Riprendono i lavori ma la tensione fra i partiti è quasi esplosiva

L’estate non ha stemperato le tensioni, complici le prossime elezioni amministrative e l’elezione del Presidente della Repubblica; infatti, le forze politiche hanno intensificato il fuoco contro le file nemiche e poco importa se tra queste ci siano alleati di governo. I dem, con Enrico Letta, hanno pressato la Lega fino a ottenere le dimissioni del sottosegretario Claudio Durigon, dopo che questi aveva espresso il desiderio di cambiare nome al parco Falcone e Borsellino di Latina per tornare a quello del fratello del duce Arnaldo Mussolini, la Lega, da parte sua, cannoneggia ormai quotidianamente la ministra Luciana Lamorgese, giudicata non all'altezza del suo compito dal segretario leghista Matteo Salvini. Le tensioni sembrano destinate ad aumentare con l'approssimarsi del voto dei primi di ottobre e che riguarderanno anche i Comuni più grandi come Roma, Milano, Napoli e Torino. Ma non solo: a mantenere alti i toni del confronto politico c’è anche il semestre bianco, iniziato il 3 agosto, con l’impossibilità di uno scioglimento anticipato delle Camere, spauracchio di gran parte degli eletti in Parlamento.

I rischi dello scontro continuo non mancano e riguardano i provvedimenti in attesa di essere approvati, primi fra tutti quelli connessi al Pnrr. Per il premier Mario Draghi, al rientro il Governo dovrà concentrarsi con sempre “maggiore determinazione” sulle “sfide e le risposte che dobbiamo dare a problemi urgenti, gravi” e in particolare quelli “che riguardano il lavoro e la sicurezza”. Tra i temi nell'agenda di Palazzo Chigi c’è la pandemia: “Dobbiamo essere sicuri di aver fatto di tutto per evitare che la pandemia si aggravi: che basti o no non lo sappiamo. Tutto viene fatto sulla base delle evidenze e dei dati di oggi”, ha osservato Draghi. Pandemia e lavoro, dunque, ma settembre è anche ritorno a scuola, con la ripartenza delle lezioni in presenza; poi le aziende in crisi (il Cdm nell'ultima seduta prima delle ferie ha varato un decreto ad hoc, con il rinvio a maggio dell'entrata in vigore del Codice della crisi d'impresa), la riforma degli ammortizzatori sociali, l'agenda del Pnrr, la delega sulla riforma fiscale, la legge sulla concorrenza.

Anche se non subito a settembre ma comunque prima dell'inverno, il Governo dovrà poi affrontare altri due temi spinosi: il reddito di cittadinanza e Quota 100. Il primo è uno storico cavallo di battaglia del M5S, che non intende rinunciarvi nonostante le picconate che arrivano dalle altre forze politiche di maggioranza, Italia viva in testa. Il secondo è un provvedimento baluardo della Lega, ma scade a fine anno e nella maggioranza c’è chi lo dà già per defunto. È prevedibile una meticolosa opera di mediazione da parte del premier anche sul fronte fisco: le commissioni Finanze di Camera e Senato hanno svolto una lunga serie di audizioni nell'ambito di un’indagine conoscitiva per la riforma dell’Irpef, stilando una bozza di proposta. Inizialmente previsto per fine luglio, il ddl delega del governo sulla riforma fiscale è slittato a settembre, la riforma fiscale rientra nella road map delle riforme da approvare nell'ambito del Pnrr: tempi stretti, quindi. 

È tensione tra Fi e Lega dopo le parole della Gelmini in difesa della Lamorgese

Dopo Mara Carfagna anche Mariastella Gelmini si schiera a difesa del titolare del Viminale Luciana Lamorgese. Sull'immigrazione e i nuovi sbarchi, Matteo Salvini “pone un problema reale, ma il bersaglio è sbagliato: Lamorgese da sola non può fermare il fenomeno, è ingiusto prendersela con lei”, tuona dalle pagine di Repubblica il ministro degli Affari regionali, facendo eco alle parole della collega di governo e di partito pronunciate pochi giorni fa sul Giornale. Le dichiarazioni di Gelmini e Carfagna pesano evidentemente come macigni negli equilibri di centrodestra, essendo entrambe notoriamente anti-salviniane e da sempre contrarie alla fusione a freddo di Forza Italia con il Carroccio. Essere fagocitati da un alleato sovranista, lontano dalle politiche liberali e moderate che sono l'anima del partito di Silvio Berlusconi, è un’ipotesi insostenibile per le due azzurre, che in più occasioni hanno rimarcato le distanze dalle posizioni di via Bellerio anche nella lotta al Covid. Gelmini non si nasconde dietro facili ambiguità e sul contrasto alla pandemia segue la linea del partito: “Siamo favorevoli all'obbligo vaccinale. Se nel giro di qualche settimana non si raggiunge l'80% di immunizzati credo che sarebbe giusto prevedere una forma di obbligo vaccinale, almeno per chi svolge funzioni pubbliche”. 

 

Dalla Lega si minacciano le barricate su qualsiasi altra limitazione della libertà e l'uscita di Gelmini a quattro colonne scatena i fedelissimi di Matteo Salvini: “È strano che Carfagna e Gelmini siano più impegnate a difendere la Lamorgese, anziché le ragioni del centrodestra: gli italiani chiedono sicurezza, zero rave clandestini e controlli alle frontiere. Non vogliamo un centrodestra che parla come Enrico Letta”, avverte il sottosegretario all'Interno e deputato della Lega Nicola Molteni. Quello che è certo, è che non poteva di certo passare sotto traccia questo asse, che evidentemente fonda le sue radici su terreni lontani dalla federazione di centrodestra. Resta comunque agli atti la diversità di opinioni di Lega e Fi in merito agli attacchi che Salvini riserva quotidianamente a Lamorgese: il Capitano sa benissimo che il Cav non darebbe mai il via libera al suo partito di votare una mozione di sfiducia a un Ministro, ragion per cui è difficile pensare che il tono delle dichiarazioni possa cambiare almeno sino alle prossime amministrative. 

Al Senato

Nell’arco di questa settimana l’Assemblea del Senato non si riunirà. I lavori dell’Aula di palazzo Madama riprenderanno martedì 7 settembre alle 12.00 con l’informativa del Ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale Luigi Di Maio e del Ministro della Difesa Lorenzo Guerini sugli sviluppi della situazione in Afghanistan.

Per quanto riguarda le Commissioni, questa settimana si riunirà solamente la Giustizia per l’esame del ddl per la riforma del processo civile, del ddl di delega per la riforma del processo penale e del disegno di legge sulla magistratura onoraria. 

L’Aula della Camera

Nell’arco di questa settimana l’Aula della Camera non si riunirà. I lavori dell’Assemblea di palazzo Montecitorio riprenderanno lunedì 6 settembre alle 10.00 con la discussione del decreto sulle misure urgenti per fronteggiare l'emergenza epidemiologica da COVID-19 e per l'esercizio in sicurezza di attività sociali ed economiche, il cosiddetto decreto green pass.  

Per quanto riguarda le Commissioni, questa settimana si riunirà solamente la Affari Sociali per concludere l’esame degli emendamenti al decreto green pass. 



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