Alla Camera

L’Assemblea della Camera dei deputati tornerà a riunirsi oggi alle 12.00 per l’esame del decreto per il riordino delle attribuzioni dei Ministeri. Come di consueto mercoledì alle 15.00 svolgerà le interrogazioni a risposta immediata, mentre venerdì alle 9.30 le interpellanze urgenti.

Per quanto riguarda le Commissioni, la Affari costituzionali esaminerà lo schema di decreto legislativo per il riordino della disciplina dei servizi pubblici locali di rilevanza economica. La Giustizia dibatterà sulle pdl relative all’equo compenso delle prestazioni professionali. La Esteri, con la Politiche dell’Ue, ascolterà il rappresentante Speciale UE per la Bosnia ed Erzegovina Amb. Johann Sattler. La Difesa e la Affari Sociali esamineranno il decreto, già approvato dal Senato, di proroga della partecipazione di personale militare al potenziamento d’iniziative della NATO, delle misure per il servizio sanitario della regione Calabria, nonché di Commissioni presso l’Aifa. 

La Bilancio, con la rispettiva del Senato, concluderà il ciclo di audizioni sulla legge di bilancio 2023 e sul bilancio pluriennale per il triennio 2023-2025. Nello specifico, oggi a partire dalle 9.00 ascolterà i rappresentanti di Banca d'Italia, Istat e Cnel. Alle 20.00 audirà la Presidente dell'Ufficio parlamentare di bilancio Lilia Cavallari. A seguire avvierà la discussione generale del provvedimento il cui termine per la presentazione degli emendamenti è stato fissato alle 16.30 di mercoledì 7 dicembre. Tutte le altre Commissioni saranno impegnate nell’esame, in sede consultiva, della manovra economica.

Martedì alle 20.00 la Finanze, assieme alla rispettiva del Senato, ascolterà il Ministro dell'economia e delle finanze Giancarlo Giorgetti sulle linee programmatiche del suo dicastero. La Ambiente si confronterà sullo schema di decreto legislativo sugli imballaggi e i rifiuti d’imballaggio. Martedì alle 13.30 la Attività Produttive, con la rispettiva del Senato, ascolterà il Ministro delle imprese e del made in Italy Adolfo Urso sulle linee programmatiche del suo dicastero e sulla politica spaziale e aerospaziale del Governo. Mercoledì alle 10.00 la Affari Sociali ascolterà il Ministro della salute Orazio Schillaci sulle linee programmatiche del suo dicastero.

Al Senato

Questa settimana l’Assemblea del Senato non si riunirà. I lavori di palazzo Madama riprenderanno lunedì della settimana prossima con l’esame del decreto relativo al divieto di concessione dei benefici penitenziari nei confronti dei detenuti o internati che non collaborano con la giustizia, agli obblighi di vaccinazione anti SARS-COV-2 e alla prevenzione e contrasto dei raduni illegali, il cosiddetto decreto anti-rave.

Per quanto riguarda le Commissioni, la Affari Costituzionali oggi alle 12.00, assieme alla Affari Sociali e Lavoro, ascolterà le dichiarazioni programmatiche del Ministro della Pubblica amministrazione Paolo Zangrillo. A seguire esaminerà il ddl per l’inserimento in costituzione dell’attività sportiva, il ddl su statuti, trasparenza e finanziamento dei partiti politici, il ddl per il ripristino della festività nazionale del 4 novembre e il disegno di legge per l’elezione diretta dei presidenti delle province e dei sindaci metropolitani. Infine, dibatterà sullo schema di decreto legislativo per il riordino della disciplina dei servizi pubblici locali di rilevanza economica.

Alle 11.00 la Giustizia ascolterà le dichiarazioni programmatiche del Ministro della Giustizia Carlo Nordio. Esaminerà, poi, il decreto relativo divieto di concessione dei benefici penitenziari nei confronti dei detenuti o internati che non collaborano con la giustizia, agli obblighi di vaccinazione anti SARS-COV-2 e alla prevenzione e contrasto dei raduni illegali, il cosiddetto decreto anti-rave. La Esteri e Difesa esaminerà, con la Finanze, il ddl di ratifica degli accordi tra Italia e Svizzera sui lavoratori frontalieri e le doppie imposizioni. La Bilancio esaminerà gli emendamenti sul decreto aiuti quater. 

La Ambiente e Lavori Pubblici riprenderà le audizioni sullo schema di decreto legislativo sugli imballaggi e i rifiuti di imballaggio; mercoledì alle 14.00 riprenderà l’audizione del Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin sulle linee programmatiche del suo dicastero. La Affari Sociali e Lavoro ascolterà domani alle 15.00 il Ministro della salute Orazio Schillaci sulle linee programmatiche del suo dicastero ed esaminerà lo schema di decreto legislativo per il riordino della disciplina degli Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico.

La maggioranza è pronta ad una corsa contro il tempo su manovra e Pnrr

La maggioranza ribadisce ancora una volta che per l'approvazione della legge di bilancio i lavori non avranno alcun tipo di interruzione. Oggi alla Camera si comincia a votare il decreto ministeri ma poi a metà settimana si accelererà sulla manovra in Commissione Bilancio. Gli emendamenti (i segnalati saranno 450, 200 della maggioranza e 250 delle opposizioni) saranno votati tra giovedì 15 e domenica, poi dal 20 si va in Aula: sarà una corsa contro il tempo per evitare l'esercizio provvisorio. Il rush finale riguarda poi anche i 55 obiettivi da raggiungere sul Pnrr entro il 31 dicembre: l'esecutivo punta a farcela in tempo ma intanto sta lavorando a un decreto per accelerare le procedure, che potrebbe vedere la luce a metà mese ma solo se non dovesse essere rispettato il timing delle scadenze fissate, con gli obiettivi da raggiungere, altrimenti il provvedimento arriverà all'inizio del prossimo anno. Il dossier è in mano al ministro per gli Affari europei Raffaele Fitto che sta portando avanti da settimane un'interlocuzione con l'Europa per concordare a fari spenti il possibile percorso di modifica del piano. La consapevolezza nell'esecutivo è di una situazione difficile ereditata dal precedente esecutivo ma non c’è l'intenzione di alzare polveroni o di mettere nel mirino l'ex premier Mario Draghi

La premier, parlando degli obiettivi del Pnrr, si è soffermata sulla questione del limite ai pagamenti elettronici. L'opposizione è sempre sulle barricate sulla decisione dell'esecutivo di innalzare a 60 euro la spesa minima oltre cui scattano le multe per i commercianti che rifiutano l'uso del Pos, Meloni ha però ribadito che ci possono essere cambiamenti su questo fronte, così come ci saranno cambiamenti sul tema del superbonus. "Il Governo - ha spiegato - sta valutando la possibilità di non obbligare i commercianti ad accettare il pagamento elettronico per piccoli importi. La soglia dei 60 euro è indicativa può essere anche più bassa, c’è un'interlocuzione in corso con l'Ue, perché è uno degli obiettivi del Pnrr”. Il presidente del Consiglio difende comunque la mossa del Governo: "Abbiamo aumentato il tetto al contante perché il tetto al contante sfavorisce la nostra economia perché siamo in un mercato europeo e, in un mercato europeo, il tetto al contante ha un senso se ce l'hanno tutti”. 

La Schlein si candida alla segreteria del Pd

Il palco c'è ma Elly Schlein sceglie di non salirci affatto. Per lanciare la sua corsa alla Segreteria del Pd preferisce uno sgabello e un leggio, messi al centro della grande sala del Monk, spazio culturale alla periferia di Roma. Tutto è studiato con cura, a indicare una nuova strada da percorrere “insieme” verso “il nuovo Pd”. La deputata Pd mette subito in chiaro chi è l'avversario, quel Governo Meloni che ha subito “mostrato il volto della peggiore ideologia di destra di questo Paese”, con il decreto anti Rave, la gestione dei flussi migratori, la scelta di “fare cassa” sul Reddito di cittadinanza, e privilegiato il merito all'inclusione a scuola. Poi si rivolge a chi, dentro e fuori il Pd, guarda a lei come possibile leader del nuovo partito: “Non siamo qua per fare una partita da resa dei conti identitaria, ma per fare il nuovo Pd, tenere insieme la comunità e salvaguardare il suo pluralismo, le sue diversità, ma senza rinunciare a un’identità chiara, comprensibile e coerente”, dice chiaro. 

La sala è piena di gente e, se è vero che i big si tengono (ancora) a debita distanza, ad ascoltarla ci sono diversi parlamentari, esponenti delle diverse anime del partito: Peppe Provenzano, vicesegretario dem e voce della sinistra, arriva a qualche minuto dall'inizio: presenti anche Michela Di Biase (colonna di AreaDem), Marco FurfaroCecilia D'EliaLaura BoldriniMarco Miccoli, e poi anche Arturo Scotto, coordinatore di Articolo 1, Lorenzo Donnoli, voce delle Sardine. Schlein ringrazia tutti per essere venuti, ma lancia un avviso ai naviganti: “Nessuno può venire con l'idea di condizionare. Venite liberi o non venire affatto. Non accetteremo logiche di cooptazione”, scandisce. La deputata manda alcuni messaggi chiave: il suo intervento è concentrato tutto sulla lotta alle diseguaglianze, sull'importanza di rimettere al centro il lavoro, sulla necessità di portare avanti, insieme, giustizia sociale e giustizia climatica. La nostra “non è una sfida da leggere nella divisione fra riformismo e radicalità, c'è un campo comune: come vogliamo cambiare il modello di sviluppo neoliberista che si è rivelato insostenibile? Si nutre delle diseguaglianze e distrugge le risorse. Possiamo dirlo o dobbiamo dire che è andato tutto bene?”. 

Il primo vero attacco della nuova avventura è riservato a Matteo Renzi. La Schlein ricorda il suo primo impegno politico, con quell'Occupy Pd nato dopo i 101 che impedirono l'elezione di Romano Prodi al Quirinale “e i tentativi di Bersani per un governo del cambiamento”. Poi la stoccata: “Renzi sostiene di averci messo lui in Parlamento, in realtà lo hanno fatto le 53mila preferenze di chi mi chiese di partecipare. A Renzi va un altro merito, quello di avermi spinto fuori dal Pd e dalla sua gestione arrogante e incapace di fare sintesi. Ha lasciato macerie e se n'è andato a fare altro. Non capisco perché siano tanto interessati a dire al Pd che cosa fare. Chi sta già ammiccando con la destra non può dirci come costituire la sinistra”. “Insieme a voi voglio diventare la Segretaria del nuovo Pd”, dice annunciando che la prossima settimana si iscriverà al partito; una frecciata riservata a Stefano Bonaccini riguarda l'autonomia targata Roberto Calderoli: “Affonda le radici nel progetto leghista di secessione, va rigettato”, sentenzia, mentre il suo principale avversario nella corsa al Nazareno è più aperturista. Quando i giochi saranno fatti, però, assicura, accetterà ogni esito del congresso. “Lavorerò dal giorno dopo per l'unità”, scandisce.

Terzo polo: Renzi, ok a federazione con Azione 

Nel 2023 il percorso per la federazione tra Italia Viva e Azione in vista di un partito unico, non subito ma per le Europee del 2024: Matteo Renzi traccia il futuro del partito nell'assemblea nazionale organizzata al centro congressi MiCo, a Milano, nel cuore di Citylife e il titolo è Palla al Centro. I delegati votano all'unanimità la relazione di Renzi, illustrata per un'ora e mezza dal palco, che parte da un acronimo: “Scelta”, ovvero salute, cultura, Europa, lavoro, territorio e avvenire. Cinque parole-chiave che sono un manifesto. Dopo la partenza della federazione, sarà il momento del via del tesseramento 2023 e di alcune modifiche dello statuto che “valorizzano anche un maggior impegno, in prima persona, di Matteo Renzi”. Lo stesso fondatore del partito segnala che “l'accordo di federazione con Azione di Carlo Calenda porterà Italia viva a cambiare un po' di fisionomia” ma “io non lascio il campo e seguirò anche personalmente questo tema”. Insomma, anche se Calenda resterà leader del Terzo polo, nessun disimpegno per Renzi: “Oggi inizia un cammino comune che parte dalla federazione tra Azione e Italia viva e arriverà alla nascita di un partito unico dei riformisti e dei liberali italiani”. 

“Concretezza e serietà contro il qualunquismo e il populismo di destra e di sinistra”, commenta entusiasta il leader di Azione, mentre Renzi non risparmia critiche agli avversari, da “Giuseppe condono Conte” al Pd: “Avete iniziato a fare la guerra chi vi portava a vincere e a chiamare indietro chi vi portava a perdere”. Le proposte portate da Calenda a Palazzo Chigi, dal Rei Industria 4.0 passando per il ripristino dell'unità di missione anti-dissesto, rappresentano un tutorial sulla legge di bilancio, definita “mediocre”. E non preludono a un ingresso nella maggioranza a sostegno di Giorgia Meloni: “Nessuno spostamento a destra. Non si entra al governo, si sta all'opposizione”. C'è di più. Renzi fa una previsione: “Le prossime elezioni europee sono il momento in cu il Governo Meloni rischia di andare a casa. Fino alle Europee ci arriva, dopo non so”. D'altronde, si dice convinto che “il Terzo polo sarà il primo partito alle Europee del 2024”.



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