M5S, Di Maio lascia, ora corsa alla successione

Luigi Di Maio ha lasciato il ruolo di capo politico del Movimento 5 Stelle. Il Ministro degli esteri ha sottolineato la necessità per il M5S di rifondarsi perché è finita un’era. Ora inizierà un percorso verso gli stati generali di marzo che sarà gestito da Vito Crimi, il membro più anziano del comitato di garanzia grillino. L’ex leader si è tolto diversi sassolini dalle scarpe: “Ho lavorato per far crescere il Movimento e proteggerlo. […] Nessuna forza politica è mai stata sconfitta dall'esterno. I peggiori nemici sono quelli che al nostro interno lavorano non per il gruppo ma per la loro visibilità”. E poi una chiosa sul governo, che a detta sua non rischia, anzi: “Noi dobbiamo pretendere il sacrosanto diritto di essere valutati almeno alla fine dei cinque anni di legislatura. Io penso che il governo debba andare avanti.

Taglio dei parlamentari, entro 60 giorni il referendum

La Corte di Cassazione ha dato ufficialmente il via libera al referendum sulla riduzione del numero dei parlamentari dopo aver visionato la richiesta sottoscritta da 71 senatori provenienti da tutti i partiti a parte Fratelli d’Italia. La legge prevede che il referendum debba essere convocato con decreto del Presidente della Repubblica su deliberazione del Consiglio dei ministri" entro 60 giorni a partire da ieri, giorno in cui è stata depositata l'ordinanza. Poi, tra il cinquantesimo e il settantesimo giorno dallo svolgimento del Consiglio dei ministri, dovrà celebrarsi il referendum che quindi cadrà tra la fine di marzo e la prima domenica di giugno. A differenza dei referendum abrogativi, per la validità del referendum costituzionale non è obbligatorio che venga raggiunto il quorum del 50% più uno.

Caso Gregoretti, ok dalla Giunta per il processo di Salvini

La Giunta per le immunità del Senato ha dato il via libera alla richiesta di autorizzazione a procedere nei confronti dell’ex ministro dell’interno, Matteo Salvini, per sequestro di persona nel caso della nave Gregoretti. Come successo in precedenza, anche questo passaggio ha fatto registrare l’ennesimo colpo di scena perché i senatori dei partiti della maggioranza non hanno partecipato né alla riunione né al voto in Giunta. Nonostante le assenze, è stato raggiunto comunque il numero legale di otto senatori grazie alla presenza di cinque leghisti, quattro forzisti e un esponente di FdI. E proprio grazie ai voti leghisti, è passata l’autorizzazione a procedere. Entro i prossimi 30 giorni, dunque, in Aula potrebbe dunque arrivare il via libera definitivo al processo anche se il voto potrebbe non essere necessario dato che, sempre secondo il Regolamento del Senato, l’Aula può prendere semplicemente atto delle decisioni della Giunta, a meno che 20 senatori presentino una mozione di segno opposto, che a quel punto dovrebbe essere votata.

Antimafia, un ineleggibile nelle liste di FdI in Emilia

La commissione parlamentare Antimafia, presieduta dal pentastellato Nicola Morra ha comunicato l’esito delle verifiche sulle liste dei candidati alle elezioni regionali in Calabria e in Emilia-Romagna: si tratta di due impresentabili e un ineleggibile, suddivisi tra le liste di Forza Italia e Fratelli d’Italia. Per quanto riguarda la Calabria, gli impresentabili sono Giuseppe Raffa di FI (accusato di corruzione nel maxiprocesso Gotha), e dell'ex consigliere regionale Domenico Tallini di FI, rinviato a giudizio per episodi di corruzione commessi fra il marzo e l’ottobre 2013 a Catanzaro. In Emilia-Romagna, invece, l’unico ineleggibile è Mauro Malaguti, ex consigliere comunale a Ferrara di Fratelli d'Italia e già eletto in Regione, condannato in primo grado ad un anno e quattro mesi per peculato nell’inchiesta sulla Rimborsopoli emiliana.

I sondaggi della settimana

Negli ultimi sondaggi realizzati dall'Istituto SWG, il consenso della Lega di Matteo Salvini continua a crescere fino al 33,2%. In ripresa il Movimento 5 Stelle. Il partito guidato ora da Vito Crimi dopo il passo indietro di Luigi Di Maio cresce al 15,6%. La Lega si conferma il primo partito del Paese con una distanza dal secondo partito (PD) di 15 punti percentuali, mentre il gap rispetto al M5S si attesta a 17,6 punti percentuali.

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Nell’area delle sinistre i Verdi indietreggiano all’1,9% mentre l’alleanza tra Sinistra Italiana e MDP Articolo Uno scende al 3%. Nell’area centrista, +Europa torna a crescere fino al 2%, mentre il partito di Matteo Renzi, Italia Viva, viene dato al 4,5%, in leggera decrescita rispetto alla scorsa rilevazione. In affanno anche Azione, il partito fondato dall’ex ministro Carlo Calenda che scende al 2,6%. Rimane stabile invece il Partito Democratico. Rispetto alla scorsa rilevazione, i dem perdono qualche decimale fino al 18,2%. Nell’area del centrodestra, Fratelli d’Italia si conferma stabilmente come la seconda forza della coalizione, in aumento di mezzo punto percentuale (10,9%), Forza Italia si riprende e si attesta al 5,2% mentre Cambiamo!, il partito del Governatore ligure Giovanni Toti, si ferma all’1,2% nelle intenzioni di voto degli italiani.

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Ad oggi, l’area di Governo raccoglie il 41,3% delle preferenze di voto. La coalizione di centrodestra il 50,5%, quella di centrosinistra il 27,7%. Il Movimento 5 Stelle è dato al 15,6%.

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Settimana Politica 18 - 24 gennaio 2020



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