Il Senato riprenderà i suoi lavori iniziando la discussione sulla legge elettorale, provvedimento incardinato a ridosso della chiusura del Parlamento per la pausa natalizia. L'argomento è in grado di scatenare le tensioni interne alla maggioranza e di favorire l'attrito tra il Partito democratico e Forza Italia. Il testo è arrivato in aula senza concludere il suo iter in Commissione. La tenuta del Patto del Nazareno è minata anche dalle polemiche sullo schema di decreto legislativo attuativo della Delega fiscale, provvedimento il cui articolo 19-bis avrebbe permesso a Silvio Berlusconi, secondo alcune interpretazioni, di ricorrere contro le sanzioni accessorie previste nella condanna incassata per frode fiscale. La sinistra del Pd ha preannunciato di voler presentare un emendamento per chiedere una verifica preventiva di costituzionalità alla Consulta. Scelta in grado di rendere incerta l'entrata in vigore della nuova normativa per l'elezione della Camera. Il testo voluto dalla maggioranza del Pd prevede 2/3 dei parlamentari eletti con le preferenze e 1/3 con il sistema dei collegi. La commissione Affari costituzionali esaminerà la proposta di decisione del Parlamento europeo e del Consiglio relativa all'abrogazione di alcuni atti nel settore della libertà, sicurezza e giustizia, domani riprenderà invece l'esame del disegno di legge del governo sulla riforma della Pubblica amministrazione. Sempre domani, la commissione Finanze, riprenderà l'analisi delle proposte di legge sulla riorganizzazione dell'attività di consulenza finanziaria e sulla modifica della disciplina sul prestito vitalizio ipotecario e del disegno di legge sulla riforma dei confidi. Oggi e domani la commissione Lavori pubblici esaminerà il disegno di legge contenente la delega al governo per l'attuazione della direttiva 2014/23/UE del 26 febbraio 2014 del Parlamento europeo e del Consiglio sull'aggiudicazione dei contratti di concessione, della direttiva 2014/24/UE del 26 febbraio 2014 del Parlamento europeo e del Consiglio sugli appalti pubblici. L'affare assegnato sulle strategie dei nuovi vertici delle società partecipate dallo Stato continuerà a caratterizzare i lavori della commissione Industria. Domani l'ufficio di presidenza della commissione Sanità si riunirà per programmare i lavori dell'organo. La commissione Ambiente si confronterà sui disegni di legge in materia di delitti ambientali.
Domani l'assemblea della Camera riprenderà l'esame delle proposte di legge con cui si punta a modificare la seconda parte e il Titolo V della Costituzione, argomento affrontato anche prima della pausa per le festività natalizie. L'argomento è di fondamentale importanza per il programma di governo. Non a caso, è stato definito “passaggio storico” in una nota diffusa nella serata di ieri da Palazzo Chigi. La discussione rischia però di risentire delle tensioni legate all'attuazione del Patto del Nazareno. L'ala maggioritaria di Forza Italia sembra infatti intenzionata a premere sul freno per permettere un confronto più approfondito. Le commissioni Ambiente e Attività produttive svolgeranno le audizioni dei rappresentanti di Legambiente, di Italia Nostra, del Fondo Ambiente Italiano e dell’Associazione mediterranea per la natura nell’ambito della discussione congiunta di risoluzioni sulla produzione di energia da impianti geotermici. Domani le commissioni Ambiente e Agricoltura riprenderanno l'istruttoria della proposta di legge quadro in materia di valorizzazione delle aree agricole e di contenimento del consumo del suolo. Nel pomeriggio di domani la commissione Attività produttive svolgerà l'audizione del responsabile settore eolico dell’ENEA nell’ambito della discussione di una risoluzione riguardante le iniziative a favore del riconoscimento del vento troposferico quale fonte di energia rinnovabile.
Nei prossimi giorni entrerà nel vivo la “campagna elettorale” per il Quirinale. Nel suo discorso di fine anno il presidente della Repubblica ha infatti ribadito l'imminenza delle sue dimissioni. Atto che rischia di gettare nel caos la maggioranza di governo e il Pd. Intanto l’esecutivo dovrà fronteggiare le nuove critiche arrivate dalla Commissione europea. Ieri il vicepresidente Katainen è tornato a ribadire la necessità di riforme in grado di trovare il favore degli investitori. Il numero due dell'esecutivo di Bruxelles non ha escluso di comminare sanzioni ai Paesi inadempienti.