Conte passa all’offensiva contro Draghi: niente fiducia sul decreto aiuti
Il M5S tenta di uscire dall’angolo e Giuseppe Conte, che inizia a guardare con sospetto “l'imboscata” in Consiglio dei ministri sull'inceneritore di Roma, è chiaro: “Dicono spesso che vogliamo far cadere il Governo. Io comincio a pensare che qualcuno voglia spingerci fuori dall'esecutivo. Se questa fosse l'intenzione ce lo dicano chiaramente. Chiedo rispetto per gli 11 milioni di cittadini che hanno votato il Movimento” batte i pugni sul tavolo l'ex premier e lancia il suo altolà al Governo: “Quella norma che riporta indietro le lancette dell'orologio non è neppure lontanamente coniugabile con il concetto di fiducia. La fiducia semmai la chiediamo noi. Chiediamo fiducia e rispetto per i cittadini”. Intanto, spunta l'ipotesi di un nuovo passaggio in Consiglio dei ministri del provvedimento per alcuni “aggiustamenti tecnici” che consentano, ad esempio, un’erogazione più veloce possibile del bonus da 200 euro a lavoratori e pensionati: il testo potrebbe arrivare in Cdm già oggi. Tra gli aggiustamenti anche l'estensione alle imprese agricole degli aiuti del fondo per le imprese maggiormente colpite dalla crisi in Ucraina.
Rimane il fatto che Giuseppe Conte ha il dente avvelenato, non solo per il termovalorizzatore ma anche per l'attacco del premier al Superbonus: “Mi ha meravigliato che proprio difronte al Parlamento europeo abbia trovato modo di parlare male di una misura che sta facendo correre il Paese” e che “gli ha consentito di fare il giro dell'Europa e fregiarsi dell'aumento del 6% del Pil”. Rassicura sul fatto che il M5S è sempre stato disponibile a migliorie anti-frode ma teme che l’operazione sia una rappresaglia per la richiesta di sentire Draghi in Parlamento sulle armi in Ucraina, un fatto che, se confermato, giudica come molto grave. Enrico Letta seda gli animi: “C'è bisogno di unità come non mai sul governo. Credo che Draghi abbia detto le cose giuste a Strasburgo. L'Italia è il Paese che spinge di più per la pace ma c’è bisogno di una maggioranza unita e coesa”. Eppure anche con il Pd Conte è critico: “Chi vuole lavorare con noi deve sapere che ci sono principi non negoziabili” attacca l'ex premier che si lamenta: “Il Pd era per la transizione ecologica, poi ci propone gli inceneritori. Chi lavora con noi deve chiarire quelle posizioni”.
È stallo sulla delega fiscale. Nuovo rinvio e provvedimento in bilico
È sempre più incerto il destino della delega fiscale e slitta l'approdo del provvedimento in Aula alla Camera previsto per lunedì prossimo. Non sono bastate tre settimane a sbloccare il braccio di ferro di Palazzo Chigi con Lega e Forza Italia, che contestano la riforma del catasto e il sistema fiscale duale, sbandierando conseguenti aumenti di tasse su casa, affitti e Bot. Il Governo ha chiesto uno slittamento, inevitabile per evitare il rischio di un voto di fiducia con una maggioranza spaccata: nonostante il confronto politico fra i massimi livelli dei partiti non è stato sciolto il nodo principale, il catasto, a dispetto dell'ottimismo dal leader leghista Matteo Salvini.
Così ieri in Commissione Finanze è arrivata la richiesta di rinvio, il terzo per una delega attesa in Aula il 28 marzo; la nuova data potrebbe essere definita dopo la missione del premier Mario Draghi a Washington. Una mossa per “chiudere un pacchetto che possa essere votato da tutti serenamente” spiega il sottosegretario all'Economia leghista Federico Freni. “Il dubbio su dove stiamo andando mi viene”, ammette il presidente della commissione Luigi Marattin. Senza un accordo, la delega rischia di finire su un binario morto o quanto meno di andare in Aula con il testo base e la maggioranza sarebbe destinata a spaccarsi. I pontieri sono al lavoro anche se Lega e Fi sono estremamente determinati e non fare un passo indietro.
Intanto al Senato procede a piccoli passi l'esame della legge sulla concorrenza. Maggioranza e governo si sono confortate sulla golden power per le concessioni idroelettriche e si è trovata l'intesa su alcuni articoli, fra cui quello sul modello in house per i servizi pubblici locali, con una modifica per ostacolare l'autoproduzione inefficiente. Resta aperto anche il nodo balneari. L'obiettivo è iniziare le votazioni in Commissione Industria da settimana prossima.
In 20 si dimettono dalla Comm. Esteri del Senato. Petrocelli pronto alla Consulta
Vito Petrocelli resta presidente della commissione Esteri del Senato, che però perde i sui componenti, tutti dimissionari, compresi i suoi colleghi 5 Stelle e pure Matteo Salvini. Ma il presidente, che condanna l'invio delle armi a Kiev ed è tanto filoputiano da essere chiamato ironicamente “compagno Petrov”, non molla, anzi minaccia di ricorrere alla Corte costituzionale: “Su questo sentirò il mio legale di fiducia”, annuncia alla fine di una commissione. Convocata alle 10.00, viene aperta e chiusa prendendo atto che le dimissioni paventate da giorni sono diventate realtà. Arrivano gradualmente, superando anche le ultime riserve come quelle di Stefania Craxi di Forza Italia e di Alberto Airola. Orfana dei 20 senatori, la Commissione, che non prevede più convocazioni per tutta la settimana, dal pomeriggio ha una new entry, Emanuele Dessì, ex 5 Stelle passato dal Misto al nuovo gruppo parlamentare, Costituzione, ambiente e lavoro (Cal) che conta 12 senatori e che lo assegna formalmente alla commissione Esteri.
Appena arrivato, Dessì non intende dimettersi. A parte lui, l'Aventino di tutti i gruppi è l'estrema mossa per uscire dal pantano di una Commissione guidata da un presidente che ha smesso di sostenere il governo Draghi. Il 31 marzo Petrocelli fu uno dei 35 senatori a votare contro la fiducia del decreto Ucraina e nelle settimane successive non ha mancato di ribadire la sua scelta, una posizione che rivendica attaccando gli altri senatori: “Le dimissioni sono una loro scelta e anche una grande responsabilità”. Una volta che tutte le richieste di dimissioni saranno sul tavolo della presidente Elisabetta Casellati, la parola passerà alla Conferenza dei capigruppo e subito dopo tornerà alla Giunta del regolamento. Nel frattempo si lavora al possibile sostituto di Petrocelli: tra i papabili ci sarebbero i pentastellati Simona Nocerino, relatrice del decreto Ucraina, e Gianluca Ferrara che potrebbe contare sul sostegno della Lega.
Il Parlamento UE chiede la nascita della Costituente per la riforma dei trattati
Ventiquattro ore dopo l'appello del premier Mario Draghi ad avere “coraggio e fiducia” e imboccare la via per ridisegnare il volto dell'Unione, il Parlamento Europeo ha avviato l'iter per chiedere di convocare una nuova assemblea costituente. La strada di quel “federalismo pragmatico” invocato da Draghi, va detto, è lunga e niente affatto priva di ostacoli ma per i rappresentanti politici europei non c’è alcun dubbio: va percorsa. E il primo passo è l'attivazione dell'articolo 48 che apre la via per arrivare a riforme sostanziali: su tutte, diritto d'iniziativa legislativa nelle mani del Parlamento europeo e abolizione del principio di unanimità in favore di decisioni a maggioranza qualificata al tavolo dei Paesi membri. Sarebbe una trasformazione dei meccanismi decisionali profonda che accoglie le istanze che i cittadini hanno elaborato nell'esercizio democratico della Conferenza sul futuro dell'Europa (Cofoe).
Guardando alle celebrazioni del 9 maggio a Strasburgo, dove il giorno dell'Europa sarà officiato dal presidente francese Emmanuel Macron che, fresco di rielezione, cercherà di dare nuova linfa alla scommessa di un'Europa federalista. Il progetto, di antica memoria per la Francia, lo ricongiunge al suo predecessore Valéry Giscard d'Estaing che nel 2001 prese la guida della Convenzione per l'Europa mettendo a punto in diciassette mesi una Costituzione che non superò però l'esame del referendum popolare, seppellita per mano degli stessi francesi e degli olandesi, prima di arrivare a nuove modifiche nel 2007 con il Trattato di Lisbona. Per riprovarci Parigi ha dalla sua, oltre a Roma, anche Berlino e Vienna; il sostegno tedesco sta tutto nell'accordo di governo della Grosse Koalitionche segnala esplicitamente la necessità di una nuova Convenzione costituente.
L’Aula del Senato
Nella giornata di oggi l’Assemblea del Senato non si riunirà. L’Aula di palazzo Madama riprenderà i lavori martedì prossimo alle 16.30 con il confronto sul decreto recante misure urgenti per contrastare gli effetti economici e umanitari della crisi Ucraina, il cosiddetto decreto taglia prezzi.
Le Commissioni del Senato
Per quanto riguarda le Commissioni, la Affari Costituzionali svolgerà diverse audizioni sull'affare assegnato in materia di declassificazione di documenti coperti dal segreto di Stato e alcune sul tema del “metaverso” e sulle sue implicazioni per l'ordinamento giuridico. La Difesa, assieme alla rispettiva della Camera, ascolterà il Ministro della difesa Lorenzo Guerini sui recenti sviluppi della situazione in Ucraina. La Finanze, assieme all’Industria, esaminerà gli emendamenti al decreto recante misure urgenti per contrastare gli effetti economici e umanitari della crisi Ucraina, il cosiddetto decreto taglia prezzi. La Industria esaminerà la legge annuale per la concorrenza. La Politiche dell’Ue proseguirà il confronto sulla legge di delegazione europea 2021.
L’Aula della Camera
L’Assemblea della Camera tornerà a riunirsi alle 9.00 per l’approvazione del decreto per il superamento delle misure di contrasto alla diffusione dell’epidemia da Covid-19. A seguire esaminerà diverse ratifiche di trattati internazionali tra cui il protocollo alla Convenzione relativa alla costruzione e all'esercizio di un impianto laser europeo a elettroni liberi a raggi X.
Le Commissioni della Camera
Per quanto riguarda le Commissioni, la Affari Costituzionali esaminerà le pdl sulle circoscrizioni di decentramento comunale e le pdl sulle nuove norme per la cittadinanza. La Giustizia esaminerà la pdl contro la propaganda e la diffusione di messaggi inneggianti a fascismo e nazismo e la vendita e produzione di oggetti con simboli fascisti e nazisti, sulle pdl per la perseguibilità del reato di surrogazione di maternità commesso all'estero da cittadino italiano e le pdl in materia di lesioni personali e omicidio preterintenzionale in danno di arbitri o di altri soggetti che assicurano la regolarità tecnica di una manifestazione sportiva. La Cultura riprenderà il confronto, con la Lavoro, la pdl sul tirocinio curricolare. La Agricoltura svolgerà delle audizioni sulle risoluzioni per il contrasto alla diffusione del Bostrico tipografo ed esaminerà la proposta di legge per l’istituzione degli Istituti regionali per la fauna selvatica e per il contenimento dei danni da essa provocati.