Pubblicato in GU il nuovo Dpcm che chiude le attività produttive

Lunedì è arrivato, dopo quasi un giorno intero di trattativa, il Dpcm che chiude le fabbriche per fermare il contagio del Coronavirus. Nonostante l'annuncio notturno del premier Giuseppe Conte, il braccio di ferro sulle attività da includere e da escludere dalla lista è andato avanti a lungo, con le imprese in pressing per tenere aperto il più possibile e i sindacati in allarme per il rischio che, alla fine, troppe attività restassero aperte vanificando gli intenti di preservare la salute dei lavoratori. Una tensione che è quasi sfociata nell’intenzione da parte dei sindacati di indire uno sciopero nazionale. La lista è stata aggiornata con decreto del MISE. Gli studi dei professionisti restano aperti, così come la filiera della stampa e dei servizi d’informazione e comunicazione. Oltre alle edicole, continueranno a operare anche i tabaccai, nonostante lo stop a Lotto e scommesse. Le famiglie potranno continuare ad avere colf e badanti. Tutte le filiere essenziali e quindi quelle legate al settore alimentare, a quello farmaceutico e biomedicale, compresa la fabbricazione di forniture mediche e dentistiche. Inclusa anche la filiera del legno e la fabbricazione delle bare. Netta, invece, la riduzione delle attività della PA. Sul fronte agroalimentare, restano attive l'industria delle bevande, le industrie del cibo, la zootecnia. Anche l'industria tessile potrà continuare a operare escluso, però, l'abbigliamento. Salve anche le attività legate all'idraulica, all'installazione d’impianti elettrici, di riscaldamento o di condizionatori, oltre alle diverse forniture, dall'energia elettrica all'acqua e al gas. Il Dpcm lascia libero il trasporto terrestre, marittimo e aereo, compreso quello delle merci. Attive anche la gestione fognaria e quella della raccolta dei rifiuti, oltre alle attività bancarie, postali, assicurative e finanziarie. 

Il Governo incontra le opposizioni. Conte rilancia l’unità

D'ora in poi maggioranza e opposizione siederanno a due tavoli tecnici per valutare insieme i prossimi provvedimenti normativi volti a contrastare l'emergenza coronavirus. È l'esito dell'incontro con l'esecutivo a Palazzo Chigi; al confronto, presieduto da Giuseppe Conte, hanno partecipato, per il Governo, i ministri Roberto Gualtieri, Federico d'Incà e Roberto Speranza, oltre al sottosegretario Riccardo Fraccaro, per l'opposizione, erano presenti Matteo Salvini, Giorgia Meloni e Antonio Tajani. Per mettere a punto il prossimo decreto aprile, il Governo è pronto a collaborare. Il ministro dell'Economia ha ribadito che nel provvedimento di aprile ci saranno le risorse aggiuntive che serviranno per sostenere imprese e lavoratori a superare la crisi. Sulle risorse del decreto di marzo, ha spiegato, è noto che i 25 miliardi sono stati già tutti impegnati accogliendo anche le richieste venute dall'opposizione. La precisazione è arrivata dopo che la Lega ha lamentato il mancato stanziamento di risorse aggiuntive a sostegno delle partite Iva. “Quantomeno ci hanno ascoltato”, ha ammesso Salvini al termine dell'incontro: “Abbiamo fatto presente che esiste un Parlamento”. Il Governo si è impegnato a valutare di trasformare i quattro decreti sull'emergenza coronavirus in uno solo e ha garantito la doppia lettura dei provvedimenti alle Camere. 

Il Cdm vara un nuovo DL coronavirus per dare ordine alle misure già adottate

Multe salate, da 400 a 3000 euro, per chi viola le regole anti contagio e la possibilità per singole Regioni di adottare, ma in coordinamento con il Governo, misure più dure di quelle nazionali se il contagio si acuisce. Ecco il decreto legge con cui il premier Giuseppe Conte prova a mettere ordine tra le ormai tante norme anti coronavirus, a un mese dalla creazione delle prime zone rosse. Il decreto elenca 28 restrizioni e regole, accorpando quelle adottate con i diversi dpcm: dallo stop agli spostamenti alla possibile chiusura di strade e parchi, cinema e ristoranti. L'orizzonte temporale è il 31 luglio, perché a fine luglio è, per ora, fissata la fine dell'emergenza dichiarata a gennaio. 

Il decreto affronta il nodo delle Regioni e i Comuni, dopo il proliferare di ordinanze locali a volte in contrasto con quelle nazionali: è il Governo a “stabilire la cornice” entro la quale tutti dovranno muoversi, afferma il premier, ma uno spazio di manovra alle Regioni resta; nessun commissariamento dunque perché le Regioni potranno introdurre d'urgenza e per un tempo limitato misure restrittive e più dure, concordate col Governo. Intanto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella lancia intanto un appello all’unità, auspicando che sia pari a quella che consentì la rinascita nel dopoguerra. 

Tra due settimane arriveranno le proposte dell’Eurogruppo

È fumata nera sui Coronabond: dopo un vertice di oltre sei ore e il veto posto dall'Italia sul testo conclusivo, i 27 leader della Ue decidono di darsi altre due settimane per mettere a punto la nuova strategia anti crisi economica. Sul coronavirus, l'Ue deve “battere un colpo” entro 10 giorni è l'ultimatum di Giuseppe Conte. La riunione del Consiglio Ue registra la spaccatura tra un fronte pronto a “misure eccezionali” come gli eurobond comuni e una linea più rigorista. Durante il dibattito, l'Italia ha registrato le aperture di Francia, Portogallo, Irlanda, Lussemburgo: Paesi che, assieme alla Slovenia, avevano firmato una lettera al presidente Charles Michel, il quale, però, si è trovato di fronte al no di Germania e Olanda. Conte propone di affidare una soluzione alle cinque più alte cariche europee: Commissione, Consiglio, Europarlamento, BCE ed Eurogruppo dovrebbero elaborare un nuovo Piano Marshall

Conte apre alle opposizioni e studia un piano choc economia per il decreto aprile

La voce grossa in Europa, l'apertura a un tavolo con le opposizioni in Italia: il doppio binario sul quale si muove il premier Giuseppe Conte prende corpo, con un obiettivo, un piano choc per evitare che l'economia italiana anneghi nell'emergenza coronavirus. È una partita in salita per il capo del governo, che deve guardarsi non solo dai falchi del Nord Europa ma anche da chi, in Italia, guarda all'orizzonte di un governissimo, traguardo che buona parte del centrodestra non sembra escludere. Ed è per questo che, nel dialogo con le opposizioni sul dl aprile, il premier sarà costretto a un delicato equilibrio per evitare che la cabina di regia diventi l'anticamera di un esecutivo di unità nazionale. Il premier arriva all'informativa del Senato sulla scia dell'intervento di Mario Draghi sul Financial Times. “Occorre mettere a disposizione ingenti garanzie pubbliche per consentire al sistema finanziario di erogare alle imprese tutta la liquidità necessaria”, gli fa eco il titolare del Mef Roberto Gualtieri. Di certo, il premier ha fretta, vuole che il decreto aprile sia pronto in tempo per l'approvazione del nuovo Def. È un decreto che si preannuncia corposo, con una parte più emergenziale e una che guarda più al rilancio di investimenti e sistema-Paese: “Saranno almeno 25 miliardi ma lavoriamo per un potenziamento delle risorse”, spiega Conte ai senatori.  

La maggioranza è compatta sull’appoggio a Conte

Il dibattito sulla possibilità di un Governo di unità nazionale guidato da Mario Draghi divide la politica italiana. Ancor prima che diventi un'ipotesi, se mai lo diventerà, un eventuale incarico all'ex presidente della BCE alla guida di un esecutivo di larghissime intese che salvi l'Italia dal rischio default incontrerebbe il favore, quantomeno al momento, solo della Lega di Matteo Salvini. Per il momento sono contrari Pd, M5S, Liberi e uguali e FdI, mentre Italia Viva e FI non sembrano vederne la necessità ora, ma non si opporrebbero. In casa Pd, il tema di un eventuale Governo di unità nazionale non è nemmeno considerato; Goffredo Bettini l’ha respinto con forza: l'esponente dem romano, tra i dirigenti più ascoltati da Nicola Zingaretti, ha aperto all'apertura di una cabina di regia che comprenda anche le opposizioni. Sempre nella maggioranza, la contrarietà all'ipotesi di un cambio di governo in corsa, seppure per dare più forza e velocità all'azione di rilancio dell'economia, è espressa con nettezza sia dal Movimento 5 Stelle sia da Liberi e Uguali: “L'attuale Governo ha la piena fiducia del M5S e così anche Conte, il quale sta gestendo con capacità e determinazione una situazione senza precedenti”, è il testo della nota diffusa da Vito Crimi.  

Le opposizioni rilanciano l’idea di Mario Draghi ma con distinguo

Matteo Salvini in Senato ha fatto un endorsement a Draghi, dopo il contributo sul Financial Times: “Ringrazio Draghi per le sue parole. È caduto il mito che non si può fare debito. Benvenuto al presidente Draghi”. In via Bellerio, l'intervento di Draghi è stato visto come un segnale di disponibilità anche se i tempi per la sua chiamata non sono ancora maturi. L'ipotesi governo Draghi è liquidata da Silvio Berlusconi, che ha interpretato la tempistica scelta dall'ex governatore per il suo intervento come un pungolo al Consiglio europeo: “Ora non è il momento di parlare di nuovi Governi per il futuro”, ha detto il Cavaliere. In Forza Italia, un eventuale governo Draghi sarebbe visto da tutti con favore anche se, al momento, regna un forte scetticismo sul fatto che l'ex governatore possa accettare. Discorso a parte va fatto per Fratelli d'Italia che apre ma non del tutto. Giorgia Meloni, da sempre critica verso Draghi, si dice estremamente preoccupata per la fase post crisi e si domanda se l’ex numero uno della Bce non possa essere la persona giusta per affrontare i durissimi mesi che verranno. 

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Settimana Politica 21-27 marzo 2020



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