Il Presidente Mattarella chiude nuovamente a un suo bis al Quirinale
Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella torna nuovamente ad allontanare l’ipotesi di una sua permanenza al Quirinale. L'occasione è l'inaugurazione dell'anno accademico dell'Università La Sapienza. “Vorrei aggiungere, se mi è consentito, un ulteriore significato di carattere personale che mi riguarda. Perché, a poche settimane dalla conclusione del mio ruolo, delle mie funzioni di Presidente della Repubblica, mi consente di tornare alla Sapienza dove ho studiato”, scandisce il capo dello Stato. “Siamo in un'epoca di grandi cambiamenti: la società è permeata dai risultati della scienza. Ci sono sfide nuove e ignote ma anche prevedibili” dice Mattarella “E ci deve sempre accompagnare il valore della responsabilità delle istituzioni e di tutti i cittadini. La responsabilità è quella di tenere insieme fiducia e sapere. E questo è tempo di responsabilità”. La scadenza del settennato, giorno dopo giorno, si avvicina e a due mesi e mezzo dalla deadline del 3 febbraio i partiti sono ancora in confusione; quello che emerge è l'indisponibilità ad aprire un dialogo costruttivo che porti a un nome condiviso: per questo Mattarella insiste, nel tentativo di imprimere una scossa alla politica, che non ci si deve accontentare della scelta più semplice.
Il Governo vara il decreto con il super green pass
Dal 15 dicembre il vaccino sarà obbligatorio per il personale di sanità, scuola, militari e le forze dell'ordine; dal 6 dicembre bar, ristoranti, teatri e stadi saranno aperti solo per vaccinati e guariti; sempre da quella data, bus e treni regionali saranno aperti solo per vaccinati, guariti e tamponi negativi. Il Cdm ha varato all’unanimità il decreto che introduce il super green pass. Il Presidente del Consiglio Mario Draghi ha parlato di “situazione sotto controllo, ma in lieve e costante peggioramento” perché “la protezione della seconda dose si affievolisce. Per questo abbiamo deciso di anticipare la terza dose a cinque mesi dalla seconda”. L'obiettivo del Governo è creare le condizioni per un Natale 2021 che non sia come quello del 2020: “Per i vaccinati” dice Draghi “sarà un Natale normale”. “La campagna vaccinale è stata un successo notevole, voglio ringraziare tutti gli italiani che hanno aderito con grande partecipazione e che ora stanno aderendo con uguale partecipazione alla terza dose, i numeri sono molto incoraggianti”. Sulla proroga o meno dello stato di emergenza, Draghi afferma che il Governo deciderà a fine anno, a ridosso della scadenza.
Il super green pass agita la Lega, ma per ora nulla cambia
Il giorno dopo il via libera al super green pass le forze politiche fanno i conti con la stretta imposta dal governo “per salvare il Natale”. Il malessere evidente è nella Lega: fonti parlamentari del partito di via Bellerio raccontano di tensioni fortissime all’interno del partito e che lo stesso Giancarlo Giorgetti era pronto a disertare il Cdm. La norma che prevede il green pass rafforzato anche in zona bianca era ampiamente osteggiata dai leghisti. Poi con la mediazione nel Cdm sul limite temporale del super green pass nelle regioni dove è basso il contagio, è arrivato il via libera anche del ministro dello Sviluppo Economico. Alla Lega non sarebbe piaciuto, per esempio, quel riferimento del presidente del Consiglio Draghi in conferenza stampa sulla necessità che chi non è vaccinato rientri nella società; per molti il rischio è che si alimentino gli scontri nel Paese, tesi condivisa anche in Fratelli d'Italia: “Il Super green pass è divisivo”, insiste Giorgia Meloni. Proprio per evitare strumentalizzazioni, Salvini ha scelto la strada del silenzio, ma il presidente della Conferenza delle Regioni Massimiliano Fedriga ha esposto la linea e ha negato attriti interni. Ora si tratterà di capire quali saranno le prossime mosse del Governo: fino a febbraio non mancherà il sostegno del partito di via Bellerio, poi si vedrà dopo il voto per il Quirinale.
Trovata l’intesa al Senato sui relatori alla manovra: saranno Pesco-Errani-Rivolta
Dopo una settimana di tensioni, discussioni e confronti sulla nomina al Senato dei relatori alla legge di bilancio, la soluzione al braccio di ferro tra Pd e Leu, da una parte, e M5S dall'altra è arrivata. Alla fine, saranno infatti ben tre i relatori della prima manovra del governo Draghi: il Presidente della commissione Bilancio di Palazzo Madama Daniele Pesco (M5S) e i due Vicepresidenti Vasco Errani (LeU) e Erica Rivolta (Lega). Tramontata quindi sia la soluzione preferita dai dem che prevedeva due soli relatori (uno per il centrosinistra e uno per il centrodestra, oltre a quello dell'opposizione) sia la strada del relatore unico. Al termine di un lungo Ufficio di presidenza, caratterizzato da una pausa di riflessione di quasi tre ore, è stato lo stesso Pesco ad annunciare l'intesa: “Si è optato per un assetto istituzionale in grado di tener conto della rappresentatività di tutti i gruppi, in quanto tutti si erano espressi quando hanno eletto l'Ufficio di presidenza”. Detto fatto, ma la scelta ha scatenato le fortissime polemiche e prese di posizione di Forza Italia che ora minaccia di non partecipare alla discussione in commissione Bilancio.
Letta a Draghi, intollerabile strappo al Senato di IV
Mercoledì di buon mattino c’è stato l’incontro tra il Presidente del Consiglio e il segretario del PD. Enrico Letta ha così potuto manifestare a Mario Draghi tutto il suo disappunto per quanto accaduto al Senato, quando la maggioranza è andata sotto durante la discussione del decreto capienze e Italia Viva ha fatto fronte con il centrodestra. “Sono contento dell'incontro di stamane”, dice Letta presentando il libro di Stefano Bonaccini al Tempio di Adriano. In platea c’è Simona Malpezzi, capogruppo PD a palazzo Madama, tra le prime a prendere posizione contro la saldatura fra renziani e centrodestra e a lei si rivolge il segretario dicendo: “Ho riferito dello strappo della scorsa settimana e mi sono sentito di considerare quella vicenda inaccettabile. Abbiamo parlato di questo e molto altro. Dobbiamo arrivare a una legge di bilancio, nei tempi giusti”. La manovra procede anche grazie al tavolo di confrontofra i responsabili economici dei partiti, così come aveva proposto Enrico Letta che, con una certa autoironia, invita a non usare il suo nome per indicare il tavolo. Ma nell'incontro con il premier, Enrico Letta si è soffermato anche sull'andamento della situazione epidemiologica. Poche ore dopo, il Cdm ha approvato il super green pass, una scelta di rigore che vede il Partito Democratico completamente allineato. Ultimo capitolo del colloquio è stato quello della ripresa economica: Letta si sofferma sulle aspettative riguardanti il Pnrr più volte durante la giornata, la prima davanti ai Sindaci: “Una cosa che il PD chiede è che ci sia un maggior coinvolgimento dei Sindaci nell'utilizzo dei fondi”.
Draghi vedrà separatamente i partiti della maggioranza a Palazzo Chigi
Il percorso di discussione della legge di bilancio appena incardinata in Senato si annuncia in salita: le tensioni sulla scelta dei relatori rischiano di essere solo un assaggio di un cammino accidentato con tempi strettissimi e con troppa carne al fuoco. Il presidente del consiglio Mario Draghi ha perciò deciso di convocare i partiti, con l'obiettivo di garantire una discussione il più possibile ordinata e senza contraccolpi. In tre giorni, la prossima settimana, il premier vedrà a Palazzo Chigi i capigruppo e i capi delegazione dei partiti della maggioranza, insieme al ministro dell'Economia Daniele Franco e a quello dei Rapporti con il Parlamento Federico D'Incà. Si inizia lunedì 29 alle 17.30 con il M5S; martedì alle 12.00 vedrà la Lega, alle15.30 Forza Italia e alle 17.30 il Partito Democratico; mercoledì 1° dicembre sarà la volta di Coraggio Italia alle 12.00, Italia Viva alle 15.30 e LeU alle 17.30.
I partiti della maggioranza trovano l’accordo sulla riforma fiscale
Dopo quattro incontri, il primo passo verso la riforma fiscale si è compiuto: anche se per ora c’è solo un accordo politico che andrà confermato dai partiti all'inizio della prossima settimana, il tavolo di maggioranza convocato al Mef ha definito la struttura dell’intervento di riduzione da 8 miliardi: l'imposta sui redditi, l'Irpef, passa da cinque a quattro scaglioni, favorendo soprattutto il ceto medio, mentre le aziende individuali e gli autonomi non dovranno più compilare il quadrante Irap perché per loro e per le start up la tassa viene abolita. I due interventi costeranno rispettivamente sette miliardi e un miliardo, ovvero resteranno all'interno di quanto stanziato dal Governo in manovra. Se verrà confermata dai partiti, la riforma dell'Irpef prevederà un cambiamento delle aliquote: per la fascia di reddito fino a 15mila resta al 23%, per quella tra 15-28mila scende dal 27% al 25%, quella 28-50mila cala dal 38% al 35%, mentre oltre i 50mila si passa direttamente a una tassazione al 43% che invece attualmente è riservata ai redditi sopra i 75mila euro. In sostanza viene abolito lo scaglione al 41%, e viene abbassata da 55mila a 50mila euro la soglia di uscita del terzo scalino, per concentrare l'impatto della riforma sul ceto medio. Ci sarà poi un riordino delle detrazioni, che riassorbiranno anche il bonus Renzi; su questo, il lavoro di limatura è ancora in corso. Per quanto riguarda l'Irap, il taglio sarà verticale, cioè saranno esonerate ditte individuali, persone fisiche e start up.
Renzi è stato sentito dalla Giunta per l’immunità del Senato sul caso Open
È durata più di un'ora l'audizione di Matteo Renzi in Giunta per le immunità parlamentari del Senato. Al termine dell’audizione ha dichiarato: “In Giunta non ho chiesto di non fare il processo a me, ma che si prenda atto della violazione della Carta costituzionale”. Ed è chiaro che nel mirino del leader di Italia Viva c’è la Magistratura, anche se stempera i toni affermando: “Nessuna guerra alla magistratura”. Poi l'affondo: “In una democrazia però non è un Pm che decide se tu fai un partito o meno, lo decide il Parlamento”. Nei prossimi giorni la Giunta entrerà nel merito della questione che riguarda la Fondazione Open, lo garantisce il presidente Maurizio Gasparri che aggiunge: “La decisione entro l'anno”. Dovrà decidere se sollevare o meno un conflitto di attribuzione nei confronti della Procura di Firenze per aver utilizzato, senza l'autorizzazione del Senato, delle chat tra Renzi e Vincenzo Manes, uno dei finanziatori di Open. Si tratterebbe di una conversazione relativa al viaggio a Washington dove il leader di IV era stato invitato per tenere un discorso in ricordo di Robert Kennedy e risale al 2018, anno in cui Renzi era già senatore.
I sondaggi della settimana
Negli ultimi sondaggi realizzati dall'Istituto SWG, il Partito Democratico di Enrico Letta rimane il primo partito italiano con il 20,8% in crescita di mezzo punto, sopravanzando Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni di un punto (19,8%). Inoltre, il distacco tra il PD e la terza forza politica nazionale (Lega) è di 2,4 punti.
Nell’area delle sinistre, i Verdi crescono (2,3%) mentre Sinistra Italiana e MDP Articolo Uno si attestano rispettivamente al 2,5% e al 2,2%. Nell’area centrista, +Europa non fa registrare grossi cambiamenti (2,1%), così come Italia Viva (2,4%) e Azione (4%). In calo rispetto alla settimana scorsa il Movimento 5 Stelle di Giuseppe Conte che si attesta al 15,7%. Nell’area del centrodestra, infine, il consenso della Lega subisce un rallentamento (18,7%) mentre Forza Italia rimane ancorata al 6,9%.
Negli ultimi sondaggi, i partiti che appoggiano il Governo Draghi raccolgono il 74,8%, mentre il centrosinistra formato da PD, M5S e MDP raggiunge il 38,7%. La coalizione del centrodestra unito raggiunge il 45%; invece il rassemblement dei partiti di centro(Azione, IV e +Europa) si attesta all’8,5% dei consensi.