Il sottosegretario Delmastro è stato rinviato a giudizio sul Caso Cospito
Il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro dovrà affrontare un processo per rivelazione del segreto d'ufficio per avere diffuso il contenuto di documenti sul caso dell'anarchico Alfredo Cospito, rinchiuso al 41bis nel carcere di Sassari, pur sapendo che erano coperti da segreto. Lo ha disposto il gup di Roma fissando il procedimento al prossimo 12 marzo e respingendo la richiesta del procuratore aggiunto Paolo Ielo, che aveva ribadito la richiesta di non luogo a procedere per l'imputato. Il Giudice per l'udienza preliminare Maddalena Cipriani, dopo una camera di consiglio durata oltre un'ora, ha sostanzialmente recepito l'impostazione della collega Emanuela Attura che aveva disposto l'imputazione coatta per Delmastro, respingendo la richiesta di archiviazione della Procura.
In quella richiesta, i pm avevano riconosciuto la violazione del segreto a cui mancava però, a loro dire, “l'elemento soggettivo” del reato, cioè la volontà dolosa. “Andrò a giudizio serenamente” ha commentato il sottosegretario sottolineando “l'anomalia” di un procedimento in cui l'imputato “è in squadra con i pm”. In ogni caso, ha aggiunto, “Sono straordinariamente fiero di non aver tenuto sotto segreto un fatto di gravità inaudita, cioè che terroristi anarchici in combutta con criminali mafiosi tentassero di fare un attacco concentrico al 41 bis”. Nel processo che si aprirà davanti ai giudici collegiali, non compariranno invece come parte civile i deputati del Pd Debora Serracchiani, Walter Verini, Andrea Orlando e Silvio Lai. Il Gup ha respinto la loro richiesta in quanto l'istanza sarebbe stata incentrata su quanto affermato dal vicepresidente del Copasir Giovanni Donzelli, che accusò gli esponenti Dem che avevano visitato Cospito in carcere di essere dalla parte di “mafiosi e terroristi”. Un aspetto della vicenda che non è al centro dell'indagine giudiziaria. Le opposizioni attaccano e chiedono le dimissioni del sottosegretario mentre FdI fa quadrato a difesa del suo esponente.
Schlein e Meloni si confrontano a distanza sulla mafia
Se non sarà ad Atreju, prima o poi Giorgia Meloni ed Elly Schlein si troveranno una di fronte all'altra per un confronto nella lunga strada verso le Europee. Intanto Bruno Vespa le ha inserite in uno speciale di Porta a Porta dedicato alla mafia e alle sue vittime, protagoniste entrambe per una quindicina di minuti, registrati in momenti diversi e montati in due spezzoni della trasmissione. La premier impegnata a rivendicare i provvedimenti contro la criminalità organizzata, dalla “difesa del carcere ostativo” alla riqualificazione avviata a Caivano, prima tappa di una battaglia alle zone franche. La leader dem invece è critica, “preoccupata” perché l'esecutivo “ha fatto delle cose sbagliate, come i 300 milioni tolti dal Pnrr sui beni confiscati e il loro utilizzo sociale”. Entrambe promettono pragmatismo, e impegno a trovare terreni comuni, come quello sul contrasto alla violenza sulle donne.
Intanto nel salotto di Bruno Vespa i toni sono simili solo quando si ricordano i drammi degli attentati del 92 e le tante vittime della mafia. “Il fatto che la mafia oggi sia meno visibile negli attentati, non vuol dire che non continui a fare i propri affari. La presidente del Consiglio arriva in trasmissione all'indomani della classifica stilata da Politico in cui è in testa fra i leader più influenti d'Europa, raccontata come un “camaleonte” protagonista di varie “inversioni a U che hanno generato sollievo su entrambe le sponde dell'Atlantico”. “Sono la prima? Si figuri come siamo messi...”, risponde scherzando a Vespa, prima di rivendicare di aver “smentito i pronostici, lavorando e dimostrando che puoi essere credibile e rispettato se dici quello che pensi e che gli altri non hanno il coraggio di dire”.
La Lega chiede più tempo per il passaggio al mercato libero dell’energia
Per la Lega serve più tempo per il passaggio al mercato libero dell'energia e del gas. “E' la nostra posizione storica”, evidenzia il capogruppo del partito alla Camera, Riccardo Molinari. “Il ministro Pichetto ci sta lavorando. Andremo a contrattare con la Commissione Ue una proroga di qualche mese, o diversamente dovremo capire con la normativa nazionale come tutelare gli utenti”. Contatti informali con l'Ue sarebbero dunque in corso. E anche da Palazzo Chigi si confermano delle interlocuzioni con Bruxelles. L’esecutivo starebbe lavorando a una norma di transizione, una soluzione ponte che possa traghettare verso la prospettiva del mercato libero. La deadline per il gas è quella del 10 gennaio mentre per l'energia elettrica la scelta del gestore nel mercato libero scatterà ad aprile. Per gli utenti fragili (persone sotto la soglia di povertà, over 75, residenti in isole minori) resta comunque l'esclusione dalla concorrenza. E se la strada della proroga tout court di qualche mese fosse preclusa una possibilità che si starebbe studiando sarebbe quella di dilatare i tempi delle aste per l'assegnazione del servizio a tutele graduali ai clienti domestici con l'intensificazione, nel frattempo, di una campagna informativa per gli utenti.
Intanto per far fronte agli aumenti dei prezzi, come ricordato anche dal ministro dell'Ambiente e della Sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin “il governo continua a tutelare le famiglie con strumenti come il bonus sociale elettrico e gas”. In ogni caso quello del mercato tutelato è un tema che continua ad agitare la maggioranza. “Dovete chiedere al vicepremier Salvini, non a me”, taglia corto Antonio Tajani a chi prova a chiedergli dell'argomento. Mentre dall'opposizione Pd, M5S e Avs continuano a chiedere a gran voce la proroga. “Mi pare che altre modifiche al Pnrr le abbiano fatte” dice la segretaria Dem Elly Schlein “ma questa no, noi chiediamo che si discuta con Bruxelles e che si blocchino le aste”. Non è dello stesso avviso Azione e +Europa, per Carlo Calenda “La sinistra non può imputare alla Meloni quello che abbiamo votato noi nel governo Draghi, compresa la Lega. Il tema ora è come andare alla commissione europea tutti insieme e come trattare”.
Il Ppe chiude ai sovranisti e fissa i paletti in vista delle europee
Europeismo, Stato di diritto, sostegno all'Ucraina formano una linea rossa che, per stare nella maggioranza dell'Europa post-elezioni, non può essere superata. Di fronte all'avanzare delle formazioni più estreme il Partito popolare Europeo si posiziona e ribadisce che per formare la futura maggioranza si dovrà partire dai componenti dell'attuale, ovvero Ppe, Socialisti europei e Renew. Non ci sarà un’apertura nei confronti dei partiti del gruppo di Identità e Democrazia. Le certezze degli europeisti, tuttavia, sembrano finire qui. L'avanzare degli estremisti anti-Ue è stato certificato dalla vittoria di Geert Wilders in Olanda. Pallottoliere alla mano, tra i parlamentari avanza l'ipotesi che Renew perda la posizione di terzo gruppo per numero di deputati, scalzato dai Conservatori e Riformisti guidati da Fdi e dai polacchi del Pis. I Socialisti, allo stesso tempo, sono in serie difficoltà nella Germania di Olaf Scholz, sono pressoché inesistenti in Francia e governano in Spagna, ma al caro prezzo dell'alleanza con i secessionisti catalani.
Di contro, in crescita ci sono anche i partiti che Matteo Salvini riunirà domenica a Firenze, a cominciare da Afd e dal Rassemblement National di Marine Le Pen. “Noi siamo pronti a collaborare con la Lega al livello europeo ma non con Le Pen e Afd”, ha sottolineato il ministro degli Esteri Antonio Tajani tracciando una netta separazione tra i membri italiani di Id e tutti gli altri. “Il gruppo resterà sempre fuori da un perimetro di confronto perché nega di fatto l'Ue, l'euro e ha posizioni critiche anche contro la Nato”, ha spiegato il segretario di FI. Il via ufficiale alla campagna per le europee partirà solo tra febbraio e marzo, ma il Ppe, e la stessa Ursula von der Leyen, stanno tentando il tutto per tutto per non offrire sponde ai sovranisti. “La cosa più importante è concludere il Patto sulla migrazione. Le prossime elezioni sono a rischio e lo saranno ancora di più se fallisce il negoziato”, ha sottolinea Manfred Weber.
Alla Camera
L’Assemblea della Camera tornerà a riunirsi alle 9.30 per la discussione del decreto per la prevenzione del rischio sismico connesso al fenomeno bradisismico nell'area dei Campi Flegrei.
Per quanto riguarda le Commissioni, la Affari costituzionali dibatterà sul decreto sulle disposizioni urgenti per gli Uffici presso la Corte di cassazione in materia di referendum e sulla pdl per la revoca delle onorificenze dell'Ordine al merito della Repubblica italiana. La Bilancio dibatterà sullo schema di decreto legislativo per l’attuazione del primo modulo di riforma delle imposte sul reddito delle persone fisiche e sullo schema di decreto legislativo recante attuazione della riforma fiscale in materia di fiscalità internazionale. La Finanze esaminerà il disegno di legge sulla competitività dei capitali. La Cultura dibatterà sulla pdl per l’esonero dall'insegnamento per i docenti che svolgono funzioni vicarie nelle istituzioni scolastiche affidate in reggenza, sullo schema di decreto ministeriale per la disciplina delle classi di laurea e lo schema di decreto ministeriale per la disciplina delle classi di laurea magistrale e magistrale a ciclo unico.
La Attività Produttive esaminerà il ddl per la valorizzazione, la promozione e la tutela del made in Italy. La Lavoro esaminerà la pdl per la conservazione del posto di lavoro e i permessi retribuiti per esami e cure mediche in favore dei lavoratori affetti da malattie oncologiche, invalidanti e croniche. La Affari Sociali svolgerà delle audizioni sugli atti Ue sull'autorizzazione e la sorveglianza dei medicinali per uso umano e alcune sulle risoluzioni in materia di sicurezza delle cure e dei pazienti e di contrasto alla medicina difensiva. La Politiche dell’Ue ascolterà i rappresentanti dell'Unione Nazionale Rappresentanti Autoveicoli Esteri (UNRAE), nell'ambito dell'esame dell’atto Ue relativo alle norme di circolarità per la progettazione dei veicoli e alla gestione dei veicoli fuori uso.
Al Senato
L’Assemblea del Senato tornerà a riunirsi oggi alle 10.00 per esaminare il decreto, approvato dalla Camera, in materia di immigrazione e protezione internazionale, nonché per il supporto alle politiche di sicurezza e la funzionalità del Ministero dell'interno.
Per quanto riguarda le Commissioni, la Affari Costituzionali esaminerà il ddl costituzionale sulla conversione in legge dei decreti-legge e il ddl sui decreti aventi valore di legge ordinaria. La Giustizia dibatterà sul ddl per la tutela delle vittime di reati, sul ddl sulla dichiarazione di morte presunta delle persone scomparse, sul ddl sulle intercettazioni tra l'indagato e il proprio difensore e proroga delle operazioni, sul ddl sui criteri di priorità nell'esercizio dell'azione penale e il ddl sul sequestro di strumenti elettronici. La Politiche dell’Ue dibatterà sull’Atto Ue in materia di circolarità per la progettazione dei veicoli e di gestione di quelli fuori uso. La Bilancio è convocata alle 9.00, alle 15.00 e alle 20.00 per l’esame degli emendamenti al decreto fiscale. La Cultura esaminerà lo schema di decreto ministeriale recante la disciplina delle classi di laurea e lo schema di decreto ministeriale recante la disciplina delle classi di laurea magistrale e magistrale a ciclo unico. La Ambiente e Lavori Pubblici esaminerà la risoluzione per l’adeguamento del Programma nazionale di gestione dei rifiuti. La Industria e Agricoltura proseguirà le audizioni sugli effetti del cambiamento climatico in agricoltura.