Martedì il governo guidato da Giuseppe Conte ha incassato la fiducia al Senato: 171 voti favorevoli, 117 contrari e 25 astenuti. Il risultato è andato secondo le previsioni, con M5S e Lega che hanno confermato i loro 167 voti, con l’aiuto di due ex pentastellati, Buccarella e Martelli, e due del Maie. A semplificare il quadro l’astensione dei 18 senatori di FDI. Netta la contrarietà di PD, LEU, FI e di una parte del gruppo delle Autonomie; fra questi si contano il no alla fiducia di Casini e Bressa. Al netto di contrari e astenuti la maggioranza ha ottenuto un risultato importante e abbastanza solido visto che sono 10 i senatori in più rispetto a quota 161.
Il giorno seguente Giuseppe Conte ha attenuto la fiducia della Camera con 350 voti favorevoli, 236 contrari e 35 astenuti. “Da oggi – ha twittato il premier - pronti a lavorare per migliorare la qualità della vita degli italiani”. Hanno votato favore M5S, Lega, gli espulsi dai pentastellati ed alcuni deputati del Maie. Contrari PD, LEU, FI, mentre, come anche al Senato, FDI si è astenuta.
Nel suo discorso al Senato il premier Giuseppe Conte ha ribadito molti dei punti del contratto di Governo: “La prima preoccupazione del governo saranno i diritti sociali, progressivamente smantellati negli ultimi anni. I cittadini italiani hanno diritto a un salario minimo orario, a un reddito minimo di cittadinanza”, ma solo “dopo la riforma dei centri per l'impiego”, e a pagare “in maniera semplice tasse eque, avendo come obiettivo la flat tax”. Ha poi dichiarato che il contrasto all'evasione fiscale si potrà ottenere “inasprendo l'esistente quadro sanzionatorio amministrativo e penale, al fine di assicurare il carcere vero per i grandi evasori”.
Sulla previdenza è andato all'attacco delle pensioni d'oro e dei vitalizi dei parlamentari. Ma nessun accenno alla modifica della legge Fornero. Nel suo discorso ha trovato spazio anche il “Daspo” ai corrotti, il potenziamento della legittima difesa, la lotta alla criminalità organizzata e una riforma della prescrizione. A seguire ha ribadito l’appartenenza all’Alleanza Atlantica ma la volontà di eliminare le sanzioni internazionali alla Russia e chiarito che l'Europa “è la nostra casa; come Paese fondatore abbiamo il diritto di rivendicare un'Europa più forte e più equa”.
Nel suo discorso alla Camera, Conte ha recuperato alcuni temi tralasciati al Senato come Sud, Scuola, e Infrastrutture. Sul tema più delicato, quello su cui vigila il presidente della Repubblica (l'Europa e il debito pubblico), il Presidente del Consiglio ha ribadito la sua volontà di “negoziare sul fronte della discesa progressiva del debito”. Il premier ha parlato poi di un “vasto programma d’investimenti pubblici infrastrutturali che potrebbe essere attuato e finanziato in deficit senza creare un problema di sostenibilità dei debiti pubblici”.
Con la conquistata fiducia da parte del governo Conte, a quasi 100 giorni dal voto del 4 marzo la XVIII legislatura è finalmente inizia. Nei prossimi 10 giorni, i Gruppi parlamentari comunicheranno i componenti delle Commissioni permanenti (11-17 giugno), saranno nominati i sottosegretari e i viceministri (11-17 giugno), saranno eletti gli Uffici di Presidenza delle commissioni e le aule di palazzo Madama e Montecitorio approveranno le risoluzioni sul DEF (18-24 giugno). Sulla questione nomine, che comprenderanno anche quelle di molte società controllate e Autority, è in atto un braccio di ferro durissimo fra M5S e Lega per trovare il giusto equilibrio di rappresentanza politica fra i due partiti.
Parallelamente, domenica si terranno le elezioni amministrative. Sono chiamati al voto 7 milioni di elettori per il rinnovo di 772 amministrazioni locali (i Comuni sopra ai 15.000 abitanti sono 110) fra cui Brescia, Ancona, Brindisi, Trapani, Catania, Messina, Pisa, Siena, Vicenza e Treviso. Ma vi saranno anche diversi appuntamenti internazionali: questo fine settimana ci sarà il G7 in Canada e a seguire il Consiglio europeo (27-28 giugno) e il Summit Nato a Bruxelles (11-12 luglio). Appuntamento quest’ultimo in cui si parlerà anche delle sanzioni alla Russia, punto estremamente delicato sul quale il Premier Giuseppe Conte si è espresso destando non poche tensioni e polemiche in Parlamento.
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