Riprendono i lavori ma la tensione fra i partiti è quasi esplosiva
L’estate non ha stemperato le tensioni, complici le prossime elezioni amministrative e l’elezione del Presidente della Repubblica; infatti, le forze politiche hanno intensificato il fuoco contro le file nemiche e poco importa se tra queste ci siano alleati di governo. I dem, con Enrico Letta, hanno pressato la Lega fino a ottenere le dimissioni del sottosegretario Claudio Durigon, dopo che questi aveva espresso il desiderio di cambiare nome al parco Falcone e Borsellino di Latina per tornare a quello del fratello del duce Arnaldo Mussolini. La Lega, da parte sua, cannoneggia ormai quotidianamente la ministra Luciana Lamorgese, giudicata non all'altezza del suo compito dal segretario leghista Matteo Salvini. Le tensioni sembrano destinate ad aumentare con l'approssimarsi del voto dei primi di ottobre che riguarderanno anche i Comuni come Roma, Milano, Napoli e Torino. Ma non solo: a mantenere alti i toni del confronto politico c’è anche il semestre bianco, iniziato il 3 agosto. Anche se non subito a settembre ma comunque prima dell'inverno, il Governo dovrà poi affrontare altri due temi spinosi: il reddito di cittadinanza e Quota 100.
Carfagna, scontro con la Lega su Lamorgese e apre all’obbligo vaccinale per statali
La fusione a freddo tra Lega e FI sembra ben lontana dall’essere attuata. In risposta alle critiche di Nicola Molteni che ha affermato di non volere un centrodestra che parla come Enrico Letta, non si è fatta attendere la replica del ministro per il Sud Mara Carfagna. “Il problema non è il centrodestra che parla come Letta, ma il centrodestra che parla come un gruppuscolo d'opposizione e che magari liscia il pelo a Forza Nuova”. “Non mi faccio dare la patente di centrodestra da chi strizza l'occhio ai no-Vax, ai no-euro, ai no-green pass. Io sono una donna di centrodestra, ma un centrodestra che crede nella scienza, nei vaccini, nell'integrazione europea e che non ha dubbi sulla collocazione geopolitica dell'Italia, rafforzando il patto atlantico e l'integrazione europea”. Dopo la stoccata agli alleati salviniani, ha concluso il suo intervento parlando dell’obbligo vaccinale per i dipendenti pubblici che “non è un tabù”. “Va garantito a tutti i cittadini il diritto di accedere ai servizi. L'obiettivo è tornare alla normalità, e abbiamo il dovere di ragionare sull'obbligo vaccinale senza alcun tipo di pregiudizio”.
Conte boccia dl Sicurezza e Salvini mentre Emiliano lo elogia
Fa rumore l'uscita di Giuseppe Conte, che dalle colonne del Corriere della sera rinnega i decreti Sicurezza dell'era gialloverde, anche se di contorno a una serie di fendenti sferrati verso il suo ex ministro dell'Interno Matteo Salvini. “Ma lui che cosa ha fatto sull'immigrazione?”, si domanda, dandosi anche una risposta: “I decreti Sicurezza hanno messo per strada decine di migliaia di migranti dispersi per periferie e campagne. L'eliminazione della protezione umanitaria ha impedito a molti migranti di entrare nel sistema di accoglienza e ad altri di farli uscire in quanto non aventi più titolo, con il risultato che migliaia di migranti sono diventati invisibili. Insomma, Salvini da Ministro dell'Interno sui rimpatri e sull'immigrazione ha fallito. È un dato di fatto”. Intanto Michele Emiliano fa un elogio pubblico, nientemeno che a Salvini. Dal palco della convention di Affaritaliani.it, il presidente della Puglia afferma che il segretario leghista “sta facendo un grande sforzo per delineare una visione di Paese”, riconoscendogli che questo sforzo “ha dei costi politici. Salvini è un politico che ha una sua onestà intellettuale”. La pioggia di critiche sul governatore è ovviamente stata copiosa.
Chiuse le candidature alle suppletive. Letta a Siena, a Roma Palamara
Chiusi i termini per le candidature alle suppletive del 3 e 4 ottobre per i due collegi uninominali alla Camera lasciati liberi a Siena dall'ex ministro Pier Carlo Padoan del Pd e a Primavalle-Battistini (periferia di Roma) da Emanuela Del Re del M5S; gli occhi sono puntati tutti sul seggio in Toscana dove si è candidato il segretario Pd Enrico Letta: sulla carta, la corsa dell'ex premier è sostenuta anche da Italia Viva. A sfidare il segretario dem per il centrodestra è l'imprenditore del settore del vino Tommaso Marrocchesi Marzi. Si sono candidati anche Elena Golini per Potere al popolo e Mauro Aurigi per Italexit. Nessun candidato, invece, per il Movimento 5 Stelle di Giuseppe Conte. Per il collegio di Primavalle, circa 120mila votanti, è corsa a 4. Il nome più noto è quello dell'ex presidente dell'Anm Luca Palamara, radiato dalla magistratura dopo il cosiddetto caso Procure mentre è saltata la candidatura dell'ex ministro della Difesa Elisabetta Trenta; il Pd invece mette in campo il segretario della federazione romana Andrea Casu, mentre il centrodestra schiera in extremis Pasquale Calzetta di Forza Italia. In corsa anche Giovanni Antonio Cocco, sostenuto dal Partito Liberale Europeo e da Rinascimento di Vittorio Sgarbi.
Caos maggioranza, la Lega vota contro il green pass
Durante la discussione degli emendamenti al decreto green pass in commissione Affari Sociali della Camera, Lega, Fdi e gli ex M5S hanno votato, senza successo, a favore dell'abolizione del green pass, scatenando la durissima reazione di Pd e M5S. Il segretario dem Enrico Letta attacca a testa bassa il partito di Salvini: “È incompatibile con lo stare nella maggioranza di Governo. Chiedo su questo un chiarimento ufficiale e politico. Non è possibile che su un tema come questo ci sia stato in Cdm un atteggiamento e in Parlamento un altro. Qual è la Lega? Credo sia un gioco insopportabile”. La Lega replica altrettanto a muso duro parlando di un Pd fuori dal mondo e rincarando la dose proprio con il suo segretario Matteo Salvini, che avverte: “Se lo Stato impone il Green Pass per lavorare, viaggiare, studiare, fare sport, volontariato e cultura, deve anche garantire tamponi, rapidi e gratuiti, per tutti”. “Noi avevamo presentato” spiega il leghista Claudio Borghi “una serie di emendamenti migliorativi, che non sono stati accettati, il Governo chiedeva di ritirarli. Ne avevamo presentati tanti e a fronte di una chiusura totale li abbiamo votati”.
Draghi è chiaro: sì all’obbligo vaccinale, terza dose ed estensione del green pass
Estensione del green pass, terza dose, obbligo vaccinale quando verrà dichiarato da Ema e Aifa: è la strada tracciata dal premier Mario Draghi nella prima conferenza stampa dopo la pausa estiva che non lascia spazio a dubbi. L'obiettivo resta quello di mettere in campo tutte le condizioni per rendere possibile la ripresa e le fibrillazioni interne alla maggioranza non possono (e non devono) condizionarne il raggiungimento. L'ultimo scossone è arrivato mercoledì in Commissione Affari sociali alla Camera, dove la Lega ha votato insieme a FdI e agli ex M5S per la soppressione del certificato lasciapassare. Immediata la reazione del premier: a Matteo Salvini che chiede una cabina di regia politica su ripartenza, riforme e migranti, il premier risponde chiaro che “La cabina di regia ci sarà. Dobbiamo decidere con il ministro Speranza l'estensione del green pass. A chi e quanto velocemente” scandisce “non se”. Quanto al chiarimento politico chiesto a gran voce da Enrico Letta, poi, lascia intendere Draghi, non è certo a Palazzo Chigi che tocca. Spetta “alle forze politiche”, dice, definendo “auspicabile” una maggiore “convergenza e una stagione di disciplina”, ma allontanando la tempesta: “Il governo va molto d'accordo e il Parlamento ha fatto un lavoro straordinario. Non vedo nessun disastro all'orizzonte e non mi preoccupo per il mio futuro”.
I malumori, però, non mancano e in questo caso investono soprattutto la componente leghista. Dalla Lega snocciolano i dati: più di 38 milioni di italiani che “hanno già liberamente” scelto e completato il ciclo vaccinale, oltre il 70% della popolazione sopra i 12 anni, cui si aggiungono 5 milioni di cittadini guariti; ecco perché, viene fatto filtrare, il partito di Salvini “era e rimane contro obblighi, multe e discriminazioni” e insiste sulla possibilità che sia lo Stato a garantire “tamponi gratuiti, salivari e rapidi, per tutti coloro che ne abbiano necessità”. La partita, insomma, andrà avanti. Draghi ne è consapevole e dimostra spiccata sensibilità politica quando a chi gli chiede se la linea della Lega sia quella del governista Giancarlo Giorgetti o quella di Claudio Borghi, protagonista della rappresaglia no green pass in Commissione, risponde: “Io cerco di non fare distinzione nei partiti perché ognuno ha 5-6 anime, e allora bisognerebbe sentirle tutte. Talvolta è capitato e le assicuro che non è piacevole. Il capo della Lega è Salvini e basta”, taglia corto, mettendo bene in chiaro il differente ruolo che svolgono Governo e Parlamento.
Nasce Partecipazione Attiva, partito degli ex M5S
I fuoriusciti del M5S si riorganizzano in un nuovo soggetto politico che intende raccogliere l’eredità di quello che era stato il Movimento delle origini. Il nuovo partito si chiamerà Partecipazione Attiva. Il nuovo partito nasce dall'iniziativa del gruppo “Parola agli Attivisti” con l'obiettivo di organizzare in un unico soggetto le varie iniziative sorte a livello territoriale negli ultimi mesi, e soprattutto a valle dell'iniziativa MovExit dello scorso 10 agosto quando centinaia di attivisti e portavoce del Movimento hanno avviato la “dis-iscrizione” dal M5S. Sarà un nuovo movimento che parte dal territorio anche se a livello parlamentare il raccordo è con i deputati e senatori de L'Alternativa C’è, quelli che si sono radunati nella componente del Misto, dopo essere stati espulsi dal M5S per non aver votato la fiducia al governo Draghi. A loro guarda con interesse Davide Casaleggio che tuttavia, per ora, resta alla finestra.
I sondaggi della settimana
Negli ultimi sondaggi realizzati dall'Istituto SWG, Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni si conferma primo partito italiano rimanendo stabile al 20,6%, in vantaggio di 0,8 punti sulla Lega di Matteo Salvini che scende fino al 19,8%. Inoltre, il distacco tra FdI sulla terza forza politica nazionale (PD) è di 1,5 punti.
Nell’area delle sinistre, i Verdi calano in modo brusco (1,6%) mentre Sinistra Italiana e MDP Articolo Uno si attestano rispettivamente al 2,7% e al 2,3%. Nell’area centrista, +Europa rimane stabile (2%), così come Italia Viva (2,4%) e Azione (3,7%). Stabile anche il Partito Democratico al 19,1% mentre il Movimento 5 Stelle riprende quota fino al 16,3%. Nell’area del centrodestra, Forza Italia non fa registrare grosse variazioni (7%) mentre Coraggio Italia, il nuovo partito di Giovanni Toti e Luigi Brugnaro, si attesta all’1%.
Negli ultimi sondaggi, i partiti che appoggiano il Governo Draghi raccolgono il 75,2%, mentre il centrosinistra formato da PD, M5S e MDP raggiunge il 37,7%. La coalizione del centrodestra unito, invece, raggiunge il 48,4%, mentre il rassemblement dei partiti di centro (Azione, IV e +Europa) si attesta all'8,1% dei consensi.