Preso atto che non c’è stato un accordo tra M5S e Lega, il Capo dello Stato, a quasi due mesi dalle elezioni ha confermato il dovere di dare al più presto un governo all'Italia provando una nuova strada. Lunedì pomeriggio, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha affidato al Presidente della Camera Roberto Fico il mandato a verificare se ci siano i margini per formare un governo tra Movimento 5 Stelle e Partito Democratico.

L'inizio del nuovo tentativo arriva all'indomani del voto in Molise, che consegna la vittoria al centrodestra unito. E’ un risultato importante anche se va considerato che Forza Italia ha raccolto solamente il 9,4% e la Lega l’8,2% dei voti. Donato Toma, forte del suo 43,5%, è il nuovo Presidente della Regione; subito dietro il Movimento 5 Stelle che ha raggiunto il 38,5% ma è in calo rispetto al plebiscito delle politiche che lo aveva portato oltre il 40%. In fortissimo calo il Pd che raggiunge il 9% dei consensi.

Tutto ciò ha rilanciato l’unità del centrodestra e ha contribuito a far franare le trattative per un governo tra Lega e Movimento 5 Stelle. Nel fine settimana ci saranno le elezioni regionali in Friuli Venezia Giulia ed il risultato potrebbe rafforzare ulteriormente la distanza tra pentastellati e centrodestra.

Giovedì, al temine dei colloqui con Roberto Fico, il segretario reggente del Pd Maurizio Martina ha dichiarato “Sono stati fatti passi avanti importanti che vogliamo riconoscere”. “Per noi era necessario che il M5S chiudesse definitivamente la fase del confronto con il centrodestra e la Lega. Su questo sono state dette parole importanti che vogliamo riconoscere”.

Martina non ha però nascosto che “Siamo forze diverse con punti di vista a volte molto diversi”. Una ragione che ha spinto i dem a convocare la Direzione nazionale Pd il 3 maggio per decidere se aprire o meno il dialogo con i pentastellati.

L’appuntamento, a meno di sorprese, vede in vantaggio la componente renziana (che sulla carta ha la maggioranza). La linea non cambia: nessun accordo e Pd all’opposizione. Quello che è certo è che nel Partito Democratico sembra sempre più vicina la conta. D’altronde, dopo le dichiarazione di apertura al M5S di Dario Franceschini, Piero Fassino e Andrea Orlando, il fronte di coloro che vorrebbero aprire un dialogo con i pentastellati si fa sempre più ampio.

Giovedì pomeriggio, il presidente della Camera, dopo aver esplorato per due volte le possibilità d'intesa tra Movimento 5 Stelle e Partito Democratico, è salito al Quirinale e al presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha confermato che il dialogo tra i due partiti è avviato.

Ora, spiega la terza carica dello Stato, si tornerà a confrontarsi “all'interno dei gruppi parlamentari, aspettando anche la direzione del Pd”. Quello che è certo è che il Presidente della Repubblica ha fretta ed è che è disposto a concedere non più di una settimana al Movimento 5 Stelle e al Partito Democratico per dimostrare se "l'esito positivo" di cui ha parlato il Presidente della Camera Roberto Fico, concludendo il suo mandato esplorativo, può trasformarsi in un accordo per dar vita a un governo.



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