Meloni sente Abascal dopo il flop di Vox alle elezioni in Spagna

I Popolari primo partito ma senza maggioranza, la destra di Vox che quasi dimezza i seggi e la inaspettata rimonta della sinistra, che però non ha i numeri per formare un governo. Il voto senza vincitori in Spagna calamita l'attenzione della politica italiana, già proiettata verso le elezioni europee del prossimo anno. FdI, nonostante la debacle di Vox, continua a scommettere su un'alleanza tra popolari e destre alle europee per superare la maggioranza Ursula. Nel partito della premier c’è sorpresa per il risultato al di sotto delle aspettative degli alleati spagnoli, ma Vox è un partito giovane e il percorso deve andare avanti. Giorgia Meloni ha sentito al telefono il leader della destra Santiago Abascal, non solo come amica ma anche per il ruolo che la premier ricopre come presidente del Conservatori europei, gruppo cui Vox appartiene. Non è un mistero che l'obiettivo della Meloni sia quello di essere decisiva per cambiare gli equilibri in Europa tra PPE e socialisti, e un governo di centrodestra anche in Spagna, sul modello di quello italiano, con l'asse spostato verso destra, sarebbe stato un ulteriore viatico. 

Esultano i moderati: “Le prossime europee si vinceranno al centro”, secondo Matteo Renzi, che poi punge: “Un messaggio che da Madrid arriva forte e chiaro anche a Roma. Giorgia, la senti questa Vox?”. Il ministro degli Esteri e segretario nazionale di FI Antonio Tajani è tra i primi a fare le “congratulazioni a Nunez Feijoo”: “Il Ppe rappresenta il centro della politica anche in Spagna, una buona notizia per tutta l'Europa”.  “I risultati delle elezioni premiano il coraggio di Pedro Sanchez e della sua squadra e ribaltano un esito che sembrava già scritto. Il Partito Socialista riesce a tenere bene e guadagna due seggi dalle ultime elezioni” è l'analisi della segretaria dem Schlein, per la quale “è la dimostrazione che l'onda nera si può fermare quando non si punta ad alimentare le paure ma a risolvere i problemi concreti delle persone”. 

Meloni e Mattarella condannano la Russia per la mossa sul grano

La Fao pone l'obiettivo Fame Zero per il 2030, ma la guerra in Ucraina ha ancorato al presente il vertice delle Nazioni Unite sui Sistemi Alimentari, che è in corso in questi giorni a Roma. “Il fatto che la Russia si sia ritirata dall'accordo sul grano non fa che” rendere più evidente “la mancanza della sicurezza alimentare. La Russia riconsideri la sua decisione”, ha detto Giorgia Meloni, parole che hanno fatto eco all'appello lanciato alla Russia dal segretario generale dell'Onu, Antonio Guterres. Il tema è stato toccato anche nell'incontro al Quirinale fra Guterres e il presidente della Repubblica Sergio Mattarella: “Ho letto del suo appello alla Russia perché torni indietro rispetto alla sciagurata decisione di non dare più corso all'accordo sul grano, il suo richiamo è fondamentale”, gli ha detto il Capo dello Stato; quella della Russia, ha proseguito, è “una decisione gravissima con conseguenze per una quantità di Paesi in cui molte persone troverebbero difficoltà di alimentazione”. Nel suo intervento nella sede della Fao, Meloni ha ribadito che l'impostazione italiana sull'immigrazione è stata condivisa da Guterres; il segretario generale dell'Onu ha espresso anche “forte interesse per la prossima presidenza italiana del G7” e ha assicurato “un ampio sostegno al presidente Meloni”. Nei colloqui con i Paesi Africani la premier “ha raccolto l'attenzione nei confronti del Processo di Roma e ha ribadito l'impegno del Governo per l'Africa, declinato anche attraverso il Piano Mattei”. 

L’FMI alza le stime di crescita, l'Italia cresce più di Germania e Francia

Il Fondo Monetario Internazionale rivede al rialzo le stime di crescita per l’Italia, il cui pil è atteso quest'anno al +1,1% in una performance migliore di Francia e Germania, ma anche superiore alla media dell'area euro. Ritoccata al rialzo anche la previsione per il 2024, quando la crescita è prevista dello 0,9%. Le stime “confermano l'efficacia della politica economica del Governo e ci spronano ad andare avanti su questa strada e fare ancora meglio”, commenta la premier Giorgia Meloni, i giorni prima della sua visita alla Casa Bianca. “In uno scenario complesso continueremo a coltivare la linea dello sviluppo e della prudenza, dello slancio e della stabilità dei conti. L'Italia dimostra di essere resistente e dinamica”, aggiunge la premier, spiegando che il Governo è già a lavoro sulla prossima legge di bilancio. La revisione al rialzo di 0,4 punti percentuali del pil italiano nel 2023 è legata al buon andamento dei servizi e del turismo e si accompagna al taglio delle stime per la Germania: la locomotiva tedesca si contrarrà quest'anno dello 0,3%, più del -0,1% previsto in aprile risentendo dell'effetto dell'inflazione sui redditi reali; il pil tedesco tornerà poi a correre nel 2024, segnando un +1,3%. Per la Francia il Fmi stima una crescita dello 0,8% nel 2023 (+0,1 punti percentuali) e dell'1,3% nel 2024 (invariata). 

Il Senato ha respinto la mozione di sfiducia alla Santanchè 

Alla fine, la mozione di sfiducia del M5S alla Ministra Daniela Santanchè viene respinta con un ampio margine: 111 contro 67. Compatta per il no la maggioranza, votano a favore il PdM5S e AVS, mentre non partecipano al voto i senatori di Azione-Italia Viva; l'esito non sarebbe cambiato, ma il distinguo dei centristi allarga la spaccatura nel fronte delle opposizioni. La Ministra dopo il voto esulta: “È una bellissima giornata”. La Santanchè si siede in Aula accanto al vicepremier Matteo Salvini e alla ministra Anna Maria Bernini, arrivano ai banchi del Governo anche i ministri Nello MusumeciGiancarlo Giorgetti e Luca Ciriani. Presiede la seduta il presidente del Senato Ignazio La Russa. È il capogruppo M5S Stefano Patuanelli a illustrare il testo della mozione di sfiducia, nella quale il Movimento stigmatizza le “condotte spregiudicate” riguardo alle “regole sindacali e previdenziali” e chiama in causa la premier Meloni sollecitando un atto di “responsabilità politica”. Per il Pd ci sono “zone d'ombra” che Santanchè non ha chiarito. La Ministra ribadisce la versione fornita al Senato il 5 luglio, dopo l'inchiesta di Report: “Ho già esposto i fatti con chiarezza e trasparenza. Mi permetto di ribadire che, quando sono venuta in Aula non ero stata raggiunta da alcuna informazione o avviso di garanzia da parte della procura della Repubblica di Milano”. E aggiunge: “Non solo ho detto la verità ma chi dice il contrario mente sapendo di mentire”. 

Meloni vede Biden alla Casa Bianca: piena sintonia

Giorgia Meloni resta oltre un'ora e mezza con Joe Biden e incassa un’apertura di credito, soprattutto sulla politica estera italiana.  Il clima è disteso, tra i due c'è una sintonia. Alla premier dice: la prima volta che ti ho incontrata “ho pensato di conoscerti da molto tempo”. Un rapporto “forte” che si vede anche e nell'attestato di “amicizia” tra i due Paesi sottolineato a più riprese. Lei entra fiera alla Casa Bianca: “Non mi sento Cenerentola, sono consapevole del mio ruolo e del Paese che rappresento”. La curiosità per la prima premier italiana, donna e di destra, che mette piede alla Casa Bianca è alta; anche la stampa americana che, poi, lamenta l'assenza di una conferenza stampa: “Per quanto si dica che scappo dalla stampa la conferenza con il presidente Usa non l'avrei rifiutata”, ribatte. 

In tempi “difficili sappiamo chi sono gli amici”, dice subito Meloni prima di chiudersi con il presidente Usa, sottolineando che i rapporti tra i due Paesi sono indipendenti “dal colore politico dei governi”. Certo, le distanze ci possono essere su alcuni temi, come sui diritti Lgbtq+ di cui però c'è stato “solo un accenno” da parte del presidente Usa, e nessuna richiesta specifica rispetto alle scelte, molto discusse in Italia, sulla maternità surrogata. Si è affrontato a lungo, invece, il tema dei rapporti con la Cina, anche del nodo, che l'Italia ancora deve sciogliere, della via della Seta. Ma nessuna pressione americana, assicura la premier: “Gli Stati Uniti non ci hanno mai posto la questione di cosa debba fare l'Italia”, ha precisato confermando che una visita a Pechino rimane in agenda e sarà una delle “prossime missioni”. 

Lo stato dei rapporti tra Italia e Usa è “incredibile”, dice in mattinata la premier dopo aver incontrato a Capitol Hill rappresentanti del Senato e della Camera, colloqui bipartisan nel corso dei quali Meloni ha illustrato l'attenzione e la strategia italiana per il Sud globale, con l'Africa al centro che sarà anche il leit motive del G7 a guida italiana. Anche la sicurezza alimentare è un tema che ha messo sul tavolo, nelle stesse ore in cui Vladimir Putin incontra i leader africani a San Pietroburgo per il summit Russia - Africapromettendo loro il grano che non arriverà più dall'Ucraina. Meloni sottolinea che il legame tra Roma e Washington è diventato ancora più stretto dopo l'aggressione russa all'Ucraina e incalza a continuare a sostenere Kiev.

Fitto presenta le modifiche al Pnrr. Stop a misure per 16mld

L'esecutivo ha presentato la riscrittura del Pnrr. Nella bozza diffusa al termine della cabina di regia presieduta da Raffaele Fitto, è messa nero su bianco la proposta di revisione e aggiornamento del Pnrr, con annesso capitolo RePowerEu, necessario a conseguire traguardi e obiettivi previsti fino al 30 giugno 2026. La proposta nel complesso interessa 144 investimenti e riforme. Le richieste di modifica possono essere distinte in tre categorie: “La prima formale, necessaria per velocizzare la rendicontazione degli obiettivi; la seconda che vede la riprogrammazione all'interno della stessa misura di risorse e di interventi; la terza relativa ai progetti in essere”, cioè, quei progetti inseriti nel Pnrr ma precedenti al Piano e che quindi evidenziano sia difficoltà di rendicontazione e/o ammissibilità sia di completamento al 100% dei lavori entro il 2026. Nello specifico, 9 misure per un ammontare totale di 15,9 miliardi di euro, definanziate dal Pnrr e salvaguardate attraverso la copertura con altre fonti di finanziamento, come il Piano nazionale complementare al Piano. “Oggi noi non stiamo tagliando o eliminando nulla, stiamo riorganizzando complessivamente tutto cercando di individuare le modalità per poter utilizzare bene queste risorse”. 

La proposta di modifica del Pnrr aprirà adesso un “confronto con parti sociali, organizzazioni di categoria, Regioni, Province, Comuni, e dopo sarà oggetto di un confronto” con Bruxelles; “martedì poi io sarò in Parlamento per avviare un dibattito e una discussione”. Nell'ambito della revisione del piano si prevede il rafforzamento della misura degli asili nido. Per quanto riguarda il capitolo aggiuntivo del RePowerEu, esso si articola in 3 misure d’investimento (reti dell'energiatransizione verde ed efficientamento energeticofiliere industriali strategiche) e 6 riforme. Complessivamente sono previsti interventi per 19 miliardi di euro “che andranno a beneficio della crescita economica, occupazionale e di tutti i principali settori strategici selezionati in base ai criteri del RePowerEu relativi sia al raggiungimento degli obiettivi in ambito energetico, sia alla tempistica di realizzazione entro il 2026”. Uno dei punti del RePowerEu riguarderà l'Ecobonus dedicato alle abitazioni private con una dotazione da 4 miliardi di euro, ma con alcune “correzioni” che lo renderanno disponibile solo alle fasce a basso reddito. 

Mattarella fa l’ennesimo richiamo sul clima. Musumeci ha parlato alla Camera

Dopo i giorni catastrofici che hanno colpito il Paese, con violente tempeste al Nord e temperature record al Sud dove ancora imperversano gli incendi, l'imperativo di un piano d'azione si fa sempre più pressante nel Governo. Le fiamme continuano al Sud e Sergio Mattarella è nuovamente intervenuto: “Le terribili immagini” delle catastrofi che hanno colpito varie regioni italiane, “legate alle conseguenze del cambiamento climatico”, sono tali che “tante discussioni” sulle loro cause “appaiono sorprendenti. Occorre avere la consapevolezza che siamo in ritardo”. Del resto il Ministro Nello Musumeci, nella sua informativa urgente alla Camera, cita numeri mai visti: “Nel Meridione abbiamo registrato ondate di calore di assoluta eccezionalità sia nell'intensità sia nella persistenza”, ricorda, sottolineando che, “al netto di ogni sciocco negazionismo, bisogna prendere atto che questa nazione fragile e vulnerabile necessita di una cura per essere in condizione di affrontare eventi che sarebbe errato considerare eccezionali”. Poi arriva una riflessione: “Bisogna capire perché centinaia di milioni che risultano assegnati dal computer alla messa in sicurezza del territorionon siano stati ancora utilizzati. E perché il fascicolo del fabbricato sia diventato un elemento tabù”. Il nuovo piano del Governo per far fronte alla tropicalizzazione del Paese potrebbe essere pronto nella prima metà del 2024 e prevede una “rilettura” del territorio con interventi mirati, a partire dalla realizzazione di nuove dighe, fino alla riduzione degli sprechi idrici e la riqualificazione dei corsi d'acqua. 

Alla Camera è scontro sul salario minimo, verso il rinvio della discussione

Dopo giorni di discussione, la maggioranza ha preso tempo sul salario minimo ma l'opposizione teme che si tratti di un modo per affossarlo. In Aula alla Camera il capogruppo di FdI Tommaso Foti ha chiesto che la discussione sulla proposta di legge delle opposizioni venga rinviata a fine settembre. Calendario alla mano, Arturo Scotto del Pd ha però calcolato che si tratterà di uno slittamento a gennaio, visto che, dopo l'autunno, con l'avvio della “sessione di bilancio, non è possibile esaminare proposte che comportano nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica”. Per il presidente del M5S Giuseppe Conte “questo rinvio del Governo presuppone un atteggiamento di prender tempo e di buttarla in una melina. Se si vogliono introdurre palliativi noi non ci saremo”. La richiesta di rinvio della discussione alla Camera sul salario minimo sarà votata in una seduta ad agosto. L'obiettivo, ha spiegato il capogruppo Fdi Foti, è “permettere il confronto, che non vuol dire compromesso o accordo per forza, ma la possibilità di trovare elementi di sintesi”. Per il Pd, però, si tratta solo “di espedienti dialettici”, ha detto il deputato Andrea Orlando. Sarcastico Giuseppe Conte: “Per la maggioranza c'è l'urgenza di andare in vacanza”. Nei giorni scorsi, la presidente del consiglio Giorgia Meloni ha aperto al confronto, anche se al momento non c'è una data fissata per il tavolo con le opposizioni. In ogni caso resta lo scetticismo sulle reali intenzioni della premier. 

Alla Camera FdI punta al rivedere il dress code

Entrare alla Camera dei deputati vestiti in modo “dignitoso e decoroso”. È FdI a chiedere una svolta al dress code di parlamentari e non solo. La novità, che varrebbe per chiunque entri nel Palazzo, è racchiusa in un Odg al bilancio interno della Camera che sarà votato il 2 agosto dall'aula. Il documento sul dress code ha la prima firma di Salvatore Caiata, ex grillino ed ex presidente del Potenza calcio, dal 2019 passato a FdI e parte dal presupposto che un'istituzione impone un decoro e una forma che non possono prescindere dalla sostanza. Non basta, insomma, l'obbligo della giacca che vale oggi per tutti gli uomini che varcano la soglia di Montecitorio e che segna la differenza del Seanto, in cui serve anche la cravatta o si sta fuori. Tuttavia, nella prima versione dell'Odg, la proposta era più esplicita: si valuti l'obbligo di “indossare sempre la cravatta per i deputati, collaboratori, dipendenti e visitatori di sesso maschile”. Inevitabili le polemiche; alla fine resta l'invito a “valutare l'opportunità” di introdurre regole per un abbigliamento “consono alle esigenze di rispetto della dignità e del decoro dell'istituzione”, un impegno decisamente più difficile da attuare, senza entrare nel dettaglio di quanto scarpe e vestiti siano più o meno decorosi. 

I sondaggi della settimana

Negli ultimi sondaggi realizzati dall'Istituto SWG il 24 luglio, Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni si conferma il primo partito italiano, con il 29,2%, davanti al PD (19,6%). Pressoché stabile il Movimento 5 Stelle al 16,0%. Da sottolineare come il distacco tra FdI e la seconda forza politica nazionale (PD) sia pari a 9,6 punti percentuali. Nell’area delle sinistre, la lista rosso-verde Alleanza Verdi e Sinistra è stimata al 3,2%, mentre Unione Popolare all’1,8%. Nell’area centrista, Azione è data al 3,6%, mentre Italia Viva al 2,7%.Nella coalizione del centrodestra, Lega (9,6%) e Forza Italia (7,2%) scendono di qualche punto. Italexit di Paragone scende al 2,1%.

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La stima di voto per la coalizione di centrodestra (Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia) resta invariata al 46,0%; scende di quattro punti percentuali il centrosinistra, formato da PD, +Europa e Alleanza Verdi-Sinistra al 25,3%. Il Polo di centro, composto da Azione e Italia Viva, resta stabile al 6,3% e infine, fuori da ogni alleanza, il M5S prende un punto percentuale, passando al 16,0%.

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