Governo non cambia la manovra, Tria risponde all’Ue

La manovra non cambia. Lunedì mattina, ha aspettato fino all'ultimo Giovanni Tria prima di inviare la lettera di risposta all'UE: “cosciente” di non aver rispettato le regole fissate a Bruxelles, il Governo ha fatto “scelte difficili ma necessarie” per evitare l'avvitamento dell'economia italiana. Nelle parole di Tria il ragionamento diventa più ufficiale: “Qualora i rapporti deficit/Pil e debito/Pil non dovessero evolvere in linea con quanto programmato, il Governo s’impegna a intervenire adottando tutte le necessarie misure affinché gli obiettivi siano rispettati”.

La Commissione Ue ha bocciato la manovra economica

La Commissione Europea ha bocciato la legge di bilancio accusando l’Italia di essere “un Paese che ha prima ricevuto una flessibilità senza precedenti salvo poi varare una manovra che contiene uno sforamento senza precedenti e costringe ora la Commissione Ue a fare una mossa altrettanto senza precedenti: bocciare il testo approvato dal Governo e chiederne uno nuovo, entro tre settimane”. “Per la prima volta la Commissione è costretta a richiedere a uno Stato di rivedere il suo Documento programmatico di bilancio. Ma non vediamo alternative”, ammette Valdis Dombrovskis prima di illustrare le ragioni che hanno portato alla scelta. Una su tutte, l'enorme debito pubblico: l'anno scorso, avverte la Ue, l'Italia ha speso per gli interessi 65,5 miliardi, pari al 3,8% del Pil, praticamente tanto quanto per l'istruzione. È la spesa più alta d'Europa. 

Mattarella punta al dialogo mentre il Governo si ricompatta

Sergio Mattarella ha avvertito le forze politiche: bisogna scongiurare che il disordine della pubblica finanza produca contraccolpi pesanti anzitutto per le fasce più deboli: “Nessuno può sottrarsi all'equilibrio dei conti”. La bocciatura era attesa e non sorprende il Governo: la “manovra non è stata improvvisata, ha affermato Giuseppe Conte, dire oggi che la rivediamo non avrebbe senso”. Il premier si è detto convinto di seguire “la strada giusta: il rapporto deficit/pil al 2,4% non si tocca”. Matteo Salvini è convinto che la Ue attacchi “non il Governo ma un popolo” e Luigi Di Maio minimizza: “non arrivano le cavallette”, dice e spiega di non meravigliarsi della decisione Ue, perché “è la prima manovra italiana che viene scritta a Roma e non a Bruxelles!”.

Conte Di Maio e Salvini rilanciano l’esecutivo: siglato il patto delle tagliatelle

Una cena a base di tagliatelle per fugare le nubi che hanno avvolto l'alleanza di governo. L'incontro tra Luigi Di Maio e Matteo Salvini, con il premier Giuseppe Conte, è servito a risolvere i nodi rimasti sul tavolo di M5S-Lega dopo le fortissime tensioni sul decreto fiscale. La cena a tre, che è avvenuta senza intermediari, è servita per tentare di dirimere alcuni nodi chiave dell'alleanza a cominciare dal dl sicurezza sino ad arrivare alla manovra. L’iniziativa sembra aver ottenuto risultati positivi: “C'è un clima costruttivo, avanti compatti. Capita a tutti di arrabbiarsi quando uno si sente ingiustamente tirato in ballo ma l'incazzatura passa e non ho mai smesso di fidarmi di Conte e Di Maio”, ha spiegato Salvini.

Moscovici e rischio fascismo, nuova polemica Roma-Bruxelles

La polemica Roma-Bruxelles si arricchisce di nuovi elementi dopo la performance avvenuta al Parlamento europeo quando l'eurodeputato leghista Angelo Ciocca ha preso i fogli della relazione del Commissario Pierre Moscovici e vi ha poggiato sopra una scarpa, calpestandoli platealmente. Quella scarpa non è per nulla piaciuta al Commissario che ha bollato l'episodio come grottesco. Ma Moscovici è andato oltre affermando che in “un primo momento si sorride e si banalizza perché è ridicolo”, ma “poi ci si abitua a una sorda violenza simbolica e un giorno ci si sveglia con il fascismo. Restiamo vigili! La democrazia è un tesoro fragile”.

I Sondaggi della Settimana 20 - 26 ottobre 2018

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Nei sondaggi pubblicati dall'Istituto SWG, i partiti di governo tornano a crescere di qualche punto percentuale, forse a causa delle fortissime tensioni con l’Unione Europea in vista della prossima legge di bilancio. La Lega di Matteo Salvini si attesta al 30,4% dei sondaggi, perdendo lo 0,1% rispetto alla scorsa settimana. Insegue ancora il Movimento 5 Stelle che, dopo il rallentamento della scorsa settimana, guadagna un punto percentuale attestandosi al 29,1%. Il partito di Salvini è stabilmente il primo partito del Paese e la distanza dal M5S è di 1,3% punti percentuali.

Nell’area delle sinistre, Liberi e Eguali, guadagna lo 0,4% raggiungendo il 2,7%, mentre in quella di centro, il partito della Bonino, Più Europa, è dato al 2,7%. In leggera crescita il Partito Democratico. I dem, forse grazie all’effetto della Leopolda organizzata da Matteo Renzi, guadagnano lo 0,3% e si attestano al 17,5% delle intenzioni di voto. Il partito guidato da Maurizio Martina fatica ancora a superare la crisi ed è ancora al di sotto del già deludente risultato delle ultime elezioni politiche.

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Nel centro destra, Fratelli d’Italia è in leggero calo attestandosi al 3,7%, mentre torna a calare Forza Italia. Il partito di Berlusconi oggi è dato all’7,6% e dimostra ancora di non aver trovato una via di uscita alla crisi interna.

Ad oggi, l’area di Governo raccoglie il 59,5% delle preferenze di voto. Quella di centro destra il 41,7%, quella di centro sinistra il 22,9%. Il Movimento 5 Stelle è dato al 29,1%.

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Settimana Politica 20 - 26 ottobre 2018



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