Il Senato riprenderà i suoi lavori nel pomeriggio di mercoledì, quando saranno discusse alcune ratifiche di accordi internazionali: tra i vari atti si segnala quello relativo allo scambio di lettere tra Italia e Lussemburgo in merito alla doppia imposizione su redditi e patrimoni. I lavori di Palazzo Madama proseguiranno poi con la discussione sulla legge di delegazione europea e la legge europea 2013-bis, provvedimenti già approvati dalla Camera dei Deputati. Testi che dovrebbero essere licenziati definitivamente entro la giornata di giovedì, seduta durante la quale verranno svolte anche interpellanze ed interrogazioni. Alle 15 la commissione Industria del Senato si riunirà insieme alla commissione Attività produttive della Camera, seduta durante la quale si farà il punto sulle strategie in tema di energia adottate dall'Unione Europea alla presenza del vicepresidente della Commissione europea, Günther Oettinger. Diverse Commissioni non si riuniranno prima della prossima settimana, altre, invece, convocheranno i propri uffici di presidenza per la programmazione dei lavori.

Nel pomeriggio di giovedì la Camera si riunirà per riprendere la discussione generale del ddl di conversione del decreto-legge “Missioni”, testo sul quale si ripercuoteranno le decisioni sull'Iraq assunte un paio di settimane fa dalle commissioni Difesa ed Esteri di Camera e Senato. Il testo che finanzia l'impiego delle Forze armate all'estero e i programmi di cooperazione internazionale dovrà infatti contemplare l'invio di armi alle formazioni militari della Repubblica autonoma del Kurdistan iracheno, regione impegnata al fianco dell'esercito di Baghdad nella lotta contro le milizie islamiche dell'ISIS. In serata riprenderà l'esame delle mozioni sull'acquisto dei cacciabombardieri F-35, sui diritti degli animali e sulla formazione del bilancio dell'Unione Europea. Domani il Comitato ristretto della commissione Ambiente riprenderà i suoi lavori sul disegno di legge collegato all'ultima legge di stabilità contenente “Disposizioni in materia ambientale per promuovere misure di green economy e per il contenimento dell’uso eccessivo di risorse naturali”, testo che nelle sedute in programma mercoledì e giovedì sarà analizzato in sede referente dal plenum della Commissione. Giovedì il Comitato ristretto della commissione Agricoltura esaminerà proposte di legge in tema di valorizzazione della filiera corta dei prodotti agricoli. Anche a Montecitorio, così come al Senato, alcune Commissioni non si riuniranno prima della settimana prossima.

Oggi iniziano ufficialmente i “Mille giorni” di Matteo Renzi. Il presidente del Consiglio presenterà ufficialmente il programma con il quale intende dare un senso all'attuale legislatura. Le sue idee sono molto chiare: vuole “cambiare verso” all'Italia e all'Europa. Per farlo sarà necessario portare a termine la stagione riformista senza fare sconti a nessuno, anche sulla giustizia – materia altamente divisiva – si dovrà concludere un cammino che porti alla modifica dei codici di procedura civile e penale. Per approvare molte delle riforme proposte dal politico fiorentino sarà necessario cercare la sponda di Forza Italia, così come accaduto sulla legge elettorale alla Camera e sulla riforma costituzionale al Senato. Un gioco di squadra che potrebbe finire per far aumentare i malumori interni alle varie correnti del Partito democratico. Mal di pancia che, almeno nel breve periodo, saranno anestetizzati ricordando la nomina di Federica Mogherini ad Alto rappresentante della Politica estera dell'Unione Europea. Una battaglia condotta da Matteo Renzi in solitaria, un risultato che appariva insperato solo quattro settimane fa quando, anche tra i ranghi del Partito socialista europeo, avevano fatto notare la poca esperienza dell'attuale titolare della Farnesina. La vittoria di Renzi in sede europea potrebbe però aprire un nuovo fronte domestico, sarà infatti inevitabile un dossier sull'eventuale rimpasto di governo. Entro poco tempo si dovrà pensare a chi sostituirà il nuovo capo della diplomazia di Bruxelles, una nomina che potrebbe finire per minare i delicati equilibri della maggioranza. Nonostante i richiami di una parte del Pd restano fondamentali i voti di Scelta civica e del Nuovo centrodestra, partiti che non vedrebbero di buon occhio un loro ridimensionamento nella compagine ministeriale. Passo dopo passo, il premier punta quindi a “scardinare il sistema”, a far uscire il Paese dalla recessione e far tornare “l'Italia ad essere leader In Europa”. Un cammino irto di ostacoli. Il crollo dei consumi e la deflazione non autorizzano infatti facili ottimismi, Renzi e il ministro dell'Economia Padoan dovranno dimostrarsi capaci di dare una scossa al sistema produttivo. Sullo sfondo rimane poi la fondamentale battaglia per la revisione dei vincoli europei. Palazzo Chigi è deciso a chiedere alle cancellerie continentali misure per favorire sviluppo e crescita. Sarà comunque difficile aggirare il rifiuto della Germania.



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