In attesa del Parlamento, Draghi rilancia l’azione del Governo sul Recovery

Spendere bene i fondi europei e spenderli tutti, mettere al centro le donne e i giovani, fermare il divario crescente tra Nord e Sud del Paese: Mario Draghi indica i principi cardine che il suo Governo sta portando avanti sul Recovery plan, un lavoro già in corso ma che entrerà nel vivo solo dopo l'approvazione, prevista intorno al 30 marzo, dei pareri delle Camere sulla bozza del Pnrr del governo Conte. Quella bozza è destinata a essere in gran parte rivista, non nei grandi capitoli ma nei progetti e nella governance; le Commissioni parlamentari, del resto, con i loro pareri sulle bozze attuali, già chiedono alcune importanti modifiche, a partire dalla necessità di indicare un cronoprogramma più preciso. “Divenire capaci di spendere i fondi” europei e “di farlo bene è obiettivo primario di questo Governo”, spiega Draghi intervenendo alla due giorni di discussione sul Sud indetta da Mara Carfagna. Il premier ricorda che Next Generation Eu prevede per l'Italia 191,5 miliardi da spendere entro il 2026 e che per il Sud sono in arrivo altri 96 miliardi di fondi Ue per la coesione nei prossimi anni. Snocciola i dati di un divario territoriale che continua ad allargarsi: tra il 2008 e il 2018, la spesa pubblica per investimenti si è più che dimezzata, in aggiunta alle pessime statistiche sui cantieri incompiuti (647 opere non completate nel 2017, il 70% al Sud). Conclude che l'aumento dei fondi per infrastrutture fisiche e digitali e per le fonti di energia sostenibile da solo non basta, i soldi bisogna saperli spendere. Perciò è già stato annunciato un decreto (atteso ad aprile) destinato a semplificare le procedure amministrative ma anche a immettere migliaia di nuove figure professionali, con contratti a termine, nella PA.

Il decreto sostegni è arrivato in Senato. Franco: “l’uscita dalla crisi sarà graduale”

Le misure del decreto sostegni diventano subito operative ma il Governo, come del resto preannunciato dal premier Mario Draghi, già pensa a ulteriori interventi. Il Ministro Daniele Franco parlando a un Convegno internazionale, indica una ripresa della crescita economica nel secondo trimestre e un'accelerazione nel terzo e quarto trimestre: “Saranno introdotte ulteriori misure nelle prossime settimane”, assicura ipotizzando però “un'uscita graduale dagli aiuti nella seconda parte dell'anno e di un ritorno alla normalità”. Il Ministro dell'economia non nasconde un pizzico di ottimismo, in controtendenza rispetto alle valutazioni che arrivano, ad esempio, dalla Bce: “Pensiamo che dopo la Pasqua la situazione migliorerà gradualmente, e poi ci muoveremo con gradualità verso una situazione più normale a maggio e giugno”. Il decreto sostegni, intanto, è arrivato in Senato. Tutta la macchina amministrativa si muove velocemente: il direttore dell'Agenzia delle Entrate Ernesto Maria Ruffini ha già predisposto il provvedimento attuativo e i moduli e le istruzioni, insieme con una guida, sono già sul sito dell'Agenzia delle Entrate; le domande potranno essere presentate a partire dal prossimo 30 marzo e fino al 28 maggio. L'obiettivo è quello di far arrivare il contributo in una decina di giorni direttamente sul conto corrente indicato nella richiesta o di farlo utilizzare come credito d'imposta in compensazione. Il decreto è stato assegnato alle commissioni Bilancio e Finanze del Senato per la discussione. 

Draghi è categorico sui vaccini in Ue: basta inganni o niente export

Far sì che i vaccini prodotti in Europa da aziende inadempienti restino in Europa, in tutto o in parte: Mario Draghi torna a mettere con forza sul tavolo di Bruxelles la questione dello stop all'export. È questo il primo fronte della battaglia che il premier delinea per uscire dalla pandemia: i vaccini. Per avere successo potrebbe rivelarsi molto importante l'asse con gli Stati Uniti. Intanto, bisogna già porre le basi per la futura ripartenza; ecco perché Draghi nella riunione dei Paesi dell'euro sottolinea la necessità di costruire da subito una politica fiscale comune. Non si può restare inermi, dice Draghi ai leader europei riuniti al tavolo del Consiglio Ue, non si può stare fermi innanzitutto di fronte a violazioni contrattuali che mettono a serio rischio la campagna vaccinale del vecchio continente: i “cittadini si sentono ingannati” da alcune case farmaceutiche. “Non ritiene giusto”, chiede Draghi a Von Der Leyen dopo aver ripercorso la vicenda delle dosi ritrovare ad Anagni, “far sì che i vaccini localizzati in Belgio o in Olanda restino in Ue, almeno in parte?”. “Saranno destinate alla Ue”, assicura la presidente della commissione Ue Ursula Von Der Leyen. Draghi, in sintonia con Angela Merkel, lavora anche per verificare quali margini ci siano per costruire un asse con gli Stati Uniti di Joe Biden proprio sui vaccini.  

Sui vaccini le Regioni vedranno il Governo la prossima settimana

I governatori chiedono un chiarimento a Mario Draghi dopo che in Parlamento mercoledì aveva parlato di differenze tra le Regioni nella somministrazione delle dosi “difficili da accettare”, con alcune che “trascurano i loro anziani” in favore di gruppi con potere contrattuale; l'incontro a Palazzo Chigi potrebbe tenersi lunedì. Sul piano politico c’è da scongiurare il rischio di un ennesimo strappo dopo le parole del premier in Parlamento. A mediare con il fronte dei governatori di centrodestra è il presidente della Conferenza delle Regioni Stefano Bonaccini: il primo passo è una lettera indirizzata a Draghi in cui si chiede “un confronto urgente con il Governo sull'andamento della campagna vaccinale” perché “un cambiamento di passo si deve realizzare, ma devono farlo insieme Governo e Regioni”. E la linea del dialogo costruttivo non si interrompe da entrambe le parti: prima dell’incontro di lunedì le task force del generale Figliuolo saranno già entrate in azione per fornire supporto. Si parte da Molise e Basilicata. I dati sulle inoculazioni, con l'obiettivo di un'operazione di trasparenza utile, saranno nelle prossime ore on line e saranno consultabili sul sito della presidenza del Consiglio per Regione e categoria. Nei prossimi giorni, con l'avanzare delle somministrazioni e in vista della conclusione delle vaccinazioni di over 80 e fragili, dovrebbero anche essere riviste le percentuali di ripartizione dei vaccini nelle Regioni, che saranno presto calcolate sulla popolazione residente. 

Il caso Lombardia riapre la partita delle candidature nel centrodestra

I gravi problemi della campagna vaccinale in Lombardia stanno acuendo il caos all'interno del centrodestra, anche a livello nazionale e in particolare in vista della partita che si aprirà per la scelta delle prossime candidature alle amministrative. Nel giorno in cui il Presidente Attilio Fontana ha deciso di azzerare i vertici di Aria facendo esplodere l'irritazione di Fi e della Lega, anche FdI, forte dei sondaggi in crescita, fa sentire la sua voce chiedendo da ora in poi una maggiore collegialità nelle scelte della Regione. La presa di posizione avrà inevitabili ricadute quando i tre leader torneranno a sedersi intorno ad un tavolo per decidere i futuri candidati alle amministrative. Il vortice di scontri e polemiche al momento rischia di scaricarsi su Guido Bertolaso, ma soprattutto su Letizia Moratti: al loro arrivo, queste due figure storiche per la storia di FI sono state salutate come i salvatori della patria, gli unici in grado di salvare un'organizzazione regionale che sin dall'inizio della pandemia non aveva brillato. Tuttavia quell'auspicato cambio di passo ancora non si è visto, con le conseguenze politiche del caso. Guido Bertolaso, indicato dall'asse Lega-Forza Italia come migliore Sindaco di Roma, viene stoppato da FdI e anche Letizia Moratti, sulla carta la candidata vincente per riconquistare Milano, se le cose non miglioreranno rischia di vedere offuscata la sua buona stella. 

Letta e Conte si sono incontrati riaprendo il dialogo fra Pd e M5S

Enrico Letta ha aperto il cantiere con il M5S, incontrando per più di un'ora Giuseppe Conte. Il faccia a faccia è servito ad avviare il dialogo sulle alleanze, prima di tutto sulle amministrative. Letta e Conte intendono vedersi con cadenza quasi periodica. Proprio il tema alleanze, però, avrà bisogno di un lungo lavoro: a livello nazionale, Letta punta a un centrosinistra largo che dialoghi con il M5S, ma mettere insieme renziani e pentastellati non sarà facile. E poi c’è la questione Roma, con il M5S che sostiene Virginia Raggi e il Pd che è alla ricerca del suo candidato: si è fatto il nome dell'ex Ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, ma in campo ci sarebbe pure l'ipotesi Nicola Zingaretti, anche se lui continua a negare. Resta poi il tema della legge elettorale, che è rimasta sullo sfondo; anche su quella le visioni sono diverse: Letta in più occasioni ha rilanciato il maggioritario, il M5S è storicamente ancorato al proporzionale. 

La Malpezzi è capogruppo Pd al Senato. Alla Camera è corsa Serracchiani-Madia

Al Senato il Partito Democratico ha una nuova capogruppo: Simona Malpezzi è stata eletta all'unanimità dai colleghi, davanti al volto sorridente del neo segretario Enrico Letta, che ha chiesto e ottenuto la sostituzione di Andrea Marcucci. E martedì prossimo porterà a casa pure la Camera, anche se si prefigura un ballottaggio tra Debora Serracchiani e Marianna Madia, a meno che una delle due candidate non decida di sfilarsi, esattamente com’è accaduto a Palazzo Madama con Roberta Pinotti. In ogni caso, per dirla con le parole dell'ex premier, “non è un dramma ma una sana competizione”. La transizione non è stata comunque semplice, lo dimostrano le parole proprio di Marcucci, che assicura di non aver avuto “diktat da parte di nessuno”, ma critica comunque il metodo: “Non è un modo corretto di approccio alla parità di genere”. Letta incassa e non replica, ringrazia il presidente uscente dei senatori e augura buon lavoro alla nuova capogruppo.

I sondaggi della settimana

Negli ultimi sondaggi realizzati dall'Istituto SWG, la Lega di Matteo Salvini cala di quasi un punto percentuale (23,3%). Discorso diverso invece per il Movimento 5 Stelle. Il consenso dei pentastellati cresce di mezzo punto (17,5%). La Lega resta il primo partito del Paese con una distanza dal secondo (PD) di 4,3 punti, mentre il gap rispetto al M5S, a pari merito terza forza politica italiana, si attesta a 5,8 punti.

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Nell’area delle sinistre, i Verdi rimangono stabili (2%) mentre Sinistra Italiana e MDP Articolo Uno si attestano rispettivamente al 2,4% e al 2,1%. Nell’area centrista, +Europa cala drammaticamente (1,2%), mentre Italia Viva rimane stabile (2,3%) così come Azione che si ferma al 3,4%. In netta ripresa il Partito Democratico che sfrutta l’effetto dell’investitura a segretario di Enrico Letta (19%). Nell’area del centrodestra, Fratelli d’Italia non fa registrare grossi cambiamenti (17,1%) così come Forza Italia (6,7%).

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Negli ultimi sondaggi, i partiti che appoggiano il Governo Draghi raccolgono il 77,5% nelle intenzioni di voto, mentre il centrosinistra formato da PD, M5S e MDP raggiunge il 38,6%. La coalizione del centrodestra unito, invece, il 47,1%, mentre il rassemblement dei partiti di centro (Azione, IV e +Europa) si attesta al 6,9% dei consensi.

 

 



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