Le assemblee di Senato e Camera non si riuniranno per permettere ai parlamentari di partecipare attivamente alla campagna elettorale per il rinnovo di sette Consigli regionali. Allo stesso modo saranno interrotte le attività della quasi totalità della Commissioni permanenti. Mercoledì le commissioni Cultura di Camera e Senato svolgeranno le audizioni di Associazioni di genitori; Associazioni di dirigenti scolastici; Associazioni di docenti; Forum degli studenti e sindacati confederali. Nella mattinata di giovedì le audizioni proseguiranno con i rappresentanti dei sindacati degli insegnanti. Il ciclo di audizioni è connesso all'esame del disegno di legge “La buona scuola”, che ha intrapreso la sua istruttoria al Senato dopo l’approvazione da parte della Camera, non priva di polemiche, la scorsa settimana. Nel pomeriggio di giovedì, la sola commissione Cultura del Senato, continuerà a confrontarsi sul suo contenuto. Mercoledì la commissione Lavori pubblici del Senato porterà avanti l'esame delle proposte di legge di riforma del sistema radiotelevisivo. Alle 10 di oggi le commissioni Cultura e Attività produttive della Camera svolgeranno un incontro con una delegazione della Commissione Educazione fisica, Sport e Turismo del Sejm, della Repubblica di Polonia su questioni inerenti lo sport e il turismo.
Il voto alle Regionali del 31 maggio non è un referendum sulla vita del governo e su Matteo Renzi. Il premier, per la prima volta, lascia intravedere la possibilità che la partita che si gioca in sette Regioni finisca lontano dal 6 a 1 che qualche tempo fa sembrava a portata di mano: “Fosse anche un 4-3 sarebbe comunque - dice - una vittoria per il Pd. Ma credo che andrà meglio". E comunque, ci tiene a ribadire anche il ministro per i Rapporti con il Parlamento Maria Elena Boschi, “non influenzerà il futuro dell'Esecutivo”. Scontato il bis della Lega in Veneto, le Regioni in bilico sono la Campania governata attualmente dal centrodestra e la Liguria, guidata dal centrosinistra. A rendere ancora più significativo il voto dei liguri è la scissione a sinistra che si è consumata in questa occasione con la candidatura, sostenuta da Pippo Civati, di Luca Pastorino. Non a caso, oggi Renzi sarà a La Spezia a fianco della candidata del centro-sinistra, Raffaela Paita ed è probabile che la chiusura della campagna elettorale sia a Genova, città che potrebbe essere la tappa finale anche per Silvio Berlusconi e Beppe Grillo. Divisioni che potrebbero aiutare la vittoria di Giovanni Toti (Fi): “Perderete - è la previsione del candidato per il centrodestra alla presidenza della Regione - e sarà una sconfitta che farà bene alla Regione e anche al Pd da queste parti”. Se il Pd dovesse incassare solo quattro regioni su sette, è però il refrain condiviso da Lega e Forza Italia, si aprirebbe un nuovo capitolo che investirebbe la stabilità del governo e così come accadde quindici anni fa con D'Alema, il premier, sostengono, dovrebbe dimettersi. “Le elezioni di domenica prossima - è la tesi del leghista Roberto Calderoli - saranno un referendum su Renzi e sarà un imperativo per tutti mandare a casa lui e il suo governo”. E, convinto di incassare oltre il Veneto anche un ottimo risultato percentuale complessivo, Matteo Salvini già si candida a essere lo sfidante del premier: “Saremo il primo partito alternativo a Renzi e in questo caso io ci sono e non mi tiro indietro”. Nonostante manchi ancora una settimana, la Lega sembra quindi aver già archiviato la campagna elettorale per guardare ai futuri equilibri anche nel centrodestra. Nessuna intenzione di rottamare il Cavaliere, assicura Salvini che però si dice convinto del fatto che Berlusconi debba cambiare passo e guardare avanti. Ieri, intanto, il Cavaliere ha confermato di voler lanciare un nuovo soggetto politico per mandare in soffitta Forza Italia. L'ex presidente del Consiglio vorrebbe un “movimento leggero” capace di comportarsi come un comitato elettorale: un qualcosa di molto simile al Partito repubblicano statunitense. Un nuovo soggetto politico in grado di individuare un leader attraverso delle convention da organizzare su tutto il territorio nazionale. Nelle prossime settimane il Parlamento potrebbe occuparsi delle unioni civili. Il risultato del referendum irlandese sui matrimoni omosessuali ha avuto forte eco anche in Italia; da destra a sinistra molti si dicono pronti a sostenere un testo che riconosca i diritti delle coppie di fatto. Su questa strada i renziani tornano ad incrociare Silvio Berlusconi che, dalla platea tv di Fabio Fazio, dà il suo via libera: “Forza Italia ha un dipartimento per i diritti civili che si sta occupando di questo. Io personalmente credo che non vi sia motivo per cui in uno stato civile un fidanzato e una fidanzata etero o dello stesso sesso non possano assistere l'altro se malato o lasciare in eredità qualcosa”. Al momento gli unici a fare resistenze sono i parlamentari di Area popolare e Per l'Italia, tradizionalmente vicini al mondo cattolico.