Nella giornata di oggi le Assemblee di Camera e Senato e le rispettive Commissioni non si riuniranno per consentire a tutti i partiti di partecipare alla campagna elettorale per la Regione Sicilia che domenica 5 novembre sarà chiamata al voto.

Grasso apre la sessione di Bilancio

Martedì il Presidente del Senato Piero Grasso ha svolto le comunicazioni sul contenuto della legge di bilancio 2018 e successivamente, come di consueto, ha assegnato alla Commissione Bilancio il provvedimento in sede referente dando così ufficialmente inizio alla sessione di bilancio, l’ultima di questa legislatura.

Le consuete audizioni preliminari, cui parteciperanno membri delle Commissioni Bilancio di Camera e Senato, dovrebbero svolgersi nelle giornate di lunedì 6 e martedì 7 novembre; la settimana dal 6 al 10 novembre sarà riservata ai lavori delle Commissioni per l’espressione dei rispettivi pareri.

Parallelamente, la Commissione Bilancio inizierà l’esame della manovra economica in sede referente. Il termine per la presentazione degli emendamenti potrebbe essere fissato alle 12 di venerdì 10 novembre; l’obiettivo sarà quello di chiudere il confronto in Commissione entro il pomeriggio di martedì 21 novembre per essere così approvata dall’Aula entro sabato 25 novembre.

Salvini, Berlusconi e Meloni

In casa del Centro Destra, dopo mesi di rinvii e polemiche incrociate, Matteo Salvini, Silvio Berlusconi e Giorgia Meloni si sono incontrati a Catania per fare il punto sulle alleanze di Centro Destra al termine di tre comizi separati in sostegno al candidato di centrodestra alla Regione Sicilia Nello Musumeci.

Sebbene il summit del centro destra abbia rischiato di saltare e di essere annullato in più occasione, alla fine in tarda serata è avvenuto ed è già stato denominato il “Patto dell’arancino”. Di fatto i nodi che da mesi sono al centro del dibattito interno, come la questione leadership, non sono stati affrontati ma è stata stabilita una sorta di tregua armata.

Le posizioni rimangono le stesse, con Berlusconi interessato a trainare la colazione verso posizioni più moderate e che non mettano troppo in discussione l’Europa e l’Euro, e Salvini convinto della necessità che sia lui a guidare il Centro Destra e che la Lega sia il partito trainante.

Alla fine l'incontro è durato oltre due ore e i tre hanno cenato. Erano venuti separatamente e giocando un po' a nascondino; sono usciti insieme dopo aver gettato le basi di un’alleanza che sulla carta sembra già scritta ma che per consolidarsi richiederà molto lavoro nelle prossime settime settimane, a partire dal nodo più importante, quello del candidato premier della coalizione e leader del Centro Destra.

A tre giorni dal voto in Sicilia

Mancano orami poco più di tre giorni alle elezioni regionali in Sicilia. Domenica 5 novembre gli elettori siciliani sono chiamati alle urne per scegliere il nuovo governatore e rinnovare l’assemblea regionale. Sono cinque i candidati per Palazzo d’Orleans: Fabrizio Micari appoggiato dal Partito Democratico e Alternativa Popolare, Giuseppe Fava sostenuto da Sinistra Italiana e dai Bersaniani di Mdp, Nello Musumeci, candidato favorito e fortemente voluto da tutto il Centro Destra (Forza Italia, Lega Nord e Fratelli d’Italia), Giovanni Cancelleri candidato del Movimento 5 Stelle e l’indipendentista Roberto La Rosa.

L’elezione del presidente siciliano è diretta e a suffragio universale. Non sono previsti ballottaggi: vince chi raccoglie più voti. Gli elettori sceglieranno anche i 70 deputati dell’assemblea regionale. Quello che sembra certo è che dal voto uscirà certamente un Governatore ma al contempo sembra molto probabile, salvo grossi sconvolgimenti, che il nuovo Presidente della Regione Sicilia non avrà una maggioranza nell’Assemblea, un fatto che senza dubbio potrebbe favorisce il candidato del Centro Destra Nello Musumeci visto che Giovanni Cancelleri del Movimento Cinque Stelle ha già dichiarato che il partito di Grillo non si alleerà con nessuno.

Secondo i sondaggi Nello Musumeci sarebbe in leggero vantaggio sul candidato Grillino mentre sembrano fuori dai giochi quelli del Partito Democratico e Alternativa Popolare e delle Sinistre. Che il centro sinistra e le sinistre siano fuori gioco non è un dato più di tanto sorprendente dal momento che storicamente la Sicilia non è mai stata una regione di sinistra, ma è stato aggravato dalla decisione, più che coerente sul piano politico, di presentare due differenti candidati.

Quello che è certo è che le elezioni del 5 novembre avranno un doppio significato: non si decide solamente il prossimo governo regionale, ma si misureranno i rapporti di forza dei partiti in vista delle elezioni politiche della primavera 2018.



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