Meloni partecipa alla Cop27, suo primo vertice internazionale
Dopo il viaggio a Bruxelles di giovedì scorso, Giorgia Meloni si appresta a esordire al suo primo vertice internazionale da quando è arrivata a Palazzo Chigi. Il presidente del Consiglio oggi parteciperà al summit delle Nazioni unite sui cambiamenti climatici, la Cop27 a Sharm El-Sheikh, in Egitto; l’arrivo del premier al Centro Congressi è previsto per le 9.30, poi alle 12.00 ci sarà la foto con i leader e subito dopo la cerimonia di apertura. Alle 13.30 Meloni prenderà parte alla tavola rotonda Just Transition, mentre alle 18.00, prima di far rientro in Italia, interverrà nel corso della Sessione Plenaria; ad accompagnarla ci sarà il ministro dell'Ambiente e della sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin, che tornerà poi a Sharm dal 13 al 14 novembre per l'apertura della sessione ministeriale dei lavori. Dopo aver visto a Bruxelles i vertici delle istituzioni europee (Metsola, von der Leyen, Michel), la nuova trasferta potrebbe rappresentare l'occasione per incontrare di persona alcuni leader attesi al summit come, ad esempio, il nuovo primo ministro britannico Rishi Sunak, il cancelliere tedesco Olaf Scholz e il premier spagnolo Pedro Sanchez.
Più delicato il discorso legato a un possibile incrocio col presidente egiziano al-Sisi vista la questione di Giulio Regeni; al momento, comunque, possibili incontri o eventuali bilaterali non sono stati annunciati nell'agenda ufficiale del premier. Al vertice i nodi principali sul tavolo della discussione saranno sicurezza energetica, adattamento al riscaldamento globale, fondo finanziario per i Paesi più deboli che sono rimaste indietro nello sviluppo e hanno subito danni dalla crescita del pianeta, e impegni sulla riduzione delle emissioni che tradotto significa decarbonizzazione dell'economia. L'Italia partecipa all'impegno di riduzione del 55% delle emissioni entro il 2030, assunto dell'Europa, e del raggiungimento delle emissioni zero entro il 2050. Nei negoziati che si svolgeranno a Sharm El Sheik le posizioni dei 27 paesi membri saranno strettamente coordinate in ambito europeo, sulla base del costante raccordo che ha preceduto e che accompagnerà i negoziati.
L'assenza alla Cop27 di alcuni tra i principali paesi emettitori di Co2, come Cina, Russia e India, mette a rischio il raggiungimento degli obiettivi della Conferenza. Giorgia Meloni illustrerà la linea del nuovo esecutivo riguardo alla 'transizione giusta', uno degli elementi chiave riconosciuti dall'Accordo di Parigi per garantire che la transizione verso la decarbonizzazione dell'economia avvenga in modo equo, linea anticipata già nel corso delle dichiarazioni programmatiche del Governo alle Camere in cui il premier aveva spiegato che “non c'è un ecologista più convinto di un conservatore, ma quello che ci distingue da certo ambientalismo ideologico è che noi vogliamo difendere la natura con l'uomo dentro, coniugando sostenibilità ambientale, economica e sociale. Il nostro approccio sarà accompagnare le imprese e i cittadini verso la transizione verde, senza consegnarci a nuove dipendenze strategiche e rispettando il principio di neutralità tecnologica”.
Il Papa augura il meglio al Governo guidato da Meloni
La prima donna alla guida di un governo in Italia? “È una sfida”, “il nuovo Governo incomincia adesso, io sono qui: gli auguro il meglio. Io sempre auguro il meglio a un Governo, perché il Governo è per tutti e gli auguro il meglio perché possa portare l'Italia avanti”. Papa Francesco incontra i giornalisti a bordo del volo che lo riporta a Roma dal Bahrein e risponde alle domande dei cronisti sulla stretta attualità politica italiana; sulla gestione dei migranti ribadisce che “in mare la vita va salvata”, perché il Mediterraneo è diventato “il cimitero più grande del mondo”, ma “l'Italia, questo Governo, non può fare nulla senza l'accordo con l'Europa, la responsabilità è europea”. Poi esorta le forze politiche, “tutti gli altri che sono contrari al partito vincitore”, a collaborare “con la criticità, con l'aiuto”, per far sì che il Governo sia “di collaborazione, non un Governo dove ti muovono il viso, ti fanno cadere se non ti piace una cosa o l'altra; io chiamo alla responsabilità”, perché non è “giusto che dall'inizio del secolo fino a ora 'Italia abbia avuto 20 governi? Finiamola con questi scherzi”, aggiunge.
Non è la prima volta che Bergoglio si rivolge alla neo premier. Lo stesso Pontefice, nelle stesse ore in cui l'esecutivo s’insediava a Palazzo Chigi, aveva dedicato un passaggio dell'Angelus proprio all'avvio del Governo: “Oggi, all'inizio di un nuovo Governo, preghiamo per l'unità e la pace dell'Italia”. Meloni aveva risposto a stretto giro sui social: “Ringrazio Sua Santità Papa Francesco per il pensiero che ha voluto rivolgere all'Italia in questa giornata così importante per il Governo che ho l'onore di presiedere”. La stessa Meloni nel suo discorso d’insediamento alle Camere aveva rivolto un “affettuoso saluto” a Bergoglio e aveva citato le parole del Papa sulla povertà: “La povertà non si combatte con l'assistenzialismo, la porta della dignità di un uomo è il lavoro”. I contatti tra Meloni e Bergoglio per adesso sono solo a distanza ma non si esclude che un incontro possa avvenire nelle prossime settimane.
Moratti si candida con il Terzo Polo in Lombardia. No del Pd
Letizia Moratti annuncia l’intenzione di candidarsi alle regionali in Lombardia con l'appoggio del Terzo polo di Matteo Renzi e Carlo Calenda, un evento atteso, quello dell'ormai ex vicepresidente e assessore al Welfare della Regione, dopo la rottura con il centrodestra e le dimissioni, mercoledì scorso, dalla giunta guidata dal leghista Attilio Fontana. Ieri, il giorno dopo la partecipazione alla manifestazione per la pace organizzata da Azione e Italia Viva a Milano, la riserva è stata sciolta. Fredda la reazione della Lega, che liquida la decisione con un “Auguroni”. Per la coordinatrice lombarda di Fratelli d'Italia Daniela Santanché la candidatura della Moratti con il Terzo polo “non sarà un problema per il centrodestra”, mentre il Pd lombardo boccia ogni ipotesi di sostenere l'ex ministra berlusconiana. “Ringrazio Carlo Calenda e Matteo Renzi per l'appoggio. Inizia oggi un nuovo appassionante cammino per dare le risposte che la Lombardia merita”, sono le parole con cui Moratti, nel primo pomeriggio, annuncia la sua discesa in campo per occupare il piano più alto di Palazzo Lombardia, il grattacielo milanese della Regione; “Con Calenda e Renzi ho condiviso l'avvio di un percorso che mi vedrà candidata alla presidenza di Regione Lombardia. Un progetto forte ed attento ai territori, orientato ad offrire una visione del futuro lombardo e nazionale capace di interpretare i mutamenti in atto ed affrontare le nuove sfide in arrivo. Una collaborazione che nasce sostenuta dall'ampia e consolidata rete civica a me vicina e dal Terzo Polo”. L'obiettivo è la “costruzione di una coalizione vincente” aperta “all'adesione di tutti gli interlocutori politici, culturali, del terzo settore e delle associazioni”.
A precedere l'annuncio della Moratti due tweet di Carlo Calenda: “Appoggiare due persone che in Lombardia e nel Lazio hanno fatto bene sulla campagna vaccinale e la sanità come Alessio D'Amato è la scelta giusta per il Terzo Polo. Rimaniamo aperti alla discussione con tutti per costruire coalizione ampie” ma “è ora di rompere gli indugi e iniziare a lavorare”.
A chiudere fin da subito sulla possibilità di sostenere l'ex sindaca di Milano è il Pd lombardo, che ha tenuto la sua assemblea regionale in vista delle prossime elezioni. “Moratti ha avuto un percorso politico e pubblico tutto interno al centrodestra, non può essere la nostra candidata”, afferma il segretario dem lombardo Vinicio Peluffo, contrario anche a un eventuale ticket con l'economista Carlo Cottarelli. Dall'assemblea “ho ricevuto il mandato a chiudere il percorso di confronto con le altre forze politiche di opposizione che in Lombardia comprendono M5S, Azione, +Europa e civici”. Per la selezione del candidato presidente “noi proponiamo le primarie di coalizione. Siamo disponibili al confronto, non vogliamo imporre nulla a nessuno ma nemmeno subire imposizioni”. Non avendo raggiunto ancora un accordo né sul nome né sulle alleanze, i dem resteranno in assemblea permanente fino al 20 novembre, o almeno fino alla chiusura di un'intesa con le altre minoranze.
La sinistra attacca il Governo sui migranti: “Piantedosi riferisca in Aula”
Il fronte parlamentare progressista, Pd, Sinistra Italiani, Verdi e +Europa, contesta con veemenza l'approccio muscolare del Governo con le tre navi delle Ong con a bordo alcune centinaia di migranti naufragati, e chiede che il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi riferisca in Parlamento sulla vicenda. Il titolare del Viminale e l'esecutivo ottengono invece il sostegno dell'intero centrodestra, senza distinguo come era avvenuto sulla norma anti-rave o su quella a favore dei medici no-vax, mentre dall'estero arriva il placet del premier ungherese Victor Orban, contrario però alla ricollocazione in Europa dei migranti sbarcati in Italia.
Dopo la decisione di Piantedosi di non far sbarcare tutti i naufraghi, come vorrebbe la Convezione di Montego bay, i parlamentari del Pd Antony Barbagallo e Antonio Nicita e quello di Si Aboubakar Soumahoro si sono recati a Catania per controllare l'operato del Governo, salendo anche a bordo della nave della Ong tedesca Sos Humanity e contestando il fatto che non tutti i naufraghi siano stati fatti scendere. Enrico Letta ha attaccato il titolare del Viminale e il governo Meloni, mettendo in discussione la legittimità degli atti compiuti. Lui e molti altri si sono indignati per i termini usati dall'esecutivo, cioè “sbarco selettivo” e soprattutto “carico residuale” per indicare i 35 migranti cui non è stato permesso di scendere: “Linguaggio inaccettabile per scelte ancor più inaccettabili, contrarie ai principi di umanità e alle regole internazionali”, ha detto Letta. Anche i Radicali italiani e +Europa con Riccardo Magi e Benedetto della Vedova, hanno criticato il Governo sia sul piano della legittimità che su quello etico. Nessun commento invece da Giuseppe Conte che sulla questione ha deciso di non intervenire visto che la posizione del M5S è che la soluzione deve essere il frutto di un coordinamento europeo.