Meloni vede Sanchez: asse su riforma del mercato elettrico e flessibilità

Una riforma del patto di stabilità e crescita entro l'anno, la flessibilità piena sui fondi esistenti, un fondo di sovranità, la riforma del mercato elettrico e le politiche sull’immigrazione: sono i punti su cui Italia e Spagna fanno asse in Europa, in vista della presidenza spagnola del Consiglio dell'Unione che inizierà dal primo luglio. Giorgia Meloni riceve Pedro Sanchez a Palazzo Chigi: sono “molte”, assicurano i due premier, le convergenze tra Italia e Spagna, a partire dalla richiesta di “risposte chiare e immediate” alle tante urgenze del momento dal dossier dall’immigrazione in poi. C'è la grande questione della governance economica: “Qui il ruolo della Spagna sarà fondamentale: tutti auspichiamo di arrivare a una riforma del patto di stabilità e crescita entro la fine dell'anno”, spiega la Meloni; la fine dell'anno coincide, appunto, con il periodo in cui sarà la Spagna a guidare il Consiglio. La posizione italiana è quella di avere delle regole di governance nelle quali, rispetto al passato, si dia alla crescita sufficiente attenzione invece di concentrarsi solo sulla stabilità: “Perché l'unico modo per avere stabilità è avere una crescita strutturale e duratura”, precisa la leader di FdI, garantendo già da ora “pieno sostegno al presidente Sanchez per lavorare insieme per arrivare a questo obiettivo”. 

Sul tavolo, competitività e industria. Anche qui posizioni allineate: “Bisogna fare attenzione a che si percepisca l'utilizzo di due velocità tra le varie decisioni che il Consiglio Ue prende, per cui come si è proceduto velocemente sulla concretizzazione dell'allentamento degli aiuti di Stato, che era caro ad alcuni Paesi, confidiamo che si possa fare con la stessa velocità il lavoro sia sulla piena flessibilità sui fondi esistenti, sia andare avanti su un fondo sovrano, che in diversi abbiamo chiesto per sostenere industrie europee”, scandisce la presidente del Consiglio. Per garantire competitività delle industrie non si può non considerare una riforma del mercato elettrico: “La competitività oggi risiede nella possibilità di avere prezzi economici dell'energia”, osserva Sanchez, che denuncia costi “inaccettabili”, “Abbiamo chiesto una riforma del mercato elettrico europeo già prima della guerra in Ucraina”. Particolarmente importante, per entrambi i Paesi, è il tema delle migrazioni: su questo, ammette Meloni, il cambio di passo di un'Europa che oggi guarda con molta più attenzione alla difesa dei suoi confini esterni è “importante”, ma esorta stanziamenti e investimenti per trovare “soluzioni strutturali” con i Paesi del Nord Africa a partire dalla Tunisia. Quanto all'Ucraina, Roma e Madrid offrono pieno sostegno a Kiev, “a 360 gradi” e “finché sarà necessario”. 

Fitto cerca di tranquillizzare sull’impegno del Governo sul Pnrr

Il Governo è “fortemente impegnato” a mettere in campo tutte le azioni necessarie perché le risorse del Pnrr e della Politica di coesione vengano utilizzate per “realizzare investimenti che stimolino la crescita”. Raffaele Fitto prova a mettere un punto alle polemiche che scuotono la maggioranza sui rischi di perdere parte dei fondi: “Il Pnrr ci ha insegnato che noi corriamo sulle scadenze”, spiega il Ministro per gli Affari europei, con le deleghe al Piano. Rispetto ai precedenti Governi, sostiene, l'esecutivo Meloni vanta un orizzonte temporale di 5 anni. Proprio per questo motivo, osserva, “ha l'obbligo, l'interesse e la necessità di capire quello che accadrà a giugno del 2026 quando il Programma sarà terminato. Perché presumibilmente, salvo fattori esterni, questo sarà il Governo della conclusione del programma” e dunque “questo esecutivo dovrà dare conto di quello che è accaduto in 5 anni”. Il Pnrr è “una grande opportunità, ma anche una grande sfida soprattutto per l'Italia che ha scelto di utilizzare tutte le risorse assegnate, sia a fondo perduto che a debito”, assicura il Ministro. Tutte, ripete, non una parte, come aveva ipotizzato il capogruppo della Lega alla Camera Riccardo Molinari, che aveva parlato di valutare la “rinuncia” a una parte delle risorse. 

Non pensa sia sbagliata “l’idea di fare una ricognizione” il vicecoordinatore nazionale e responsabile organizzazione di FI Alessandro Cattaneo: “Certamente non dobbiamo avere l’ansia di spendere i soldi per poi, un giorno, renderci conto di non averli sfruttati nel migliore dei modi, ritrovandoci con delle opere che sono cattedrali nel deserto o totalmente inutili e anacronistiche”. “Fra FdI e Lega non c’è alcuna lite. Semplicemente abbiamo espresso lo stesso concetto in modo diverso”, ridimensiona Lucio Malan, “Nessuno vuole spendere i soldi del Pnrr tanto per spenderli. Servono obiettivi concreti e realizzabili. Ma sono certo che ce la faremo”, assicura. La Commissione, a suo avviso, “non può non concedere una rimodulazione del programma”. Malan precisa che “lo stesso Molinari ha chiarito che bisogna anzitutto lavorare con l’obiettivo di spendere tutto e bene. E per fare questo si deve pensare a una rivisitazione degli obiettivi. Avevamo questa posizione quando eravamo all’opposizione, la manteniamo oggi”. Sullo stato di attuazione, il Governo riferirà in Parlamento ma le polemiche e le richieste di trasparenza non si placano. “La rivalità fra Meloni e Salvini sta mettendo seriamente a rischio l’utilizzo dei fondi del Pnrr” è l'allarme del M5S

Berlusconi è ricoverato al San Raffaele in terapia intensiva

Preoccupazione per Silvio Berlusconi, nuovamente ricoverato all’ospedale San Raffaele di Milano, dopo essere stato dimesso il 30 marzo. L’ex premier e leader di FI si trova da ieri mattina nel reparto di terapia intensiva generale e cardiotoracica dell’ospedale milanese, dove è arrivato accompagnato dalla compagna e deputata azzurra Marta Fascina. Nessuna informazione ufficiale, ma a quanto filtra Berlusconi, 86 anni, avrebbe una forte polmonite, aggravata dai problemi di salute pregressi; ammessi nella sua stanza solo i familiari. A seguirlo, come sempre, il suo medico personale e direttore dello stesso reparto Alberto Zangrillo. A far visita a Berlusconi, nel corso della giornata, tutti i suoi figli: i due maggiori Marina e Piersilvio e anche BarbaraEleonora e Luigi, mentre nel primo pomeriggio stati visti arrivare anche il fratello PaoloLicia Ronzulli e Fedele Confalonieri. “Berlusconi è ricoverato in terapia intensiva perché non era stato risolto un problema che riguardava un'infezione, però parla”, ha riferito il Ministro degli Esteri e coordinatore nazionale di FI Antonio Tajani a margine della riunione ministeriale Nato a Bruxelles. 

“La situazione è stazionaria, ho parlato con la famiglia, ovviamente c'è preoccupazione. Con la dovuta prudenza io manifesto un’impostazione ottimistica. Speriamo”, ha detto il capogruppo di FI alla Camera Paolo Barelli. Nessuna conferma e nessuna smentita, tuttavia, né sulle possibili cause del ricovero in rianimazione né sulla terapia antibiotica che Berlusconi starebbe seguendo. L’unico autorizzato a diffondere informazioni mediche è il dottor Zangrillo, che però non diramerà nessun bollettino ufficiale in giornata. La notizia del ricovero ha fatto il giro dei media internazionali. Silvio Berlusconi, “è stabile, è una roccia, ce la farà anche stavolta. Il suo umore? Il nostro è buono”, ha provato a rassicurare il fratello Paolo lasciando il nosocomio. Pioggia di auguri, intanto, da parte di tutta la politica, a partire dalla premier Giorgia Meloni: “Un augurio sincero e affettuoso di pronta guarigione a Silvio Berlusconi, ricoverato al San Raffaele di Milano. Forza Silvio”, ha scritto Meloni su Twitter, mentre il leader della Lega e vicepremier Matteo Salvini ha pubblicato sui social una foto con Berlusconi e la frase “Forza Silvio, l'Italia ti aspetta!”. “La storia di Berlusconi è irripetibile. Più grande della vita. Da questo punto di vista è un leone, certamente”, le parole del leader del Terzo polo Carlo Calenda.

Meloni partecipa all’anniversario del terremoto dell’Aquila

In una giornata di freddo pungente che ha contraddistinto l'avvio delle commemorazioni per il 14º anniversario del terremoto del 2009, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha voluto testimoniare tutta l'attenzione del Governo per il territorio aquilano partecipando alla messa in suffragio delle vittime celebrata nella Chiesa delle Anime Sante a Piazza Duomo, nel centro dell'Aquila. “Era doveroso esserci, è una terra alla quale sono molto legata, anche politicamente” visto che la premier è stata eletta in questo collegio. “È un territorio che ha avuto la capacità e la forza di rialzarsi”, ha aggiunto Meloni che ha rivelato di aver trovato la città “sempre molto orgogliosa, la trovo sempre resiliente, la trovo una città che, anche quando c'è stato da lamentarsi ha sempre dato prima l'esempio, poi magari c'è anche da lamentarsi, spesso della politica”; insomma, secondo la premier, “è una città dalla quale c'è molto da imparare”. 

Sul fronte della ricostruzione la presidente del Consiglio ha sottolineato che “c'è un tema di semplificazione, ” per cui “la ricostruzione pubblica avrà gli stessi iter semplificativi che avrà ad esempio il Pnrr”. “Questo è un territorio che è stato pesantemente colpito ma che ha avuto la forza di rialzarsi e di fare del suo meglio per risorgere. Oggi noi continuiamo a fare quel lavoro, abbiamo dato dei segnali molto importanti: qualche giorno fa il Cipess ha sbloccato 50 milioni per la ricostruzione delle scuole e per l'edilizia scolastica e noi abbiamo messo in legge di bilancio 70 milioni, senza emendamenti dell'ultimo minuto. Lo abbiamo fatto come scelta strategica per garantire la tenuta dei bilanci del territorio e perché c'è bisogno di fare di più”. All'uscita della Chiesa al termine della funzione religiosa la premier, accompagnata dal sindaco dell'Aquila Pierluigi Biondi e dal presidente della regione Abruzzo Marco Marsilio, è stata salutata con un piccolo applauso dai cittadini presenti in piazza Duomo. 

Renzi diventa direttore del Riformista ma non lascia il Senato

Ha citato precedenti di un certo peso, come Sergio Mattarella quando fu direttore de Il Popolo, e ha giurato che non si tratta di un disimpegno dalla politica: “Non lascio, ma raddoppio, continuerò a fare il parlamentare, a fare quello che stavo facendo, ma ci metto sopra un carico da novanta”. Matteo Renzi, già presidente del Consiglio e ora senatore e leader di Iv, è il nuovo direttore del quotidiano Il Riformista, almeno “per un anno, poi vedremo cosa fare da grande”, ha precisato. L'annuncio è arrivato prima via Twitter: “Ho accettato una sfida affascinante”, e poi con una conferenza stampa insieme a Piero Sansonetti, che cederà il testimone a Renzi: “L'attuale direttore del Riformista assumerà la direzione de l'Unità”, ha ricordato in una nota l'editore dei due giornali Alfredo Romeo, “e penso che dal mese di maggio, quando tutti e due andranno a regime, la sinistra italiana potrà avere nuovo ossigeno, nuovo cuore, nuova anima”. 

La conferenza stampa ha anche interrotto un'inusuale periodo di assenza pubblica di Renzi: “Ho bisogno di ritrovare una nuova narrazione” aveva detto nei giorni scorsi. Il 10 giugno ci saranno le assemblee di Iv e di Azione per l'avvio del percorso del partito unico. Carlo Calenda correrà per la guida della nuova formazione. “Io non sono nella partita delle leadership del Terzo polo” ha detto chiaramente Renzi e Calenda ha confermato: “In questo momento Renzi sta a lato di questo processo e sta facendo altre cose: se rilancia un giornale io sono il primo ad esserne contento, ma non è il giornale del Terzo polo”. La prima a sapere la notizia, in giornata, è stata Giorgia Meloni: “Ho chiamato la presidente del consiglio, di cui sono un fiero oppositore e cui non lasceremo passare mezza virgola, per informarla”, ha raccontato Renzi. 



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