L'assemblea del Senato tornerà a riunirsi solo il 7 gennaio, quando affronterà la proposta di modifica della legge elettorale, incardinata in Aula sabato scorso all’alba, con la relazione di Anna Finocchiaro. Lo stop riguarderà anche tutte le Commissioni permanenti, che riprenderanno i propri lavori solo dopo le festività natalizie. Il presidente del Consiglio è convinto di poter portare a casa l’Italicum entro la fine del mese. Ottimismo che si dovrà scontrare con le diffidenze della minoranza di Forza Italia e del Nuovo centrodestra. La nuova normativa potrebbe infatti penalizzare le piccole forze politiche. L'ex segretario Pd, Pier Luigi Bersani, ha usato il bastone e la carota sottolineando da un lato come le modifiche apportate fin qui siano state significative, ma dall'altro ha minacciosamente ribadito che le riforme le fa il Parlamento e non il Governo. La legge elettorale “è stata modificata rispetto al testo iniziale e ci stiamo avvicinando a una soluzione accettabile. Ma i nominati sono ancora troppi”, ha spiegato Bersani. Obiettivo dichiarato di Matteo Renzi è l'approvazione del provvedimento prima che parta la roulette russa delle votazioni per il nuovo presidente della Repubblica. Risultato che potrebbe essere portato a casa solo se Giorgio Napolitano decidesse di rimandare di qualche settimana le sue dimissioni. Annunciate per il termine del semestre di presidenza italiano dell'Unione europea. Tra i renziani si serrano le fila e si invita a non sprecare l'occasione di cambiare il Paese, come conferma il capogruppo Pd alla Camera Roberto Speranza: “Un partito con i numeri del Pd non deve lavorare per andare a votare ma per completare le riforme. Sarebbe un fallimento per il Pd immaginare di riandare a votare con il Senato elettivo di oggi. Useremo la forza parlamentare che abbiamo ed il consenso degli elettori italiani per fare le riforme”, ha assicurato. Ma i problemi aperti sono tanti e restano sul tappeto. L'attivissimo Roberto Calderoli, ad esempio, non ha mancato di ricordare come la clausola di salvaguardia sull'entrata in vigore della legge elettorale “non è un dettaglio marginale in quanto è legata all'approvazione della riforma costituzionale, visto che l'Italicum è fatto per la sola Camera”.
Entro le serata di oggi l'assemblea della Camera dovrebbe riuscire ad approvare definitivamente la legge di stabilità. Tutto senza l'apposizione di una nuova questione di fiducia. I lavori della commissione Bilancio si sono conclusi nella giornata di ieri; Montecitorio licenzierà la manovra di finanza pubblica senza modifiche rispetto al testo uscito da Palazzo Madama. I centotrenta emendamenti presentati non sono stati presi in considerazione. Si è aperto però un problema di natura tecnica: i tecnici della Camera hanno infatti puntato il dito contro la normativa concernente gli sgravi Irap. L'introduzione del credito d'imposta Irap per i lavoratori autonomi senza dipendenti potrebbe infatti causare una procedura d'infrazione Ue. È quanto si evidenzia nel dossier del servizio Bilancio della Camera. “Andrebbe acquisita la valutazione del Governo circa la compatibilità con la normativa europea, al fine di evitare eventuali procedure di infrazione, tenuto conto che il beneficio è limitato a specifiche categorie di contribuenti”, si legge nel documento. Il bonus, inoltre, secondo i tecnici, potrebbe “determinare effetti connessi a possibili comportamenti elusivi, lavoro sommerso, adottati al fine di fruire del credito d'imposta”. Nella giornata di oggi il Comitato ristretto delle commissioni Ambiente e Agricoltura porteranno avanti l'esame della legge quadro in materia di valorizzazione delle aree agricole e di contenimento del consumo del suolo. Domani, in commissione Affari sociali, scadranno i termini per la presentazione degli emendamenti al ddl “Delega al Governo per la riforma del Terzo settore, dell'impresa sociale e per la disciplina del Servizio civile universale”. Nel resto della settimana non sono previste altre sedute delle Commissioni permanenti.
Matteo Renzi ha annunciato la convocazione del Consiglio dei Ministri per la vigilia di Natale. L'ordine del giorno si annuncia molto ricco. Saranno infatti licenziati da Palazzo Chigi gli schemi di decreto legislativo attuativi della delega contenuto nel “Jobs Act” recentemente licenziato dal Parlamento. Un altro punto molto importante è rappresentato dall'approvazione di un decreto-legge con cui si dovrebbe procedere alla nazionalizzazione dello stabilimento ILVA di Taranto. Potrebbe essere approvato anche il consueto dl “Milleproroghe”.