Governo verso la marcia indietro su tasse per le auto aziendali e plastica

Il Governo riflette sulle tasse della discordia ed è pronto ad apportare modifiche sostanziali. Secondo quanto si apprende da fonti parlamentari, l'aumento delle tasse sulle auto aziendali potrebbe essere dimezzato, se non del tutto annullato, mentre per la plastic tax si profilerebbe uno slittamento, con l'entrata in vigore non prima di luglio, nel qual caso l'esecutivo sarebbe costretto a individuare misure compensative, considerando che le due misure valgono insieme oltre 1,3 miliardi di euro nel 2020. Il tutto avviene in un contesto di forti polemiche nella maggioranza. Particolarmente dure le parole del segretario Pd Nicola Zingaretti, che, senza mezzi termini, ha attaccato Matteo Renzi: le idee sono tutte legittime, dice, “il problema è se tu le idee le porti per costruire o per logorare e criticare: aprire una polemica su una legge di bilancio per indicare che uno sarebbe il partito delle tasse e l'altro è contro le tasse è un’operazione di basso livello che gli italiani giudicheranno alle urne”. 

Ma intanto Confindustria esprime un giudizio critico sulla manovra di bilancio: “Il giudizio sul decreto è, nel complesso, critico, dice il direttore generale Marcella Panucci, anche considerando che s’inserisce nella più ampia e articolata, e per diversi aspetti anch'essa critica, manovra di bilancio, sulla quale avremo modo di esprimerci nell'audizione della prossima settimana”. Da parte sua, il ministro dell'Economia Roberto Gualtieri, intervenuto ieri in Parlamento, ribatte alla Lega che lo accusa di aver aumentato le tasse: “La manovra riduce la pressione fiscale che voi avevate aumentato”. Sulla finanza pubblica interviene anche il Commissario Ue agli Affari economici Paolo Gentiloni: “L'Italia deve fare qualcosa per ridurre il debito. L'Italia, mi spiace ma è così, ha bisogno di disciplina di bilancio ma chi ha spazi di bilancio deve usarli per la crescita”.  

Linea dura Conte sull’Ilva, il Pd vuole un nuovo scudo ma il M5S è diviso

Linea dura con ArcelorMittal e contemporanea apertura al ripristino dello scudo penale. Si muove su un doppio binario il Governo in vista dell'incontro decisivo tra il premier Giuseppe Conte, il ministro Stefano Patuanelli e i vertici di ArcelorMittal. Il dossier ex Ilva vede l'alleanza di governo unita su un elemento, la preoccupazione per il futuro dello stabilimento, che filtra anche dal Quirinale. Sulla strategia per una soluzione, però, nella maggioranza manca compattezza: il Pd e Italia Viva pressano per il ripristino dello scudo e il M5S resta diviso e deve fare i conti con chi non vuole dietrofront. Tutto ciò mentre da Taranto l'Ad Lucia Morselli non lascia dubbi sul fatto che in ogni caso l'azienda lascerà Taranto. Sul fronte del Governo c’è la determinazione a non accettare ricatti: “C'è un contratto da rispettare e saremo inflessibili, non si può pensare di cambiare una strategia imprenditoriale adducendo a giustificazione lo scudo penale”, avverte Conte mentre Roberto Gualtieri cita Mario Draghi e assicura che il governo farà “what ever it takes”, tutto il possibile. 

L'esecutivo, nelle prime ore della giornata, va in ordine sparso. Matteo Renzi si dice subito pronto a presentare e votare un emendamento nel decreto fiscale per il ripristino dello scudo, che tolga così dal tavolo qualsiasi alibi per ArcelorMittal. Il Pd, prima con Graziano Delrio e poi con Nicola Zingaretti, apre: “Chi deve attuare un piano ambientale non può rispondere penalmente su responsabilità pregresse e non sue. Proporremo iniziative parlamentari”, spiega il segretario Dem. Il nodo è nel M5S, dove prima Luigi Di Maio e poi tutta la maggioranza solo qualche settimana fa sono stati di fatto obbligati a stralciare lo scudo penale graduale inserito nel dl imprese: a scagliarsi contro la misura è stato un manipolo, numeroso, di senatori M5S che vuole l'azzeramento d’immunità ad hoc. Eppure, sul ripristino dello scudo sia Di Maio che Conte, in silenzio, aprono. 

Salvini è convinto di vincere in Emilia Romagna

Parola d'ordine: allargare, coinvolgere, condividere: il piano di Matteo Salvini per vincere le regionali in Emilia Romagna è definito. L'aria che i leghisti respirano in Regione è buonissima e il segretario leghista è convinto ormai di poter “liberare” l'Emilia Romagna, il 26 gennaio, come già ha rivendicato di aver fatto con l'Umbria. La prossima settimana aprirà ufficialmente la campagna elettorale di Lucia Borgonzoni, e per l'occasione ha affittato il Paladozza di Bologna. Alla campagna tra la gente, con tappe in tutte le sagre di paese da qui a fine gennaio, il leader del Carroccio affiancherà per la prima volta una strategia di grande apertura della Lega al civismo per conquistare la roccaforte rossa: “Le civiche che sosterranno la mia candidatura saranno due, ci sto ancora lavorando. E saranno rappresentative del mondo legato all'associazionismo e alle categorie professionali”, ha confermato la Borgonzoni. 

Gli alleati Silvio Berlusconi e Giorgia Meloni saranno impegnati in prima persona nella campagna a sostegno della candidata leghista. Salvini è convinto che un’eventuale vittoria in Emilia Romagna avrà ripercussioni pesanti sulla tenuta del Pd e del Governo con i 5 stelle: da piazza San Giovanni, ha dato la primavera 2020, con la conclusione della tornata di regionali, come scadenza dell'esecutivo Conte II. I tre leader del centrodestra, però, devono ancora concludere il puzzle dei candidati nelle altre Regioni. C’è il nodo Calabria, che dovrebbe andare al voto con l'Emilia il 26 gennaio, dove Forza Italia ha candidato Mario Occhiuto, ma la Lega non è convinta perché ha alcune inchieste in corso. Altro nodo è FdI: forte della crescita in Umbria e nei sondaggi, il partito di Giorgia Meloni vorrebbe un proprio candidato, oltre che nelle Marche e in Puglia, anche alla presidenza della Toscana, Regione che spetterebbe alla Lega. 

Al Senato 

L’Aula del Senato tornerà a riunirsi alle 9.30 per l’esame del decreto per il trasferimento di funzioni e la riorganizzazione dei Ministeri. A seguire si confronterà sul decreto, già approvato dalla Camera, sul perimetro di sicurezza nazionale cibernetica e ascolterà le Comunicazioni del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte sul disegno di legge di bilancio.

Per quanto riguarda le Commissioni, l’Istruzione esaminerà il disegno di legge sulla promozione e il sostegno della lettura. La Bilancio dovrà esprimere il parere preliminare sul testo della manovra al Presidente del Senato. La Lavoro esaminerà l’Atto europeo per una cooperazione rafforzata tra i servizi pubblici per l'impiego (SPI). La Territorio proseguirà l’esame degli oltre 300 emendamenti presentanti al cosiddetto decreto clima. 

L’Aula della Camera 

Nella giornata di ieri, dopo che sono state discusse le mozioni per la riduzione del costo del lavoro, la revisione della spesa pubblica e l'istituzione di una giornata celebrativa in occasione del settimo centenario della morte di Dante Alighieri, il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha svolto l'informativa urgente in relazione ad un asserito conflitto d’interessi connesso a un incarico professionale assunto precedentemente all'incarico di Governo. L’Assemblea della Camera tornerà a riunirsi alle 11.00 per la discussione di diverse ratifiche di trattati internazionali. Alle ore 15.00, come di consueto svolgerà il question time.

Le Commissioni della Camera

La Commissione Affari Costituzionali svolgerà alcune audizioni nell'ambito dell'esame delle proposte di legge in materia di scioglimento dei consigli degli Enti locali conseguente a fenomeni d’infiltrazione e di condizionamento di tipo mafioso. Con la Giustizia esaminerà l’Atto europeo sulla comunicazione della Commissione UE “Rafforzare lo Stato di diritto nell'Unione”. La Giustizia dibatterà la pdl per la prevenzione e il contrasto al bullismo, la proposta di legge per l’armonizzazione del trattamento economico del personale della Magistratura nei casi di congedo straordinario e di aspettativa per malattia, e la pdl in materia di spese di giustizia. Proseguirà poi il ciclo di audizioni sulla pdl relativa ai testimoni di giustizia. Con la Affari Sociali si confronterà sullo schema di decreto ministeriale in materia di assunzione dei testimoni di giustizia. 

La Bilancio, alle 14.45, in sede riunita con la Politiche dell’UE, ascolterà il dott. Giampaolo Galli sul funzionamento del Meccanismo europeo di stabilità (MES) e sulle sue prospettive di riforma. La Finanze esaminerà e svolgerà diverse audizioni sul decreto fiscale. La Cultura, alle 9.30, ascolterà il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri con delega per l'editoria Andrea Martella sulle linee programmatiche dell'attività di Governo in materia e si confronterà sulla pdl per il reclutamento e lo stato giuridico dei ricercatori universitari e degli Enti di ricerca. 

La Commissione Ambiente esaminerà e svolgerà diverse audizioni sul decreto per l'accelerazione e il completamento delle ricostruzioni in corso nei territori colpiti da eventi sismici. La Trasporti ascolterà i rappresentanti dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (AGCOM) sullo schema di contratto di programma tra il Ministero dello sviluppo economico e la società Poste italiane S.p.A per il quinquennio 2020-2024. Con la Attività Produttive, ascolterà i commissari straordinari di Alitalia Daniele Discepolo, Enrico Laghi e Stefano Paleari sul decreto fiscale. La Commissione Attività produttive ascolterà i rappresentanti del Consorzio italiano biogas (CIB), di Amici della Terra Italia, di Italia Nostra e di Assocarta nell’ambito dell’indagine conoscitiva sulle prospettive di attuazione e di adeguamento della Strategia Energetica Nazionale al Piano Nazionale Energia e Clima per il 2030. 

La Commissione Affari sociali ascolterà i rappresentanti dell'Agenzia italiana del farmaco (AIFA) sui ddl per il sostegno alla ricerca e alla produzione dei farmaci orfani e alla cura delle malattie rare, e sul contrasto al fenomeno dell'antibiotico-resistenza, esaminerà le risoluzioni per la tutela della salute mentale e ascolterà i rappresentanti dell'Autorità nazionale anticorruzione (ANAC) nell'ambito dell'esame delle proposte di legge sulle attività funerarie. 

 



Seguici sui Social


2

Nomos Centro Studi Parlamentari è una delle principali realtà italiane nel settore delle Relazioni IstituzionaliPublic Affairs, Lobbying e Monitoraggio Legislativo e Parlamentare 

Vuoi ricevere tutti i nostri aggiornamenti in tempo reale? Seguici sui nostri canali social