È battaglia nella maggioranza sulla manovra. Conte apre a Renzi
Nel giorno in cui la Camera vota la fiducia al decreto fiscale, Italia Viva torna ad alzare la posta sulla legge di bilancio: la richiesta è quella di abrogare del tutto la plastic tax, la sugar tax e la tassa sulle auto aziendali. Il centrodestra minaccia di votare la proposta di Iv: la maggioranza sarebbe battuta. In serata, dopo due ore, molto tese, di vertice di maggioranza, scende in campo il premier Giuseppe Conte e chiede ai tecnici del Mef e della Rgs di fare “un ulteriore sforzo” per trovare le risorse per ridurre le imposte rimaste in quella che “già adesso è una legge di bilancio che non aumenta la tassazione”. Il premier assicura che il clima è buono e che servono solo approfondimenti, anche della Ragioneria. E convoca un nuovo vertice per questa mattina.
Parallelamente, Matteo Renzi in televisione mostra meno ottimismo prevedendo una crisi di governo. Secondo l’ex sindaco di Firenze le probabilità che si vada al voto anticipato ora sono intorno al 50%. “È un pessimista cosmico”, ribatte subito il premier Conte assicurando che il Governo va avanti. L'ennesimo braccio di ferro si consuma al Senato, dove ancora non si è iniziato a votare in Commissione bilancio sul testo della manovra economica che secondo quanto è stato deciso dovrebbe essere attesa in aula nella mattina di lunedì. In mattinata la maggioranza si è seduta attorno a un tavolo per trovare un'intesa sulle modifiche: Italia viva si presenta battagliera e rilancia i suoi emendamenti per abrogare del tutto la tassa sulla plastica e la tassa sulle auto aziendali, sebbene siano state drasticamente ridotte dall'esecutivo; i renziani vogliono cancellare anche la tassa sulle bevande zuccherate, cara al M5s.
Di fronte al no degli alleati, i senatori di Iv abbandonano il tavolo. La tensione si alza. Il presidente del Consiglio convoca tutti nel pomeriggio, al ritorno del ministro dell'Economia Roberto Gualtieri dall'Ecofin. Ed è nelle divisioni della maggioranza che prova a incunearsi l'opposizione: la Lega, che ha presentato suoi emendamenti soppressivi della plastic tax, valuta di mettere la firma sotto le proposte di Iv. Già alla Camera i renziani hanno votato contro il carcere agli evasori del decreto fiscale: la differenza è che in Senato i numeri sono risicati. A ridosso del vertice a Palazzo Chigi Matteo Renzi fa capire che non intende deporre le armi: “Le tasse contro la plastica e lo zucchero funzionano mediaticamente per i populisti ma sono un autogol per le aziende e rischiano di far licenziare 5.000 persone”. Non stupisce quindi che il vertice con Conte e Gualtieri finisca in un nulla di fatto.
La tassa sulla plastica, prevista da aprile, potrebbe slittare almeno alla metà del prossimo anno, anche se Iv punta a un rinvio al 2021. Conte non ci sta a far vincere la narrazione di una manovra di tasse: “Siamo tutti d'accordo che va fatto un ulteriore sforzo per abbassare le tasse”, afferma chiedendo un supplemento di lavoro al ministero dell'Economia. Ma il tempo corre. Maurizio Lupi fa già sapere che è pronto a ricorrere alla Consulta (come fece l'anno scorso il Pd) se alla Camera non sarà dato tempo adeguato per esaminare la legge di bilancio. E a Palazzo Madama ancora si ragiona di emendamenti: Roberto Speranza lavora per aumentare di almeno mille le borse di studio per le specializzazioni in medicina; Dario Franceschini ipotizza di estendere anche agli alberghi il bonus facciate al 90%; il M5S propone un emendamento per equiparare gli stipendi dei Vigili del fuoco a quelli delle altre Forze dell'ordine e rilancia la proposta di un bonus fino a 250 euro per gli airbag delle moto.
Pd e M5S al lavoro per trovare un accordo sulla prescrizione
Si lavora ad una soluzione ponte nella maggioranza sulla prescrizione. Il Pd mette sul tavolo la possibilità di estendere i tempi della sospensione dopo il primo grado previsti dalla riforma Orlando da 18 mesi fino a 3 anni, con la possibilità di dare delega al Governo di trovare il modo per garantire tempi certi del processo, attraverso norme che parallele alla riforma del processo penale. Entrerebbe così in vigore dal 1 gennaio la riforma della prescrizione targata Alfonso Bonafede e nel frattempo, attraverso un accordo politico da siglare entro la fine dell'anno, si arriverebbe ad un compromesso. È il metodo che è già stato adottato con l'accordo siglato nei mesi scorsi tra M5S e il Pd sul taglio del numero dei parlamentari, anche se l'intesa è ancora da scrivere. Di fatto però i dem per ora abbandonano i propositi di presentare degli emendamenti al ddl Costa, anche se non escludono del tutto di portare in Commissione una propria proposta di legge. In ogni caso si registrano passi avanti sul tema della giustizia, con la possibilità quindi che, oltre alla riforma del processo civile, il Governo possa affrontare anche quella penale. Clima maggiormente disteso dopo le aperture di ieri del premier Giuseppe Conte che ha invitato tutti ad abbassare i toni.
Mattarella dà grazia a Bossi. Napolitano: nessun risentimento
Umberto Bossi riceve la grazia da Sergio Mattarella. Il Senatur, che a settembre ha compiuto 78 anni, era stato condannato in via definitiva a un anno e 15 giorni di detenzione nel 2018 per vilipendio nei confronti dell'allora capo dello Stato Giorgio Napolitano, che nel 2011 aveva appellato come “terrone”, mimando il gesto delle corna: ieri la firma del decreto di concessione della grazia da parte del Presidente della Repubblica, un atto di clemenza individuale che riguarda la pena detentiva ancora da espiare. “Sono molto contento, ringrazio sia Mattarella che Napolitano” ha commentato Bossi. In una nota il Quirinale spiega che nell'accogliere la domanda di grazia, che non ha ricevuto il parere ostativo del ministero della Giustizia Alfonso Bonafede e ha registrato il giudizio favorevole del Procuratore generale, sono state valutate anche le condizioni di salute del leghista e si è fatto tesoro del pensiero dello stesso Napolitano, oggetto dell'offesa, che ha dichiarato di non avere nei confronti del condannato “alcun motivo di risentimento”.
Fitch: Pil italiano a +0,2% ma è preoccupata per le tensioni politiche
“La performance migliore delle attese registrata nel terzo trimestre significa che la crescita quest'anno sarà probabilmente dello 0,2% anziché invariata come avevano previsto in precedenza”. È quanto scrivono gli esperti di Fitch nel capitolo dedicato all’Italia dell'aggiornamento del Global Economic Outlook. Per il 2020 e 2021 Fitch ha confermato le proiezioni rispettivamente a +0,4% e 0,6%. Nel rapporto, Fitch sottolinea come l'economia italiana rimane in uno stato di sostanziale stagnazione in cui alla ripresa dei consumi interni ha fatto da contraltare un sensibile aumento delle importazioni. “L'accresciuta situazione d’incertezza continua a pesare sul settore esterno. In particolare, gli investimenti in beni strumentali sono aumentati fortemente nella prima metà di quest'anno (sostenuti da un aumento trimestrale del 2,4% nel primo trimestre 2019) grazie al rinnovo degli incentivi fiscali (iperammortamento). Dubitiamo che questo miglioramento degli investimenti attuali possa essere sostenuto dato che l'incertezza esterna sta frenando l'espansione del credito".
L'erogazione di nuovo credito alle imprese è stata negativa per gran parte di quest'anno e non è chiaro se il calo sostanziale dei rendimenti dei titoli di Stato comporterà un flusso maggiore di credito verso l'economia. I consumi delle famiglie sono stati supportati da un aumento del reddito disponibile reale e da una fiducia dei consumatori ancora elevata ma ha risentito di una minore crescita dell'occupazione. Anche la crescita dei salari ha subito una decelerazione rapida negli ultimi mesi. I negoziati sul bilancio 2020 hanno messo in evidenza le tensioni politiche tra il Movimento 5 Stelle e il Partito Democratico: “La relazione complessa tra i partiti rappresenta un rischio a che il Governo riesca a coprire l'intero mandato. Ci sono importanti elezioni regionali nel 2020 (Emilia Romagna e Calabria) che metteranno alla prova la stabilità della coalizione di governo”.