o meno tacito accordo bipartisan che mira a non esasperare ulteriormente il clima.
Al Senato
Dopo che ieri ha approvato definitivamente il decreto legge per fronteggiare l’emergenza Covid-19, in particolare nei luoghi di lavoro, nelle scuole e negli istituti della formazione superiore, nella giornata di oggi l’Assemblea del Senato non si riunirà. I lavori di palazzo Madama riprenderanno mercoledì prossimo con l’esame della delega al Governo in materia di contratti pubblici.
Per quanto riguarda le Commissioni, la Bilancio esaminerà il cosiddetto decreto sostegni ter. La Finanze si confronterà sulla prima relazione sullo stato di attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), riferita all'anno 2021. La Lavori pubbliciesaminerà la delega al Governo in materia di contratti pubblici. La Agricoltura svolgerà delle audizioni, assieme alla Salute, sulla diffusione in Italia della peste suina africana. La Industria si confronterà sulla legge annuale per la concorrenza.
L’Aula della Camera
L’Assemblea della Camera tornerà a riunirsi alle 9.00 per l’esame della proposta di legge in materia di reati contro il patrimonio culturale. A seguire si confronterà sulle mozioni per la diagnosi e la cura dei disturbi dello spettro autistico e le mozioni per la prevenzione e la cura delle malattie reumatiche.
Le Commissioni della Camera
Per quanto riguarda le Commissioni, la Affari Costituzionali svolgerà delle audizioni sulla relazione sullo stato di attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), riferita all'anno 2021. A seguire, dibatterà la pdl sulle nuove norme per la cittadinanza, la pdl per la riduzione del numero dei componenti di organi parlamentari bicamerali e la pdl per l'elezione diretta del Presidente della Repubblica. La Giustizia si confronterà sulla pdl sulla manipolazione artificiale di immagini di persone reali allo scopo di ottenerne rappresentazioni nude e sulla proposta di legge per la promozione e il sostegno delle attività teatrali negli istituti penitenziari e svolgerà delle audizioni sulla riforma dell'ordinamento giudiziario e sulle disposizioni in materia ordinamentale, organizzativa e disciplinare, di eleggibilità e ricollocamento in ruolo dei magistrati e di costituzione e funzionamento del Csm. La Esteri alle 8.00 ascolterà l'Ambasciatore d'Italia a Mosca Giorgio Starace sulla crisi tra Russia e Ucraina. La Finanze esaminerà la delega al Governo per la riforma fiscale. La Trasporti proseguirà il ciclo di audizioni sulle ripercussioni dell'aumento dei prezzi sul settore dell'autotrasporto. Infine la Agricoltura esaminerà le risoluzioni sulle iniziative per il contrasto alla diffusione del Bostrico tipografo.