Dagli Stati Uniti Salvini tuona: abbassare le tasse ad ogni costo

Italia e Stati Uniti “mai così vicini”, con Roma che rappresenta “l'interlocutore più valido” per Washington e che è “un'alternativa all'asse franco-tedesco”. Da qui il rilancio rispetto alle richieste di Bruxelles sui conti pubblici italiani: “Non sarà una manovra economica per tirare a campare. Io metto la mia faccia su una manovra che abbassa le tasse e non prendo in considerazione l'ipotesi che non ci sia permesso di farlo”. Oltre a ribadire la vicinanza al Presidente Donald Trump, Matteo Salvini ha quindi rilanciato l’abbassamento delle tasse. “Non sarà facile, ma l'unico modo per avere una crescita dell'1, del 2 o del 3, è abbassare le tasse con la flat tax”.

Di Maio accelera su salario minimo

Mentre Matteo Salvini da Washington insiste sulla flat tax e il presidente del Consiglio Giuseppe Conte da Parigi rivendica la necessità di un apporto critico dell'Italia alla Ue, il capo politico del M5S Luigi Di Maio, da Roma, rilancia sul salario minimo e annuncia che nella legge di Bilancio ci sarà il taglio del cuneo fiscale avvertendo che il decreto dignità non sarà cambiato. E ancora, ribadisce che la legge sul conflitto d’interessi resta fra le priorità del M5S.

Di Battista si candida se cade il Governo e apre alla deroga sul secondo mandato

Dopo la pesante sconfitta del Movimento alle europee, Alessandro Di Battista è pronto a tornare in campo. Non lo fa apertamente, anzi, si affretta a ribadire che si augura che “l'esecutivo non cada” e che Luigi Di Maio rimanga il capo politico. Poi però arrivano le due stoccate; la prima: “Se si tornasse al voto mi ricandiderei al 100%”. E la seconda: “Se il governo dovesse cadere prima del 15 luglio, la legislatura non conterebbe come secondo mandato”. Tradotto: in caso di voto anticipato, anche i parlamentari all'ultimo giro si potranno ricandidare.

Berlusconi lancia il duo Toti-Carfagna per la rinascita di FI

Silvio Berlusconi e Giovanni Toti si mettono alle spalle mesi di tensione e siglano l'intesa: il partito di FI si avvia a una rivoluzione che porterà all’elezione, anche tramite le primarie, di tutte le cariche del partito. Da una parte quindi l’ex Cavaliere cede a chi insisteva per voltare pagina, dall'altra il governatore della Liguria rinuncia a costituire un nuovo soggetto. La novità maggiore è il via libera del Cavaliere al ticket Toti-Carfagna. Saranno loro due a guidare la fase di transizione ma anche a coordinare il lavoro sulle regole per il Congresso. Saranno affiancati da Tajani e dai capigruppo Bernini e Gelmini.

Di Maio frena su Autonomia. Salvini-Zaia avanti tutta

La partita sull’Autonomia continua a scaldare gli animi e rischia di diventare un nuovo casus belli per il Governo. La Lega considera imperativo approvare le intese regionali nella riunione del Cdm della prossima settimana. “Indietro non si torna!”, ha affermato Matteo Salvini incontrando al Viminale Luca Zaia. Ma Luigi Di Maio ha rilanciato la necessità di pensare a tutto il Paese: “L'unico modo corretto per affrontare l'Autonomia è elaborare soluzioni per il Sud”. Il punto è politico e riguarda la necessità per il Paese “di un grande piano per il Sud”, perché “all'Italia tutto serve tranne un ulteriore divario tra Nord e Sud”.

Tregua tra renziani e Zingaretti, ma le minoranze restano fuori dalla Segreteria

“L'ossessione per l’unità” anima Nicola Zingaretti, nel tentativo di tenere insieme il Pd, “per ricostruire tra noi un clima di fiducia”, dice alla Direzione nazionale rivolto alla minoranza, renziani in primis. “Non affossiamo i primi segnali di ripresa”, chiede il leader dem dopo i giorni roventi sul caso Lotti e la nuova segreteria senza i renziani. Il clima da resa dei conti si è sgonfiato grazie all'incontro con Lorenzo Guerini che ha sancito un armistizio. Il 13 luglio si terrà l'Assemblea nazionale e il segretario annuncia un viaggio: “nei luoghi della crisi e in quelli della creatività”, un'azione sui territori per integrare il Piano per l'Italia, ossatura del programma dell'alternativa di centrosinistra, una nuova Agenda per il Paese”.

I sondaggi della settimana 15-21 giugno 2019

Nei sondaggi pubblicati dall'Istituto SWG, la Lega di Matteo Salvini arresta la propria corsa rispetto alle ultime settimane lasciando sul terreno lo 0,3% (37%). Rimane pressoché stabile l’altro partner di governo, il Movimento 5 Stelle. Il partito guidato da Luigi Di Maio rimane fermo al 18,3% nelle intenzioni di voto degli italiani. La Lega di Matteo Salvini si conferma stabilmente il primo partito del Paese e la distanza dal secondo partito (PD) si attesta a 14,5 punti percentuali, mentre quella con il M5S è di 18,7 punti percentuali.

sondaggi-21-6-19_1.png

Nell’area delle sinistre, Sinistra Italiana e Rifondazione comunista tornano a respirare dopo alcune settimane di flessione issandosi all’1,7%, mentre i Verdi perdono lo 0,2% fermandosi al 2,6%. Nell’area centrista, +Europa, alleata con Italia in Comune, il movimento civico dell’ex sindaco di Parma, Federico Pizzarotti, si stabilizza al 2,7%. Frena ancora il Partito Democratico. I dem questa settimana scendono al 22,5%. Nel centrodestra, Fratelli d’Italia e Forza Italia tornano a crescere nei sondaggi. Il partito di Giorgia Meloni, mette le freccia (6,7%) e supera Forza Italia, indebolita dall’ipotesi di una scissione del gruppo filo-salviniano capeggiato da Giovanni Toti. Il partito fondato da Silvio Berlusconi si attesta al 6,6%.

sondaggi-21-6-19_2.png

Ad oggi, l’area di Governo raccoglie il 55,3% delle preferenze di voto. Quella di centro destra il 50,3%, quella di centro sinistra il 25,2%. Il Movimento 5 Stelle è dato al 18,3%.

Scarica la settimana politica

Settimana Politica 15-21 giugno 2019



Seguici sui Social


2

Nomos Centro Studi Parlamentari è una delle principali realtà italiane nel settore delle Relazioni IstituzionaliPublic Affairs, Lobbying e Monitoraggio Legislativo e Parlamentare 

Vuoi ricevere tutti i nostri aggiornamenti in tempo reale? Seguici sui nostri canali social