Draghi incontra Mattarella e Fico. I partiti si agitano

Lunedì Mario Draghi ha incontrato Sergio Mattarella al Quirinale. Il premier si è intrattenuto con il presidente della Repubblica per circa un'ora e il colloquio, che viene definito periodico, sarebbe servito per fare il punto sull’azione di Governo. Nel primo pomeriggio, poi, un altro faccia a faccia, questa volta con il Presidente della Camera Roberto Fico. Da quando, poi, il premier fa rientro nel suo ufficio, è partita la caccia all'interpretazione tra i parlamentari e le versioni si susseguono: per molti Draghi e Fico “hanno voluto affrontare di persona, direttamente” il dossier che riguarda “la possibilità di far votare i grandi elettori positivi”. Comunque sia le possibili chiavi di lettura dell’incontro con Fico sono diverse. Per alcuni: “È venuto a sondare qual è la situazione; Conte e Di Maio non vogliono il premier al Quirinale con un Governo che si decide lui e quindi è venuto a capire da Fico quali sono le reali forze in campo nel M5S e le sue possibilità”. 

Conte e Salvini si sono incontrati per parlare di Quirinale e Governo

Mancano pochi giorni all'inizio delle votazioni per il nuovo Capo dello Stato. Anche i contatti tra i leader diventano sempre più frequenti, come quello tra Giuseppe Conte e Matteo Salvini, all'inizio della legislatura nel governo del cambiamento, poi nemici e ora di nuovo insieme nell'esecutivo di unità nazionale guidato da Mario Draghi. Divisi, ma uniti dalla necessità di eleggere un nuovo presidente della Repubblica: così Conte e Salvini si sono ritrovati, faccia a faccia. Le quotazioni danno Draghi in ascesa, ma dalle parti del Carroccio preferirebbero lasciarlo a Palazzo Chigi; anche Conte ha lasciato intendere che la sua preferenza sarebbe far continuare l'esperienza di governo al suo successore, nonostante da una parte dei gruppi parlamentari siano arrivate indicazioni diverse. Ecco perché, non appena si diffonde la notizia del vis à vis scattano le prime indiscrezioni: Conte nega di aver parlato di nomi, mentre dalla Lega parlano di un “incontro cordiale” durante il quale "hanno parlato di Quirinale e di Governo, chiarendo i propri punti di vista”. L’unica certezza, ribadita da Salvini a Conte, è che il centrodestra è e resterà compatto in tutte le votazioni. Conte cerca un'ampia convergenza soprattutto per “evitare una crisi di governo”, ma è comunque consapevole che l'operazione non è facile. 

Letta dice no a candidati del centrodestra. C’è timore per la tenuta del M5S

In vista del voto per il Colle, dal PD arriva un avvertimento a FI, Lega e FdI: i dem non sono disposti a votare candidati di centrodestra per il Quirinale. Un avvertimento che potrebbe essere esteso anche agli alleati del M5S, anche se l'incontro tra Conte eSalvini era stato concordato tra il leader di M5S, PD e LeU. Resta il fatto che si sono seduti al tavolo i due leader che hanno frenato sull'ipotesi di eleggere Draghi al Quirinale, proprio una delle soluzioni che invece Enrico Letta prende in considerazione. Uno degli spauracchi che agitano PD e LeU è Elisabetta Casellati, un nome di centrodestra che, come quello di Letizia Moratti, potrebbe rientrare nella rosa di Salvini. Ma il vero timore in casa democratica è la tenuta del M5S al momento del voto. Il rischio per molti è la tenuta interna del partito guidato da Giuseppe Conte. Enrico Letta ripete che gli schemi possibili per eleggere il presidente e salvaguardare il governo sono due: un nome “alla Mattarella” non politico e super partesvotato a larghissima maggioranza; la promozione di Mario Draghi, accompagnata da un accordo sul nuovo presidente del consiglio: fuori da questi parametri, per Letta il quadro non tiene. Ma, appunto, la condizione è che il centrosinistra resti unito e la convergenza su Draghi sembra ad un passo.

Tensione nel centrodestra per la decisione di Berlusconi. Salvini per il piano B

L'annuncio di Silvio Berlusconi dovrebbe arrivare tra sabato e domenica. Il leader di FI sembra orientato a sciogliere la riserva sulla sua candidatura prima dell'inizio delle votazioni, come del resto gli chiedono da giorni anche i suoi alleati: potrebbe farlo al vertice del centrodestra, sempre se verrà convocato. Del resto, Matteo Salvini e Giorgia Meloni spingono; i leader di FdI e Lega sarebbero “irritati” dall'incertezza in cui li tiene il Cavaliere, perché temono che lui punti a sfilarsi all'ultimo momento, ponendosi come “king maker” su “un altro nome” non concordato. Lo scenario è proposto anche da Vittorio Sgarbi: “Berlusconi proporrà un nome e io so quale sarà”. Ma Matteo Salvini non intende aspettare rimanendo fermo. L'intenzione è quella di preparare il terreno proprio per evitare di essere scavalcato nel momento in cui il Cavaliere dovesse annunciare il passo indietro. Il problema è capire quale sia lo schema su cui punta il leader della Lega. In queste ore è tornato a girare molto il nome di Elisabetta CasellatiGiorgia Meloni ha chiesto formalmente un “candidato patriota” e “presidenzialista”, ma non è un mistero che veda molto bene l'ipotesi di promuovere Draghi, nella convinzione che potrebbe accelerare il ritorno alle urne. Anche la leader di FdI vuole che il centrodestra esca dallo stallo della candidatura Berlusconi e chiede che si convochi il vertice. 

Bocche cucite a Palazzo Chigi in vista del voto per il Quirinale

Intanto a Palazzo Chigi si osserva un assoluto silenzio su ogni ipotesi di elezione di Mario Darghi al Colle. È difficile che il premier si presenti in conferenza stampa dopo il Cdm che varerà il decreto sostegni e bollette. Tra i suoi Ministri i ragionamenti corrono e si disegnano scenari sul Governo in caso di suo trasloco al Colle: i più considerano probabile la permanenza di Daniele Franco al Ministero dell'Economia, mentre ipotizzano l'uscita dei ministri tecnici per far spazio a politici. Ma il premier? È forse il nodo principale, perché, nonostante continuino a farsi nei capannelli parlamentari nomi come quello di Giancarlo Giorgetti o Dario Franceschini, è difficile trovare l'accordo per un politico nell'anno pre-elettorale e allora si citano Marta Cartabia o Vittorio Colao. Ma per il momento questi sono solo rumors; vero è comunque che Mario Draghi non potrà essere eletto Presidente della Repubblica senza che i partiti abbiano trovato un’intesa su un nuovo Presidente del Consiglio.

Quasi risolto il nodo del voto dei positivi per il voto per il Quirinale

Il Parlamento spinge perché possano partecipare al voto del prossimo presidente della Repubblica tutti i 1.009 grandi elettori, positivi inclusi. A pochi giorni dalla prima convocazione in seduta comune, il pressing soprattutto del centrodestra porta all'approvazione alla Camera di due ordini del giorno al Decreto Super green pass, quasi all'unanimità, uno a firma Paolo Barelli, capogruppo di Forza Italia, e l'altro di Francesco Lollobrigida, presidente dei deputati di Fratelli d'Italia, che impegnano il Governo affinché anche i parlamentari positivi al Covid possano esprimersi sul futuro inquilino del Quirinale. Il presidente della Camera Roberto Fico, che ha convocato i grandi elettori per il 24 gennaio alle 15.00, ha ora un mandato forte per andare a interloquire con il Governo per risolvere questa questione, rinfrancato anche dal fatto che sono in calo i deputati e senatori positivi: per ora sono circa 30 i contagiati, meno rispetto alla scorsa settimana. I riflettori sono puntati sulla circolare del ministero della Salute del 13 gennaio che apre, sebbene indirettamente, alla possibilità. 

Il Governo porta in Cdm il decreto bollette e ristori

Mentre i partiti cercano un’intesa sul nuovo presidente della Repubblica, Mario Draghi non ferma l’attività del Governo: incontra il presidente di Confindustria Carlo Bonomi per discutere delle misure per calmierare i rincari dell'energia, vede il ministro dell’istruzione Patrizio Bianchi e prepara la cabina di regia che precederà il Cdm di venerdì mattina per il varo del decreto da 6 miliardi su bollette e ristori. I nuovi interventi per arginare gli aumenti di luce e gas sono i più complessi da preparare: i tecnici lavorano per trovare delle soluzioni a prova di costituzionalità per chiedere un contributo alle società energetiche che hanno incassato extra-profitti in questo periodo, come più volte auspicato dallo stesso Draghi. Ci saranno il rinnovo del meccanismo delle aste per l'emissione di CO2, da destinare a ridurre i rincari anziché il debito pubblico, e anche il taglio attraverso la cartolarizzazione di parte degli oneri di sistema. Si tratterebbe di circa 4 miliardi (1,5 dalle aste Ets e 2,5 dalle cartolarizzazioni) che si aggiungono ai 3,8 già stanziati per far fronte ai super-rincari di luce e gas nel primo trimestre. Le risorse anti-Covid, poco più di un miliardo, andranno a discoteche, impianti sportivi, mondo dello spettacolo e della cultura, oltre al turismo, e sono recuperate da fondi già a disposizione dei ministeri che verranno reindirizzati verso le attività in crisi.  

Beppe Grillo è indagato per traffico d’influenze illecite nel caso Moby

Nuova tegola per il M5S: Beppe Grillo sarebbe accusato di aver svolto una “illecita mediazione” nei confronti di “parlamentari in carica” del M5S per favorire Moby, “pagata” sotto forma di ricchi contratti pubblicitari per promuovere la compagnia di navigazione. È questo lo schema che emerge dell'inchiesta della Procura di Milano per traffico d’influenze illecite, che ha portato all'iscrizione del fondatore del M5S e dell'armatore Vincenzo Onorato nel registro degli indagati. A portare la Procura a indagare su Grillo e Onorato sono state alcune chat ritrovate sul telefono dell'armatore, nell'ambito dell'inchiesta della Procura di Firenze sulla Fondazione Open di Matteo Renzi. Negli scambi tra l'imprenditore e il comico, che si conoscono da anni, gli inquirenti milanesi hanno rintracciato “elementi che fanno ritenere illecita” la sua “mediazione” con esponenti del suo partito, perché “finalizzata a orientare l'azione pubblica dei pubblici ufficiali in senso favorevole agli interessi del gruppo Moby”, scrivono i pm in un passaggio del decreto di perquisizione che ha portato la GdF nelle sedi della Beppe Grillo Srl e della Casaleggio e Associati. Politicamente la questione è molto delicata e arriva in un momento di forte debolezza del M5S

I sondaggi della settimana

Negli ultimi sondaggi realizzati dall'Istituto SWGil Partito Democratico di Enrico Letta rimane il primo partito italiano con il 21,6%, sopravanzando Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni di più di un punto e mezzo (20%)Inoltre, il distacco tra il PD e la terza forza politica nazionale (Lega) è di 2,8 punti. 

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Nell’area delle sinistre, i Verdi rimangono pressoché stabili (2,6%) mentre Sinistra Italiana e MDP Articolo Uno si attestano rispettivamente al 2,6% e al 2,3%. Nell’area centrista, Italia Viva torna a crescere (2,4%) mentre la neonata federazione tra Azione+Europa si attesta al 4,8%. In lieve calo il consenso del Movimento 5 Stelle di Giuseppe Conte che si ferma al 13,7%. Nell’area del centrodestra, infine, la Lega non fa registrare grosse variazioni (18,8%), mentre Forza Italia rallenta (7,4%)Infine, Italexit di Gianluigi Paragone è in crescita all’1,5%.

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Negli ultimi sondaggi, i partiti che appoggiano il Governo Draghi raccolgono il 73,6%, mentre il centrosinistra formato da PD, M5S e MDP raggiunge il 37,6%. La coalizione del centrodestra unito raggiunge il 46,2%; invece il rassemblement dei partiti di centro (IV e la federazione tra Azione e +Europa) si attesta al 7,2% dei consensi.



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