Ok unanime allo scostamento di bilancio, Berlusconi porta il centrodestra al sì
Il Parlamento approva quasi all’unanimità il quarto scostamento di bilancio dall'inizio della pandemia, liberando così circa otto miliardi di euro necessari per finanziare nuove misure a favore del rinvio delle tasse e privilegiando chi ha subìto un calo di fatturato. Si è trattato di un voto bipartisan in un clima di convergenza e di dialogo, come auspicato dal Colle, grazie alla rinnovata unità, raggiunta a fatica dal centrodestra dopo giorni di tensione: alla fine, tra l'area moderata di Forza Italia e l'ala leghista più intransigente, passa la linea berlusconiana del via libera unitario, un esito al quale Silvio Berlusconi lavorava da settimane, promosso anche da FdI e poi cavalcato anche da Matteo Salvini. In serata, Berlusconi calca la mano parlando di “un primo passo nella strada giusta di unire le forze contro la pandemia”, quella della “collaborazione istituzionale” che recepisce “l'appello del Capo dello Stato”, ma va oltre, definendo l'opposizione “un'alternativa responsabile alla guida del Paese”. Il voto bipartisan è salutato dal premier Giuseppe Conte come un “ottimo segnale in questo momento di particolare difficoltà per il Paese”; soddisfatto anche Nicola Zingaretti: “L'Italia che si unisce sulle cose da fare in questa drammatica emergenza è una buona notizia”. Soddisfazione anche dai 5stelle che comunque, così come fa il centrodestra, prende le distanze da qualunque ipotesi di una possibile integrazione nella maggioranza di Forza Italia.
Gualtieri rilancia: manovra da 39 miliardi con stimolo espansivo da 70 mld
Il Ministro dell'Economia Roberto Gualtieri, davanti alle commissioni Bilancio di Camera e Senato, in audizione sulla legge di bilancio è stato chiaro: “La manovra di bilancio ha un valore di circa 39 miliardi. Al netto del nuovo scostamento siamo a oltre 70 miliardi di stimolo espansivo”. “La manovra - ha precisato il Ministro - attua una significativa espansione di bilancio per il 2021 valutabile in circa 39 miliardi. Rispetto a questo totale, 24,6 miliardi saranno ottenuti con le misure previste dal disegno di legge di bilancio nell'ambito del maggior deficit autorizzato dal Parlamento nelle scorse settimane (dal 5,7% tendenziale al 7% programmatico), e ulteriori 14,5 miliardi attraverso l'impiego delle risorse del Next Generation Eu”. “Non dobbiamo comunque dimenticare che nel 2021 avranno effetti anche le misure adottate nel corso di quest'anno, che mobiliteranno risorse per circa 31 miliardi netti. Al netto del nuovo scostamento, siamo quindi nel complesso a oltre 70 miliardi di stimolo espansivo”, ha spiegato. La manovra, ha ricordato, si articola in otto ambiti: sanità, tutela e rilancio dell'occupazione, famiglia e politiche sociali, scuola, università e ricerca, investimenti pubblici e privati per lo sviluppo del Paese, sud e coesione territoriale, riduzione della pressione fiscale, contrasto dell'evasione.
Il Governo è al lavoro sul decreto ristori quater
Il quarto decreto Ristori potrebbe portare in dote la cig di Natale, ovvero un bonus di circa 500 euro per i lavoratori in cassa integrazione, da finanziare con 1,6 miliardi, una misura costosa, su cui non è stata ancora presa una decisione, ma che è stata discussa nel corso dell'incontro tra Roberto Gualtieri e i capigruppo della maggioranza. Dopo il via libera delle Camere allo scostamento, si punta a varare domenica il nuovo decreto, per poi inviarlo in GU la sera stessa, in tempo per sospendere le scadenze fiscali del giorno successivo. Il nuovo dl Ristori dovrebbe ridefinire così il calendario fiscale spostando anche i versamenti di dicembre ad aprile e ampliando la platea dei beneficiari: lo stop degli acconti Irpef, Ires, Irap del 30 novembre dovrebbe riguardare tutte le partite Iva e le imprese fino a 50 milioni di fatturato che hanno subito perdite di almeno il 33% del volume d'affari del primo semestre rispetto allo stesso periodo del 2019. Saranno sospesi i versamenti Iva, i contributi previdenziali e le ritenute fiscali dei dipendenti di metà dicembre e l'acconto annuale dell'Iva in scadenza il 27 dicembre. Dovrebbe entrare nel decreto anche la proroga delle rate della rottamazione ter e del saldo e stralcio del 10 dicembre per coloro che hanno debiti in sospeso con il fisco; il nuovo termine dovrebbe essere spostato al primo marzo. Il M5S spinge anche per nuovi contributi a fondo perduto per partite Iva e autonomi. Dovrebbero poi essere rifinanziati il reddito d'emergenza e le misure a sostegno dei genitori con i figli in quarantena. La prossima settimana il decreto sarà poi assorbito nel pacchetto Ristori all'esame delle commissioni Bilancio e Finanze del Senato con l'obiettivo di concludere l'esame nelle Commissioni e arrivare in Aula prima di Natale, per consentire poi un rapido passaggio alla Camera per l'approvazione definitiva, visto che il primo dl Ristori scade il 27 dicembre.
Il Governo ridisegna collegi elettorali
Il Governo ha varato il decreto legislativo che ridisegna i collegi elettorali in caso di ritorno alle urne. Con l'ok del referendum sul taglio ai parlamentari e la successiva promulgazione della legge da parte del capo dello Stato Sergio Mattarella, l'esecutivo di Giuseppe Conte aveva tempo 60 giorni per rimettere a posto i collegi elettorali dopo la diminuzione di deputati e senatori da 945 a 600. In questo modo si rende applicabile il Rosatellum, in altre parole si potrebbe andare a votare non appena il decreto sarà convertito in legge. “Il Governo, ha annunciato il ministro Federico D'Incà, ha integralmente fatto propria la proposta della Commissione tecnica, senza esercitare alcuna forma di discrezionalità politica. La tempestiva adozione del decreto legislativo rappresenta un adempimento costituzionale necessario in attesa che sia approvata la nuova riforma elettorale all'esame delle Camere”. La questione squisitamente tecnica sconfina in quella politica: si potrebbe votare anche ora con la legge elettorale attuale, ma è la volontà politica a mancare. Nessuno, né all'opposizione tantomeno in maggioranza, ha intenzione di affrontare una chiamata alle urne, senza contare che per i partiti che sostengono il governo Conte 2 il patto di legislatura, con scadenza 2023, prevede anche di trovare il successore di Sergio Mattarella.
Il Governo ha aperto il confronto sul dpcm Natale
Il premier Giuseppe Conte lo dice chiaramente: “Non possiamo abbassare la guardia, gli italiani sono consapevoli che sarà un Natale diverso o ci esponiamo a una terza ondata a gennaio, con il rischio di un alto numero di decessi”, concetto ribadito anche da Agostino Miozzo, coordinatore del Cts. Delle restrizioni durante le feste, con il coprifuoco che potrebbe restare dunque alle 22.00 anche la notte di Natale, si è parlato nella prima riunione tra Governo, Enti locali e Regioni sul prossimo Dpcm che entrerà in vigore il 4 dicembre. Alla videoconferenza interlocutoria ha preso parte anche il ministro Roberto Speranza. Al centro delle preoccupazioni dei governatori la scuola e le vacanze sulla neve. Sul primo tema “le Regioni unanimemente hanno ritenuto di suggerire al Governo di procrastinare al 7 gennaio ogni riapertura della didattica in presenza per chi è ancora oggi in didattica a distanza”, ossia soprattutto le scuole superiori, ha sintetizzato il governatore della Liguria Giovanni Toti. Quanto alle vacanze sulla neve, la questione ha dimensione internazionale, visto che altri Paesi europei confinanti potrebbero decidere di consentirle, attirando così anche i turisti italiani. Di conseguenza, alcuni presidenti di Regione avrebbero chiesto al Governo di valutare la chiusura delle frontiere in caso di divieto di riapertura degli impianti da sci. La Germania, presidente di turno del Consiglio dell'Ue, preme perché vi sia un accordo europeo sulla stagione sciistica che, secondo Angela Merkel, non dovrebbe partire: “Alla luce della posizione austriaca” favorevole all'apertura degli impianti, “è chiaro che non sarà facile, ma noi ci proveremo”, ha affermato oggi la Cancelliera tedesca. Restano diversi altri punti da definire per il Dpcm di Natale. Uno è quello degli orari di apertura e chiusura delle attività commerciali. L'altro è quello degli spostamenti tra regioni per raggiungere i parenti: anche su questo l'orientamento prevalente nel Governo sarebbe rigoroso, con il divieto totale, a prescindere dalle colorazioni, al massimo con qualche deroga. Il nuovo Dpcm sulle misure anti contagio dovrebbe comunque confermare l'impianto del decreto attuale, con la divisione delle Regioni in tre fasce, e introdurre specifiche restrizioni per il Natale.
Il Governo pensa a una legge quadro per il Recovery plan
Il dossier che più sta a cuore alla maggioranza e Giuseppe Conte è quello del Recovery plan. Nel Governo si sta lavorando a una legge quadro, a una norma che disegni le competenze e i perimetri dell'utilizzo dei fondi. Per il Pd è naturale che la cabina di regia debba rimanere a palazzo Chigi, con il coinvolgimento di tutti i Ministri. Il piano dell'esecutivo è quello di specificare tutti gli enti attuatori e di creare uffici Recovery nei ministeri, coinvolgendo anche le parti sociali e le Regioni. Sono tanti i capitoli di spesa, ma proprio da questo dossier dipenderà la compattezza della maggioranza: “Sul Recovery fund sono fiducioso che il Consiglio Ue di dicembre sarà quello risolutivo”, l'auspicio del premier. La data cerchiata in rosso è quella del 9 dicembre, quando il premier Giuseppe Conte farà le comunicazioni in vista del Consiglio Europeo sulle quali ci sarà un voto del Parlamento. Italia viva non demorde e chiede una parola definitiva del premier sul Mes; “Gualtieri dovrà dire apertamente che il Governo non lo utilizzerà mai”, dice un Ministro del Movimento 5 stelle, facendo capire che il pressing nei confronti del responsabile dell'Economia affinché prenda una posizione netta è sempre più forte.
I sondaggi della settimana
Negli ultimi sondaggi realizzati dall'Istituto SWG, la Lega di Matteo Salvini riprende quota nei sondaggi rispetto alla scorsa settimana (23,3%). Discorso simile per il Movimento 5 Stelle. Il consenso del partito guidato da Vito Crimi aumenta di quasi mezzo punto raggiungendo il 15,6%. La Lega resta comunque il primo partito del Paese con una distanza dal secondo (PD) di 3 punti percentuali, mentre il gap rispetto a FdI, la terza forza politica italiana, si attesta a 7,1 punti.
Nell’area delle sinistre, i Verdi ritornano al 2% mentre Sinistra Italiana-MDP Articolo Uno rimane pressoché stabile (3,7%). Nell’area centrista, +Europa perde quasi mezzo punto (2%), Italia Viva fa anche peggio attestandosi al 2,9% mentre Azione rimane pressoché stabile al 3,6%. Il Partito Democratico torna a crescere rispetto alla scorsa rilevazione (20,3%). Nell’area del centrodestra, Fratelli d’Italia si conferma come la terza forza politica nazionale (16,2%). Nessuna variazione degna di nota da segnalare per Forza Italia (6,4%) e Cambiamo!, il partito di Giovanni Toti (1,1%).
Ad oggi, l’area di Governo raccoglie il 42,5% delle preferenze di voto. La coalizione di centrodestra il 47%, quella di centrosinistra il 28,9%. Il Movimento 5 Stelle è dato al 15,6%.