L’Europarlamento approva Commissione Von der Leyen
La nuova Commissione europea guidata dalla tedesca Ursula von der Leyen ha superato brillantemente la prova dell’Europarlamento: un sostegno ampio è stato espresso in suo favore. La squadra della prima donna a presiedere l'esecutivo europeo ha ottenuto l'assenso di 461 eurodeputati, alla fine di un percorso accidentato dopo la designazione a giugno da parte dei Capi di Stato e di Governo. A sostenerla anche parte del M5S, che però si è spaccato. Dopo il voto, Von der Leyen ha parlato di “maggioranza travolgente”, considerandola un “voto di fiducia”: l'Europa si trova in una posizione unica per guidare il cambiamento soprattutto su clima, digitalizzazione e geopolitica”.
Tensione nel M5S da Strasburgo a Roma. Resta nodo alleanze alle Regionali
Le cose si complicano in casa M5S. La spaccatura del gruppo al Parlamento Europeo è un segnale negativo, dal momento che nel sostegno espresso lo scorso luglio alla Commissione di Ursula von der Leyen c'era la base di partenza del governo giallorosso. Il no di 48 ore fa di una parte di europarlamentari rimescola quindi le carte in tavola. Nel diniego alla fiducia del nuovo esecutivo europeo c'è un profondo malumore per la scelta di essere andati al Governo con il Pd, ma anche nella gestione della precedente esperienza con la Lega. Ignazio Corrado ha definito il Movimento una “copia sbiadita” dei dem, considerati comunque la massima espressione di quel sistema contro cui il Cinque Stelle era nato.
Inchiesta sulla fondazione Open vicina a Matteo Renzi: indagato Marco Carrai
“Un’operazione in grande stile, all’alba, di forte impatto mediatico”: Matteo Renzi descrive così le perquisizioni messe in atto dalla Guardia di finanza nell'ambito dell'inchiesta che coinvolge la Fondazione Open, nata nel 2012 (con il nome di Bing bang) allo scopo di supportare le attività dell’ex Sindaco di Firenze. Tra i reati contestati ci sono riciclaggio, traffico d’influenze, autoriciclaggio e finanziamento illecito ai partiti. Immediata la reazione di Luigi Di Maio che ha dichiarato: “Non è la prima volta che succede una cosa simile. È evidente che c’è un problema serio per quanto riguarda i fondi e i finanziamenti che ricevono i partiti che finalmente abbiamo disciplinato con la nuova legge anticorruzione. Serve subito una Commissione d’inchiesta sui fondi ai partiti”.
Scontro Salvini-Conte sul Mes. Critico il M5S
Non si placa lo scontro sulla riforma del salva-Stati con polemiche che arrivano a coinvolgere i massimi vertici istituzionali, la presidenza della Repubblica e il Presidente del Consiglio che annuncia l'intenzione di tornare a riferire in Parlamento lunedì. Dopo la bagarre di mercoledì in Aula a Montecitorio, Matteo Salvini alza ancora il tiro e invoca l'intervento del Capo dello Stato. La sua tesi non cambia: “Siamo in una democrazia parlamentare e se questo Governo tradisce il Parlamento firmando un trattato mortale per l'economia italiana, non rispetta la Costituzione. E siccome il Presidente è il garante della Costituzione, se qualcuno ha sbagliato paga”. Non solo: “I nostri avvocati stanno studiando l'ipotesi di un esposto ai danni del Governo e di Conte”.
Salvini lancia la sfida per conquistare Roma e la regione Lazio
“Ormai è chiaro che qui a Roma vinceremo le prossime elezioni: perché noi della Lega? Perché gli altri li avete provati tutti e hanno fallito”. Matteo Salvini, acclamato dalle centinaia di sostenitori, pregusta già la conquista del Campidoglio e della Regione Lazio, chiudendo una kermesse “Roma torna Capitale”. L'ex ministro pare lanciare un monito agli alleati di centrodestra: la Lega ha le personalità per risollevare le sorti di una città e di una Regione che sono malgovernate da incapaci, Virginia Raggi e Nicola Zingaretti. Com’è noto anche FdI guarda a queste due competizioni con grande attenzione, tuttavia la partecipazione molto applaudita di Giulio Bongiorno e Claudio Durigon sono sembrate due endorsement rispettivamente per la poltrona di Sindaco e di Presidente del Lazio.
I sondaggi della settimana
Nei sondaggi pubblicati dall'Istituto SWG, la Lega di Matteo Salvini si attesta al 33,1% delle preferenze di voto degli italiani. Il consenso del Movimento 5 Stelle, invece è in leggera ripresa. Il partito guidato da Luigi Di Maio si spinge fino al 16,5%. La Lega si conferma il primo partito del Paese con una distanza dal secondo partito (PD) di 15 punti percentuali, mentre il gap rispetto al M5S si attesta a 16,6 punti percentuali.
Nell’area delle sinistre, i Verdi rimangono stabili (2%) così come l’alleanza tra Sinistra Italiana e MDP Articolo Uno: le forze che esprimono l’attuale ministro della Salute scendono al 3,1%. Nell’area centrista, +Europa si ferma all’1,6%, mentre il partito di Matteo Renzi, Italia Viva, viene dato al 5,5%, in ripresa rispetto alla scorsa settimana. In frenata anche il consenso del Partito Democratico. Rispetto alla scorsa rilevazione, i dem cedono qualche decimale fermando la propria corsa al 18,1%. Nel centrodestra, Fratelli d’Italia si conferma stabilmente come la seconda forza della coalizione (10,1%). Forza Italia si ferma al 6% mentre Cambiamo!, il partito del Governatore ligure Giovanni Toti, rimane all’1,3% nelle intenzioni di voto degli italiani.
Ad oggi, l’area di Governo raccoglie il 43,2% delle preferenze di voto. La coalizione di centrodestra il 50,5%, quella di centrosinistra il 28,3%. Il Movimento 5 Stelle è dato al 16,5%.
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