Tav: Di Maio allontana la crisi e rilancia la fiducia in Conte

Nessuna crisi di governo per il Tav, al massimo una crisi d’identità per qualche partito che vota insieme al Pd e a Berlusconi per fare un regalo alla Francia”. A sgombrare il campo è il vicepremier e capo politico del M5S Luigi Di Maio che non vuol sentire parlare di sfiducia grillina al premier Giuseppe Conte: “Desidero dirlo chiaramente: c’è piena fiducia in Conte, il governo non poteva fare altro perché solo il Parlamento” può fermare l'opera. Il problema per di Maio, al limite, è della Lega “che voterà insieme a quei partiti che hanno fatto il Jobs Act o la legge Fornero, assieme a chi è salito sull'imbarcazione dell'ong”; i pentastellati “saranno sempre contro la Torino Lione”.

Nervi tesi su Giustizia. Salvini attacca

Dopo il braccio di ferro andato in scena per oltre otto ore in Consiglio dei ministri e la fumata nera sulla riforma della giustizia e in particolar modo sul processo penale, continua il confronto interno tra i gialloverdi. Matteo Salvini ribadisce il suo no: “O una riforma della giustizia è importante, vera, pesante, significativa che dimezza davvero i tempi del processo penale, o non siamo al mondo e al Governo per fare le cose a metà”. La linea, insomma, non cambia: il Carroccio chiede una reale riduzione dei tempi della giustizia (per i tecnici leghisti si può arrivare a 4 anni), manager nei tribunali affinché “diventino realmente efficienti e ci sia certezza della pena: colpevoli in galera e innocenti liberi”, sanzioni certe per i Magistrati che sbagliano o allungano i tempi, no a sconti di pena per i criminali, un impegno per la separazione delle carriere e stop alle intercettazioni gossip.

Conte chiede a Salvini di indicare il nome del Commissario europeo

Giuseppe Conte ha chiesto esplicitamente a Matteo Salvini di indicare un nome per la Commissione Europa entro oggi, quando a palazzo Chigi arriverà la presidente Ursula Von Der Leyen. Salvini assicura di avere il nome di un politico della Lega. Il no dei leghisti a Enzo Moavero e Giovanni Tria viene confermato dalle parole di Salvini. Intanto, altre soluzioni esterne non sembrano trovare riscontri, da Giulio Sapelli a Giulio Tremonti. Considerato il no di Giancarlo Giorgetti, torna ad avanzare la figura del neo-ministro all'Ue Lorenzo Fontana: per lui s’ipotizza un portafoglio economico. Se la scelta cadesse sull'Agricoltura il candidato naturale sarebbe Gianmarco Centinaio.

Lega in pressing per calo tasse ma ancora un accordo non c’è

Mentre nel Governo resta altissima la tensione su autonomia, giustizia e Tav, cresce il pressing leghista per abbassare il peso del fisco. Al Viminale, nel pacchetto fiscale complessivo che sta studiando la Lega, potrebbe essere illustrato anche il progetto di unificare Imu e Tasi. Sul punto, però, l’intesa con il M5S non c’è. Le distanze sul fisco, così come sul salario minimo, sembrano difficilmente superabili: la Lega punta sulla flat tax, il M5S invece a una rimodulazione delle aliquote Irpef. Il Movimento vorrebbe incidere poi sui sussidi dannosi per l'ambiente, a partire dalla tassazione agevolata sui carburanti, per recuperare risorse. Il Carroccio pensa invece alla pace fiscale. Ma vorrebbe anche recuperare l'intervento per l'emersione del contante tenuto nelle cassette di sicurezza, già incappato nel muro dell'alleato da sempre contrario a qualunque tipo di condono.

Berlusconi azzera i coordinatori, Carfagna e Toti non ci stanno

Dopo aver lanciato l'idea di una federazione di centro fondando il nuovo soggetto politico “l'Altra Italia”, Silvio Berlusconi rimette in riga Forza Italia nominando un Coordinamento di presidenza e superando coordinatori nazionali e Tavolo delle regole. Ma stavolta non si ribella solo Giovanni Toti, escluso dal nuovo organismo, ma anche l'altra ormai ex coordinatrice Mara Carfagna. Il governatore della Liguria preannuncia l'addio al partito, la vicepresidente della Camera parla di “comitato di liquidazione” del quale non farà parte. Con Carfagna e Toti si schierano in modo diverso Paolo Romani, Laura Ravetto, Osvaldo Napoli e altri. Fonti della presidenza di Fi precisano che le nomine del Coordinamento sono state volute per precisa ed esclusiva volontà di Silvio Berlusconi.

 I sondaggi della settimana

Nei sondaggi pubblicati dall'Istituto SWG, la Lega di Matteo Salvini fa registrare un lieve incremento nelle intenzioni di voto nonostante le continue tensioni all’interno della maggioranza di governo. Il Carroccio si attesa al 38%. In netto calo il Movimento 5 Stelle, che prosegue l’andamento altalenante delle ultime settimane. Il partito guidato da Luigi Di Maio raggiunge il 17,3% nelle intenzioni di voto degli italiani, in diminuzione di circa un punto percentuale. La Lega di Matteo Salvini si conferma stabilmente il primo partito del Paese e la distanza dal secondo partito (PD) cresce a 16 punti percentuali, mentre quella con il M5S è di 20,7 punti percentuali.

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Nell’area delle sinistre, l’alleanza tra Sinistra Italiana e Rifondazione comunista rimane pressoché stabile al 2,1%, mentre i Verdi si attestano al 2,3%. Nell’area centrista, +Europa, alleata con Italia in Comune, il movimento civico dell’ex sindaco di Parma, Federico Pizzarotti, perde qualcosa e si ferma al 2,7%. In risalita invece il Partito Democratico. I dem ritornano a guadagnare terreno arrivando al 22%, facendo registrare un aumento di mezzo punto percentuale. Nel centrodestra, continua il testa a testa tra Fratelli d’Italia e Forza Italia. Questa settimana la distanza tra i due partiti è minima: il partito fondato da Silvio Berlusconi è al 6,6% mentre il partito di Giorgia Meloni insegue al 6,5%.

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Ad oggi, l’area di Governo raccoglie il 55,3% delle preferenze di voto. Quella di centro destra il 51,1%, quella di centro sinistra il 24,7%. Il Movimento 5 Stelle è dato al 17,3%.

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Settimana Politica 27 luglio - 2 agosto 2019



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