Il Cdm ha varato il decreto E-R: 2 miliardi per far fronte all’emergenza alluvione

Dopo il sopralluogo nell'Emilia-Romagna alluvionata, domenica Giorgia Meloni aveva promesso un primo intervento del governo. Martedì ha fatto approvare il decreto dal Cdm da 2 miliardi di euro. Le opposizioni criticano, ma “in passato interventi di emergenza da 2 miliardi non so se si erano visti”, ha notato la premier al tavolo di Palazzo Chigi, con al fianco Stefano Bonaccini. Sono danni per miliardi; quando la stima sarà più precisa, si aprirà la fase 2, quella della ricostruzione, e l'E-R si attende un Commissario in qualche settimana. Nell'emergenza del terremoto, con danni per 12 miliardi, arrivarono 670 milioni dal Fondo di solidarietà europeo

Intanto è arrivata l'estensione dello stato di emergenza ai comuni romagnoli che non erano stati colpiti dall'ondata del primo maggio. Poi il Cdm ha varato il decreto di aiuti. Ci sono 580 milioni per la Cassa integrazione emergenziale a 90 giorni, 298 milioni per un'indennità una tantum per gli autonomi che hanno dovuto sospendere l'attività, il rafforzamento per 300 milioni del fondo di garanzia per le imprese, 100 milioni per il Fondo di solidarietà nazionale, 75 per quello per l'innovazione in agricoltura e 8 milioni per il ripristino delle strutture sanitarie. Si sospendono poi fino ad agosto gli adempimenti tributari e contributivi, si danno tre mesi in più per i lavori con il superbonus 110% alle villette. Verranno regolarmente retribuiti i dipendenti della P.a che non possono lavorare e si prevedono prove di recupero per i concorsi. Parte delle risorse sarà coperta dall'aumento di un euro dei biglietti dei musei tra il 15 giugno e il 15 settembre, oltre che con estrazioni straordinarie del Lotto e del Superenalotto.

Von der Leyen è in Emilia-Romagna: “L’Europa è con voi”

Giovedì la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen è stata in Emilia-Romagna: “Sono rimasta molto colpita dalla solidarietà che ho avuto modo di vedere: è l'esempio massimo della solidarietà dell'Ue”. Nel pomeriggio ha sorvolato in elicottero le zone colpite con Giorgia Meloni, prima di ripartire per raggiungere Cesena, con il governatore Stefano Bonaccini, il ministro Raffaele Fitto e il capo della Protezione civile Fabrizio Curcio. La premier, in un punto stampa si è rivolta a von der Leyen: “Qui troverai un popolo molto orgoglioso, che si è già rimboccato le maniche, che è già al lavoro per ricostruire. E questo mette tutti noi di fronte alla responsabilità di fare del nostro meglio per essere alla loro altezza”. 

Tiene banco il tema delle risorse. “Una volta che saremo riusciti a fare una stima complessiva dei danni che derivano dall'alluvione faremo anche la richiesta dell'attivazione del Fondo di solidarietà europeo”. Le fa eco Von der Leyen che dà la sua piena disponibilità. C'è poi il nodo del Commissario alla ricostruzione, con le polemiche sollevate all'interno della maggioranza di governo attorno al nome di Stefano Bonaccini. La premier è poi rientrata a Roma per la seconda riunione del Cdm che ha esteso lo stato di emergenza già decretato per i Comuni emiliano-romagnoli a quelli delle Marche (Pesaro, Urbino, Fano, Gabicce Mare, Monte Grimano Terme, Montelabbate e Sassocorvaro) e della Toscana (Firenzuola, Marradi, Palazzuolo sul Serio e Londa nel Fiorentino) colpiti nei giorni scorsi da alluvioni. 

La Commissione Ue avverte l'Italia su Pnrr e deficit

Alla vigilia del ritorno ai parametri di Maastricht del prossimo anno la Commissione europea mette in guardia l'Italia: a oggi, se non vi fosse la sospensione della regola del 3% del deficit sul Pil così come quella del 60% del rapporto debito/Pil, l'Italia rischierebbe una procedura d'infrazione per eccesso di deficit. Per fortuna c'è ancora un anno di tempo e in mezzo c'è il documento programmatico di bilancio, le riforme e l'assorbimento del Pnrr. È proprio su questo punto che la Commissione Ue punta per la crescita e la riduzione della spesa, stando alle raccomandazioni specifiche per Paese pubblicate nel pacchetto del Semestre europeo. I piani del Governo italiano prevedono un rientro del deficit sotto al 3% solo tra il 2025 e il 2026. Per Gentiloni, sul Pnrr è “fondamentale identificare tempestivamente potenziali ritardi e problemi di attuazione e adottare misure tempestive per affrontarli”. 

Per l'Italia è importante rafforzare “la capacità amministrativa, in particolare a livello subnazionale, per mantenere gli impegni del piano, con un quadro di governance efficace e pienamente operativo” scrive la Commissione, che invita a presentare il prima possibile le modifiche al piano e l'integrazione del nuovo capitolo del RePowerEu. Al contempo, Bruxelles torna a richiamare il Governo sulla proroga delle concessioni balneari e sulla mancata liberalizzazione del settore. Una stoccata arriva anche al progetto di autonomia differenziata regionale, in cui “potrebbe risultare difficile fornire gli stessi livelli essenziali di servizi” e che comunque “rischia di mettere a repentaglio la capacità del Governo di indirizzare la spesa pubblica”.

Tajani incontra la ministra francese Colonna

Il ministro degli Esteri Antonio Tajani riceve alla Farnesina l'omologa francese Catherine Colonna per “rinsaldare” i rapporti fra Roma e Parigi, un riavvicinamento iniziato con il colloquio fra Giorgia Meloni e Emanuel Macron svoltosi a margine della riunione del G7 a Hiroshima il 20 maggio scorso. Le frizioni, scatenate dalle parole del Ministro degli Interni transalpino Gérald Darmanin che aveva accusato il governo italiano di essere “incapace” di risolvere la questione legata ai flussi migratori, appaiono ormai alle spalle. In quell’occasione, lo scorso 4 maggio, Tajani annullò la partenza per Parigi ma ora sembra che la questione sia superata. È lo stesso titolare della Farnesina a parlare di un confronto “molto positivo” fra i due; Tajani ha voluto rimarcare che è importante “avere un dialogo costruttivo per valorizzare i tanti interessi comuni e sviluppare un'indispensabile azione congiunta di fronte alle sfide internazionali, a cominciare da quella migratoria”. Il dialogo “deve avvenire attraverso i canali adeguati, come quelli previsti dal Trattato del Quirinale”. Nel bilaterale si è parlato dei migranti a partire della situazione in Africa, (TunisiaLibia e Sudan). Un passaggio è stato poi dedicato all'Ucraina e al traforo del Monte Bianco dove, spiega Tajani, “c'è un problema di sicurezza”, nonché alla questione degli ex terroristi rossi rifugiati in Francia. 

Siglato l’accordo tra Lufthansa e Ita. Giorgetti: sciolto un nodo trentennale

Ita Airways parlerà anche tedesco. Dopo mesi di trattative, è stato formalizzato l'accordo secondo cui Lufthansa acquisirà il 41% di ITA con un aumento di capitale da 325 milioni e l'opzione di acquisire le restanti azioni in un secondo momento. Il Mef, dal canto suo, s’impegna a un aumento di capitale per 250 milioni di euro. Il piano industriale della compagnia, che prevede una crescita dei ricavi di 2,5 miliardi di euro previsti quest'anno e 4,1 miliardi di euro previsti per il 2027, prevede un incremento della flotta dagli attuali 71 a 94 aerei e di oltre 5.500 dipendenti. Il ministro Giancarlo Giorgetti è felice del risultato: “Ci abbiamo lavorato tanto e quindi siamo soddisfatti”. L'accordo doveva essere annunciato in pompa magna con una conferenza stampa già calendarizzata nei saloni del Mef nel pomeriggio dopo l'incontro tra Giorgetti e l'ad tedesco Carsten Spohr, cui ha partecipato anche il presidente Ita Antonino Turicchi, ma l’evento è stato cancellato a causa della sovrapposizione con la visita nelle zone dell'alluvione in Emilia-Romagna della premier Giorgia Meloni e della presidente della commissione Ue Ursula von der Leyen, seguita da una conferenza stampa congiunta. Dunque, l'annuncio è arrivato con una nota del ministero.

Riparte il confronto tra governo e sindacati. Il 30 maggio tutti a Palazzo Chigi

Riparte il confronto tra il Governo e i sindacati. Dopo le manifestazioni unitarie che per tre sabati di fila hanno visto CgilCisl e Uil in piazza, arriva la convocazione per un incontro a Palazzo Chigi martedì prossimo 30 maggio, esattamente un mese dopo il confronto convocato dalla premier Giorgia Meloni alla vigilia del Consiglio dei ministri del primo maggio che ha dato il via libera al decreto lavoro. Diversi i temi all'ordine del giorno: nella convocazione, indirizzata ai segretari generali di Cgil, Cisl, Uil e Ugl, il Governo spiega che l'incontro servirà per “impostare il lavoro” su riforme istituzionalidelega fiscaleinflazionepensionisicurezza sul lavoro e produttività. All'appuntamento della prossima settimana seguiranno l'avvio o la prosecuzione di tavoli specifici con i ministeri interessati. I sindacati apprezzano il riavvio del confronto ma chiedono che sia strutturato e dia risposte.  

La maggioranza elegge la Colosimo presidente della Commissione Antimafia

Nel giorno della strage di Capaci, la Commissione Antimafia si insedia ed elegge il proprio presidente. Si tratta di Chiara Colosimo e viene votata dalla sola maggioranza. Contro l'esponente di FdI, accusata da più parti di essere vicina all'ex terrorista nero dei Nar Luigi Ciavardini, si erano scagliati non solo i parlamentari dell'opposizione, ma anche i familiari delle vittime che avevano rivolto un appello alle forze politiche perché non la votassero. Ma FdI non ha cambiato linea e ha portato avanti la sua candidatura con il sostegno degli alleati facendo affidamento sui numeri e la forza della maggioranza. La nuova presidente è stata eletta con 29 voti. Dopo la votazione la maggioranza le tributa un lungo e sentito applauso; l’opposizione intanto esce dall'Aula e rientra solo per eleggere i vicepresidenti e i segretari. Tutti sono in corridoio, tranne gli esponenti del Terzo Polo Raffaella Paita (IV) e Giuseppe Castiglione (Az), che scelgono di restare. Una volta eletta, Chiara Colosimo interviene e ricorda la figura di Giovanni Falcone, cita Piersanti Mattarella e spiega che la guerra alla mafia non si è ancora conclusa visto che la criminalità organizzata ha cambiato volto, ma è ancora attiva, come dimostra l'arresto di Matteo Messina Denaro.

I partiti sono pronti per le amministrative in Sardegna e Sicilia e per i ballottaggi

Da una parte il ritorno alle urne con i ballottaggi in 41 Comuni (tra i quali 7 capoluoghi), dall’altra il primo turno in Sardegna e in Sicilia: domenica e lunedì si torna a votare per le elezioni amministrative. Al primo turno il centrodestra ha conquistato quattro sindaci nei comuni capoluogo (Imperia, Latina, Sondrio, Treviso) mentre il centrosinistra ne ha portati a casa due (Brescia e Teramo). Adesso la partita che farà spostare l’ago della bilancia in un campo o nell’altro sarà giocata ad Ancona, Brindisi, Vicenza, Pisa, Siena, Massa e Terni. Proprio ad Ancona chiuderà il suo tour elettorale Elly Schlein sperando di tirare la volata a Simonella, che al primo turno ha raccolto il 41,3% delle preferenze. Sulla carta non ci sono apparentamenti con M5S e Verdi, situazione che potrebbe avvantaggiare Daniele Silvetti, candidato del centrodestra che ha già incassato il 45%. Ci sono poi Pisa e Vicenza. Nel primo caso Michele Conti, sindaco uscente, non ha vinto al primo turno per 15 voti (49,96%) e se la giocherà col candidato del centrosinistra sostenuto anche dal M5S Paolo Martinelli. Nel secondo, il giovane candidato dem Giacomo Possamai spera di scalzare l’uscente di centrodestra Francesco Rucco. 

C’è poi Brindisi che vede il candidato di centrodestra Giuseppe Marchionna (sostenuto anche dal Terzo polo) in vantaggio dopo il primo turno con il 44%. A sfidarlo sarà Roberto Fusco del M5S che ha raccolto il 33%. A contendersi il posto di primo cittadino di Terni saranno il candidato di centrodestra Orlando Masselli che ha ottenuto al primo turno il 35,8% e il patron della Ternana e fondatore dell’Università degli Studi Niccolò Cusano Stefano Bandecchi (28,1%), appoggiato da Alternativa popolare e liste civiche. A Siena duello tra Nicoletta Fabio, candidata del centrodestra, e Anna Ferretti. Infine, a Massa, Francesco Persiani (appoggiato da Lega, FI e liste civiche, ma non da FdI) se la vedrà al ballottaggio con il candidato del centrosinistra Enzo Romolo Ricci. Per una partita che si chiude, un’altra si apre in Sardegna (39 Comuni al voto per il primo turno, nessun capoluogo di provincia) e in Sicilia (128 Comuni tra cui CataniaRagusaSiracusa e Trapani). A Catania si ritroveranno oggi alle 18.00 la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, e i vicepremier Matteo Salvini e Antonio Tajani a sostegno del candidato sindaco Enrico Trantino. Nel capoluogo etneo Pd e M5S hanno trovato la sintesi e corrono insieme sostenendo con sei liste che raggruppano tutta l'area progressista Maurizio Caserta. 

Conte prende atto del risultato delle amministrative: “ci serve tempo”

Giuseppe Conte ammette che il “risultato” del M5S “al primo turno” delle comunali “non è stato assolutamente buono” e sottolinea che per “organizzare una risposta efficace sui territori occorre del tempo”. Il leader dei pentastellati non nega “la realtà dei fatti” e spiega che “ci stiamo lavorando: abbiamo dato vita ai gruppi territoriali ma anche lì bisogna costruire dei progetti”. Il candidato a Brindisi Fusco, espresso dal Movimento, è sostenuto anche dal Pd ma in tema di alleanze con il partito di Elly Schlein l'ex premier rimane cauto: “c'è un dialogo pressoché naturale” in cui però non sono ammessi “compromessi al ribasso: i nostri valori e i nostri principi sono irrinunciabili”. Per Conte “il dialogo con il Pd alcune volte dà dei buoni risultati a livello territoriale altre volte no” ma “è importante comprendere che noi non permetteremo mai che l'asticella sia tenuta bassa” e che l'intesa “possa essere frutto di un compromesso pur di andare a governare: questo vale per qualsiasi forza politica con cui dialogheremo”. Le precisazioni di Conte arrivano in vista della grande iniziativa che ha programmato per metà giugno a Roma, un evento a più voci, aperto a tutti coloro che condividono i valori del Movimento. La data non è ancora ufficiale. Tra i temi da discutere, quelli cari al M5S: precarietà e sicurezza sul lavoro, questioni che i pentastellati ritengono siano ignorate dal governo Meloni. 

Salta il faccia a faccia tra Renzi e Calenda su palco di Renew Europe

Alla fine, il faccia a faccia tra Matteo Renzi e Carlo Calenda sul palco organizzato da Renew Europe salta e anche la lista unica per le Europee resta un'incognita. I due leader ne parlano con lo stato maggiore del partito europeo in una riunione privata che si tiene prima dell'evento al teatro Eliseo. Al summit partecipano il presidente di Renew Europe Stephane Séjourné e il vice Nicola Danti, e la spaccatura andata in scena nei giorni scorsi si ripropone anche davanti ai loro occhi: Renzi sostiene “con forza” l'esigenza di una lista unica, Calenda resta più cauto. In teatro i due leader siedono in prima fila, poi è Renzi a salire sul palco per primo anticipando i tempi. Responsabile del cambio di scaletta è la finale di Coppa Italia tra Inter e Fiorentina. Dopo di lui prende la parola Riccardo Magi. Il segretario di Più Europa critica il progetto di costruzione del Terzo polo “non democratico ma calato dall'alto. Noi ci siamo passati e su queste basi non si costruisce qualcosa di solido”, avverte. Tocca a Carlo Calenda chiudere. Il leader di Azione invita i suoi interlocutori a “non fare overpromicing” dopo il “fallimento” del partito unico. “Dobbiamo tenere i gruppi unici in Parlamento che stanno facendo un lavoro straordinario, cessare ogni attacco reciproco e lavorare con grande calma. Dobbiamo essere credibili. Questa cosa va fatta con serietà, ricostruendo rapporti di fiducia e senza far pensare a un matrimonio di interesse, altrimenti nemmeno in 3 ci arriviamo al 4%”. 

I sondaggi della settimana

Negli ultimi sondaggi realizzati dall'Istituto SWG il 22 maggio, Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni si conferma il primo partito italiano, con il 29,7%, davanti al PD (20,9%). In lieve crescita il Movimento 5 Stelle al 16,0%. Da sottolineare come il distacco tra FdI e la seconda forza politica nazionale (PD) sia pari a 8,8 punti percentuali. Nell’area delle sinistre, la lista rosso-verde Alleanza Verdi e Sinistra è stimata al 3,5%, mentre Unione Popolare all’1,6%. Nell’area centrista, Azione è data al 4,3%, mentre Italia Viva al 2,7%Nella coalizione del centrodestra, la Lega sale all’8,8%, mentre Forza Italia scende al 6,7%. Italexit di Paragone, infine, è pressoché stabile al 2,0%.

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La stima di voto per la coalizione di centrodestra (Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia) rimane invariata al 45,2% mentre il centrosinistra, formato da PD, +Europa e Alleanza Verdi-Sinistra si ferma al 26,6%. Il Polo di centro, composto da Azione e Italia Viva, arriva al 7,0%. Fuori da ogni alleanza il M5S che si attesta al 16,0%.

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