Il 4 maggio l'Italia riparte. È iniziata la Fase 2

Fase 2, si parte. Da lunedì 4 maggio e fino a domenica 17 maggio terminano alcune delle misure di contenimento sociale che dallo scorso 11 marzo avevano tenuto in casa milioni di italiani (Speciale Coronavirus). Ma non è un “liberi tutti”, ha subito ricordato il premier Giuseppe Conte. Il ministro Roberto Speranza ha sottolineato: “Questa partita non si vince per decreto, la responsabilità individuale è fondamentale per la seconda fase”. La preoccupazione nel Governo è che ci sia una rimozione collettiva dell'emergenza Covid-19, alimentata dal clima estivo, dalla ripresa di diverse attività, dalla riapertura dei parchi e dalla voglia di uscire dopo quasi due mesi di quarantena. “Siamo ancora dentro la crisi, guai a pensare che è finito tutto”. Da qui l'appello al senso civico e a non precipitarsi tutti fuori rischiando di far rialzare la curva dei contagi. E dopo le Faq pubblicate, ecco che arrivano le indicazioni del Viminale ai prefetti su come applicare le misure: l’obiettivo è cercare un punto di equilibrio tra la salvaguardia della salute pubblica e l'esigenza di “contenere l'impatto sulla vita quotidiana dei cittadini”. L'ultimo Dpcm consente il rientro presso il proprio domicilio, abitazione o residenza ma, precisa la circolare, una volta rientrati “non saranno più consentiti spostamenti al di fuori dei confini della Regione in cui ci si trova”, a meno che non ci siano “comprovate esigenze lavorative o per motivi di salute”. Via libera alla ripresa degli allenamenti per gli sport di squadra. Inoltre, non sarà più obbligatorio l'invio ai prefetti delle richieste di autorizzazione o la comunicazione preventiva per la ripresa delle attività produttive industriali e commerciali. Ci saranno però controlli per “garantire la sicurezza dei lavoratori”. Da lunedì, dunque, occhi puntati sul comportamento degli italiani e sulla curva dei contagi nelle prossime due settimane.

Scontro Di Matteo-Bonafede, le opposizioni chiedono le dimissioni

È bufera sul Ministro della Giustizia Alfonso Bonafede. Tutto il centro-destra chiede le sue dimissioni ed è pronto a presentare una mozione di sfiducia, mentre a sua difesa si schiera il presidente del consiglio Giuseppe Conte che fa sapere di avere “piena fiducia” in lui. Motivo: lo scontro a distanza con il magistrato dell'antimafia e il consigliere del Csm Nino Di Matteo. Il botta e risposta tra l'ex pm di Palermo e il ministro è andato in scena a “Non è l'arena”. Di Matteo racconta che Bonafede gli aveva proposto di dirigere il Dap, ma quando 48 ore dopo lui gli comunicò che accettava la direzione delle carceri, il Guardasigilli ci aveva ripensato. E queste avvenne dopo la reazione di alcuni “importantissimi capimafia”. La replica di Bonafede arriva con un'accesa telefonata in diretta: quella intercettazione “era già stata pubblicata”. E “il fatto che avrei ritrattato, in virtù di non so quale paura sopravvenuta, non sta né in cielo né in terra”, dice il Ministro. “Respingo con convinzione gli attacchi politici o le congetture prive di fondamento rispetto a scelte compiute da Bonafede in piena autonomia”, reagisce il capo politico del M5S Vito Crimi.  Gli altri partiti della maggioranza frenano sulle richieste dell'opposizione ma chiedono al Guardasigilli di chiarire. Invoca “la verità” Matteo Renzi: “Prima di parlare di mozioni di sfiducia, voglio vedere se è un regolamento di conti” insiste il leader di Italia Viva.  

Boom guariti ma risalgono morti. Il Governo è al lavoro per le riaperture

Per la prima volta dall'inizio dell'emergenza il numero dei guariti dal coronavirus supera quello dei malati e il Governo accelera ancora sulle riaperture: “Non c’è alcuna volontà di protrarre questo lockdown residuo. Se c’è la possibilità di anticipare qualche data, possiamo anche valutare delle aperture ulteriori”, sottolinea il premier Giuseppe Conte nell'incontro con Rete Imprese Italia ribadendo la posizione dell'esecutivo: se i dati lo consentiranno, si potrà anticipare la riapertura di bar, ristoranti e negozi che era prevista per inizio giugno. Comunque sia, non prima del 18 maggio, nonostante le fughe in avanti delle Regioni e le pressioni delle categorie produttive. Gli esperti sono stati molto chiari: servono almeno 15 giorni per valutare se l'allentamento delle misure deciso il 4 maggio avrà avuto effetti negativi sulla curva dei contagi. Ed inoltre, sia il Comitato tecnico scientifico sia la task force di Vittorio Colao, che dovrebbe presentare un nuovo report a Conte entro la fine della settimana, stanno ancora lavorando per definire nel dettaglio le regole per questi settori considerati a rischio poiché prevedono un contatto fisico. “Stiamo lavorando su bar, ristoranti e parrucchieri - conferma il Ministro delle Autonomie Francesco Boccia - ma bisogna aspettare le linee guida dell'Inail per consentire loro di operare in sicurezza”.  

Intesa vicina su migranti, ma è ancora scontro nella maggioranza

La maggioranza ha firmato una tregua sulla regolarizzazione dei migranti, ma è ancora in rotta su un vasto spettro di altri argomenti: dalla velocità della ripartenza, all'intervento dello Stato nelle imprese, al ruolo del Ministro della Giustizia Alfonso Bonafede. Tanto che, nelle more dell'accordo sui braccianti, per voce del senatore Francesco Laforgia, Leu ha chiesto “una verifica seria sul progetto che ci tiene insieme”. E anche il segretario del Pd Nicola Zingaretti ha ragionato su un ipotetico scenario di crisi: “Se questo Governo non ce la fa, vedo difficile che si possa riproporre una maggioranza diversa”. Per i dem, quindi, vale la linea del Colle: se cade il Conte bis, si va al voto. L'alleato meno integrato è Italia Viva, che minaccia il passo indietro dal Governo; il vertice con i renziani convocato dal premier Giuseppe Conte è servito ad allentare un po' la tensione, ma non a colmare le distanze. L'incontro è stato positivo e il Presidente del Consiglio ha ribadito la sua “totale disponibilità a discutere le proposte di Iv per la ripresa economica del Paese”. E anche Matteo Renzi si è definito contento perché “il premier ha detto: siamo pronti ad ascoltare la proposta di Iv. Speriamo che la proposta smetta di essere una proposta, basta portarla in cdm e votarla”. La giornata ha comunque registrato la chiusura di un fronte di attrito, quello sui migranti, con la quasi-intesa su una proroga di tre mesi del permesso di soggiorno per i braccianti che abbiano un contratto scaduto da lavoratore stagionale. Una soluzione che potrebbe trovare casa nel decreto maggio.

L’accordo ancora non c’è: il decreto maggio slitta ancora

Liti nella maggioranza sugli aiuti alle imprese e Regioni che lamentano risorse inadeguate e bisticciano con l'Inps sui ritardi della Cig in deroga. La tensione rimane altissima e il nuovo decreto economico atteso in aprile e poi a inizio settimana slitta ancora, al fine settimana o all'inizio della prossima. Nonostante il susseguirsi di riunioni tecniche e politiche e gli Uffici che producono calcoli e simulazioni a pieno regime, il Governo non riesce a chiudere la maxi-manovra da 55 miliardi, tanto che si inizia a ipotizzare anche uno spacchettamento delle misure, per accelerare almeno sui capitoli su cui c’è accordo. Di sicuro ci saranno buoni fino a 500 euro per le biciclette, con 125 milioni a disposizione, come ha spiegato il Ministro dell'Ambiente Sergio Costa; il superbonus sui lavori green scatterà da luglio, come ha ribadito il sottosegretario alla presidenza Riccardo Fraccaro. Ma i dettagli da mettere a punto sono ancora molti, a partire, appunto, dal pacchetto per le imprese. Italia Viva rimane contraria a ipotesi d’ingressi diretti dello Stato nel capitale delle Pmi, ipotesi che, secondo il ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli, risulta al momento impraticabile. I renziani intanto continuano a chiedere di estendere i limiti di fatturato per i ristori a fondo perduto, ora pensati per le piccole imprese, fino a 5 milioni (in base al danno subìto, si valuta fino al 20%), ma anche di pensare al taglio di parte delle tasse al momento sospese (che dovrebbero con il nuovo decreto slittare ancora da giugno a settembre) o a crediti d'imposta per chi immette risorse fresche nella sua azienda. Incentivi fiscali per gli apporti di capitali privati, in effetti, sarebbero allo studio, ma per accompagnare il sistema che vedrebbe lo Stato parte attiva del rafforzamento delle medie imprese, quelle tra 5 e 50 milioni di fatturato. 

Zaia vola nei sondaggi ma non intende oscurare Matteo Salvini

Lo hanno etichettato come il leghista della via media. Il presidente della Regione Veneto Luca Zaia è il politico più in vista del momento, quasi più del premier Giuseppe Conte e più, soprattutto, del suo capo politico Matteo Salvini. “Ho preso un impegno, ho lasciato il ministero dell'Agricoltura per venire in Veneto. Non ho altre aspettative e altre mire”, ha precisato. Il segretario è il segretario, punto e basta. Non ci sono altri ragionamenti, da parte mia assolutamente no”. Durante l’emergenza, il Governatore ha usato le riaperture a elastico: prima ha spinto per tornare alla vita (quasi) normale, poi ha tirato il freno a mano evidenziando che l'emergenza non è alle spalle, un atteggiamento che è stato definito democristiano, però anche di buonsenso. E il risultato è arrivato con i sondaggi sul gradimento personale: “I sondaggi fatti in un momento particolare non hanno valore politico. Prova ne sia che tutti gli attori del coronavirus hanno sondaggi alti. Io non voglio andare da nessuna parte”, meno che mai a Roma dove qualcuno lo vorrebbe addirittura premier: “Per carità, un incubo”, perché “io sto in Veneto”. Zaia va d'accordo con Giancarlo Giorgetti anche se in realtà è abile nel mantenere buoni rapporti con tutti, in particolare ha imparato l'arte di non oscurare chi sta sotto i riflettori, da Bossi a Maroni, fino a Salvini, senza rinunciare a muoversi per conto proprio. Sempre un passo indietro, ma sempre un passo avanti nel prendere iniziative. 

I sondaggi della settimana 

Negli ultimi sondaggi realizzati dall'Istituto SWG, continua il periodo negativo della Lega di Matteo Salvini che perde quasi un punto nei consensi attestandosi al 27,3%. In risalita, invece, il Movimento 5 Stelle. Il partito guidato da Vito Crimi sale di quasi un punto (16,2%). La Lega rimane il primo partito del Paese con una distanza dal secondo (PD) di 7,1 punti percentuali, mentre il gap rispetto al M5S si attesta a 11,1 punti percentuali.

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Nell’area delle sinistre, i Verdi rimangono stabili all’1,8% così come l’alleanza tra Sinistra Italiana e MDP Articolo Uno che resta al 3,3%. Nell’area centrista, +Europa torna sotto alla soglia del 2% dei consensi, mentre Italia Viva perde terreno (3%). Stabile al 2,5%, Azione, il partito di Carlo Calenda. Non fa registrare cambiamenti neppure il Partito Democratico, fermo al 20,2%. Nell’area del centrodestra, Fratelli d’Italia si conferma stabilmente come la seconda forza della coalizione in crescita di un punto percentuale (14,9%), Forza Italia perde consenso (5,3%) mentre Cambiamo!, il partito di Giovanni Toti non fa registrare cambiamenti (1%).

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Ad oggi, l’area di Governo raccoglie il 42,7% delle preferenze di voto. La coalizione di centrodestra il 48,5%, quella di centrosinistra il 28,4%. Il Movimento 5 Stelle è dato al 16,2%.

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Settimana Politica 2 - 8 maggio 2020

 



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