No al processo a Salvini, ma il M5S si divide

Alla fine è arrivato il no al processo a Matteo Salvini sulla vicenda Diciotti. Il M5S, tramite un voto on-line della base ha dato il suo responso definitivo ma di fatto il movimento è spaccato. La piattaforma Rousseau, che in genere consegna risultati plebiscitari, questa volta ha visto i 52.417 votanti schierarsi per il 59,05% a favore del no al processo a Salvini ed il restante 40,95% del .

Arresti domiciliari per i genitori di Renzi, rabbia dell'ex premier

Tiziano Renzi e Laura Bovoli, genitori dell'ex presidente del Consiglio Matteo Renzi, sono agli arresti domiciliari in seguito all’ordinanza del Giudice per le indagini preliminari di Firenze, che ha contestato ai coniugi Renzi i reati di bancarotta fraudolenta ed emissione di fatture false. Per il gip la misura cautelare sarebbe giustificata dal rischio d’inquinamento delle prove e reiterazione del reato. Duro il commento di Matteo Renzi che ha definito il provvedimento del gip “assurdo e sproporzionato”. Poi, ha aggiunto: “Adesso chi crede nella giustizia aspetta le sentenze. Io credo nella giustizia italiana”. Poi attacca azzardando l’ipotesi che la l’arresto dei sui genitori sia stato utilizzato per distogliere l’attenzione dal voto della base M5S sul caso Diciotti.

La Giunta concede l’immunità a Salvini sul caso Diciotti

La maggioranza supera l'ostacolo del caso Diciotti, ma all'interno del M5S la tensione resta altissima. Grazie al voto compatto della componente pentastellata, la Giunta per le Immunità del Senato ha salvato Matteo Salvini e deciso, con 16 voti favorevoli e 6 contrari, che il Ministro dell’interno non andrà a processo davanti al Tribunale dei ministri di Catania. Il voto, che dovrà essere confermato anche dall'Aula di palazzo Madama, è stato accolto dalla protesta di una folta rappresentanza di senatori del PD proprio fuori la sede della Giunta: in diversi hanno urlato “onestà” e “vergogna” appena è stato reso noto l'esito del voto e mostrato. In un clima da stadio, cartelli con su scritto #decideCasaleggio #Lachiamavanoonestà e gridando slogan, il senatore pentastellato Mario Michele Giarrusso ha salutato i contestatori facendo il gesto delle manette in riferimento ai genitori di Matteo Renzi.

Approvata la mozione di M5S e Lega che congela la Tav

Com’era immaginabile la Camera ha approvato la mozione di maggioranza Lega e M5S che, riproponendo quanto scritto sul contratto di governo, impegna il Governo a ridiscutere integralmente la Tav. Il futuro dell'opera è stato quindi congelato e l'esecutivo sulla Torino-Lione alla fine non ha fatto chiarezza sulle proprie intenzioni. Quello che è certo però è che la maggioranza giallo-verde ha respinto le tre mozioni, presentate da FI, FdI e PD, che invece impegnavano palazzo Chigi a far riaprire i cantieri dell'alta velocità e, di conseguenza, a portare a termine la Tav. Con l’approvazione della mozione quindi i partiti di Governo sono riusciti a guadagnare tempo ma non sono riusciti a trovare un’intesa sul da farsi e le distanze politiche tra Carroccio e pentastellati rimangono sempre enormi.

 

Salvini, Berlusconi e Meloni insieme in Sardegna

L'ultima volta, in Abruzzo, la conferenza stampa congiunta dei tre leader del centrodestra ha portato fortuna alla coalizione. E ora, in Sardegna, Matteo Salvini, Silvio Berlusconi e Giorgia Meloni puntano al bis, presentandosi uniti a due giorni dal voto regionale, che potrebbe consacrare un altro successo dell'alleanza. Sul voto pesa come una spada di Damocle l'esito della difficile trattativa sul latte ed è evidente che in caso di rottura, un'eventuale clamorosa protesta dei pastori ai seggi potrebbe anche modificare i pronostici della vigilia. Comunque sia, il centrodestra ribadisce la sua unità su un programma comune per il territorio, ma resta sempre più diviso sul governo nazionale, in particolare su Tav e andamento dei conti pubblici.

I Sondaggi della Settimana 16 - 22 febbraio 2019

Nei sondaggi pubblicati dall'Istituto SWG, la Lega di Matteo Salvini perde qualche decimale rispetto alla settimana scorsa e si attesta al 33,5% delle intenzioni di voto. Insegue il Movimento 5 Stelle che perde l’1,2% dimostrando di non riuscire ad arrestare il calo degli ultimi mesi. Il partito guidato da Luigi Di Maio si attesta al 22,1% delle intenzioni di voto. Un risultato che certifica il momento negativo dei pentastellati a seguito della sconfitta alle Regionali in Abruzzo e che certamente non fa ben sperare per le consultazioni elettorali che si terranno domenica 24 febbraio in Sardegna. Il partito guidato da Matteo Salvini si conferma stabilmente il primo partito del Paese e la distanza dal M5S è di 11,4 punti percentuali.

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Nell’area delle sinistre, gli ex di Liberi e Uguali, formati da Mdp e Sinistra Italiana, rimangono di poco sotto il 3%, mentre in quella di centro, +Europa, registra una lievissima flessione dovuta, molto probabilmente, alle scorie del dibattito post congressuale, attestandosi al 2,9%. Recupera consenso il Partito Democratico. I dem, a pochi giorni dall’elezione del nuovo segretario fissata per il 3 marzo, si attestano al 18,6% nelle intenzioni di voto crescendo dell’1,1% rispetto alla settimana scorsa. Nel centro destra, rimane pressoché stabile Fratelli d’Italia con il 4,5% mentre riguadagna terreno Forza Italia. Il partito di Berlusconi oggi è dato all’9% nelle intenzioni di voto degli italiani.

Ad oggi, l’area di Governo raccoglie il 55,6% delle preferenze di voto. Quella di centro destra il 47%, quella di centro sinistra il 24,4%. Il Movimento 5 Stelle è dato al 22,1%.

Scarica la settimana politica

Settimana Politica 16 - 22 febbraio 2019



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